#ArtsakhBlockade. #FactChecking. Perché Aliyev affama l’Artsakh? Azione legale collettiva a Washington contro l’Anglo Asian Mining

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 13.08.2023 – Vik van Brantegem] –  L’autocrate Ilham Aliyev, Presidente della Repubblica di Azerbajgian ereditario di padre in figlio e del partito unico, ha iniziato l’attuale fase del genocidio armeno in corso con la distruzione economica dell’autoproclamata democratica Repubblica di Artsakh/ Nagorno-Karabakh, iniziata il 27 settembre 2020 con la guerra dei 44 giorni, mentre le città armene nell’Artsakh venivano bombardate, senza sosta, dal suo esercito. L’obiettivo di Aliyev in Artsakh non è la pubblicizzata “integrazione dei cittadini armeni della regione economica di Karabakh dell’Azerbajgian”, perché sa perfettamente che gli Armeni dell’Artsakh vogliono nient’altre che l’indipendenza, non accetteranno mai l’integrazione, e quindi usa l’arma della fame con due possibili scelte: o se ne vanno e moriranno in un modo o nell’altro. Un Holodomor nel 2023.

Nel luglio 2022, l’Azerbajgian ha venduto altre tre aree minerarie ai profittatori di guerra dell’Anglo Asian Mining PLC, una società brittanica con un portafoglio di siti di produzione di oro, rame e argento in Azerbajgian. Uno di questi è Demirli (miniera di Kashen), ma… Demirli è in Artsakh, sotto il controllo del governo armeno dell’Artsakh. A dispetto della realtà, mentre pubblicizzava con orgoglio le sue nuove acquisizioni, l’Anglo Asian Mining affermava che l’Azerbajgian è un Paese democratico e mostrava il famoso monastero armeno di Dadivank sul suo sito Internet, come arredo ad un articolo del 2016 sul potenziale della miniera di Kashen.

Kashen è una miniera che l’Azerbajgian vuole avere sotto controllo, affermando nel contempo falsamente di essere interessato alle “condizioni ambientali” della conduzione della miniera. Dal primo istante, è stato osservato che c’era un’alta possibilità che dietro gli “eco-attivisti” di Aliyev che il 12 dicembre 2022 hanno iniziato a bloccare il Corridoio di Lachin, per “preoccupazione ambientali” in riferimento alla miniera di Kashen, ci fosse l’Anglo Asian Mining con lo scopo di prendere il controllo della miniera di Kashen. Nel frattempo, la falsa “eco-protesta” ha avuto come risultato la chiusura della attività nella miniera di Kashen e comunque l’impossibilità di esportare la produzione.

Chi c’è dietro l’Anglo Asian Mining PLC? Si tratta di una società registrata nel Regno Unito. Il rapporto Rivelato: i legami commerciali del Regno Unito con il Nagorno-Karabakh di James Dowsett, pubblicato il 17 giugno 2021 da Open Democracy [QUI] e il rapporto L’impero minerario segreto di Aliyev di Miranda Patrucic, Eleanor Rose, Lejla Camdzic di Khadija Ismayilova, pubblicato il 4 aprile 2016 dal Organized Crime and Corruption Reporting Project [QUI], hanno rivelato come il governo del Regno Unito e il suo ambasciatore, la famiglia del governatore del New Hampshire Chris Sununu e le figlie di Aliyev siano stati spudoratamente coinvolti nel profitto di guerra per conto di Anglo Asian Mining.

Quindi, il motivo per chiudere l’unica via di salvezza per i 120.000 Armeni dell’Artsakh non erano di certo “preoccupazioni ambientali”. Indicativo era anche che tra le altre rivendicazioni, i sedicenti ambientalisti domandavano anche l’istituzione di checkpoint (illegali) azeri lungo la strada che collega l’Artsakh con l’Armenia (come è poi avvenuto con l’uso della forza il 23 aprile, stabilendo un posto di blocco all’ingresso del corridoio sulla frontiera con l’Armenia, per poi il 15 giugno totalmente chiudere l’Artsakh). L’abbiamo ripetuto a più riprese, ultimamente nell’articolo #ArtsakhBlockade. #FactChecking. La narrazione azera che l’assedio dell’Artsakh abbia una motivazione ecologica è una TRUFFA del 2 marzo 2023 [QUI]. Le motivazioni sono l’accesso alle risorse minerarie del Nagorno-Karabakh (di cui trattiamo qui) e le risorse dell’acqua (di cui abbiamo trattato in passato).

I complici di Aliyev, i profittatori di guerra dell’Anglo Asian Mining hanno rivelato loro stesso le loro intenzioni. L’obiettivo erano le miniere di Gyzylbulag (miniera di Drmbon) e Demirli (miniera di Kashen) [QUI]. Nel luglio 2022 (il blocco del Corridoio di Lachin è in preparazione e inizierà il 12 dicembre, preceduto da un blocco tolto dopo 3 ore il 4 dicembre [QUI]), i profittatori di guerra dell’Anglo Asian Mining menzionana casualmente che la nuova area di Demirli (Kashen) avrà una “linea temperale accelerata” poiché esiste già una proprietà mineraria (la loro). Nessuna menzione dell’Artsakh, o che sia sotto il controllo del governo armeno dell’Artsakh [QUI].

Come abbiamo ampiamente documentato nella nostra quotidiana copertura del #ArtsakhBlockade dal 12 dicembre 2022 (l’elenco degli articoli è sterminato [QUI]), ad un esame più attento, i cosiddetti “eco-attivisti” azeri che dal 12 dicembre 2022 avevano tenuta chiusa l’autostrada interstatale Stepanakert-Goris, l’unico collegamento via terra che collega l’Artsakh e l’Armenia, erano semplici ingranaggi di un gioco più ampio ideato, dall’autocrate di Baku, Ilham Aliyev, per raggiungere il suo obiettivo politico e le sue ambizioni economiche. I finti “eco-attivisti” affermavano di voler accedere alla miniera di Kashen in Artsakh, sostenendo che gli Armeni erano illegalmente impegnati lì in operazioni minerarie. Baku teneva d’occhio la miniera di rame-molibdeno, una delle principali risorse economiche dell’Artsakh, alimentando la politica di pulizia etnica in corso per mettere le mani sul Karabakh, ma senza gli Armeni.

Il governo azero aveva fatto il suo primo passo il 5 luglio di quest’anno. Una modifica del contratto siglato con l’Anglo Asian Mining ha comportato la consegna di tre nuovi siti minerari (aree contrattuali).

Dopo la guerra dei 44 giorni del 2020, solo una parte della miniera di Sotk è rimasta sotto controllo armena. Quella parte si trova nella provincia orientale di Gegharkunik dell’Armenia. Il resto si trova oltre il confine, nella storica regione armena di Karvatchar, ora controllata dall’Azerbaigian. Va ricordato che Sotk è stata tra le aree più colpite dagli attacchi dell’Azerbaigjan di settembre 2022.

L’area di Kyzlbulag comprende una parte della regione di Martakert dell’Artsakh (a sud del bacino idrico di Sarsang) e una parte della regione di Askeran, ma la sua principale risorsa è la miniera di Drmbon. Vejnaly si trova nella storica regione armena di Kovsakan (Zangelan).

L’11 luglio 2023, lo studio legale statunitense Kerkonian Dajani LLP ha intentato a Washington un’azione legale collettiva contro Mohammad Reza Vaziri, Presidente e Amministratore delegato di Anglo Asian Mining PLC, in relazione al blocco dell’Artsakh da parte dell’Azerbaigian in corso da otto mesi. L’azione collettiva federale, intitolata Lalabekyan v Vaziri, è pendente presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti del distretto di Columbia a Washington. La denuncia federale sostiene che l’imputato Vaziri ha aiutato e favorito le violazioni della legge statunitense sulla protezione delle vittime della tortura e ha aiutato e favorito la falsa detenzione degli Armeni dell’Artsakh nel tentativo di garantire l’accesso e sfruttare i depositi di miniere di metalli preziosi nell’Artsakh, inclusi oro e rame. Descrive in dettaglio il legame tra l’accesso richiesto da Vaziri a queste miniere e il blocco. Gli avvocati dello studio legale White & Case si sono costituiti per conto dell’imputato Vaziri, che è stato ordinato di rispondere alla denuncia entro il 17 ottobre 2023. Gli avvocati principali dell’attore nel caso sono l’Avvocato internazionale Karnig Kerkonian e il Consigliere d’appello Elizabeth Al-Dajani. Il collegio di avvocati e consulenti includono Arman Tatoyan, Garo Ghazarian, Ani Nazaryan, Laura Seferian e il Tatoyan Foundation Center for Law and Justice.

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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