244° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh. Un toast tagliato a metà su tutti i Tg. Per 120.000 Armeni ridotti alla fame da 8 mesi, niente

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 12.08.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi siamo entrati nel nono mese del #ArtsakhBlockade, iniziato il 12 dicembre 2022 alle ore 10.30, nello stesso momento in cui scriviamo oggi. Bloccare cibo, acqua, medicine gas e benzina per il popolo armeno in Artsakh/Nagorno-Karabakh, in parte occupato e assediato dalle forze armate dell’Azerbajgian, è una violazione del diritto internazionale. La fame è l’invisibile arma del genocidio e del Holodomor in corso. È molto peggio di quanto chiunque si renda conto. L’Artsakh è la punta dell’iceberg. L’obiettivo azero è distruggere l’intero popolo armeno e trasformare il Paese in non-Armenia. E Baku ci sta riuscendo alla grande a causa dell’inerzia del mondo civilizzato.

Senza cambiamenti drammatici immediati nel comportamento della comunità internazionale, questo popolo armeno sarà distrutto in poche settimane. La comunità internazionale deve porre fine al genocidio e al Holodomor in corso tramite il blocco totale del Corridoio di Berdzor (Lachin) e immediatamente sanzionare il regime autocratico dell’Azerbajgian, colpendo quello a cui Ilham Aliyev tiene di più: la sua faccia di rispettabilità e affidabilità da cartapesta regalatolo da Ursula von der Leyen. Per quanto tempo dobbiamo ancora aspettare per sentire la voce (e vedere le azioni) di Giorgia Meloni, tra un viaggio all’estero e l’altro?

«Il più grande supermercato di Stepanakert» (Ani Balayan, fotoreporter in ArtsakhEmail).

I troll assoldati come pierre dalla fabbrica di menzogne del regime autocratico dell’Azerbajgian possono rispondere (ormai il disco è rotto), che “i separatisti criminali di Khankendi” svuotano i supermercati per “montare lo show del non esistente blocco della zona economica di Karabakh dell’Azerbajgian”. Dove un nomade Tartaro mette i piedi lo considera sua terra e fa tabula rasa di quanti ci vivono da milenni.

Il membro del Congresso degli USA, Jim McGovern, ha condiviso l’articolo di Associated Press («L’ex procuratore capo della Corte Penale Internazionale avverte che l’Azerbajgian sta preparando un genocidio contro gli Armeni etnici nella sua regione del Nagorno-Karabakh») e ha dichiarato: «Bloccare cibo, acqua e medicine per il popolo armeno nel Nagorno-Karabakh occupato dagli Azeri è una violazione del diritto internazionale. Il Presidente Biden deve usare tutta la leva sull’Azerbajgian, compresa la sospensione degli aiuti militari, per porre fine al blocco del Corridoio del Lachin».

Immediata la reazione ossessivo-compulsivo dei troll azeri (negano il blocco del Corridoio di Lachin che confermano che è bloccato e che fornire aiuti umanitari attraverso il Corridoio di Lachin, concordato tra Russia, Armenia e Azerbajgian con la forma di Ilham Aliyev, è “minare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Azerbajgian”): «Nessuno sta bloccando cibo, acqua e medicine. I beni umanitari possono essere consegnati attraverso la strada di Aghdam. Cercare di forzarli attraverso il posto di blocco del confine di Lacin dimostra che l’obiettivo è minare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Azerbajgian. I separatisti hanno bloccato la strada di Aghdam».

«Categoria: Armeni affamati nella regione del Karabakh in Azerbajgian. Marut Vanian [giornalista a Stepanakert] sta parlando con te, tu il più grande Pinocchio.
Yumurtabash, ti sembra un blocco se cibo, acqua e medicine [sono disponibili]? E come può il Karabakh essere “occupato dagli Azeri” se è internazionalmente riconosciuto come territorio azero? Gli Stati Uniti occupano la Pennsylvania?» (Esdra Ackner).

L’Azerbajgian è uno Stato terrorista, che dice che la Repubblica di Artsakh è la sua regione economica di Karabakh, che i suoi leader sono dei separatisti criminali e che ha il diritto di fare con la sua popolazione armena quello che gli pare e piace. Poi, Baku è apparentemente irritato dalla resilienza degli Armeni dell’Artsakh che si rifiutano di soggiogare e si ostinano anche di non morire, nonostante 8 mesi di mancanza di cibo, medicine, gas, benzina, ecc. ecc. a causa dell’illegale #ArtsakhBlockade, ovvero la carestia provocata da Baku nella “sua regione di Karabakh” dove nessuno deve ficcare il naso.

«Agonizzante sete di libertà, interruzioni di corrente, interruzioni di telefono e internet, alimenti di base come lusso, caffè come un sogno, igiene dimenticata e ora nemmeno l’acqua scorre. Non posso vivere senz’acqua» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance a Stepanakert).

L’11 agosto 2023, il Ministro degli Esteri della Repubblica d’Armenia, Ararat Mirzoyan, ha avuto una conversazione telefonica con il Tánaiste (il Vice Primo Ministro), Ministro degli Esteri e Ministro della Difesa della Repubblica d’Irlanda, Micheál Martin. Il Ministro Mirzoyan ha informato il suo omologo sulla situazione in Nagorno-Karabakh derivante dal blocco illegale del Corridoio di Berdzor (Lachin) da parte dell’Azerbajgian, sottolineando che la situazione sta per trasformarsi in una vera e propria catastrofe umanitaria.

Il Ministro degli Esteri dell’Armenia ha sottolineato che dal 15 giugno 2023 il Nagorno-Karabakh è sotto un blocco totale, in base al quale i diritti fondamentali di 120.000 persone del Nagorno-Karabakh, compresi 30.000 bambini, vengono gravemente violati. In particolare Mirzoyan ha menzionata la grave carenza di cibo e medicine. Ha sottolineato che con tali azioni l’Azerbajgian dimostra continuamente la sua vera intenzione: attuare la pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh.

Toccando le posizioni di principio dei partner, tra cui l’Irlanda, finora espresse sulle piattaforme internazionali, Mirzoyan ha sottolineato l’importanza di revocare immediatamente il blocco del Corridoio di Lachin in conformità con gli ordini giuridicamente vincolanti della Corte Internazionale di giustizia del 22 febbraio e del 6 luglio 2023, nonché la necessità di misure coerenti volte a impedire l’attuazione delle intenzioni dell’Azerbajgian.

Nel corso del colloquio telefonico gli interlocutori hanno anche toccato i temi del partenariato Armenia-Unione Europea, comprese le attività della Missione di monitoraggio civile dell’Unione Europea in Armenia.

L’11 agosto 2023, il Ministro degli Affari della Repubblica di Armenia, Ararat Mirzoyan, ha avuto una conversazione telefonica con Péter Szijjártó, Ministro degli Affari Esteri e del Commercio dell’Ungheria, informando sui dettagli dell’aggravarsi della crisi umanitaria nel Nagorno-Karabakh derivante dal blocco illegale del Corridoio di Berdzor (Lachin) da parte dell’Azerbajgian. Il Ministro Mirzoyan ha sottolineato che dal 15 giugno la popolazione di 120.000 abitanti del Nagorno-Karabakh è sotto un blocco totale, affrontando una grave carenza di cibo, medicine e altri beni essenziali. Ha sottolineato che il blocco totale del corridoio mina anche le attività umanitarie del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Nagorno-Karabakh.

Mirzoyan ha sottolineato che la risoluzione della crisi richiede valutazioni chiare e misure corrispondenti alla situazione sul campo, nonché sforzi congiunti di tutti i partner al fine di ripristinare il movimento in entrambe le direzioni lungo il corridoio in conformità con la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020 e le ordinanze della Corte Internazionale di Giustizia del 22 febbraio e del 6 luglio 2023.

L’11 agosto 2023, dalle ore 21.25 alle 22.25, le unità delle forze armate dell’Azerbajgian hanno aperto il fuoco contro gli avamposti di difesa in Armenia nelle vicinanze di Verin Shorzha.

Con una lettera al Presidente in carica del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite datata 11 agosto 2023, la Repubblica di Armenia ha chiesto una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione in Artsakh.

«It’s all about people [È tutta una questione di persone]»… dipende dove abitano, ovviamente.

Il Presidente in carica dell’ Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), Bujar Osmani, Ministro degli Interni della Macedonia del Nord, ha discusso telefonicamente con i Ministri degli Esteri di Armenia e di Azerbajgian del blocco del Corridoio di Berdzor (Lachin). Osmani ha affermato che le considerazioni umanitarie e i bisogni immediati delle persone dovrebbero prevalere.

Parlando con “ambedue le parti” (e non indirizzandoci in modo mirato all’aggressore, l’Azerbajgian, come è obbligo, secondo “l’obbligo di difendere” l’aggredito) e poi usando il condizionale, siamo ancora ai livelli della totale inattività dall’inizio dell’aggressione dell’Azerbajgian alla democratica e pacifica Repubblica di Artsakh/Nagorno-Karabakh.

Luis Moreno Ocampo, uno dei massimi esperti di diritto internazionale, ex procuratore capo presso la Corte Penale Internazionale e docente ad Harvard e Yale, ha ribadito ancora una volta in un video la sua dichiarazione che l’Azerbajgian sta perseguendo una politica di genocidio in Artsakh: «Il blocco di cibo, petrolio, medicine e altri beni essenziali a un gruppo protetto dovrebbe essere considerato un genocidio: il blocco dell’Azerbajgian del Corridoio di Lachin tra Armenia e Nagorno-Karabakh». Ha ripetuto il suo appello a coloro che prendono le decisioni nella comunità internazionale di intervenire a cambiare la situazione.

«Quello a cui stiamo assistendo ora è un deliberato tentativo di pulizia etnica della popolazione armena del Nagorno-Karabakh. Con l’inasprimento del blocco, l’Azerbajgian offre agli Armeni del Karabakh una scelta: arrendersi o morire di fame» (Senatore Paul Gavan, socialista repubblicano irlandese, Sinn Fein).

Segue la “risposta” di un individuo, che fa il parlamentare di uno Stato terrorista il cui esercito ha invaso la terra sovrana di un altro Paese e minaccia costantemente la sua popolazione con genocidio, fame, omicidi di massa e altre atrocità; che inoltre pretende di “rappresentare” la capitale di questo Paese; che infine, come membro di un parlamento senza alcun significato oltre che dire sì all’autocrate che è al potere da padre in figlio, si rivolge con insufficienza e in modo offensivo ad un membro dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, composta da 306 parlamentari da 46 nazioni del Consiglio d’Europa che parlano per 700 milioni di europei sui diritti umani e la democrazia. Il fatto che lui e la sua specie starnazzano ancora e continuano a camminare liberamente su questa terra senza essere arrestati, assicurati alla Corte Penale Internazionale, condannati e messi in carcere, è vergognoso per l’umanità.

«All’APCE non hai imparato i valori fondamentali dell’organizzazione che rappresenti. Con un tale pregiudizio sei diventato un portavoce della 🇦🇲propaganda e hai perso tutta la tua credibilità. Le tue “segnalazioni” infondate non impediranno a noi, 1 milione di ex sfollati interni dell’Azerbajgian, di tornare e ricostruire le nostre case distrutte» (Tural Ganjali Membro del Parlamento della Repubblica di Azerbajgian, in rappresentanza della città di Khankendi).

Un gruppo di accademici, giornalisti, intellettuali e attivisti israeliani ha indirizzata una lettera a Isaac Herzog, il Presidente dello Stato di Israele, esortandolo a sfruttare la sua influenza e i suoi contatti per prevenire una carestia di massa che minaccia di colpire il popolo dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh.

Il glorioso quotidiano spagnolo La Vanguardia si è abbassato a pubblicare un articolo [QUI] – beh, parola grossa “articolo”, per un opuscolo di propaganda della fabbrica di menzogne azere e quindi come di consueto pieno di falsità e disinformazione – di Ramiz Hasanov, l’Ambasciatore della Repubblica di Azerbajgian presso il Regno di Spagna e il Principato di Andorra. Niente principi e difesa dei valori democratici… soldi per bugie.

Il pamflet di Hasanov è consultabile a pagamento e non disponibili a pagare, il rappresentante diplomatico dell’autocrate guerrafondaio genocida di Baku ci ha generosamente offerto sul suo account Twitter un assaggio del suo bugiardino, rivelando quanto immaginavamo già: «[Mentre] l’Azerbajgian è pronto per la pace, l’Armenia sta ancora cercando di aumentare la tensione. Una pace duratura tra l’Azerbajgian e l’Armenia sarà possibile solo quando l’Armenia smetterà di fare le sue rivendicazioni territoriali, che tra l’altro si stanno ora manifestando nella sua costante ingerenza negli affari interni del Paese vicino, l’Azerbajgian. In ritirate occasioni, l’Azerbajgian ha proposto all’Armenia di abbandonare la sua narrazione sulle rivendicazioni territoriali e di rispettare pienamente i principi di integrità territoriale e sovranità del diritto internazionale. Un obiettivo così nobile creerebbe un ambiente di fiducia reciproca, darebbe stabilità alla regione e porterebbe ad un allentamento della tensione».

Inoltre, tra i suoi retweet spiccano due tweet dell’Ambasciata dell’Azerbajgian in Spagna, che ripetono le consueti fake news e menzogne: «Le affermazioni degli esperti speciale delle Nazioni Unite sul presunto blocco dell’Azerbajgian del “Corridoio di Lachin”, sulla “tesa situazione umanitaria” nella regione del “Nagorno-Karabakh” sono deplorevoli, oltre che indicative dei tentativi di trasformare gli organismi delle Nazioni Unite in uno strumento di manipolazione politica». «Soddisfare le esigenze della popolazione armena che vive nei territori sovrani dell’Azerbajgian, la parte armena ha rifiutato le proposte dell’Azerbaigian sull’uso della strada “Aghdam-Khankendi” e altre rotte alternative, oltre a bloccare queste rotte con barriere concrete nonostante queste proposte, sostenute dall’Unione Europea e dal Comitato Internazionale della Croce Rossa dimostrano chiaramente che le affermazioni sulla “situazione umanitaria tesa” non sono altro che ricatti e manipolazioni politiche».

Ecco, la classica compilazione della disinformazione di Baku:

  • “L’Azerbajgian è pronto per la pace, l’Armenia sta ancora cercando di aumentare la tensione”.

La realtà: Baku accusa l’Armenia di “aumentare la tensione” perché ha mandato dei camion con aiuti umanitari per l’Artsakh, che vengono fermati all’ingresso del Corridoio di Lachin, bloccato dall’Azerbajgian.

  • “Una pace duratura tra l’Azerbajgian e l’Armenia sarà possibile solo quando l’Armenia smetterà di fare le sue rivendicazioni territoriali, che tra l’altro si stanno ora manifestando nella sua costante ingerenza negli affari interni del Paese vicino, l’Azerbajgian”.

La realtà: Baku continua ad occupare territori della Repubblica di Armenia e della Repubblica di Artsakh, mentre rivendica la regione di Suynik per un “Corridoio di Zangezur” e tutta l’Armenia come “Azerbajgian occidentale”.

L’Ambasciata di Azerbajgian in Spagna nega il blocco del Corridoio di Lachin, derubricando gli allarmi sulla grave crisi umanitaria in Artsakh (definita “situazione umanitaria tesa” mentre Baku sta facendo di tutto per far morire di fame gli Armeni dell’Artsakh o di andarsene) e accusa gli Armeni di bloccare “le rotte alternative” per avviare alla crisi umanitaria che Baku ha creato con il blocco del Corridoio di Lachin. In realtà l’Unione Europea ha respinto “le rotte alternative” al Corridoio di Lachin, chiedendo, come la Croce Rossa, l’apertura immediata del Corridoio di Lachin.

All’attenzione di Hasanov e dei suoi colleghi “diplomatici”: «Le medicine di Karo stanno finendo. Tra pochi giorni non avrà più medicine. Soffre di diabete, ipotiroidismo, epilessia, problemi al colon e una serie di altre malattie» (Ani Abaghyan, giornalista di Artsakh).

A proposito, cari troll nomadi Tartari, come si vede Karo non è morto, quindi, potete stare tranquillo: non c’è blocco della regione economica di Karabakh in Azerbajgian.

Segnaliamo

Nel Caucaso si sta verificando una catastrofe umanitaria – di David Ignatius – The Washington Post, 11 agosto 2023 [QUI]

«L’opinione di David Ignatius su The Washington Post è tratta dalla serie di tipici articoli di propaganda/disinformazione pre-scritti contro l’Azerbajgian. Dimmi i tuoi amici ti dico chi sei! D.Ignatious è un buon amico di Ruben Vardanyan. Quest’ultimo è un oligarca criminale» (Hikmet Hajiyev).

I funzionari azeri stanno letteralmente perdendo il sonno per la reazione del mondo della grande informazione al #ArtsakhBlockade. Cosa è successo a “il gioco è finito”? Hikmet Hajiyev, il Consigliere del Presidente dell’Azerbajgian che twitta all’una di notte (ora di Baku) per attaccare un’opinione su The Washington Post, dimostra solo come l’autocrazia si sta sgretolando e ha bisogno della guerra contro gli Armeni per sopravvivere.

Come di consueto, per attaccare quanto scritto da David Ignatius su The Washington Post, Hajiyev fa ricorso al fallace argumentum ad hominem, che è la strategia con la quale ci si allontana dall’argomento della polemica contestando non l’affermazione dell’interlocutore, ma l’interlocutore stesso. Tale strategia retorica veniva utilizzata frequentemente nella sofistica ed è una delle tecniche più utilizzata nelle discussioni politiche e nelle polemiche giornalistiche, in particolare dalla fabbrica di menzogne del regime autocratico dell’Azerbajgian.

Puoi, stroppiando il nome di David Ignatius in “D.Ignatious” pensa di essere furbescamente divertente (chissà cosa frulla nella sua testa all’una di una notte di mezza estate).

Ignatious come nome di un ragazzo è di origine latina che significa “focoso”. Secondo l’Urban Dictionary – che da come esempio “That is such an Ignatious thing to do” – Ignatious è un ragazzo brillante e carismatico che può incapsulare una stanza. È un parlatore tranquillo, con la capacità di tirarsi fuori anche dalle situazioni più complicate. A volte può sembrare che manchi di morale, ma di solito è colpa dell’altra persona o delle parti coinvolte. Dona regolarmente il suo tempo agli altri senza aspettarsi nulla in cambio. Lavora sodo ed è molto ambizioso. Non ha paura di spingersi oltre i limiti per ottenere ciò che vuole. Tuttavia, nonostante quanto sopra, è piuttosto introverso e gode del suo tempo e spazio personali. Non è una persona particolarmente bella, ma ciò che gli manca nell’aspetto lo compensa con la personalità.

D’altronde, se Hajiyev attacca qualcuno, deve essere per forza una brava persona. E va sempre ringraziato, perché meglio di lui nessuno riesce a diffondere le notizie sulle attività criminali del suo padrone. Poi, i suoi metodi e argomentazioni sono così rozzi che nessuno ci casca.

NOI PREGHIAMO IL SIGNORE PER QUESTO MIRACOLO

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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