241° giorno del #ArtsakhBlockade. Cronaca dal campo di concentramento della soluzione finale di Aliyev in Artsakh, il cui popolo fa morire di fame sotto i nostri occhi

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 09.08.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi, siamo entrati nel giorno 241 della pulizia etnica in Artsakh/Nagorno-Karabakh, con 174 giorni senza fornitura di gas e 212 giorni senza fornitura di elettricità perché le forniture dall’Armenia sono interrotte nel territorio occupato dalle forze armate dell’Azerbajgian, a 3 giorni dall’inizio del 9° mese e a 169 giorni dalla sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che ordinava l’Azerbajgian di revocare immediatamente il blocco. Ilham Aliyev prosegue senza ostacoli alla guerra con la fame e i bombardamenti dei contadini che lavorano nei campi sulla linea di contatto.

Foto di copertina: il simbolo del genocidio armeno in corso nell’Artsakh: il ponte Hakari dove inizia il Corridoio di Lachin bloccato da Ilham Aliyev per la soluzione finale.

«Amirbayov: Se stai davvero morendo di fame, non dovresti porre condizioni. REPORT.AZ, 8 agosto 2023: Il Rappresentante del Presidente della Repubblica dell’Azerbajgian per incarichi speciali, Elchin Amirbayov, ha rilasciato un’ampia intervista al quotidiano francese Le Monde, informa Report».

Infatti, il Rappresentante del Presidente dell’Azerbajgian per incarichi speciali, Elchin Amirbayoov, intende dire: “L’Azerbajgian farà morire di fame Artsakh in modo che non porrà condizioni”.

Quello che dicono questi simpatici negazionisti genocidi sarebbe come se la Russia imponesse un blocco totale agli Ucraini e poi suggerirebbe di fornire “aiuti umanitari”. E se gli Ucraini rifiutassero la generosa offerta e continuassero a rifiutare di integrarsi, per la Russia sarebbe la prova che gli Ucraini non stiano morendo di fame. Questo sarebbe credibile e accettabile per i funzionari dell’Unione Europea e i nostri politici? Pare di sì, perché spargono petali di rose sull’elmo di Aliyev in ringraziamento per il suo gas (riciclato russo), mentre ha provocato la carestia in Artsakh per costringere il popolo dell’Artsakh di arrendersi alle sue condizioni.

Così un bugiardo vede se stesso nello specchio e prova a convincerci di guardare non lui ma lo specchio. Però, noi non guardiamo il dito ma la luna e lo vediamo per quello che è.

La convivenza si fonda sulla conoscenza della verità e del suo annuncio, deve essere praticata secondo i precetti della giustizia, esige di essere vivificata dall’amicizia sociale, rispettando integralmente le libertà.

La pace è frutto della verità e della libertà, della giustizia e dell’amore.

Costruire la pace “è un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia, che onora la memoria delle vittime e che apre, passo dopo passo, a una speranza comune, più forte della vendetta” (Papa Francesco, Fratelli tutti, 226).

Quando vi rivolgete ad uno schiavo, è necessario capire che lui non è come voi. Gettare un dubbio sulle “verità” del suo padrone – ciò che noi facciamo ogni giorno – è per lui una minaccia mortale. Arriva ad uccidere pur di difendere le menzogne del suo padrone.

La verità vi rende liberi e vi dona la giustizia.

Agite e fermate questo genocidio in corso del popolo dell’Artsakh prima che sia troppo tardi

Il Presidente della Repubblica di Artsakh, Arayik Harutyunyan, ieri ha rivolto un urgente video-appello alla comunità internazionale affinché adotti misure urgenti per prevenire il genocidio del popolo dell’Artsakh e per revocare l’assedio. «La presenza di uno Stato sovrano con soggettività giuridica internazionale è una condizione cruciale e un mezzo per preservare il popolo dell’Artsakh e le sue tradizioni, valori, cultura, nonché come loro sviluppo naturale».

Il testo dell’appello nella nostra traduzione italiana dall’inglese [QUI]

C’è un genocidio in corso nel 2023 contro 120.000 Armeni

Il parere di Luis Moreno Ocampo – a cui ha fatto riferimento il Presidente della Repubblica di Artsakh nel suo appello urgente di ieri -, massimo esperto di diritto internazionale, ex Procuratore capo della Corte Penale Internazionale e docente presso le Università di Harvard e Yale: il blocco del Corridoio di Lachin da parte delle forze di sicurezza azere è un genocidio contro gli Armeni del Nagorno-Karabakh.

Opinione dell’esperto: genocidio contro gli armeni nel 2023
di Luis Moreno Ocampo
New York, 7 agosto 2023


Il blocco del Corridoio di Lachin da parte delle forze di sicurezza azere che impedisce l’accesso a qualsiasi cibo, forniture mediche e altri beni essenziali per il Nagorno-Karabakh è nei media dal dicembre 2022 ed è discusso dai leader politici.

Il mio contributo è spiegare perché dovrebbe essere considerato un genocidio contro l’etnia armena del Nagorno-Karabakh ai sensi dell’articolo II, (c) della Convenzione sul genocidio: “Infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita calcolate per provocare la sua distruzione fisica”.

Non ci sono crematori e non ci sono attacchi di machete. La fame è l’arma invisibile del genocidio. Senza cambiamenti drammatici immediati, questo gruppo di Armeni sarà distrutto in poche settimane.

Per molti aspetti, la fame degli Armeni etnici del Nagorno-Karabakh rappresenta l’archetipo del genocidio attraverso l’imposizione di condizioni di vita progettate per provocare la distruzione di un gruppo [1]. Chiude un cerchio tragico perché il “trattamento degli Armeni dai governanti turchi nel 1915 fornisce il paradigma per la disposizione sul genocidio relativa all’imposizione di condizioni di vita” [2].

Come persona con una certa esperienza sul campo, sono stato onorato di dare il mio contributo fornendo un rapporto imparziale e sono pronto ad assistere qualsiasi parte impegnata a prevenire la distruzione del gruppo armeno nel Nagorno-Karabakh.

[1] Guénaël Mettraux, International Crimes and the Ad Hoc Tribunals (Oxford University Press 2006) 239–40.
[2] Schabas (n 24) 19. “Questi crimini sono stati spesso descritti come ‘deportazioni’. Ma essi andavano ben oltre la semplice espulsione o il trasferimento, perché la deportazione stessa comportava la privazione dei bisogni umani fondamentali con il risultato che un gran numero di persone morì di malattia, malnutrizione e spossatezza”. Ibid.

Opinione dell’esperto sul genocidio armeno 2023: scarica il rapporto [QUI].

Il Ministero della Salute della Repubblica di Artsakh ha comunicato che il blocco in corso da 8 mesi del Corridoio di Berdzor (Lachin) da parte dell’Azerbajgian, l’unica via che collega l’Artsakh e l’Armenia, ha portato a un marcato aumento dei tassi di malattia e delle complicazioni sanitarie nella regione assediata. Questo aumento è attribuito alla grave carenza di forniture mediche e cibo vitali, aggravata dal persistente stress della popolazione.

Nell’arco di sette mesi, da gennaio a luglio, c’è stato un aumento significativo dei tassi di mortalità per disturbi del sistema circolatorio, superando di gran lunga i dati dell’anno precedente. Ciò include un aumento dei decessi per insufficienza cardiaca acuta e cronica, infarto miocardico acuto e decessi correlati alla paralisi cerebrale. A luglio si è assistito a un’escalation ancora più pronunciata dei decessi attribuiti a malattie circolatorie rispetto all’anno precedente, con aumenti sostanziali dei decessi per insufficienza cardiaca acuta, infarto miocardico acuto e paralisi cerebrale. I nuovi casi di incidenti cerebrovascolari acuti (ictus) e infarti miocardici acuti sono aumentati rispettivamente del 26% e del 9,7%. Anche i decessi causati dal cancro sono aumentati del 15,9% in questo periodo, spinti da fattori come la mancanza di farmaci essenziali, la diminuzione della qualità della vita e l’accesso limitato alle cure mediche, che incidono sulla resilienza della popolazione. In particolare, i nuovi casi di neoplasie maligne (cancro) sono aumentati del 24,3% da gennaio a luglio rispetto all’anno precedente.

Una tendenza preoccupante è emersa tra le donne in gravidanza, con il 90% di quelle sotto controllo medico che mostrano segni di anemia a causa di un’alimentazione inadeguata e della mancanza di farmaci adeguati.

I casi di svenimenti e i casi di ipertensione sono diventati più frequenti, indicando potenziali problemi di salute. Queste tendenze allarmanti possono essere attribuite alle gravi sfide per la salute derivanti dal blocco e dal completo assedio dell’Artsakh, tra cui la carenza di forniture mediche, nutrimento essenziale, stress pervasivo, procedure mediche sospese e accesso limitato all’assistenza medica.

Il Ministero della Salute della Repubblica di Artsakh avverte che se l’assedio imposto dall’Azerbajgian continua, è probabile che questi indicatori peggiorino, portando a ulteriori perdite di vite umane e al deterioramento delle condizioni di salute. Nonostante gli sforzi per mitigare l’impatto, il blocco ostacola gravemente le soluzioni sanitarie globali a causa dei movimenti limitati attraverso il Corridoio di Berdzor (Lachin).

Dopo la sospensione dei trasferimenti dal 29 luglio scorso, a seguito del rapimento dagli Azeri con false accuse di un malato sotto custodia della Croce Rossa, ieri 12 pazienti con gravi patologie sono stati trasferiti oggi in Armenia dalla Croce Rossa per cure specialistiche, ha comunicato il Ministero della Salute della Repubblica di Artsakh.

«Apprezzando il ruolo umanitario del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Nagorno-Karabakh, evidenziamo che il suo continuo ostacolo da parte dell’Azerbajgian e il rapimento di un paziente sotto la sua protezione è inaccettabile e deve essere condannato. Oltre 1.760 persone sono private di cure mediche, molte migliaia mancano di medicine» (Ani Badalyan, Portavoce del Ministero degli Esteri dell’Armenia).

«Azerbajgian. Ripristinare immediatamente la libera e sicura circolazione di persone, veicoli e merci lungo il Corridoio di Lachin in entrambe le direzioni, in conformità con l’accordo di cessate il fuoco del novembre 2020. ORGANI DEL TRATTATO DELLE NAZIONI UNITE SUI DIRITTI UMANI».

Lodevole come è questa dichiarazione, arriva con 8 mesi di ritardo. Vorremmo che fosse utile ma abbiamo visto in passato quanto l’ONU possa essere assolutamente inutile e burocratica. Siamo assolutamente inorriditi. Comunque Aliyev se ne frega delle dichiarazioni, finché il Consiglio di Sicurezza non manda i caschi blu per aprire il Corridoio di Berdzor (Lachin) e impedire i bombardamenti azeri sulla linea di contatto (non abbiamo nessuna speranza al riguardo, essendo realisti).

Una delegazione guidata da Sara Arkin e Damian Murphy della Commissione per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti, su indicazione del Presidente Robert Menendez, è arrivata in Armenia. La delegazione ha incontrato funzionari, appreso delle situazioni al confine, delle azioni dell’Azerbajgian, del blocco dell’Artsakh e della conseguente crisi umanitaria. Ieri ha anche visitato il villaggio di Kornidzor, osservando posto di blocco presso il ponte Hakari, la chiusura del Corridoio di Berdzor (Lachin) e i camion con le merci umanitarie armene bloccati, impossibilitati a raggiungere i residenti dell’Artsakh.

Lodevole come è questa visita, è in ritardo di 8 mesi e comunque Aliyev se ne frega finché il Presidente degli USA non sanziona, termina la fornitura di armi a Baku, organizza il ponte aereo con aiuti umanitarie e invia i marines per aprire il Corridoio di Berdzor (Lachin) e impedire i bombardamenti azeri sulla linea di contatto (ovviamente è una chimera).

Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]

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