Papa Francesco saluta il Brasile con “saudade”
E’ per i giovani l’ultimo pensiero del Papa in Brasile. All’aeroporto ringrazia per il calore e l’affetto. Pensa alla gente di Varginha, ai ragazzi dell’ Ospedale San Francesco e a loro ai giovani della GMG: “ Dio vi benedica per una così bella testimonianza di viva, profonda e lieta partecipazione in questi giorni! Molti di voi sono venuti in questo pellegrinaggio da discepoli; non ho alcun dubbio che tutti ora partono da missionari. Con la vostra testimonianza di gioia e di servizio fate fiorire la civiltà dell’amore. Dimostrate con la vita che vale la pena di spendersi per grandi ideali, di valorizzare la dignità di ogni essere umano, e di scommettere su Cristo e sul suo Vangelo. È stato Lui che siamo venuti a cercare in questi giorni, perché è Lui che ci ha cercati per primo, è Lui che ci fa infiammare il cuore per proclamare la Buona Novella, nelle grandi città e nei piccoli centri, nelle campagne e in tutti i luoghi di questo nostro vasto mondo. Io continuerò a nutrire una speranza immensa nei giovani del Brasile e del mondo intero: per mezzo loro, Cristo sta preparando una nuova primavera in tutto il mondo. Io ho visto i primi risultati di questa semina, altri gioiranno con il ricco raccolto.”
Poi il saluto a Maria Aparecida: “ Ho chiesto a Maria che rafforzi in voi la fede cristiana, che fa parte della nobile anima del Brasile, come pure di tanti altri Paesi, tesoro della vostra cultura, incoraggiamento e forza per costruire una umanità nuova nella concordia e nella solidarietà.”
A presto, dice il Papa in conclusione e lascia sperare i brasiliani che possa davvero tornare nel 2017 per il terzo centenario del miracolo del ritrovamento della “Aparecida”.
“In questo momento comincio a sentire un inizio di nostalgia. Nostalgia del Brasile,
questo popolo così grande e dal cuore grande.” Al suo arrivo il Papa aveva ricordato che è proprio il cuore la porta del Brasile, e nella settima trascorsa a Rio, nella visita ad Aaprecida, il Papa ha saputo incantare il cuore dei brasiliani e dell’America Latina, la sua terra, un continente sterminato che conosce violenza e miseria ma anche la gioia e l’entusiasmo.
I fiori dei bambini, il discorso del vicepresidente, il volte del Papa segnato dalla stanchezza, tutto concorre alla commozione dei ragazzi che sono in aeroporto per salutare Francesco.
Tra 12 ore il Papa sarà di nuovo a Roma, in Vaticano, sarà di nuovo il Papa della Chiesa universale. Per questa settimana Francesco è stato soprattutto un padre da abbracciare.
La prova più difficile non è stata la fatica degli incontri, degli abbracci, dei tanti appuntamenti. Il momento più impegnativo arriva ora con il ritorno alla “normalità” di un pontificato ancora tutto da comprendere, che ha le sue linee guida nel documento di Aparecida, pensato per l’ America Latina e che il Papa ha dimostrato di voler estendere a tutta la Chiesa cattolica.