Arcivescovo Gänswein: “Traditionis custodes” ha spezzato il cuore di Papa Benedetto XVI
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 04.01.2023 – Vik van Brantegem] – In un’intervista esclusiva condotta da Guido Horst, Caporedattore del quotidiano cattolico tedesco Die Tagespost, l’Arcivescovo Georg Gänswein ha raccontato che, quando Papa Benedetto ha letto la Lettera apostolica a forma di Motu proprio Traditionis custodes del 16 luglio 2021 di Papa Francesco, che ha imposto la fine della celebrazione dell’antico rito della Messa, il rito tridentino, in tanti luoghi del mondo, gli aveva “spezzato il cuore”.
L’Arcivescovo Gänswein è stato il più stretto collaboratore e confidente del defunto Papa. Prima ha servito il Cardinale Joseph Ratzinger come Segretario particolare fin dai tempi in cui era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Poi, dopo la sua elezione al soglio pontificio, Papa Benedetto XVI mantenne Mons. Georg Gänswein come suo Segretario particolare. Nessun’altra persona di lui ha avuto una visione così ravvicinata del pontificato di Benedetto XVI. L’Arcivescovo Gänswein è rimasto al fianco del defunto pontefice fino all’ultimo istante: “Era come un padre per me”.
Nell’intervista per Die Tagespost, l’Arcicvescovo Gänswein ripercorre i tempi vissuti con Benedetto XVI e racconta gli anni successivi alla sua rinuncia dall’ufficio petrino.
Alla domanda di Guido Horst: “La revoca da parte di Papa Benedetto delle restrizioni alla celebrazione della forma straordinaria del rito romano secondo il messale del 1962 non è durata come intendeva: come Papa Emerito, ha assistito alla promulgazione del Motu proprio Traditionis custodes di Papa Francesco. È rimasto deluso?”, l’Arcivescovo Gänswein risponde: “Lo ha colpito in modo molto forte. Credo che leggere il nuovo Motu proprio abbia spezzato il cuore di Papa Benedetto, perché la sua intenzione era quella di far trovare la pace interiore, la pace liturgica, a coloro che avevano semplicemente trovato una casa nella Messa antica, per allontanarli da Lefebvre. E se si pensa per quanti secoli la Messa antica è stata fonte di vita spirituale e di nutrimento per molte persone, tra cui molti santi, è impossibile immaginare che non abbia più nulla da offrire. E non dimentichiamo che molti giovani che sono nati dopo il Vaticano II e non capiscono bene tutto il dramma del Concilio, pur conoscendo la Messa nuova, hanno comunque trovato una casa spirituale, un tesoro spirituale anche nella Messa antica. Portar via questo tesoro alle persone… beh, non posso dire di sentirmi a mio agio con questo”.
Papa Benedetto XVI aveva cercato di proteggere uno spazio speciale per la liturgia antica della Chiesa Cattolica Romana di rito latino, attraverso la sua Lettera apostolica a forma di Motu proprio Summorum Pontificum del 7 luglio 2007. Poi, quella protezione speciale Papa Francesco ha revocato con la sua Traditiones custodes.
Non sarebbe bene trovare un modo per proteggere la liturgia antica, a cui Benedetto XVI teneva così tanto, invece di caratterizzarla – erroneamente – come una pratica che allontana le persone dalla vera fede cattolica? Per Benedetto XVI la soppressione della liturgia antica era una decisione tragica e dolorosa, non solo per lui, ma per tutti coloro che ad essa sono legati, che trovano in essa conforto e forza spirituale. Non sarebbe possibile trovare un modo per preservare questa liturgia antica, che Papa Benedetto, in quanto Sommo Pontefice della Chiesa universale, ha cercato di proteggere il 7 luglio 2007?
Traditionis custodes – Indice [QUI]
Indice – La morte di Benedetto XVI [QUI]