Un agile e prezioso manuale di resistenza al pensiero unico scritto da Simone Pillon

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 30.12.2022 – Giuseppe Rusconi] – Conosciuti i risultati delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 immaginiamo il gaudio (superiore al rosicamento per la trombatura di Monica Cirinnà) delle damazze di Repubblica, il tripudio nelle sedi delle erinni femministe transumaniste e dei pensosi intellettuali di circoli intitolati a noti amanti della pedofilia per l’esclusione dal Parlamento del Senatore Simone Pillon (penalizzato sia dal crollo percentuale della Lega che dal non essere capolista nel collegio umbro).

Negli ultimi anni in Italia e nell’Occidente si sta realizzando l’egemonia culturale e sociale del pensiero gender e trans-umano con cui l’uomo mira ad auto-crearsi seguendo una visione relativista della società. Così, il maschio e la femmina devono lasciar posto all’identità di genere auto-percepita, papà e mamma da genitore 1 e 2 e il compito educativo dei genitori è usurpato dall’ideologia gender. Tutto diventa famiglia, e dunque nulla più è famiglia. La stessa fede in Dio è irrisa e messa fuori legge. In questo libro Simone Pillon indaga la deriva sociale in atto proponendo soluzioni per contrastare il pensiero unico e lasciare a chi verrà dopo di noi un po’ di buona terra da coltivare e un pezzetto di cielo da contemplare.

Se però con ciò i non illustri salottieri arcobaleno e le loro propaggini totalitarie (insomma: la nota lobby, che non ha niente a che vedere con la vita di molte singole persone omosessuali) confidavano di aver tolto di mezzo il vulcanico uomo politico, possiamo comunicare una cattiva (per loro) notizia: Pillon s’è tutt’altro che spento, infatti è vivo più che mai e lotta ancora insieme con noi. Lo dimostra l’agile saggio uscito per mano sua a ottobre presso Giubilei Regnani [QUI], un vero e proprio Manuale di resistenza al pensiero unico. Dal gender al transumanesimo, con una nota introduttiva di Vittorio Sgarbi e una poesia di Davide Rondoni. Di cui citiamo subito alcuni versi:

L’epoca di Narciso
ha il mesto smarrito
sorriso dei figli,
i mucchi di gigli
gettati al passaggio
di niente, uno strano
carro senza festa, lo show
di cartapesta e rancore
verso se stessi
e l’essere al mondo,
l’epoca che d’amore
parla sempre e ha labbra
cucite va a fondo tra fruscio
di denaro invisibile,
fantasmi di dolore,
madri vendute e madri ferite
il passo del topo
non si arresta nelle soffitte del cuore.

Il saggio di Pillon conta oltre trecento pagine… ma non spaventatevi! Si divorano in tempi brevi, ricche come sono di fatti (fatti!) che avvalorano la tesi dell’autore: è in atto in tutto l’Occidente (anche da noi) – e non solo – l’imposizione di un progetto di ingegneria sociale che è nemico della persona umana. Attraverso una propaganda mediatica ben nutrita dai soldoni di miliardari ‘filantropi’ (e qui naturalmente ci sono il tristo Soros e alcuni dei paperoni proprietari dei social), attraverso leggi sempre più disumane votate da parlamenti continentali o nazionali (forse corrotti, forse politicamente corretti, forse ingloriosamente rassegnati), attraverso l’infiltrazione nella Pubblica amministrazione, nella giustizia, nel sistema scolastico (con intimidazione psicologica di chi vorrebbe resistere) …. perfino nella Chiesa (dice qualcosa il nome del Turiferario Guastalamessa [QUI], al secolo Luciano Moia, che anche recentemente ha palesato al di là di finti equilibrismi il suo favore per le istanze arcobaleno nella terza pagina di Avvenire del 20 dicembre 2022?

Otto i capitoli del Manuale, che approfondiscono i temi connessi alla rivoluzione antropologica. Vale la pena di citarne i titoli: “Progetto di legge o progetto di nuova umanità? (qui ci sono Scalfarotto, Zan e compagni); “Gender: vero o falso?; “L’identità di genere e l’attacco ai diritti delle donne”; “Il gender e i bambini”; “La censura gender e la libertà di pensiero”; “La censura gender e la libertà religiosa”; “Il gender nelle scuole” (compreso il progetto della famigerata UNAR e le linee guida gender fluid). Infine la grande domanda: “Cosa possiamo fare”?

Condividiamo ora qualche approfondimento suggerito dall’autore.

Progetto di legge contro l’“omofobia”
“Non è una monade isolata (…) ma un tassello fondamentale per realizzare un progetto di nuova umanità, finalmente libera dalla natura, dalla famiglia, dall’identità, dallo stesso corpo sessuato. (…) Resta un fatto: in tutti i Paesi occidentali dove si è giunti al ‘matrimonio gay’, alla liberalizzazione dell’omogenitorialità, alla legalizzazione dell’utero in affitto, al recepimento delle dottrine gender sull’identità autopercepita e alla progressiva disgregazione della famiglia, si è cominciato con un’apparentemente innocua legge sull’omofobia per colpire socialmente, e con il carcere, chi si oppone al gender”.

Strategia gender per raggiungere bambini, ragazzi e giovani
“Dopo i film e i programmi televisivi, ora anche nei cartoni animati per giovani e giovanissimi è immancabilmente presente il personaggio ‘gender fluid’, che ovviamente è buono e bravo, ma soffre perché è osteggiato dai cattivi tradizionalisti medievali e retrogradi. Lo stesso cliché si ripete nei reality, negli spettacoli (basti pensare a Sanremo), nei film, nelle serie tv e nelle grandi produzioni internazionali. (…) La stessa Disney è passata, con armi e bagagli, a sostenere l’indottrinamento gender, con tanto di fatina transessuale nella storia di Cenerentola. Su Disney Channel ha esordito un cartone animato con protagonista esplicitamente bisessuale, mentre non si contano gadget con slogan gay friendly venduti nei parchi tematici dell’azienda, culminati con la sponsorizzazione del Pride a Disneyland Paris. )…) La gigantesca operazione è propagandata a tutti i livelli: non solo Tv e social media, ma anche scuole e educazione. Nessuna occasione di indottrinamento viene trascurata a partire dalle innumerevoli assemblee di istituto, che vengono proposte in tutte le scuole d’Italia, fino ai collettivi studenteschi di sinistra. La scusa (sempre quella) è la lotta al bullismo, ma invariabilmente il messaggio veicolato è il seguente: ‘La famiglia tradizionale è un sistema superato e discriminante’”.

Il problema non sono le persone con inclinazione omosessuale, ma…
“Il problema non sono certo le persone con inclinazione omosessuale (…) ma la folle ideologia che vuole mettere a tacere ogni voce di dissenso, cancellare l’identità sessuata e imporre una identità fluida e indeterminata, vuol sostituire la famiglia con la solitudine, vuol cancellare la relazione coniugale e genitoriale con forme posticce e surrogate di relazione affettiva e vuole imporre tutto questo ai ragazzini”.

Affari turpi
“Dietro ai presunti valori delle ideologie si nascondono denaro, potere e sopraffazione del forte sul debole. Ma perché, credete davvero che a qualcuno dei promotori dell’immenso business dell’utero in affitto interessi seriamente il benessere dei bambini o sono piuttosto preoccupati di far soldi sulla pelle di mamme disperate ed embrioni soprannumerari buttati?”

Diffidare della politichetta
“Mi permetto di suggerire la massima diffidenza verso chi – per esempio – si riempie la bocca di natalità e poi appoggia le ‘famiglie’ arcobaleno. Meglio avere di fronte un avversario che lo affermi con chiarezza, piuttosto che una volpe affamata di voti. (…) Non si può essere contro il gender ma anche a favore del gender, per la vita ma anche contro la vita, per la droga ma anche contro la droga, per la famiglia ma anche per le ‘famiglie’. (…) Attenzione anche a chi promette denaro in cambio di valori: investiamo sulla famiglia, ma anche sulle coppie Lgbt. Le politiche familiari non sono un indistinto minestrone di politiche sociali, ideologie e mainstream”.

Nel saggio di Pillon c’è poi molto altro, oltre – come già osservato – a una (purtroppo) ricca serie di episodi (fatti!) di emarginazione e discriminazione verso chi in Occidente non la pensa come le damazze, le erinni e gli intellettuali di cui sopra. È un aiuto prezioso per tutti: di conoscenza, di pensiero e di azione. Perché la deriva antropologica si può ancora fermare.

Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’autore sul suo blog Rossoporpora.org [QUI].

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