Approvato il decreto Gelmini. Malumore cattolico

Giovani
Condividi su...

Il Senato ha dato il via libera con 162 voti favorevoli, 134 contrari e 3 astenuti il provvedimento che porta il nome del ministro dell’Istruzione. Il decreto prevede, tra le altre cose, il ritorno dal 2009-2010 delle classi con il maestro unico nella scuola primaria e il voto in condotta che farà media con quelli conseguiti nelle altre materie, misure contro il caro libri e l’insegnamento di ‘Cittadinanza e Costituzione’.

Ma i malumori e le proteste non si attenuano. Infatti nel “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2009 e il bilancio pluriennale per il triennio 20092011” la voce complessiva riguardo l’istruzione è aumentata di 656 milioni di euro: alla primaria andranno oltre 242 milioni di euro in più, alla secondaria di primo grado 228 milioni di euro in più, alla secondaria di secondo grado 395 milioni di euro in più. Invece, il capitolo di bilancio riguardo l’istruzione scolastica non statale passa dai 535 milioni e 318mila euro del 2008 ai 401 milioni e 924mila euro per le previsioni del 2009, ovvero 133 milioni e 393mila euro in meno. Inoltre, la voce ‘istruzione non statale’ prevede per il 2010 una cifra pari a 406 milioni e 121mila euro e per il 2011 la cifra di 312 milioni e 410mila euro.

Luciano Corradini, pedagogista, presidente della Commissione ministeriale per l’educazione civica, afferma in un’intervista on line su Agensir.it: “Il vero punto è che tra la cultura di sinistra più responsabile e quella di destra più illuminata finora non c’è stato un vero incontro: l’abitudine prevalente è ormai soltanto quella a delegittimare la parte avversa”. In particolare, Corradini fa notare che oggi “manca l’autorevolezza sufficiente di una famiglia che si metta d’accordo sulle priorità, nel fare sacrifici, in modo da ristabilire un clima di fiducia”. In altre parole, spiega l’esperto al Sir, “dovremmo avere maggiore forza politica, il che implica anche idee sufficientemente chiare sul da farsi, consapevolezza di rischi e sacrifici ma nello stesso tempo impegno ad andar avanti con coraggio, cercando intese con gli altri”.

Avvenire sostiene che i tagli operati alla scuola sono un grave danno per gli istituti paritari: “Ma i numeri parlano chiaro, e dicono che il problema c’è: le scuole materne ed elementari paritarie rischiano di non sopravvivere al ‘taglio’ di 133 milioni di euro che si abbatterà su di loro il prossimo anno e che nel triennio 2009-2011 raggiungerà in totale i 485 milioni. Praticamente un quarto dei fondi dirottato altrove. A rendere più paradossale la situazione è che al ‘taglio’ inferto dal governo ai sostegni per le scuole non statali (al 60% di matrice cattolica) che operano in regime di parità fa da contraltare, nello stesso triennio, un cospicuo aumento (oltre 650 milioni di euro) degli stanziamenti per l’istruzione statale (primaria e secondaria)… In Italia la parità scolastica continua a restare sempre più solo sulla carta. E con essa la parità di diritti tra i cittadini e tra le famiglie. Esiste, sì, un’effettiva parità giuridica tra scuole statali e non statali, ma la piena libertà di scelta educativa dei genitori rimane un sogno e la parità economica un miraggio che sembra allontanarsi. A causa delle scelte di un governo espresso da una maggioranza che tra le sue bandiere alza puntualmente anche quella della libertà scolastica. Ma i numeri sono numeri: e il taglio ammazza-paritarie è, a tutt’oggi, ingiustificabile e amarissima realtà”.

Anche il presidente della Fondazione della Sussidiarietà, prof. Giorgio Vittadini, contesta la scelta di ridurre i fondi alle scuole paritarie: “La riduzione non riguarda le scuole medie e superiori, ma la scuola materna e la scuola elementare. Sono scuole gestite da ordini religiosi o cooperative di famiglie, situate nei quartieri periferici e nei paesi a cui molte famiglie spesso poco abbienti, mandano i figli perché sanno che vengono assicurate un’educazione ricca di ideali e un’alta qualità di insegnamento. Accolgono infatti ben 531.258 bambini su 1.652.689 della scuola dell’infanzia e 196.776 su 2.820.150 bambini della scuola primaria. Determinante è il loro contributo al buon livello qualitativo raggiunto dalla scuole materne ed elementari italiane. Tuttavia, alla faccia della parità giuridica sancita dal ministro Berlinguer, non solo non si mette in programma di garantire l’effettiva libertà delle famiglie di scegliere le scuole paritarie attraverso detrazioni e deduzioni fiscali, ma le si vuole affossare definitivamente attraverso questi tagli che costringeranno le scuole ad aumentare le rette o addirittura a chiudere”. E conclude con uno sfogo amaro: “Chi, sia nel mondo cattolico che in quello laico, si astiene dal prendere posizione, sia conscio di collaborare all’ulteriore desertificazione della scuola italiana, per il male di tutti”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50