Il papa: siamo tutti debitori del Concilio

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“Siamo tutti debitori del Concilio Vaticano II. La molteplice eredita’ dottrinale che ritroviamo nelle sue Costituzioni dogmatiche, nelle Dichiarazioni e nei Decreti, ci stimola tuttora ad approfondire la Parola del Signore per applicarla all’oggi della Chiesa, tenendo ben presenti le numerose necessita’ degli uomini e delle donne del mondo contemporaneo, estremamente bisognoso di conoscere e sperimentare la luce della speranza cristiana”.

Così scrive Benedetto XVI in un messaggio inviato al Convegno internazionale su ”Il Vaticano II nel pontificato di Giovanni Paolo II”, che si è aperto oggi nella pontificia facoltà teologica San Bonaventura, il Seraphicum, a Roma.

”Giovanni Paolo II – prosegue Benedetto XVI – ha accolto praticamente in ogni suo documento, ed ancor piu’ nelle sue scelte e nel suo comportamento come Pontefice, le fondamentali istanze del Concilio Ecumenico Vaticano II, diventandone cosi’ qualificato interprete e coerente testimone. Sua preoccupazione costante e’ stata quella di far conoscere a tutti quali vantaggi potevano scaturire dall’accoglienza della visione conciliare, non solo per il bene della Chiesa, ma anche per quello della stessa societa’ civile e delle persone in essa operanti”.

Il Papa ha poi ricordato i 50 anni dell’elezione al soglio pontificio di Papa Giovanni XXIII dicendo che ”il Concilio e’ scaturito dal cuore di Giovanni XXIII, ma piu’ esatto sarebbe dire che esso ultimamente, come tutti i grandi avvenimenti della storia della Chiesa, scaturi’ dal cuore di Dio, dalla sua volonta’ salvifica.”Le parole ‘Non abbiate paura’ con le quali inizio’ il pontificato di Giovanni Paolo II erano parole di liberta’ contro ogni tipo di dittatura: ha detto nel suo intervento al convengo il suo segretario particolare, Stanislaw Dziwisz, Parole ”che egli non improvviso’ ma che aveva a lungo meditato e pregato”, e che erano ”frutto del suo vivere dell’insegnamento del concilio”.

Cosi’ – ha proseguito il cardinale – egli ”volle annunciare la liberta’ proprio a chi viveva nella paura con cui ogni dittatura si regge: dittature politiche, ma anche subdole dittature economiche, che vogliono manovrare le masse versi gli interessi di pochi, nonche’ quelle culturali”. I cardinale segretario di stato vaticano Tarciosio Bertone ha ricordato che il Concilio Vaticano II va ”interpretato in modo adeguato e difeso da interpretazioni tendenziose”.

Per Giovanni Paolo II ”il Concilio – ha ricordato il porporato – fu una vera sfida anzitutto per i padri conciliari” che hanno preso ”l’impegno di comprendere in maniera piu’ approfondita la natura della Chiesa e il suo rapporto con il mondo”, in modo da ”prevedere un opportuno cambiamento”. Bertone ha poi ricordato che per Giovanni Paolo II ”il Concilio fu il Concilio della Chiesa, di Cristo e dell’uomo: parlare di Gesu’ e’ parlare della Chiesa, e quindi dell’uomo”. ”Dopo il Concilio – ha aggiunto il segretario di Stato – si e’ sviluppato un fervido movimento nella Chiesa, con frutti positivi ma anche non poche esagerazioni preoccupanti”. ”I documenti conciliari – ha poi concluso Bertone citando sempre papa Wojtyla – non segnarono una rottura con il passato, ma furono un invito a tradurre il Vangelo in un modo comprensibile all’uomo contemporaneo”.

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