Quelle “ingerenze straniere” sul voto in Italia che non scandalizzano

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[Korazym.org/Blog dell’Editore, 23.09.2022 – Miguel Cuartero] – Parlare di “ingerenze straniere” sulle elezioni italiane è la specialità della sinistra, sempre pronta a censire e censurare i proclami e gli interventi dei leader internazionali, che non si allineano al proprio pensiero e non appoggiano le loro candidature e i loro programmi. Dicono che la loro vocazione democratica non può accettare ingerenze, che condizionino gli Italiani nella loro libertà di scegliere il proprio governo.

Ma in realtà temono che il suffragio popolare li penalizzi, giacché si trovano sempre più lontano dal popolo e sempre più vicini alle potenze internazionali e sovranazionali. Per questo, mentre temono le ingerenze “indigeste”, gradiscono di buon grado gli appoggi dai grandi della terra: Stati Uniti, Brussel, Francia e Germania.

In questi giorni in cui si conclude la campagna elettorale, molti intellettuali e leader mondiali hanno espresso le loro opinioni sulle elezioni politiche del 25 settembre, dimostrando seria preoccupazione per una eventuale vittoria del centrodestra e la (ennesima) sconfitta del centrosinistra europeista ed atlantista.

Questo non dispiace certo al Partito Democratico, che ha basato la propria campagna elettorale sulla paura e la delegittimazione dell’avversario (facendo trapelare fin da subito la paura della sconfitta) e cercando all’estero l’appoggio che non trova tra i cittadini italiani.

Ecco alcune delle intromissioni più recenti negli affari interni del nostro Paese, in appoggio alla coalizione progressista, tra le quali si segnalano le gravissime parole del Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che, a due giorni dal voto, minaccia di avere “gli strumenti” adeguati per sanzionare l’Italia, qualora non si arrivasse al risultato sperato. Parole durissime da parte dell’Unione Europea, che ha di recente mostrato quali strumenti è in grado di utilizzare contro i Paesi e i leader nazionali, che non si uniformano alle decisioni di Brussel. Ne sa qualcosa l’Ungheria di Orbán (eletto democraticamente con larga maggioranza), un governo conservatore e cristiano, che paga caro le sue posizioni sull’immigrazione, le politiche pro-life, e l’aver messo in discussione le sanzioni alla Russia: il taglio del 65% dei fondi di coesione dell’Ungheria (pari a 7,5 miliardi di euro). Ecco quali strumenti sono pronti, se vincesse la destra.

Ingerenze, che non sembrano destare scandalo tra i democratici, ma che dimostrano quanto la sinistra italiana abbia bisogno di appoggio dall’estero, per convincere gli Italiani a votarli.

FRANCIA. Il filosofo francese Bernard Henry-Lévi sulla RAI: “La Vittoria della destra sarà cosa molto triste. L’Italia merita di meglio. In quel caso la volontà popolare non va rispettata“.

GERMANIA. Segretario SPD (Partito Socialdemocratico Tedesco) Klingbeil: “Sarebbe un segnale importante se Letta potesse vincere e non Meloni, che, come partito post-fascista, porterebbe l’Italia in una direzione sbagliata“.

BRUSSEL (Unione Europea). Ursula von der Leyen: “In Italia si vedrà alla fine delle elezioni: se le cose andranno verso una situazione difficile, abbiamo gli strumenti” (vedi Ungheria).

USA. Alto funzionario della Casa Bianca: “Chiunque diventerà il nuovo Primo Ministro italiano, il Presidente (Biden) ‘dovrà avere una conversazione precoce e prendere le misure di quella persona”.

REGNO UNITO. The Guardian: “Se Giorgia Meloni salisse al potere alla testa di una coalizione di estrema destra, le conseguenze economiche e sociali potrebbero essere terribili”.

Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’autore sul suo blog Testa del Serpente [QUI].

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