“Se non è concreta, non è fede”. Testimonianze estate 2022 – 1. Bestemmiatori d’altura

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Quest’anno per me l’estate era iniziata presto. Già ai primi di giugno avevo fatto 3 o 4 delle mie chilometriche nuotate, quando sgraditi ostacoli improvvisi mi hanno costretto ad interrompere questa che è la mia attività preferita.

Dopo un mese, qualche giorno fa, passata la tempesta, finalmente ritorno nella mia spiaggia. Contentissima, che nonostante sia luglio non ci fosse troppa gente, posso bearmi della musica delle onde, delle luci e dei silenzi che così brillantemente solo fratello mare sa fare.

Ma sono già qualche minuto alle 15.00. Quindi afferro l’arma di ogni tempo e di ogni luogo, il Rosario, per la recita della Coroncina. Il segno della Croce e sistemo le dita sul primo granello.

Buuuuuuum! Nello stesso istante giungono a ferirmi orecchie e cuore, un paio di bestemmie a squarciagola, pronunciate da 2 o 3 ragazzi schiamazzanti in acqua, un po’ più in là da me. Arrivano forti e chiare quelle orride parole, per quella specie di effetto doppler che rinforza le voci di chi sta in acqua, portandole a riva a viva forza. Complice il vento.

Rilassarsi? Impensabile dove ci siano umani. Di questi tempi poi è tutto un delirio. Le dita mi si paralizzano sul primo grano. Non riesco ad iniziare la preghiera. Sì. È stata una sberla! Poi ne arriva un’altra, poi un’altra… un incubo! Un bombardamento spirituale. Uno stupro per l’anima, che sanguina per l’oltraggio.

Non so che fare. Ma qualcosa devo fare. Non posso permettere che il mio Signore venga vilipeso a squarciagola, così pubblicamente sotto il cielo. Non posso, non voglio, non devo. Non ho mai sopportato le bestemmie e chi mi conosce intuisce anche il motivo.

Nel tempo ho affinato le unghie della tecnica per la mia reazione con gli adulti, quando capita di sentirli bestemmiare al bar, che mandano di traverso cappuccino e cornetto. Ma con i giovani non è la stessa cosa. Sono un’insegnante. 25 anni di insegnamento. 5000 allievi. Conosco il loro registro linguistico, i punti forti e deboli della loro psiche. Se non si arriva al loro cuore con poche parole, è un flop. È necessaria la sintesi efficace con loro. Non si può sbagliare il colpo. Specie il primo.

Intanto che penso, le dita sono sempre paralizzate sul primo grano, ma i piedi non possono stare fermi e prendono l’iniziativa. Si incamminano e mi portano verso i poveretti. Una ventina di passi sulla spiaggia. Entro in acqua alla loro altezza. Passo severo. Sguardo puntato. Raggiunti, che l’acqua mi arrivava poco più su della vita, mi fermo, mani sui fianchi e al loro cospetto muta staziono.

Mi guardano vagamente interrogativi. Si guardano tra loro poi chiedono: ”Che c’è?!”

Prendo la parola, rivolgendomi in particolare ad uno. Quello che l’aveva gridata più forte: “Tu sai che le bestemmie attirano le maledizioni?”

“Non ho bestemmiato”.

“Non mentire! Hai bestemmiato 3 o 4 volte, anzi avete bestemmiato 3 o 4 volte, tu e lui”.

Il terzo fa: ” Io no. Io credo in Dio e mi indica il crocifisso di plastica che aveva sul petto. Gli sorrido: ”Bravo, ragazzo!”

Uno dei due riprende: ”Io non credo in Dio, perciò io bestemmio”.

“Le bestemmie attirano le maledizioni. Io non le voglio su di me. Bestemmia a bassa voce e cadranno solo su di te”.

“No! Io sono libero e faccio quello che mi pare”.

“Tu non sei libero. Tu parli come una bestia di satana, il maledetto!”
Risata: ”Ahah, satana!”

Incalzo: ”Si satana! Ce l’hai per padre, che ti suggerisce di bestemmiare il Creatore e tu lo fai? Vergognati, animale rabbioso! Anzi, esci immediatamente da questo mare, che è roba Sua. Vattene via da questo mare, se non sei grato. Vattene via se disprezzi il suo Creatore!”

Risponde: ”Io non credo in Dio. Il mare l’ha fatto la natura…!”

Riprendo, un po’ più morbidamente che sopra: “Te lo dico io, perché non credi in Dio. Tu non credi in Dio, perché è più buono di te. Tu sai che ti potrebbe fulminare all’istante mentre lo bestemmi immerso in questa meraviglia del Suo creato e sotto questo cielo che è il suo. Tu sei solo un ospite qui. Dovresti comportati degnamente. Sai che ti potrebbe fulminare all’istante. E siccome non lo fa ti prendi gioco di lui. Non ci credi che possa esistere qualcuno più buono di te. Ecco perché non credi in Dio. Ma un giorno ci crederai. Sai quando? Quando avrai perso tutta o parte della forza che ti anima e che usi e consumi così spudoratamente. Un giorno lontano da oggi, quando ti tornerà alla mente di quella sconosciuta che è entrata in acqua a rimproverarti e capirai che stavi sbagliando ad umiliare ingiustamente Dio. Guarda che meraviglia questo mare. Dovresti lodare Dio per le Sue opere e dire almeno: ‘Grazie Gesù!’“

Uno dei due ridacchiando, ma non importa, ripete: ”Grazie Gesù”.

Gioia! 1 a 0 per Dio. Incalzo: ”Bravo, così va bene. Non bestemmiare più!” Ma l’altro, molto irritato dalle parole benedicenti dell’amico, intima: ”Se ne vada o chiamo i carabinieri. Io faccio quello che voglio e lei non deve disturbarmi!”

Rispondo: “Per me vale lo stesso. Non devi disturbarmi”. Proseguo: ”Ero lì (indicando l’ ombrellone piantato sulla spiaggia), che stavo iniziando la mia preghiera (e brandisco il rosario, che avevo portato con me). Avrei pregato a bassa voce per non disturbare nessuno. Tu invece hai bestemmiato a squarciagola. La legge è uguale per tutti. Io prego piano, tu bestemmi piano, se proprio ci tieni. Te lo sconsiglio. Se ci riprovi i carabinieri li chiamo io. Sappi che bestemmiare in pubblico è reato punibile dall’Art. 724 del Codice Penale [*]”.

Silenzio di tomba. Non lo sapevano! Una volta c’erano un po’ ovunque nei luoghi pubblici i cartelli con: VIETATO BESTEMMIARE. Adesso no. Anzi tutt’altro! Esistono giochi, e non solo, anche enigmistici, titolati: “La mia bestemmia quotidiana”.

Rompo il silenzio e con un sorrisino mi congedo: “Bene, ragazzi. Me ne vado. Siete stati avvertiti. Un’altra schicchera e chiamo la guardia costiera. Promesso. Arrivederci e ciao! Fate i bravi!”

Lentamente esco dall’acqua. Mi avvicino all’ombrellone. Mi sdraio, maaaaaa… eccone un’altra! Mi alzo di scatto, prendo il cellulare (veramente era scarico, ma loro non lo sapevano). Fingo di scattare una foto. Fingo di fare una telefonata. È molto importante la strategia del bluff con i giovani. Lo stesso che in una partita a scacchi. Ma con loro la menzogna, mai!

Al che, la sciagurata ciurma che mi teneva d’occhio, come una molla prima pressata, poi sganciata, vola via dall’acqua e raggiunge la riva. Alla rapidità del fulmine raccoglie asciugamani e zaini e con i talloni che gli toccavano la nuca, correndo si dilegua e scompare.

Ho riso. Un po’ amaramente e un po’ no. Io amo i giovani. Guai a chi me li tocca. Ma amo anche il mare. Guai a chi me lo tocca. E soprattutto amo Gesù Cristo e tra tutti i protagonisti dei testi sacri, Pietro è quello che capisco meglio. Specie quando taglia l’orecchio a Malco, per difendere il Salvatore!

Terminato il parapiglia, ho finalmente potuto recitare la Coroncina offerta per riparare i Sacri Cuori di Gesù e Maria e per quei tre quindicenni. Ho creduto opportuno aggiungere anche un piccolo sacrificio: ritardare ancora un po’ il mio bagno, cosa che normalmente faccio per prima, non appena raggiungo la spiaggia. Così arriva la mia volta. Mi tuffo. Trenta minuti di nuoto. Perché ogni bracciata riportasse la benedizione in quelle meravigliose acque, imputridite dalla maledizione che la bestemmia attira sul singolo, sulla comunità e sull’ambiente.

I giovani, per quanto insensati, sono sempre più innocenti di noi. Dio benedica e protegga i giovani dalle insidie del Maligno e dai cattivi esempi degli adulti degradati che siamo. Amen.

Voi dite che dimenticheranno in fretta questo accadimento? Non credo. “Se non è concreta, non è fede” [2].

Siano lodati Gesù e Maria.

[1] Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la divinità, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309 [Art. 724 CP].

[2] «Alle volte noi dimentichiamo che la nostra fede è concreta: il Verbo si è fatto carne, non si è fatto idea: si è fatto carne. E quando recitiamo il Credo, diciamo tutte cose concrete: “Credo in Dio Padre, che ha fatto il cielo e la terra, credo in Gesù Cristo che è nato, che è morto”. Sono tutte cose concrete. È la concretezza della fede che porta alla franchezza, alla testimonianza fino al martirio, che è contro i compromessi o la idealizzazione della fede» (Papa Francesco – Santa Marta, 24 aprile 2017). Siamo ancora in molti a vivere una fede astratta, disincarnata, fatta soltanto di devozioni e riti; una fede comoda, che non ci richiede grandi rinunce. Ma la fede vera è quella delle Beatitudini, che si incarna nella vita di ogni giorno. La fede non è un’idea astratta, ma vita concreta; una Fede scomoda, perché ci chiede rinunce. Seguiamo lo Spirito senza compromessi [V.v.B.].

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