Un percorso in vicolo cieco e delle reazioni in controtendenza

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Le cose certamente non vanno bene nella Chiesa Cattolica Romano, un disastro iniziato più di sessant’anni fa, con un peggioramento lento ma costante e… motus in fine velocior. Ciononostante, siamo sempre portati a vedere il bicchiere mezzo pieno, perché non sono mai mancato le reazioni al declino, neanche oggi. Pur se si tratta di qualche pastore con sparute pecore nere, il “piccolo resto”. Perciò, di seguito condividiamo due articoli dal bicchiere mezzo vuoto, seguiti da due articoli dal bicchiere mezzo pieno.

  • Uno tsunami Lgbt sta travolgendo la Chiesa di Riccardo Cascioli – La Nuova Bussola Quotidiana, 17 giugno 2022: «Francescani tedeschi che eleggono un superiore dichiaratamente gay; il Vescovo di Coira, in Svizzera, che obbliga tutti coloro che lavorano per la diocesi a firmare un documento “arcobaleno”; e Padre James Martin, S.I., che, nel mese di giugno, vede complementari il Sacro Cuore di Gesù con i Gay Pride. L’ondata Lgbt appare inarrestabile, mentre da Roma prosegue il silenzio»
  • Il Papa dà udienza privata al francescano pro LGBT noto per le pratiche pagane. Fra’ Richard Rohr continua a promuovere le sue interpretazioni eretiche dell’insegnamento cattolico senza interferenze di Michael Haynes – LifeSiteNews, 20 giugno 2022
  • Il Vescovo di Worcester ritira lo status di cattolica dalla scuola dei gesuiti per aver sventolato bandiere del Gay Pride e del Black Lives MatterInfoCattolica, 17 giugno 2022. Il relativo decreto è stato emesso il 10 giugno 2022 dal Vescovo di Worcester, Mons. Robert J. McManus, che è stato pubblicato il 16 giugno sul sito della diocesi [QUI]. Ne hanno dato notizia Maria LeDoux e Margaret M. Russell su The Catholic Free Press del 16 giugno 2022 [QUI].
  • Papa Francesco corregge lo speciale percorso sinodale tedesco di Cardinale Gerhard Ludwig Müller – Kath.net, 22 giugno 2022. Percorso sinodale? – «Se la Chiesa in Germania vuole ricollegarsi alla Chiesa universale, allora non solo si deve leggere la lettera di Papa Francesco, ma si deve anche prendere finalmente atto del Vaticano II». «Il Comitato del “Cammino sinodale”, ma anche due terzi dell’episcopato tedesco, non solo sono passati allo scisma, ma sono entrati direttamente in contraddizione apostatica con il Credo cattolico e hanno svalutato l’aggettivo “cattolico” a una mera frase tradizionale».

Uno tsunami Lgbt sta travolgendo la Chiesa
di Riccardo Cascioli
La Nuova Bussola Quotidiana, 17 giugno 2022


Quello che si sta abbattendo sulla Chiesa ormai è un vero e proprio tsunami Lgbt. Scrivevamo qualche giorno fa che «non passa settimana e a volte giorno, che non ci sia una qualche iniziativa omosessualista nella Chiesa»: eravamo troppo ottimisti, in realtà negli ultimi giorni è stato un moltiplicarsi di eventi di promozione Lgbt. Proviamo a citare i casi più clamorosi, dopo la benedizione della coppia gay a Bologna di cui abbiamo parlato mercoledì 15 giugno, per cui attendiamo ancora una presa di posizione della diocesi.

In Germania, 300 francescani della provincia di Santa Elisabetta hanno eletto come nuovo superiore padre Markus Fuhrmann, appena poche settimane dopo che quest’ultimo si era pubblicamente dichiarato omosessuale. Dunque non si tratta di un caso isolato, ma di una intera provincia francescana che trova l’omosessualità come un punto di merito, voglia di «innovazione nella Chiesa», come ha detto padre Fuhrmann, che ovviamente è favorevole all’abolizione del celibato sacerdotale e all’ordinazione delle donne. Interessante questa dichiarazione del nuovo provinciale dei francescani a proposito del suo coming out: «Se io stesso sono gay, allora voglio dimostrare che posso essere parte della Chiesa in questo ministero. Questo è importante perché per la Chiesa non dovrebbe essere così. Purtroppo c’è troppa ipocrisia istituzionale nella Chiesa». Quello che emerge da queste parole è che siamo di fronte a un vero e proprio lavoro di infiltrazione: si entra nei seminari e negli ordini religiosi celando la propria omosessualità (ammesso che non si entri in luoghi di formazione già corrotti) con l’obiettivo di cambiare la dottrina della Chiesa, ridurla a pura istituzione umana.

Scendiamo un po’ più giù, in Svizzera, diocesi di Coira per l’esattezza: riferisce il sito rossoporpora.org che qui il vescovo Joseph Maria Bonnemain ha varato un codice anti-abusi che tutti i preti e quanti lavorano per la diocesi hanno l’obbligo di firmare. Nel lungo documento c’è una sezione che già dal titolo è tutta un programma: «Come rispettare l’autodeterminazione sessuale?». Ed ecco le risposte: «Io rinuncio a valutazioni globalmente negative su pretesi comportamenti non biblici in materia di orientamentosessuale»; «Riconosco i diritti sessuali come diritti umani, in particolare il diritto all’autodeterminazione sessuale». «Nei colloquipastorali non parlo spontaneamente di temi legati alla sessualità». «Tralascio qualsiasi forma di discriminazione fondata su orientamento sessuale o identità». 

Un bel “liberi tutti” che qualcuno in diocesi non ha preso bene, e 44 sacerdoti (su circa 500 presenti in diocesi) hanno firmato una petizione per chiedere al vescovo che ritiri il codice e convochi una commissione per rivedere queste parti del testo. «Ci duole molto – scrivono nella petizione – che il vescovo diocesano abbia offerto la possibilità all’ideologia Lgbt di impiantarsi nella Chiesa sotto la copertura pretestuosa della prevenzione degli abusi, così da espellerne l’insegnamento di fede».

Il vescovo ha già risposto picche con una lettera il 14 giugno in cui pretende che tutti firmino il documento perché i passaggi contestati del Codice sono in sintonia con l’insegnamento della Chiesa. Monsignor Bonnemain evidentemente ha le idee un po’ confuse sull’insegnamento della Chiesa visto che da nessuna parte del Magistero si parla di orientamenti sessuali, men che meno di autodeterminazione sessuale. Oppure non ce le ha confuse, semplicemente usa la seconda strategia per cambiare la dottrina della Chiesa: farlo facendo finta di rispettarla. In compenso commette anche un inaudito abuso di potere, vincolando il servizio alla diocesi a una ideologia.

C’è anche una terza modalità per affermare il vangelo Lgbt: rileggere le Scritture e la Tradizione alla luce della nuova ideologia religiosa. Così che miracolosamente tutta la storia della Chiesa parla di come non ci sia nulla di male nell’omosessualità, e anzi, tante figure bibliche incarnano la realtà Lgbt. Maestro in questa manipolazione è il celeberrimo padre James Martin, gesuita americano che ha avuto anche l’onore di essere invitato come relatore all’Incontro mondiale delle Famiglie a Dublino nel 2018. E infatti proprio in questi giorni ha scritto un articolo per una rivista Lgbtq cattolica, Outreach, in cui spiega la fortunata coincidenza di giugno, mese sia del Sacro Cuore di Gesù, sia dei Gay Pride, due ricorrenze che sarebbero «profondamente complementari». Chi l’avrebbe immaginato? L’affermazione suona un po’ blasfema, ma poi dopo aver letto l’articolo si ha proprio la certezza: è blasfema.

Gesù ama, e ama soprattutto coloro che sono ai margini, ci spiega padre Martin, e chi oggi è più ai margini dei gay? Già, praticamente hanno in mano il potere politico mondiale, quello economico e anche il circuito dei media però la narrazione prevede che siano gli emarginati. Insomma, dopo aver fatto una rilettura creativa dei vangeli, padre Martin arriva alla conclusione: il mese del Sacro Cuore «ci mostra come Gesù ha amato», il mese dei Pride invece «ci mostra chi Gesù ci chiama ad amare». Tutti ai Gay Pride allora, con il Sacro Cuore: peccato che finora ai Gay Pride di immagine sacre ne sono state viste, ma solo per bestemmiarle.

Ovviamente i francescani tedeschi non saranno commissariati; nella diocesi di Coira non ci saranno visite apostoliche o richieste di dimissioni; e padre Martin sarà sempre più un teologo ascoltato a Roma. Lo tsunami può solo diventare più violento.

Fra’ Richard Rohr, OFM.

Il Papa dà udienza privata al francescano pro LGBT noto per le pratiche pagane
Fra’ Richard Rohr continua a promuovere le sue interpretazioni eretiche dell’insegnamento cattolico senza interferenze
di Michael Haynes
LifeSiteNews, 20 giugno 2022

(Traduzione italiana dall’inglese a cura di Aldo Maria Valli per Duc in altum [QUI])

Papa Francesco ha ricevuto in udienza un sacerdote noto perché da lungo tempo rifiuta l’insegnamento morale cattolico, difende l’ideologia Lgbt e minimizza il ruolo di Gesù nella salvezza.

Come si legge nel Bollettino della Sala stampa della Santa Sede del 20 giugno, il Papa ha incontrato Fra’ Richard Rohr, OFM, fondatore dell’omonimo Rohr Institute e del centro di meditazione chiamato Center for Action and Contemplation di Albuquerque, nel New Mexico.

LifeSiteNews ha contattato la Sala Stampa della Santa Sede chiedendo i dettagli dell’incontro e se Papa Francesco abbia ammonito Fra’ Rohr per il suo insegnamento, ma è ancora in attesa di risposta.

L’incontro è stato notato da Christopher Lamb, corrispondente vaticano per la rivista dissidente The Tablet, e accolto con grande soddisfazione dal sacerdote pro-Lgbt Padre James Martin, S,I,.

Rohr ha alle spalle una lunga storia di dissenso rispetto all’insegnamento cattolico su una serie di argomenti, tra cui l’omosessualità, l’aborto, la spiritualità e il primato della fede cattolica. È un noto docente di questioni spirituali ed ecumeniche e tiene discorsi in cui minimizza il ruolo del cattolicesimo.

Nel suo libro del 2019 Il Cristo universale: come una realtà dimenticata può cambiare tutto ciò che vediamo, speriamo e crediamo, il francescano ha affermato che Gesù non è la stessa cosa di Cristo: Gesù, ha scritto proponendo una forma eterodossa di cristologia, è semplicemente la “migliore scorciatoia” per raggiungere lo “spirito” di Cristo.

“Questa non è eresia, universalismo o una versione a buon mercato dell’Unitarismo”, scrive Rohr nel libro che non ha ricevuto un imprimatur o nihil obstat, e quindi non si può considerare esente da errori.

Nella nota all’inizio del libro, Rohr dedica l’opera al suo cane, Venere: “Senza scuse, teologia leggera o paura dell’eresia, posso giustamente dire che Venere era anche Cristo per me” (“Without any apology, lightweight theology, or fear of heresy, I can appropriately say that Venus was also Christ for me”).

Il libro è stato elogiato da Bono e lo stesso Rohr è amico di Melinda Gates e Oprah Winfrey. Sia Bono che Gates sono stati accolti calorosamente da papa Francesco.

Come riportato dal New Yorker nel 2020, Rohr ha affermato che seguire Gesù non è necessario per ottenere la salvezza: le persone dovrebbero invece “innamorarsi della presenza divina, sotto qualunque nome”.

Rohr è stato anche relatore a conferenze organizzate dall’Associazione eretica dei sacerdoti cattolici statunitensi (Auscp) che promuove l’ordinazione delle donne. Michael Hichborn ha compilato un elenco degli scostamenti di Rohr dall’insegnamento cattolico su numerosi argomenti, evidenziando come l’autore abbia ricevuto e distribuito la “comunione” durante una liturgia episcopale, in diretta violazione dell’enciclica Ecclesia de Eucharistia di Papa San Giovanni Paolo II.

Hichborn ha inoltre notato che Rohr ha co-presieduto una “cerimonia di impegno” tra due lesbiche.

Da notare che il Rohr’s Center for Action and Contemplation ha ospitato un seminario ispirato a “Starhawk”, una autoproclamata strega che pratica un culto neopagano. Ed ha pregato “Madre Dio” durante la Messa.

L’attivismo Lgbt di Rohr è di vecchia data. Nel suo contributo al libro del 1999 Homosexuality and the Christian Faith, Rohr ha scritto: “Penso che Dio chieda alla relazione omosessuale esattamente ciò che chiede alla relazione eterosessuale: verità, fedeltà e impegno a stipulare alleanze per continuare a perdonare gli uni agli altri”.

Come riportato dal New Yorker, la routine quotidiana di Rohr nel suo centro di meditazione ad Albuquerque – soprannominato la “Piccola Città del Vaticano” – prevede l’uso di una “campana tibetana” insieme a “metodi indù e yogici per integrare il corpo nella preghiera, insieme a insegnamenti tratti dalle tradizioni spirituali indigene che si concentrano sulla sacralità della terra”.

Una parte dei suoi ritiri di spiritualità, a quanto risulta, coinvolge uomini che si spogliano nudi e saltano sopra un falò: ritiri, questi, popolati da una “alta percentuale” di omosessuali. Rohr ha negato che sia necessario saltare nel fuoco, ma ha aggiunto che “succede sempre”.

In un libro del 1997 che esplorava le sue “tendenze pro-omosessuali”, Rohr disse: “Abbiamo spesso dei fuochi da campo, e so che alcuni di voi sono stati lì dove succede, quindi sapete di cosa sto parlando. Sempre, sempre, ci sono dei ragazzi che si spoglieranno e dovranno saltare su quel fuoco… non so cosa sia. Sono gli uomini “veri”, che possono saltare sul fuoco, nudi”.

Più recentemente Rohr ha scritto su Twitter che “Maria simboleggia intuitivamente la Madre Terra”.

Rohr, 79 anni, non ha mai subito censure per i suoi insegnamenti dissidenti, ma al contrario è stato sostenuto dall’arcivescovo pro-Lgbt John Wester di Santa Fe.

Il Vescovo di Worcerster ritira lo status di Cattolica dalla scuola dei gesuiti per aver sventolato bandiere del Gay Pride e del Black Lives Matter
InfoCattolica, 17 giugno 2022
(Traduzione italiana dallo spagnolo a cura di Aldo Maria Valli per Duc in altum [QUI])

Dopo aver avvertito che l’avrebbe fatto, Monsignor Robert J. McManus, Vescovo di Worcester, Massachusetts, ha ritirato lo status di scuola cattolica a un istituto superiore gestito dalla Compagnia di Gesù che ha esposto a lungo le bandiere del Gay Pride e del Black Lives Matter.

“Sventolare queste bandiere davanti a una scuola Cattolica invia al pubblico un messaggio contraddittorio, confuso e scandaloso sulla posizione della Chiesa su queste importanti questioni morali e sociali”. È quanto afferma un decreto emesso il 10 giugno e firmato dal Vescovo McManus di Worcester, nel Massachussets. Il decreto è stato pubblicato nel sito della diocesi.

In risposta, Thomas McKenney, Presidente della Worcester’s Nativity School, ha scritto in una lettera alla comunità scolastica che l’istituto continuerà a sventolare bandiere e denuncia la decisione del vescovo attraverso i canali della chiesa.

“In quanto scuola multiculturale, per noi le bandiere rappresentano l’inclusione e il rispetto per tutte le persone”, ha scritto McKenney. “Queste bandiere affermano semplicemente che tutti sono i benvenuti al Nativity e questo valore di inclusione è radicato nell’insegnamento cattolico”.

Fondato nel 2003, il Nativity College di Worcester offre istruzione gratuita ai bambini delle comunità economicamente svantaggiate. Affiliata ai gesuiti, la scuola non riceve alcun sostegno finanziario dalla diocesi di Worcester e fa invece affidamento su donazioni e sovvenzioni. Secondo il sito web della scuola, il corpo studentesco è composto da 61 ragazzi, dal quinto all’ottavo anno, la maggior parte dei quali di colore.

Nel gennaio 2021, gli studenti hanno chiesto alla scuola di sventolare una bandiera arcobaleno per mostrare sostegno alla comunità Lgbt e un’altra per supportare Black Lives Matter. Secondo la scuola, le bandiere sono rimaste esposte per più di un anno prima che il vescovo ne chiedesse la rimozione. Poco dopo quella richiesta, le bandiere sono state vandalizzate, ma la scuola le ha sostituite.

Il Vescovo McManus ha riconosciuto che le persone differiscono sul significato dei simboli, ma sostiene che le due bandiere sono incompatibili con l’insegnamento cattolico: “Mentre la Chiesa cattolica si unisce alla nostra nazione nell’insegnare che tutte le vite sono uguali davanti a Dio e alla legge e che tutte le vite richiedono il nostro rispetto, indipendentemente da razza, sesso o etnia, la bandiera con l’emblema Black Lives Matter è stata cooptata a volte da alcune fazioni che instillano anche una diffusa sfiducia nei confronti della polizia e di coloro incaricati di far rispettare le nostre leggi. Non lo insegniamo nelle nostre scuole”, ha affermato il Vescovo McManus in una dichiarazione scritta il 3 aprile. “E, mentre insegniamo che tutti sono creati a immagine e somiglianza di Dio, le bandiere del gay pride sono spesso usate per contrastare l’insegnamento cattolico che il matrimonio sacramentale è tra un uomo e una donna”.

Queste le argomentazioni avanzate dal vescovo nel decreto, in cui sostiene ancora una volta che la bandiera dell’orgoglio connotava il sostegno al matrimonio tra persone dello stesso sesso, a cui la Chiesa Cattolica si oppone, e “a condurre attivamente uno stile di vita LGBTQ+”.

Riguardo allo striscione Black Lives Matter, il vescovo scrive che “la Chiesa cattolica insegna che tutta la vita è sacra e la Chiesa appoggia certamente inequivocabilmente la frase ‘le vite nere contano’ e afferma fermamente che tutte le vite contano”.  Ma il movimento Black Lives Matter “promuove una piattaforma che contraddice direttamente l’insegnamento sociale cattolico sull’importanza e il ruolo della famiglia nucleare e cerca di sconvolgere la struttura familiare in chiara opposizione agli insegnamenti della Chiesa cattolica”.

Papa Francesco corregge lo speciale percorso sinodale tedesco
di Cardinale Gerhard Ludwig Müller
Kath.net, 22 giugno 2022

(Traduzione italiana dal tedesco a cura di Marco Tosatti per Stilum Curiae [QUI])

Con insolita chiarezza, Papa Francesco ha riconosciuto il percorso sinodale tedesco come un vicolo cieco, affermando nel confronto con le comunità protestanti in Germania: “Non abbiamo bisogno di una seconda chiesa di questo tipo” [QUI]. Questo avvertimento non contiene alcuna critica implicita alla “Chiesa Evangelica in Germania” (EKD) né al suo riconoscimento come Chiesa “in senso proprio” (Dominus Jesus, 17; cfr. anche Confessio Augustana, 8).

Infatti, secondo la Fede Cattolica, la Chiesa di Cristo è storicamente e socialmente “realizzata nella Chiesa cattolica, guidata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui”. (Vaticano II, Lumen gentium, 8).

Ciò che il sommo maestro della Cristianità intende è piuttosto la perdita dell’ermeneutica (epistemologia) cattolica, con la quale il Comitato del “Cammino sinodale”, ma anche due terzi dell’episcopato tedesco, non solo sono passati allo scisma, ma sono entrati direttamente in contraddizione apostatica con il Credo cattolico e hanno svalutato l’aggettivo “cattolico” a una mera frase tradizionale. Tuttavia, “essere cattolici” non significa utilizzare le risorse politiche e finanziarie delle diocesi tedesche per costituire una Chiesa, mantenendo l’etichetta, che non ha più nulla a che fare con il “mistero rivelato nel suo fondamento nel Dio trino” (Lumen gentium, 5). Il contenuto dell’essere Cattolico è determinato dalla volontà universale di salvezza di Dio. La Chiesa non può quindi essere compresa nella sua essenza e nella sua missione divina con categorie politiche, socio-psicologiche e certamente non ideologiche, né essere ridotta a un’organizzazione mondana. Il difetto decisivo della tavola di Francoforte è la negazione della sacramentalità, in piena contraddizione con l’insegnamento del Vaticano II, che afferma: “La Chiesa è in Cristo, per così dire, il sacramento, cioè il segno e lo strumento della più intima unione con Dio e dell’intera umanità” (Lumen gentium. 1). Si chiamano veramente cattolici nel senso della confessione attiva solo coloro che sono “pienamente incorporati nella comunione della Chiesa, che nel possesso dello Spirito di Cristo, accettano tutto il suo ordinamento e tutti i mezzi di salvezza in essa istituiti, e sono uniti nella loro unione visibile con Cristo, che li guida attraverso il Papa e i Vescovi, e questo con i vincoli del Credo, dei sacramenti (cfr. Lumen gentium, 11) e del governo e della comunione ecclesiale” (Lumen gentium, 14).

Contro l’insensata affermazione che la Chiesa attuale è una costruzione ideologica del XIX secolo, va notato solo di sfuggita che già Ireneo di Lione, in quella già recentemente riconosciuta come “chiesa maestra di unità” nel II secolo aveva formulato contro gli gnostici e i manichei la regola di fede trasmessa dall’apostolato con lo stesso contenuto (Adversus haereses, I, 10). In contrasto con la vecchia ermeneutica protestante (cioè l’epistemologia teologica) con il principio “sola scriptura”, cioè che la Parola di Dio è contenuta solo nella Sacra Scrittura ed è l’unico criterio di fede rivelata e giustificante, e con la visione neo-protestante secondo cui Gesù è solo un esempio morale e una membrana del nostro senso di Dio, la Chiesa cattolica insegna: “La Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura formano l’unico tesoro sacro della Parola di Dio lasciato alla Chiesa” (Dei Verbum, 10).

Nel “senso soprannaturale della fede di tutto il popolo” di Dio (Lumen gentium, 12), la Chiesa, sotto la guida del Magistero del Papa e dei Vescovi, è dotata di tutta la profondità e di tutta la capacità di comprensione del Vangelo e ampiezza della rivelazione e dell’autocomunicazione di Dio una volta per tutte in Cristo, come grazia e verità per ogni essere umano, sempre più consapevole e chiara. Ma non c’è nessuna nuova rivelazione. Lo Spirito Santo è lo Spirito del Cristo terreno ed esaltato e non il condensato di ideologie zeitgeist che vorrebbero integrare, correggere e falsificare le verità naturali sul mondo e sull’uomo e la verità rivelata di Dio stesso attraverso inquadramenti propagandistici da siti web episcopali.

Papa Francesco ha sottolineato il suo rifiuto della sostituzione delle ideologie autoprodotte al Credo cattolico citando come esempio un cardinale svedese che, insieme a molte centinaia di vescovi non tedeschi, ha messo in parole i principi epistemologici errati della via tedesco-sinodale senza essere accecato dalla sfacciata arroganza professorale tedesca.

Non è necessario approfondire gli errori in questa sede, perché essi derivano logicamente da una posizione di base contraria alla rivelazione.

L’unica cosa che colpisce è la fissazione monotematica sulla sessualità, che – ridotta a mero soddisfacimento delle pulsioni – tradisce un’immagine dell’uomo senza il Dio vivente, che si può solo definire nichilismo antropologico, anche se si parla ancora di amore a livello di sentimentalismo narcisistico, ma non più nel senso cristologico dell’amore come dedizione e sacrificio.

Dove “l’amore non è più il vincolo di perfezione” (Col 3,14) che tiene uniti tutti i membri del Corpo di Cristo, tutto ciò che rimane in una società teologicamente denudata è la “volontà di potenza” come forza trainante per assicurarsi l’influenza e disporre delle risorse finanziarie. In contrasto con l’oltraggiosa presunzione dei “sinodali” di decidere sulla necessità del ministero sacramentale di vescovi, sacerdoti e diaconi, il Concilio Vaticano II “ha sottolineato la grande dignità del sacerdozio” (Presbyterorum ordinis 1). Di conseguenza, questo Stato “ha compiti altamente significativi e indiscutibilmente sempre più difficili nel rinnovamento della Chiesa di Cristo”.

Il ministero tripartito di vescovi, presbiteri e diaconi, emerso dall’apostolato, non è affatto biblicamente infondato e solo una forma speciale o errata del suo stesso sviluppo, ma la continuazione della missione di Cristo dal Padre (Gv 20,21) nell’autorità dello Spirito Santo (At 20,28). È conferita attraverso il sacramento dell’ordinazione, in cui Cristo stesso, come Capo della Chiesa nello Spirito Santo, insedia i vescovi/sacerdoti come pastori e conferisce loro l’autorità spirituale di “presiedere al posto di Dio il gregge di cui sono pastori, come maestri nell’istruzione, sacerdoti nel culto sacro e ministri nella guida” (Lumen gentium, 20).

L’accanimento contro il celibato dei sacerdoti e l’infame sospetto che il celibato carismatico liberamente scelto per il Regno dei Cieli sia la fonte e la causa delle perversioni sessuali fino alle aggressioni criminali sugli adolescenti, è anche la prova lampante della distanza dal pensiero cattolico e in generale della negazione della grazia, che non contraddice la natura ma la purifica, la eleva e la perfeziona. Anche in questo caso, la maggioranza del Sinodo di Francoforte è sulla strada sbagliata e in opposizione al soprannaturalismo della fede e alla sacramentalità della Chiesa quando il Vaticano II dice: “La Chiesa ha stimato la continenza perfetta e continua per il regno dei cieli, raccomandata da Cristo Signore… soprattutto per quanto riguarda la vita sacerdotale” (Presbyterorum ordinis, 16).

Se la Chiesa in Germania vuole ricollegarsi alla Chiesa universale, di cui fa parte e senza la quale non sarebbe più cattolica, allora non solo si dovrebbe leggere la lettera di Papa Francesco al popolo di Dio pellegrino in Germania [QUI], ma anche prendere finalmente atto del Vaticano II, soprattutto con la sua dottrina teologica della conoscenza nella Costituzione dogmatica sulla Rivelazione divina “Dei Verbum” e anche nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa “Lumen gentium”.

Questo è l’unico modo per arginare la marea di partenze e superare l’emigrazione interiore dei credenti sinceri, se si chiarisce a se stessi e agli altri che la Chiesa non è il gracile prodotto di bozze di risoluzione e di contributi verbali di pomposi delegati, ma “il regno di Cristo già presente nel mistero, che cresce visibilmente in questo mondo per la potenza di Dio” (Lumen gentium, 3). “Attraverso la forza del Vangelo, lo Spirito Santo ringiovanisce sempre la Chiesa, la rinnova continuamente e la guida verso la perfetta unione con il suo Sposo. Perché lo Spirito e la Sposa dicono al Signore Gesù: “Vieni”. Così tutta la Chiesa appare come il ‘popolo unito dall’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo’” (Lumen gentium, 4).

Kath.net consiglio di lettura della Lettera di Papa Francesco al popolo di Dio pellegrino in Germania, in versione integrale! [QUI].

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