A Pasqua gli italiani a tavola
A Pasqua gli italiani hanno speso circa € 1.800.000.000 per imbandire le tavole della Pasqua, che in oltre nove casi su dieci hanno scelto di trascorrere in casa, propria ma anche di parenti e amici. E’ questo il bilancio stimato da Coldiretti/Ixe’ dal quale emerge un forte ritorno della convivialità dopo due anni di festività pasquali tra lockdown e zone rosse: “Una tendenza dimostrata dall’allungamento delle tavolate con la presenza in media di quasi 6 commensali, 2 in più rispetto allo scorso anno”.
Infatti la spesa è aumentata del 25% rispetto allo scorso anno e risale ai livelli pre-pandemia, sia per effetto dei rincari nell’acquisto di tutti i prodotti tipici della Pasqua che sono ben 2.500.000 italiani che hanno deciso di cogliere l’opportunità del pranzo in un ristorante o in un agriturismo.
Sulle tavole, in casa o fuori, ha vinto comunque la tradizione con oltre otto italiani su dieci (82%) che si sono orientati su un menu con le pietanze classiche della Pasqua, a partire dalle uova e dall’agnello, mentre solo un 14% ha deciso di rimanere leggero con un menu ipocalorico e solo una minoranza del 4% ha scelto di mangiare vegetariano o vegano.
Quindi si sono allungate le tavolate ma sono saliti in media di quasi il 6% anche i costi per la preparazione dei menu di Pasqua per i rincari dei prezzi che interessano tutti i principali prodotti simbolo della festa, afferma la Coldiretti.
E’ aumentato il tempo dedicato in cucina nella preparazione dei pasti che sale a 2 ore di media, ma fra quelli che hanno scelto di dedicarsi ai fornelli c’è un 29% di appassionati che ha deciso di spendere fino a tre ore di tempo ai fornelli e una quota dell’8% di maratoneti della cucina che si sonto spinti sulle 5 ore per portare in tavola piatti di ogni tipo. Infine un 6% di italiani sono ricorsi al cibo da asporto o direttamente alla consegna a domicilio.
Da nord a sud sono diverse le ricette che caratterizzano le diverse aree del Paese come per esempio gli gnocchi filanti in Piemonte, la minestra di brodo di gallina e uovo sodo e le pappardelle al ragù di coniglio in Toscana ma anche la corallina, salame tipico accompagnata dalla pizza al formaggio mangiata a colazione in tutto il Lazio.
Se in Romagna sono di rigore i passatelli in Molise è l’insalata buona Pasqua con fagiolini, uova sode e pomodori. In Puglia il principe della tavola pasquale è il Cutturiddu, agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, in Veneto onnipresenti su tutte le tavole della festa pasquale sono le tipiche vovi e sparasi, uova sode, decorate con erbe di campo e in Trentino le polpettine pasquali con macinato di agnello.
Tra i prodotti immancabili sulle tavole pasquali, quasi quattro italiani su 10 (39%) hanno mangiato carne di agnello per rispettare le tradizioni ma anche per sostenere la sopravvivenza dei 60.000 pastori duramente colpiti dai rincari dei costi di produzione legati alla guerra in Ucraina.
Tra coloro che non hanno rinunciato all’agnello, il 24% ha acquistato quello Made in Italy e un altro 9% lo ha comperato direttamente dal produttore per avere la garanzia dell’origine, mentre solo un 7% non ha badato alla provenienza di quel che ha mangiato.
Tra i dolci, la colomba batte le uova di cioccolato e si classifica come il preferito delle feste anche se in più di quattro famiglie su 10 (41%) si preparano quest’anno in casa i dolci tipici della Pasqua. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ sulla Pasqua degli italiani la colomba è presente nel 71% delle tavole, cinque punti percentuali in più rispetto all’uovo di cioccolata che non è mancata nel 66% delle case, secondo la Coldiretti:
“Una tendenza spinta dal caro prezzi che non ha risparmiato i prodotti di pasticceria, legato soprattutto agli aumenti dei costi energetici. Nelle famiglie si è così tornati ai fornelli recuperando antiche ricette, a partire da quelle della tradizione contadina”.