Finalmente. Zanchetta è stato condotto in carcere come ordinato dal Tribunale il 4 marzo 2022. Un suo amico sacerdote denunciato per abusi sessuali

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A seguito delle nostre comunicazioni del 2 aprile 2022 [Dónde está Monseñor Gustavo Zanchetta? Estés donde estés. Dov’è Monsignor Zanchetta? Ovunque sia, il bambino onnipotente non è in carcere] siamo in grado di confermare, che Zanchetta finalmente è stato condotto in carcere poco prima delle ore 11.00 del 7 aprile 2022.

Mons. Gustavo Óscar Zanchetta, Vescovo emerito di Orán in Argentina, nonché notorio amico di Papa Francesco e da lui pubblicamente difeso, il 4 marzo 2022 era stato condannato in prima istanza dalla Sezione II del Tribunale di Orán a 4 anni e 6 mesi di carcere effettivo per abuso sessuale semplice continuato e aggravato per essere stato commesso da un ministro di culto riconosciuto ai danni di due ex-seminaristi del Seminario San Giovanni XXIII di Orán, GFLG e MC. Presumibilmente “in attesa di un posto” nell’Unità Carceraria N. 3 di Orán (ma si è epurato che nessuno l’aveva mai chiesto, neanche informalmente), fu ospitato “temporaneamente” in una base del quartiere Taranto della città di cui è stato vescovo, ristrutturata per fungere da stazione di polizia.

La Corte della Sezione II del Tribunale di Orán, presieduta dal giudice María Laura Toledo Zamora e composta inoltre dai giudici Raúl Fernando López e Héctor Fabián Fayos, il 7 aprile scorso ha accolto la proposta di ricorso in appello, depositata dal nuovo collegio difensiva del condannato composto dagli avvocati Darío Palmier e Juan José Valdez Aguilar, in sostituzione dell’avvocato Enzo Giannotti.

La Corte presenterà il ricorso al Tribunale di impugnazione, che deciderà in definitiva se accoglierlo o meno. Nel frattempo, «Zanchetta attenderà la delibera alloggiata nell’Unità Carceraria N. 3 di Orán, avendo [il Tribunale] ordinato al Servizio Penitenziario l’immediato trasferimento» del Vescovo emerito di Orán, ha comunicato la Magistratura di Salta. Tale trasferimento è verosimilmente legato alla denuncia della “Rete dei sopravvissuti agli abusi sessuali ecclesiastici di Salta”, dopo che i media hanno divulgato le condizioni di riguardo riservate a Zanchetta come ospite della stazione di polizia nel quartiere Taranto di Orán, nonostante il Tribunale aveva disposto il 4 marzo scorso la carcerazione immediata. La denuncia sottolineava che in quel luogo l’amico di Papa Francesco godeva dei privilegi che non hanno i prigionieri comuni.

Consultato da Página|12, l’Avv. Palmier ha affermato di non essere autorizzato da Zanchetta a rilasciare dichiarazioni alla stampa e, quindi, ha mantenuto la riservatezza su quanto scritto nel ricorso in appello.

Don Fernando Páez.

Un sacerdote amico di Zanchetta denunciato per abusi sessuali
Un altro caso di abusi sessuali scuote la Chiesa Cattolica a Salta, la provincia al nord dell’Argentina. Dopo i condannati Don Agustín Rosa Torino e Mons. Gustavo Zanchetta, un altro sacerdote si unisce alla lunga lista di abusatori che sono protetti e insabbiati dalla Chiesa Cattolica. Il parroco Don Fernando Páez è stato denunciato da un ex seminarista per abusi sessuali subiti tra il 2015 e il 2017. Il giovane ha testimoniato nel terzo giorno del processo [QUI], al termine del quale è stato condannato per lo stesso reato l’ex Vescovo di Orán. Parlando del caso ieri sera, 11 aprile 2022 su LaIzquierdaDiario.com, Valeria Jasper scrive: «La Chiesa e il disprezzo per le vittime. Più lo sporco sotto la tonaca».

Nel 2019, un ex-seminarista ha sporto denuncia penale contro il sacerdote Fernando Páez, amico del già condannato vescovo Gustavo Zanchetta, per abusi sessuali. Gli eventi si sono verificati tra il 2015 e il 2017 quando il denunciante era un collaboratore della parrocchia di Santa Cruz, dove Páez esercitava il suo ministero sacerdotale. La causa ha guadagnato slancio quest’anno con il completamento delle relazioni degli esperti sul condannato.

Il reato di cui è accusato Páez è “abuso sessuale semplice doppiamente aggravato dall’essere stato commesso da un ministro del culto riconosciuto e preposto all’istruzione”. Il denunciante è stato un testimone chiave nel processo a carico di Mons. Gustavo Zanchetta [QUI].

Originario della Città di Tartagal, Kevin studiavo al Seminario di Orán, quando nel 2015 ha incontrato Páez, nominato nella Parrocchia di Santa Croce e si è occupato della sua formazione. Osserva Valeria Jasper: «Denominatore comune e sistematico tra le testimonianze dei sopravvissuti agli abusi ecclesiastici è la fiducia che [gli abusatori] cercano di guadagnare attraverso l’idea di essere un “sacerdote amico” in luoghi come campi, ritiri spirituali, confessioni. Senza tralasciare, ovviamente, la misoginia: “Ha detto che le donne sono portate alla prostituzione e tra noi possiamo capirci meglio (…) Per lui tutte ‘erano troll, puttane’, se arrivavi in ritardo in parrocchia ti chiedeva: ‘Con chi hai fottuto, con chi sei stato'”, ha detto Kevin in dichiarazioni ai media locali».

Mentre il legame tra loro si approfondiva con la scusa di interessarsi alla vocazione di Kevin, Páez iniziò con gli abusi: abbracci, baci, interesse per la vita sessuale; non solo di lui ma di altri compagni. Di fronte ad atti di maggiore violazione della sua privacy, Kevin iniziò ad allontanarsi e per rappresaglia Páez iniziò a maltrattarlo e ad umiliarlo pubblicamente. «Ha iniziato a discriminarmi e ad ignorarmi, una delle battute prima del gruppo Vida Nueva (un gruppo di adolescenti che ha formato) era che diceva “questi sono più magri di te”, “questi ce l’hanno più grande di te”», Kevin ha detto.

Allo stesso modo Kevin subì maltrattamenti dall’amico di Papa Francesco, l’ex Vescovo di Orán, Mons. Gustavo Zanchetta, che a sua volta era il confessore di Páez e approfittò di questa situazione, arrivando a maltrattamenti fisici. «Quando sosteneva i miei genitali, da dietro, l’ho respinto pensando che fosse un partner, (a causa di quella reazione) mi tratta come un orfano emotivo», ha detto. Ha aggiunto che Zanchetta gli ha detto che «non ha ricevuto affetto» da suo padre, e quindi «non era abituato» a quel tipo di «abbracci».

Il Vescovo di Orán, Mons. Luis Antonio Scozzina, OFM, con Papa Francesco (Foto della Diocesi de la Nueva Orán, pubblicata da FMAlba.com il 5 settembre 2018).

Prosegue Valeria Jasper: «Nell’anno 2017 Kevin ha deciso di andare da Mons. Luis Scozzina, il successore di Zanchetto alla guida della Diocesi di Orán, per raccontargli quello che aveva vissuto. La risposta di Scozzina ha mostrato da che parte sta la Chiesa: Kevin è stato trasferito in un’altra parrocchia e Páez ha continuato a essere in contatto con i giovani. Nel gennaio 2019 Kevin ha lasciato il seminario e ha sporto denuncia alla giurisdizione penale ed ecclesiastica».

L’ex seminarista ha fatto notare che Scozzina non ha accompagnato le vittime e ha ritenuto opportuno allontanarlo dalla Diocesi di Orán. Ha aggiunto che dopo avergli presentato la denuncia canonica nel 2019, e successivamente alla denuncia penale, non lo ha più chiamato. «La chiesa mi ha lasciato senza protezione, non hanno fatto nulla con lui [Páez]», ha detto Kevin.

Dell’insabbiatore Scozzina, altro amico strettissimo di Papa Francesco – che rimane saldamente al suo posto, come in altri casi simili, anche in Italia – abbiamo già riferito più volte e in modo esteso un mese fa, per esempio: Lo “strano caso Zanchetta”. Un bambino onnipotente amico di Francesco, condannato per abuso sessuale in Argentina. Uno degli abusati parla per la prima volta con la stampa. Nun fa na piega – 11 marzo 2022.

Conclusione: res non verba. Abbiamo aspettato anche più a lungo del dovuto. Papa Francesco, che continua a proteggere abusatori e insabbiatori, è parte del problema. E da chi è parte del problema non si possono aspettare delle soluzioni. Punto.

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