Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina. La jihad dei kadyrovzky ceceni

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Oggi dedichiamo attenzione ad un fenomeno preoccupante dell’invasione russa in Ucraina, di cui si è parlato già nei primi giorni dell’operazione militare speciale ordinata e eseguita da Putin, classificato come fake news, ma che invece è una crudele realtà della guerra fratricida della Rus’. Lo facciamo con due articoli sulla presenza cecena nel teatro di guerra di Mariupol, città caduta in mano alla Russia, con il quale condivide una storia di unità politica che inizia nell’ultimo quarto del XVIII secolo, 250 anni complessivi prima dei 30 anni dell’indipendenza ucraina post 1991.

  • La guerra «fake» del ceceno Kadyrov di Andrea Nicastro, editorialista, inviato a Zaporizhzhia – Corriere.it, 29 marzo 2022: Nella trasferta al fronte, Kadyrov si è fatto accompagnare da guerrieri rotti ad ogni violenza e da un ragazzino con la faccia imberbe. La telecamera dei tiktoker della guerra si ferma a lungo sul suo primo piano. È il figlio Adam, 14 anni. Già vittima prima ancora che qualcuno gli spari.
  • Il leader ceceno chiama gli islamici alla jihad di Renato Farina – Libero Quotidiano, 30 marzo 2022: Il Presidente Kadyrov obbliga i dipendenti statali ad andare in moschea di notte a pregare per la “guerra santa”. I musulmani non accettano la tregua: “Dobbiamo arrivare a Kiev”

“Non accetteremo alcun compromesso”. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov non sembra intenzionato a considerare una soluzione diplomatica per la guerra tra Russia e Ucraina. Kadyrov, in un video su Telegram, prende le distanze dalla linea “possibilista” assunta dal capo negoziatore russo Vladimir Medinsky. “Medinsky ha sbagliato, non ha agito correttamente ma voi non vi preoccupate. Noi abbiamo il nostro comandante in capo”, il Presidente russo Vladimir Putin, “il quale vede 100 anni in avanti e se pensate che lui lasci a metà ciò che ha iniziato vi sbagliate”, sottolinea ancora. “Quando nella Repubblica cecena c’era la guerra e gli Stati esteri facevano pressioni sulla Russia e sostenevano il terrorismo, il Presidente ha finito la guerra, ha ricostruito la Repubblica e noi ora facciamo parte della Federazione Russa e questo è quel che auguro al popolo ucraino”, conclude Kadyrov.

La guerra «fake» del ceceno Kadyrov
di Andrea Nicastro, editorialista, inviato a Zaporizhzhia
Corriere.it, 29 marzo 2022


Il Presidente ceceno Ramzan Kadyrov è il leader che ha pacificato la Cecenia per conto di Mosca. L’ha fatto non ancora trentenne versando ettolitri di sangue. Ora che si avvicina ai 46 anni, tiene il controllo della repubblica caucasica con il terrore e a Kadyrov piace che tutti lo sappiano, alimenta la sua leggenda nera a forza di video, come un influencer.

Né Kadyrov né i suoi uomini, i kadyrovzky, hanno però mai fatto la guerra con cannoni e carri armati. Sono una forza anti sommossa, di controllo interno. Dai loro un prigioniero e sapranno torturarlo fino a farlo parlare. «Sono un soldato di fanteria di Putin» ha ripetuto modesto per anni. In questo mese di guerra, a Kadyrov non basta più.

In Ucraina sembra che i suoi uomini abbiano compiti di polizia militare («plotone di contenimento», cioè chi spara ai disertori) e di rastrellamento. Sanno entrare nei palazzi, setacciare un quartiere e sono quindi utilissimi per «ripulire» Mariupol dalla Brigata Azov ancora asserragliata in città.

Il Presidente ceceno ama esibirsi. Due settimane fa era al fronte di Kiev: «Siamo a 20 chilometri da voi nazisti ucraini, arrendetevi o vi finiremo». La settimana scorsa, era già a Mariupol. Prima ha annunciato che i suoi ragazzi avevano preso il municipio. Poi pregava rivolto alla Mecca, nella piazzola di un benzinaio RosNeft. Domenica, abbracciava il comandante dell’8a armata russa, tenente generale Andrei Mordvichev. «Pochi giorni e ripuliremo la città». Un’altra clip mostra l’assalto dei suoi kadyrovzky allo scheletro di un palazzo di Mariupol: infernale fuoco di sbarramento, schieramento compatto dietro un blindato che spara col cannoncino. Sembrava un film con la telecamera in linea tra i coraggiosi ceceni e le finestre sventrate da dove avrebbe dovuto sparare il cecchino. In linea? I kadyrovzky acquattati dietro al blindato e il cameraman totalmente esposto? Infatti era un film. Nei primi fotogrammi si sente urlare in russo: «Strilayte, strilayte. Snimayu». Che vuol dire: «Sparate, sparate. Sto filmando».

Ci fosse un timbro «fake» bisognerebbe bollare così tutte le apparizioni del presidente ceceno fino ad oggi: falsi. Si tratta di video montati mescolando immagini reali ad altre vecchie o in luoghi diversi. Un espediente consueto per i kadyrovzsky che infatti si sono guadagnati il poco marziale soprannome di tiktoker per la loro smania di apparire sui social.

Al fronte di Kiev il Presidente ceceno potrebbe non esserci mai stato. Persino il Ministero della Difesa russo ha detto «non ci risulta». Lui era probabilmente ancora a Grozny, la sua capitale, in una cantina. Il Financial Times ha ironizzato su un guerriero che sfoggia al fronte stivali Prada da 1.500 euro, bellissimi per carità, ma poco adatti per correre.

Il municipio di Mariupol catturato dai suoi era un distaccamento periferico e anche la preghiera era un bluff: in Ucraina non ci sono distributori RosNeft. Quanto all’abbraccio con il tenente Generale Mordvichev, il poveretto è stato ucciso 10 giorni prima del presunto saluto con Kadyrov. Il fact checking potrebbe continuare.

Kadyrov in visita alle sue truppe a Mariupol e, in particolare, Ruslan Geremeyev, comandante delle forze cecene impegnate nella demolizione della città e dei suoi cittadini, rimasto ferito.

Il leader ceceno è probabilmente nei pressi di Mariupol, da un paio di giorni. Ha incontrato il Presidente della repubblica indipendentista di Donetsk e ha visitato in ospedale il suo kadyrovzky più fidato, ferito proprio ieri a Mariupol, quel Ruslan Geremeyev sospettato dell’omicidio di Boris Namtzov, ex sfidante di Putin.

Il video che mostra Kadyrov con il figlio 14enne Adam.
“Tecnicamente Kadyrov e il comandante della VIII armata Mordvichev hanno lo stesso grado dell’esercito: sono entrambi tenenti generali. Eppure, durante il loro incontro, il militare (in qualche modo) professionista Mordvichev riferirà a questo signore della guerra di TikTok Kadyrov come se fosse un suo superiore. Perché lui lo è” (Kamil Galeev).

Nella trasferta al fronte, Kadyrov si è fatto accompagnare da guerrieri rotti ad ogni violenza e da un ragazzino con la faccia imberbe. La telecamera dei tiktoker della guerra si ferma a lungo sul suo primo piano. È il figlio Adam, 14 anni. Già vittima prima ancora che qualcuno gli spari.

Il leader ceceno chiama gli islamici alla jihad
di Renato Farina
Libero Quotidiano, 30 marzo 2022


Guerra Santa! L’invasione dell’Ucraina è una battaglia “sacra” contro gli infedeli. Ha un bel pregare per la pace il Papa, invocare il silenzio delle armi. Dalla Cecenia, repubblica autonoma dentro la Federazione Russa, questa è stata la risposta del Presidente Ramzan Kadyrov, famoso per la brutalità con cui ha stroncato i suoi fratelli di stirpe non consoni alla sua volontà: non esitò a spianare Grozny – la capitale – per liberarla dai ribelli secessionisti. Lo stesso trattamento che i missili russi e i manipoli delle forze scelte cecene stanno applicando meticolosamente ancora in queste ore con Mariupol e i suoi disgraziati abitanti. Kadirov ha organizzato e reso obbligatoria per tutti, e in particolare per i dipendenti statali, una sorta di contro-preghiera e di contro-consacrazione nella moschea grande nel cuore della notte. Niente pace, ma guerra, viva la morte. Dinanzi a questa ostinazione, si capisce di più il perché del commosso e angosciato abbandono di Francesco al Cuore Immacolato di Maria perché intervenga a bloccare le intenzioni guerresche di alcuni potenti e l’inerzia di chi dovrebbe operare per arrivare alla pace e non lo fa. Nessuno stupore però. Sin dall’inizio dell’invasione il leader caucasico musulmano ha schierato le sue truppe a sostegno della “operazione militare speciale” russa. Ora – lo racconta Asianews [QUI], il sito più informato su quel che capita nel continente che dà il nome alla testata, Kadyrov parla come un ayatollah e ha diffuso un messale in lingua cecena dove ricorda che la partecipazione alla guerra in Ucraina non è una questione di volontariato ma «è un obbligo per tutti i musulmani, poiché l’avversario offende l’Altissimo, la religione e il profeta». Pertanto la morte che dovesse afferrare i combattenti della giusta causa «sarà altrettanto sacra di quella dei martiri del profeta Maometto». Il Presidente ha rivendicato la potenza di questa iniziativa orante obbligatoria e corale: «La notizia della grande preghiera del popolo ha molto ispirato i nostri combattenti, essi stessi hanno detto che grazie a essa sono rimasti vivi, senza ferite e sotto la protezione di Allah». In realtà ufficialmente sono 199 i ceceni finora caduti in territorio ucraino, ma in realtà si ritiene sia una cifra falsificata al ribasso.

Tahajjud Namaz

Informazioni che hanno superato la barriera della paura, affermano che nella moschea centrale, la presenza all’01.30 di notte era stata incoraggiata dalla minaccia di licenziamento per chi non si fosse recato nel luogo di culto. Si chiama “Tahajjud Namaz” – racconta il corrispondente da Mosca di Asianews – e non fa parte delle cinque preghiere islamiche quotidiane obbligatorie, pertanto vale di più agli occhi di Allah. Come nei raduni oceanici dei tempi staliniani i richiami rimbalzavano dalle radio agli altoparlanti, di nuovo ci sono soltanto i social e la tv statale via Instagram. Nessun timore di non riuscire a raggiungere la moschea: i Il presidente ceceno Kadyrov visita il comandante delle forze cecene ferito in battaglia mezzi di trasporto avrebbero fatto navetta senza sosta, e dunque nessuna scusa: «Chi non può venire per i motivi più vari, scriva una lettera di dimissioni e rimanga poi a casa sua». Gli uomini dentro, le donne fuori a gelare a tre gradi sottozero. In compenso i familiari di Kadyrov sono stati filmati devotamente in preghiera al secondo piano della moschea. Intanto, la propaganda cecena ha diffuso un filmato in cui si vedrebbe il presidente visitare le sue truppe a Mariupol e, in particolare, Ruslan Geremeyev, comandante delle forze cecene impegnate nella demolizione della città e dei suoi cittadini, rimasto ferito. L’esame dei filmati farebbe pensare a una falsificazione, in ogni caso, il video mostra Kadyrov con il figlio 14enne Adam che coglie l’occasione per lanciare il suo proclama bellico. «È necessario completare quello che abbiamo iniziato e non fermarsi. Dobbiamo andare a Kiev e prenderla», avrebbe detto. Non tutti però sono caduti nella trappola para-religiosa. L’Imam ceceno di Nizza ha predicato contro la guerra di invasione che non è mai giustificata, e ha chiesto ai ceceni residenti nei confini della Russia di «farsi incarcerare» piuttosto che aderire a un simile bruttura agli ordini dei russi che «li mandano a morire». Intanto il Papa non si stanca di chiedere ogni giorno di fermare la guerra. E non è un appello generico, ma operativo: chiede «vie diplomatiche creative» – come scrive Vaticannews – per asciugare «il fiume di sangue» che scorre in Ucraina. Altro che guerra santa, maledetta guerra.

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