Prosegue la missione dei Cardinali Krajewski e Czerny, inviati speciali del Papa per l’Ucraina
Il Padre e Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, Sua Beatitudine Svjatoslav Ševčuk, Arcivescovo maggiore di Kiev-Halyč degli ucraini e Presidente del Sinodo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, nel suo video messaggio di ieri, 8 marzo 2022, ha reso noto che l’inviato speciale di Papa Francesco, il Cardinale Konrad Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità è arrivato a Lviv: «Vogliamo portarlo a vedere le ferite del nostro popolo». Ieri è iniziata anche la missione del Cardinale Michael Czerny, S.I., Prefetto ad interim del Dicastero per lo Sviluppo Integrale Umano, per portare a nome del Papa e “di tutto il popolo cristiano” in Ucraina sostegno spirituale e materiale a coloro che sono stati costretti a fuggire dalla guerra.
Con l’arrivo ieri a Lviv del Cardinal Krajewski ha inizio la «missione umanitaria speciale in Ucraina» della Santa Sede, di vicinanza e sostegno a coloro che sono stati costretti a lasciare la propria terra e la propria casa per la cruda violenza della guerra. «Vogliamo accogliere il nostro ospite con dignità e aiutarlo a guardare, a vedere le ferite dell’Ucraina, proprio come il Santo Padre chiede di aiutarlo a toccare le ferite di Cristo sul corpo del popolo ucraino ferito dalla guerra. Vogliamo portarlo laddove oggi la situazione è più difficile», ha detto Sua Beatitudine Ševčuk. Oggi, prosegue, «l’Ucraina ancora una volta si trova in una situazione in cui milioni di persone si sono messe in moto, quando le nostre donne e i nostri bambini sono costretti a lasciare le loro case. La Chiesa è e sarà con il suo popolo. Sarà laddove è più difficile. Sarà nei luoghi in cui la nostra presenza è più richiesta, per abbracciare queste persone, per aiutarle, per alleviare le loro sofferenze dovute a questa guerra». Il Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina ha espresso anche la gratitudine a quanti stanno dando «sostegno reale per il nostro popolo. Oggi in particolare desidero ringraziare i cattolici della Moldova, soprattutto monsignor Antonyj Cosha, vescovo di Chisinau, che ha organizzato un eccezionale sostegno e l’accoglienza dei nostri migranti, della gente in fuga che oggi si è trovata nelle terre della Moldova. Grazie mille, vescovo! Grazie a tutti coloro che oggi accolgono le vittime dell’aggressione russa».
Il Cardinal Czerny è partito ieri mattina da Roma-Ciampino e ha fatto tappa alla stazione Kedeli di Budapest, dove ogni giorno da circa una settimana scendono dai treni circa 2.000/2.500 persone, assistite dalla Caritas ungherese, che con altre organizzazioni, tra cui la Croce Rossa, l’Ordine di Malta e i protestanti si sono divise le cinque frontiere con l’Ucraina per distribuire meglio gli aiuti. Il governo ungherese sembra aver offerto garanzie di sostentamento per almeno tre mesi, ma i profughi non intendono restare in Ungheria. Vogliono andare in Polonia, Italia e soprattutto Germania, che sono le mete più ambite, per opportunità di lavoro o perché lì risiedono dei parenti. “L’Ungheria è solo un ponte”, commenta un sacerdote a Vatican News.
Il Cardinal Czerny – a differenza del Cardinal Krajewski – in talare, con lo zucchetto rossa e con la croce pettorale realizzata con il legno di un barcone di Lampedusa, è arrivato verso le ore 12.00 alla stazione, quando i volontari erano indaffarati a preparare cornetti salati con prosciutto o salame per il pranzo. Ai bambini sono state offerte merendine e barrette di cioccolata. “Chi vuole prende ciò di cui ha bisogno”, spiega al Cardinal Czerny il Diacono Gabor Csorba, responsabile della Caritas che coordina gli aiuti in stazione, riferisce l’inviato di Vatican News. A più riprese afferma che il lavoro per i profughi non si limita ai generi di conforto, ma va ben oltre: “I profughi che arrivano col treno hanno superato i controlli burocratici e hanno ricevuto una visita medica gratuita per il Covid-19 e altre malattie. Una volta qui, noi prendiamo contatto coi sindaci dei diversi quartieri di Budapest per procurargli vitto e alloggio e con le grandi aziende per trovargli un lavoro. Sono più di mille, noi meno di quindici ma cerchiamo di organizzare al meglio l’accoglienza e accompagnarli personalmente”.
“Grazie del vostro lavoro”, incoraggia Czerny. Parole che ripete anche a una volontaria Caritas che vuole una benedizione per lei e i suoi compagni: “La benedizione del Papa”. “Ma perché lui è il Papa?”, chiede un uomo di passaggio, profugo dell’Ucraina, arrivato a Budapest poche ore prima.
Si ferma a parlare con il cardinale, dice che ha bisogno di fargli delle domande; lo interroga sul viaggio – l’itinerario, il significato – ma soprattutto chiede se questa guerra è la guerra di tutti o una guerra a scapito di alcuni popoli e minoranze. “Tutto il mondo è coinvolto”, risponde Czerny. In tanti si avvicinano per salutare, per scattare una foto o per avanzare qualche richiesta. Molti osservano da lontano ma non si muovono dai loro posti, soprattutto quelli in fila alle macchinette per i biglietti: saranno una sessantina e sono in attesa da un paio d’ore.
Il Cardinal Czerny poi ha parlato con un gruppo di giovani di colore, prosegue il reportage di Vatican News. Ci sono Isy, Christopher, Joyce, hanno tra i 19 e i 22 anni e vengono dalla Nigeria. Sono fuggiti da Ternopil, dove studiavano medicina. Nei loro occhi e nei loro racconti non c’è la stessa disperazione di chi ha visto la vita sgretolarsi: quella in Ucraina era una fase di passaggio e hanno una famiglia e una terra che li attende. Lo stesso lo dicono i gruppi di cinesi e vietnamiti, sistemati in un angolo poco prima dei binari. Sono usciti senza intoppi tramite i corridoi umanitari, non hanno avuto particolari ostacoli alle frontiere. Tutti, però, sono in evidente stato di choc. “Voglio solo tornare a casa”, dice Joyce al cardinale. Che le stringe le mani e risponde: “Good luck! Dio ti accompagna e il Papa vi è vicino”.
Nel pomeriggio, il Cardinal Czerny si è recato nella Chiesa di San Pietro Canisio per visitare e incoraggiare l’opera di assistenza della Comunità di Sant’Egidio.
“Un piccolo centro di fronte a un’esigenza grande” spiegano i responsabili, che mostrano al porporato la stanza adibita per l’accoglienza. Materassi, coperte, asciugamani, stufe, un tavolo con cibo e bevande: due ragazze hanno preparato nel pomeriggio il tutto per dare un benvenuto dignitoso ai profughi giunti alle stazioni di Budapest. Circa 12-13 le persone che rimangono al massimo due notti nella parrocchia, per poi sistemarsi in alloggi più adeguati.
“Non è un albergo a cinque stelle ma è un punto di ritrovo per chi non sa dove andare”, dicono i membri della Comunità che da settimane svolgono questo lavoro, proseguendo la tradizione di accoglienza che San Pietro Canisio svolge dal 1945, quando, negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale, aprì le porte della cripta a ebrei e altre minoranze perseguitate.
Oggi, 9 marzo 2022 il Cardinal Czerny ha incontrato il Vice Premier ungherese, Zsolt Semjén, che ha ribadito la disponibilità del governo ad accogliere i profughi Ucraina “senza limiti”. Il Cardinal Czerny ha chiesto che l’atteggiamento di accoglienza sia permanente, oltre l’emergenza: «Braccia sempre più aperte».
Sua Beatitudine Svjatoslav Ševčuk e Monsignor Mieczysław Mokrzycki, Arcivescovo metropolita di Lviv hanno incontrato a Lviv l’inviato speciale del Papa, il Cardinale Konrad Krajewski, che ha affermato di voler visitare i centri di servizio sociale in Ucraina, e incontrare i rifugiati e tutti coloro che sono vittime della guerra della Russia in Ucraina.
Durante l’incontro, il Cardinale Krajewski, Sua Beatitudine Ševčuk e Monsignor Mokrzycki hanno parlato via telefono direttamente con Papa Francesco. Il Cardinal Krajewski ha raccontato al Santo Padre le sue prime impressioni sulla missione, in particolare su quello che ha visto in Polonia sulla frontiera con l’Ucraina. Come abbiamo riferito ieri [QUI], il Cardinal Krajewski fatto tappa a Lublino. Sul confine orientale della Polonia ha pregato per la pace e ha visita dei centri di accoglienza gestiti dalla Caritas diocesana.
Il Papa è stato inoltre informato del programma della visita del suo inviato in Ucraina, già discusso dai partecipanti all’incontro. Il Santo Padre ha istruito il suo inviato speciale di rimanere in Ucraina il tempo necessario per fornire sostegno al popolo ucraino a nome della Sede Apostolica in questi momenti drammatici della sua storia. «Papa Francesco vuole essere presente di persona attraverso il suo inviato. Ed è questo lo scopo della sua visita”, ha sottolinea il Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina.
Non è stato ancora pubblicato un programma dettagliato del Cardinale Krajewski in Ucraina, ma è noto che oggi, giovedì 10 marzo 2022 visita i centri di servizio sociale della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina e che parteciperà ad una preghiera comune con i rappresentanti del Consiglio Pan-Ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose.
Ricordiamo che durante l’Angelus domenicale in Piazza San Pietro il 6 marzo 2022, Papa Francesco ha annunciato la missione speciale dei due cardinali, Krajewski e Czerny, sottolineando che la loro presenza lì, sul posto, è presenza non solo del Papa, ma anche di tutto il popolo cristiano che vuole essere vicino e dire: «La guerra è una follia! Si fermi, per favore! Guarda questa crudeltà!».
Sia lodato Gesù Cristo, cari fratelli e sorelle in Cristo!
Oggi è l’8 marzo 2022 e l’Ucraina sta vivendo il 13° giorno di questa terribile guerra.
Ciò che sta accadendo oggi nella nostra patria, alcuni storici chiamano già il “miracolo sul Dnipro”.
È come quasi 100 anni fa: un miracolo accadde sul Vistola, quando l’esercito polacco fermò l’invasione dell’Orda Rossa, difendendo l’indipendenza e il diritto di esistere dello stato polacco rinato.
Oggi, il nostro esercito ucraino sta compiendo quel Miracolo sul Dnipro, fermando l’ultima invasione del nostro vicino settentrionale che è venuto nella nostra terra portando la distruzione e la morte nel tentativo di distruggere il popolo ucraino che difende la libertà.
Ma con il potere dell’amore, l’amore per la propria patria, con il potere dell’unità del popolo ucraino, abbiamo sorpreso il mondo intero.
Stiamo creando il miracolo di una nazione che dimostra e stupisce il mondo intero con il suo amore per la libertà.
Oggi in particolare siamo in preghiera, pregando per le nostre forze armate ucraine. Per quelli che oggi difendono la pace in Ucraina. Per coloro che oggi difendono la nostra popolazione civile, che probabilmente soffre da questa aggressione russa più di tutti.
Oggi il Cardinale Konrad Krajewski, inviato speciale di Papa Francesco, arriva in Ucraina, a Lviv, e in questo modo la Capitale Apostolica inizia una missione umanitaria speciale in Ucraina.
Oggi vogliamo accogliere il nostro ospite con dignità e aiutarlo a guardare, a vedere le ferite dell’Ucraina, proprio come il Santo Padre chiede di aiutarlo a toccare le ferite di Cristo sul corpo del popolo ucraino ferito dalla guerra.
Vogliamo portarlo laddove oggi la situazione è più difficile.
Oggi l’Ucraina ancora una volta si trova in una situazione in cui milioni di persone si sono messe in moto, quando le nostre donne e i nostri bambini sono costretti a lasciare le loro case.
La Chiesa è, e sarà con il suo popolo. Sarà laddove è più difficile. Sarà nei luoghi in cui la nostra presenza è più richiesta, per abbracciare queste persone, per aiutarle, per alleviare le loro sofferenze dovute a questa guerra.
Oggi voglio ringraziare tutti voi che esprimete e dimostrate amore e sostegno reale per il nostro popolo.
Oggi in particolare desidero ringraziare i cattolici della Moldova, soprattutto il Mons. Antonyj Cosha, Vescovo di Chisinau, che ha organizzato un eccezionale sostegno e l’accoglienza dei nostri migranti, della gente in fuga che oggi si è trovata nelle terre della Moldova.
Grazie mille, Vescovo!
Grazie a tutti coloro che oggi accolgono le vittime dell’aggressione russa.
Invito tutti oggi: “Pregate per l’Ucraina!”
Faccio l’appello alla comunità mondiale: “Fate tutto il possibile per fermare questa follia!”.
Perché davanti ai nostri occhi l’Ucraina oggi viene crocifissa.
Non c’è notte in cui i civili non vengano bombardati.
Fermiamo insieme la guerra, diventiamo tutti noi gli strumenti, strumenti della pace di Dio dei nostri tempi!
Dio salvi l’Ucraina. Dio salvi i tuoi figli! Dio, sostieni e dona vittoria alle nostre forze armate! Dio benedica l’Ucraina!
La benedizione del Signore sia su di voi con la Sua grazia e il Suo amore per l’umanità oggi e sempre e nei secoli dei secoli. Amen.
Sia lodato Gesù Cristo!
+Svjatoslav Ševčuk
Articolo precedente
– L’inviato del Papa sulla strada verso l’Ucraina per aiutare i bisognosi fa tappa a Lublino in Polonia – 8 marzo 2022
– Papa Francesco e Patriarca Kirill di fronte alla crisi ucraina – 7 marzo 2022
Foto di copertina: il Cardinale Michael Czerny con il Vice Premier ungherese, Zsolt Semjén (Foto di Vatican News).