“Perché ha cura di voi”. Oggi inizia il 50° viaggio di solidarietà e speranza della Fondazione Santina in Kenya. Il video saluto del Cardinal Segretario di Stato Parolin ai bambini di Bergamo

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Oggi, 1° marzo 2022, alla vigilia dell’inizio della Quaresima, Mons. Luigi (Don Gigi) Ginami parte per l’Africa. Il 50° viaggio di solidarietà e speranza della Fondazione Santina lo porta in Kenya fino al 13 marzo. Don Gigi ci comunica che parte «in un momento pieno di angoscia per l’umanità intera, per la follia di un uomo di nome Putin che ha gettato il mondo nel capogiro forte della guerra, una guerra spaventosa che contiene in sé minacce catastrofiche. Partire per l’Africa non vuol dire scappare dalle furenti notizie che riempiono i social e i media in modo forsennato, significa forse lasciare la droga dei social per poter pregare e riflettere di più con altri problemi gravi e nascosti. Questa partenza per l’Africa si carica così di pesanti interrogativi: dove andremo a finire?».

Come nelle precedenti occasioni, lasciamo la parola a Don Gigi comunicatore, con il suo Report 50/1 – Un cardinale con il grande cuore di pastore.

La Fondazione Santina ringrazia le famiglie della Scuola Materna di Serina per l’aiuto ai bimbi del Kenya. Con il saluto del Cardinal Segretario di Stato Pietro Parolin ai bambini di Bergamo.

Una terra non di dieta, ma di digiuno

Vado in una terra dove si muore di fame, di tbc, di malaria, di Aids… e i Russi in Ucraina ammazzano furenti la gente innocente usando ingenti risorse finanziarie! Che schifo usare il potere non per aiutare, ma per schiacciare…

Il viaggio inizia proprio con il martedì precedente il mercoledì penitenziale delle ceneri, nel quale Papa Francesco ha voluto il digiuno e la preghiera per la pace. Forte in me è il segno della penitenza quaresimale nel momento in cui entro in una terra bellissima ma che è in perenne quaresima e digiuno. Notate bene digiuno non dieta! Noi siamo abituati alla parola dieta, in Africa la parola digiuno.

Perché vado in Africa?

I motivi sono tanti e diversi.

Vado a Garissa vicino alla Somalia per incontrare i pochi cristiani che li vivono.
Vado la per incontrare Asma e cinque altre bambine mutilate genitalmente.
Vado ad incontrare un centinaio di ragazzi studenti all’Università di Garissa, dove il 2 aprile 2015 148 ragazzi sono stati massacrati per il semplice fatto di essere cristiani!
Vado per inaugurare un muro di cinta alla missione di Msabaha e proteggere così le scuole cattoliche da soprusi islamisti.
Vado ad incontrare i nostri bambini della missione presi in adozione a distanza.
Vado per incontrare la piccola Santina.
Vado ad incontrare Nora, Ramsi ed i gemellini Abraham e isac nell’orfanotrofio di Mambrui, dove con i bambini delle scuole materne di Bergamo stiamo costruendo pannelli solari e rete elettrica che inaugureremo a settembre.

I bambini dell’ ADASM di Bergamo

Racconto un fatto. Nelle scorse settimane ho visitato 7 scuole dell’infanzia e in un paese mi sono intrattenuto a salutare i bambini all’aperto, con la mascherina e a distanza. Una bellissima bimba dagli occhi verdi mi grida: “Ciao Don Gigi, salutaci i bambini del Kenya e chiedigli se sono stati contenti di quello che noi bambini di Bergamo abbiamo fatto per loro”.

La guardo divertito, la piccola bimba si chiama Iris ed ha solo 4 anni: un autentico amore! La piccolina attende con impazienza la mia risposta, la guardo teneramente e le dico: “Iris ti piacerebbe salutare di persona i miei piccolini del Kenya che si chiamano Santina, Nora, Ramsi, Abraham, Isac…? “Iris mi risponde sicura: “Certo! Posso venire con te in Africa se vuoi…“. La bimba sembra anche contenta di partire con me.

Nel frattempo un bimbo si infrappone alla conversazione, si chiama Michael e mi dice: “Tu sai che io ho perso 4 dentini [spalanca la bocca per mostrarmi la sua piccola voragine senza quattro dentini di latte]. Io non posso venire come Iris in Kenya come possiamo fare?”.

Sorrido divertito e guardando negli occhi i due deliziosi vivaci piccolini rispondo: “Ho una trovata! Che ne dite se con WhatsApp dal Kenya chiamo la insegnante e vi faccio salutare i bimbi neri vostri coetanei?”. Non solo i due bimbi, ma tutti i bambini dell’asilo mi dicono in coro siiiiii Don gigi prometticelo! La Direttrice Carmen è molto favorevole e così ci scambiamo i numeri di telefono per stabilire una videochiamata dal Kenya. Lascio l’asilo molto felice, chiamo le suore in Kenya e stabiliamo il da farsi. Sono davvero tanto contento di quanto accaduto. Sarà molto bello poter condividere con i bambini italiani questa meravigliosa esperienza!

“Perché ha cura di voi”

In questo cinquantesimo viaggio mi accompagnano le parole della Prima Lettera di San Pietro al capitolo quinto versetto sette: “Gettando su di lui ogni vostra preoccupazione perché ha cura di voi”. Don Gigi, come mai scegli questa frase?

Questa frase ha per me un grande valore di ispirazione e devo raccontare un fatto dello scorso 12 febbraio. Mi trovo a Roma per il cinquantesimo di matrimonio dei genitori di Maurizio Barbaro, un carissimo amico, quasi un fratello. Chiedo al Cardinale Pietro Parolin di poter passare a salutarlo. Ci conosciamo da 25 anni, quando lui lavorava nella Seconda Sezione della Segreteria di Stato ed era Sottosegretario. Ci diamo cordialmente del tu.

Il Cardinale mi attende per le ore 13.00. Giungo in anticamera e incontro Enrico l’usciere, anche con lui siamo amici. Dico a lui che devo andare dal cardinale e lui mi risponde: “Don Gigi è impossibile. Per le 13.00 la sua agenda prevede la visita di un amico! Dico ad Enrico di salutarmi lui il cardinale e sto per uscire. Enrico scompare dietro la porta degli uffici del Cardinale per tornare dopo poco e mentre mi sto mettendo il giaccone sorridente mi ferma e mi dice: “Scusa Gigi, l’amico sei tu, entra pure!”.

Pietro mi accoglie con grande cordialità, si informa della mia nuova vita a Bergamo, mi ricorda di avere letto molti dei miei libretti… Parliamo dolcemente della sua mamma Ada, del suo delicato servizio alla Chiesa universale ed al Santo Padre. Parliamo delle grandi tensioni nel mondo e poi offro a lui il libretto di Halima, l’ultimo che ho scritto riguardante l’Africa.

Dico a lui che sono contento di essere rientrato in Diocesi e della bella iniziativa con gli asili dell’infanzia in Kenya, per l’orfanotrofio di Mambrui. Il Cardinale mi appare molto interessato e mostra davvero il cuore di un buon prete, di un ottimo parroco. Sono orgoglioso di conoscere il Segretario di Stato in questa veste, molto bella e molto ben riuscita: un prete felice!

Don Pietro mi domanda: “Don Gigi, sei contento di avere lasciato il Vaticano?”. Sono coraggioso e non ho paura di lui, il dialogo è sereno: “Indipendentemente dal modo con cui sia avvenuto, io penso così: quando ero piccolo e sono entrato in seminario io volevo farmi prete pensando alla vita normale di un prete, la parrocchia, l’oratorio, le Messe, la catechesi, la visita ai malati… In questi mesi mi sono interrogato profondamente e posso dirti che mai e poi mai avrei pensato di lavorare qui in Segreteria di Stato per 25 anni. Mai nel mio discernimento vocazionale era entrata la parola Papa o la parola Vaticano e ti devo dire di questo sono orgoglioso! Mai un momento avevo pensato a questo servizio, poi i miei superiori a Bergamo mi prospettarono lo studio a Roma e questo invece lo vivevo con grande piacere: studiare, prepararmi! Nello studio si riuscivo bene e nelle mie lauree ottimi voti, summa cum laude… Poi mi fu chiesto di andare alla CEI per 5 anni e in seguito il vescovo mi chiese di venire in Segreteria di Stato il 18 giugno 1996. Devo essere sincero? Non mi ci vedevo proprio qui dentro: non ho scelto io, ho solo obbedito e mi è anche costato! Allora, tornare in Diocesi significa riscoprire le radici della mia vocazione e lo sto facendo con la mia Fondazione e con il confronto sereno con i miei superiori e il padre spirituale che mensilmente incontro e che è il Cardinale Comastri.

Il Cardinale Parolin lo sa che mi confesso da Comastri e mi dice: Angelo Comastri, caro Don Gigi, è un ottimo prete e ti aiuterà a leggere bene ogni tua preoccupazione alla luce di Dio!

Sai Don Pietro, mi confesso settimanalmente da un anziano sacerdote che si chiama Don Tobia e mensilmente invece ho un colloquio con Comastri. Poi ho un ottimo amico a Bergamo, un vicario episcopale che si chiama Don Lino. Con lui svolgiamo colloqui spirituali proficui, anche con il Vescovo e con Don Davide, il Vicario generale vi è un buon rapporto ed lo informo sempre delle mie attività con WhatsApp, forse anche troppo!

Don Pietro mi dice: “Sono contento per te, la tua Diocesi è una bellissima diocesi e vi sono numerosi sacerdoti”. Decidiamo insieme di chiamare Don Davide al telefono, non ci riusciamo ed allora mandiamo un messaggio WhatsApp. Il tempo trascorre veloce e sono quasi le 14.00. A questo punto chiedo a Don Pietro una indicazione spirituale da lasciarmi nella bibbia logora. Il Segretario di Stato con benevolenza scrive: “«Gettando su di lui ogni vostra preoccupazione perché lui si prende cura di voi». Pietro Parolin 12.2.2022”. “Gigi – prosegue il cardinale -, non avere paura, getta nel signore le tue preoccupazioni per il futuro, per la tua Fondazione: stai facendo del bene, sei sulla giusta strada, vivi con umiltà le umili mansioni di ogni giorno come pulire, lavare e cucinare: ti faranno bene! Ammiro molto quello che la tua Fondazione nell’anno 2020 ha fatto per l’ospedale di Bergamo, ti ho scritto anche un biglietto, ricordi?”. Sorrido e prendo lentamente il mio logoro vangelo apro la pagina e ad alta voce dico: “Caro Don Luigi, ti ringrazio vivamente per l’omaggio del volumetto: Luca. Bergamo del ciclone del coronavirus. L’ho molto apprezzato e credo costituisca un segno di speranza nella tragedia che ci ha colpito tutti, ma in particolare la tua Provincia e la tua Diocesi. Mi fa poi piacere sapere che con la vendita si sono potuti fornire due ventilatori polmonari per l’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo. Grazie ancora, il Signore ti benedica. Con viva cordialità Pietro Parolin”.

Alzo gli occhi dal libro e lo guardo fisso: “Era il 24 maggio 2020 e non sai quale forza mi ha dato il tuo scritto, come ora me lo ridona la tua proposta spirituale di vivere gettando in Dio ogni mia preoccupazione. La situazione in cui mi trovo è sicuramente una salutare provocazione: non ho più lo status symbol di un incarico qui dentro, non sono più nessuno: sono solamente un prete felice che si deve riconoscere profondamente come tale, come sacerdote e non come impiegato vaticano! La più bella onorificenza non è quella che mi hanno dato quando ho terminato l’incarico: quella medaglia non mi aiuta a leggere la vita, questo colloquio con te invece si, come mi aiutano i bambini dell’ADASM di Bergamo che con i loro piccoli risparmi aiutano i bimbi sieropositivi di un orfanotrofio del Kenya dove mi sto recando nelle prossime settimane.

Il video saluto di Cardinal Segretario di Stato

Mostro al Segretario di Stato le ultime pagine del libretto di Halima dove si illustra l’iniziativa. Il Cardinale le sfoglia e mi pone alcune domande, si complimenta con i piccolini dell’asilo… ed allora sfrontatamente dico a lui: “Don Pietro mi fai un ultimo regalo? Mi registri un videomessaggio per le famiglie dei piccolini? Sai per le norme COVID non posso visitare le famiglie, nei prossimi giorni concluderò il giro degli asili, registreremo un video per ogni paese ed alla fine del video vorrei mettere il tuo saluto, intendiamoci bene sono poche centinaia di persone e il video in YouTube è destinato a rimanere senza alcuna visibilità, solo le famiglie interessate…”.

Il cardinale sorride e mi dice: “Perché no! Certo se può fare del bene a queste famiglie lo faccio volentieri. Si vede che per tanti anni hai avuto a che fare con i mass media e con i social!”. Sorride compiaciuto, registra un bel messaggio che ora sta girando tra le famiglie di Bergamo e sta facendo molto bene. Don Pietro mi dice di salutare il Vescovo e il Vicario generale, mi augura buon viaggio e mi dice che una volta passerà a Bergamo andando dalla sua mamma per un saluto e provare i pizzoccheri di Silvana. Io ci credo. Chissà se sarà possibile? Se ha fatto un video, perché questo uomo eccezionale non può passare a mangiare un piatto di pasta?

Luigi Ginami
Bergamo, 28 febbraio 2022


Buon viaggio, caro Don Gigi… e rimaniamo in attesa dei tuoi Report successivi. Ci attende lettura e lavoro.

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