Una pagina di storia: i Vescovi di Milano a Genova

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Giovedì 3 marzo 2022, nella Sala dei Cavalieri della Veneranda Biblioteca Ambrosiana in via Cardinal Federico 2 a Milano, il Cav. Ing. Ermanno Winsemann Falghera terrà per la Delegazione della Lombardia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio una conferenza sul tema Una pagina di storia: i Vescovi di Milano a Genova. Si è trattato di una presenza durata per otto decenni tra il VI ed il VII secolo. Quali ne furono i motivi, quali le conseguenze e le realizzazioni, quali i rapporti fra le due città? Siamo di fronte ad una pagina di storia di non poco interesse, di cui tratterrà il Relatore, che proporrà anche a corredo della sua esposizione una serie di immagini.

Il Cav. Ing. Ermanno Winsemann Falghera.

Sant’Onorato, appartenente alla nobile famiglia milanese dei Castiglioni, fu eletto ventinovesimo Vescovo di Milano nel 560, dopo il tragico periodo della peste di Giustiniano, che aveva condotto alla morte i suoi due predecessori.

In questo periodo si ebbe una germanizzazione della regione intorno a Milano e di altre aree che vennero chiamate Longobardia Maior. Ridotta in macerie e con gli abitanti riparati in misere capanne, la città ricevette un altro duro colpo. Nel 568 dovette subire anche l’invasione delle tribù longobarde condotte da Alboino, una popolazione germanica che arrivò dalla Pannonia (l’attuale Ungheria). Dopo aver occupato le Venezie, invasero la Lombardia e il 3 settembre 569 entrarono in Milano.

Come conseguenza della conquista, il Vescovo Onorato si rifugiò a Genova (città bizantina) insieme a tutta la corte vescovile, il suo clero e l’aristocrazia senatoria. La curia milanese rimarrà a Genova per i successivi 80 anni, finché il Vescovo San Giovanni Buono non ritornò a Milano. La traccia di questa presenza dei Vescovi di Milano a Genova è conservata lì nel culto di santi ambrosiani.

L’Italia settentrionale si ritrovò politicamente divisa in due: i territori occupati dai Longobardi e quelli che restavano direttamente controllati dall’Impero bizantino. Questo fatto favorì in larga parte la ricomposizione dello scisma tricapitolino, soprattutto a Milano e nelle diocesi suffraganee alla sede ambrosiana.

Con “scisma tricapitolino” o “scisma dei tre capitoli” si indica una divisione all’interno della Chiesa Cattolica avvenuta tra i secoli VI e VII, quando un folto gruppo di Vescovi, per lo più occidentali, interruppe la comunione con gli altri Vescovi e con il Papa, rifiutando le decisioni del Concilio di Costantinopoli II del 553. La separazione durò circa un secolo e mezzo ed interessò un vasto territorio, comprendente Italia del Nord, Dalmazia, Illirico e Africa Settentrionale.

La lontananza del Vescovo dalla sede di Milano determinò una crisi non solo nella vita della città, ma anche nelle sue funzioni di metropoli ecclesiastica, compromettendo sovente i rapporti tra il titolare della cattedra e i suoi suffraganei che operavano sotto la dominazione longobarda.

Per potersi inserire in una rete di protezione più sicura, Onorato aprì rapidamente delle trattative per tornare in comunione con la Sede Apostolica e con l’Imperatore. A questo fine il Vescovo Lorenzo II, secondo successore di Onorato, riallacciò i contatti con Roma e sottoscrisse una formale professione di fede (circa 573).

Sebbene frettolosamente avesse abbandonato il popolo per salvare l’istituzione della Chiesa milanese, pensando che il Re longobardo non si sarebbe accanito sulla popolazione, che gli era affidata come pastore, Onorato venne lodato per il proprio interessamento verso la povera gente di Milano. Forse si ispirò ai vescovi che lo avevano preceduto: anche Eusebio cento anni prima, all’arrivo di Attila, aveva lasciato Milano, per tornarvi subito a sostenere le vittime e rincuorarle. Purtroppo Onorato morì dopo pochi mesi.

Sotto i Longobardi la popolazione venne trattata come sconfitta, soggetta a pesanti tributi che andavano nelle tasche dei liberi germanici. Le cose migliorarono sotto il Re Autari (584-590), asceso al trono dopo una fase di assenza di potere regio, e ancor di più sotto la Regina Teodolinda. che fu Regina consorte dei Longobardi e d’Italia dal 589 al 616 e Reggente dal 616 al 624 durante la minore età del figlio Adaloaldo. Le chiese vengono riparate, i vescovi acquistano di nuovo la loro autorità e i servi vengono liberati in nome del cristianesimo.

La Regina Teodolinda.

Teodolinda (nata probabilmente a Regensburg nel 570 circa e morta a Monza il 22 gennaio 627) sposò Autari, morto dopo solo un anno di nozze. Teodolinda si risposò con Agilulfo, Duca di Torino, da cui ebbe il figlio Adaloaldo, che sarà il primo Re Longobardo ad essere battezzato nella piena fede Cattolica.

Teodolinda, essendo cattolica, anche se aderente allo scisma dei tre capitoli, rappresentò il primo stabile collegamento tra i Longobardi ariani e la Chiesa Cattolica di Roma, grazie ai suoi buoni rapporti con Papa Gregorio I. L’opera di conversione al cattolicesimo del proprio popolo fu da lei promossa e avviata, avvalendosi anche dell’opera del missionario irlandese Colombano di Bobbio e venne completata sotto Cuniperto, Re dei Longobardi e Re d’Italia dal 688 al 700.

Serie cronologica dei Vescovi ambrosiani residenti a Genova

Sant’Onorato (560-571)
Frontone (571-573)
Lorenzo II (573-593)
Costanzo (593-600)
Deusdedit (600-628)
Asterio (629-639)
Forte (639-641)
San Giovanni Buono (641-669)

Foto di copertina: dipinto attribuito a Francesco Fabbrica, Sant’Onorato, olio su tela, 108×76 cm. Il santo è raffigurato nell’atto di consacrare Aquilino Vescovo di Aquileia, Collezione Erba Odescalchi, Chiostri di Sant’Eustorgio, Milano.

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