Fossa comune di bambini indigeni nei pressi di una scuola Cattolica in Canada? Fake news, nessun corpo ritrovato
È una fake news la notizia – che nel 2021 generò una spirale di indignazione, scatenando campagne d’odio contro la Chiesa Cattolica Romana – della “scoperta” di 215 corpi di bambini indigeni nei pressi di una ex scuola Cattolica in Canada. Quindi, si tratta di una bufala, visto che mai è stato effettuato alcuno scavo e tanto meno sono stati riesumati dei cadaveri. Lo ha riferito lo storico canadese Jacques Rouillard, Professore emerito presso il Dipartimento di Storia dell’Université de Montréal in un articolo pubblicato sul sito canadese del Dorchester Review l’11 gennaio 2022: In Kamloops, Not One Body Has Been Found (A Kamloops neanche un corpo è stato trovato) [QUI].
Diversi media, in Canada, in Inghilterra, in Australia hanno ripreso le affermazioni del Prof. Rouillard. Il 21 e 22 gennaio scorso The Spectator ha scritto della fake news [QUI e QUI], mentre il 2 febbraio scorso il conduttore di Sky News Australia Andrew Bolt (colui che nel 2019 ha difeso nelle sue trasmissioni anche il Cardinale George Pell dalle false accuse [QUI]) ha affermato che in Canada è emersa un’incredibile notizia falsa, che Justin Trudeau non ha messo in dubbio. «L’anno scorso la ABC ha riportato affermazioni scioccanti che i resti di 215 bambini erano stati trovati presso la Kamloops Indian Residential School in Canada», ha detto Bolt. «Nessuno di quei 215 corpi è stato effettivamente trovato, nemmeno uno. L’intera storia è iniziata quando un’attivista docente di antropologia ha annunciato di aver utilizzato un radar che penetra nel terreno per trovare prove di una fossa comune. Ma i risultati non erano certi, ha detto, i corpi devono essere dissotterrati. I media non hanno aspettato ovviamente di considerare la speculazione come un fatto. Il Primo ministro si scusa per aver promosso quella che in realtà potrebbe essere una bufala e una diffamazione della Chiesa Cattolica? E la ABC almeno corregge quanto riferito?», ha concluso Bolt.
L’estate scorsa, i media parlarono per giorni di una fossa comune contenente i resti di 215 bambini indigeni, scoperta nei pressi di una ex scuola cattolica in Canada. Ne abbiamo parlato anche noi, il 9 giugno 2021 [QUI] e il Blog dell’Editore con questo articolo intende fare esattamente quanto chiesta da Bolt, nel nome della verità: correggere quanto riferito.
«Sai perché nessuno ne parla più?», ha chiesto Uccronline.it [QUI], fornendo anche la risposta: «Perché altrimenti bisognerebbe anche dire che non è stato trovato un solo corpo dal sito in questione. Secondo le ricostruzioni mediatiche si trattava della Kamloops Indian Residential School ed anche i quotidiani italiani si sono tuffati sulla notizia, come fece La Stampa (ed il vaticanista Giacomo Galeazzi!), sostenendo che la scuola era “fondata dal governo canadese e amministrata dalla Chiesa cattolica rimuovendo i figli degli indigeni dalla loro cultura per assimilarli alla propria”. Peccato che sia falso o, per lo meno, mai realmente verificato». Perché – sappiamo grazie al Prof. Rouillard – nessuno ha mai scavato, si trattò solo di un’ipotesi. Però, la fake news ha provocata una spirale di indignazione e di odio.
«La “scoperta”», ha scritto il Prof. Rouillard, «fu segnalata per la prima volta lo scorso 27 maggi dopo che un’antropologa, Sarah Beaulieu, utilizzò un radar che penetra nel terreno nella ricerca dei resti di bambini che alcuni ritengono siano stati sepolti lì. La sua relazione preliminare si basava in realtà su depressioni e anomalie nel terreno di un frutteto di mele vicino alla scuola, non su resti riesumati».
Senza nemmeno aver fatto un piccolo scavo per “provare” queste ipotesi, il Primo ministro Justin Trudeau twittò immediatamente parlando di “un capitolo oscuro e vergognoso” nella storia canadese, chiedendo le scuse da parte della Chiesa. Prof. Rouillard: «Un mito sensazionale piuttosto che la verità».
Nel giugno 2021 Papa Francesco rispose manifestando dolore per tutto ciò («il vizio ecclesiale di fare mea culpa troppo presto!», commenta Uccronline.it). Eppure, ha osservato lo storico canadese, «nessuno ha ancora trovato i resti, governi e media stanno semplicemente dando credito a quella che è una tesi mai verificata». In seguito, ha proseguito lo storico Rouillard, «sulla scia di affermazioni infondate da parte dei leader aborigeni, diversi media hanno amplificato e pubblicizzato la storia affermando che i corpi di 215 bambini erano stati trovati, aggiungendo che “migliaia” di bambini erano “scomparsi” dalle scuole residenziali e che i genitori non ne erano stati informati. Questa presunta “notizia” ha fatto il giro di tutti i tipi di media, offuscando l’immagine e la reputazione del Canada all’estero». Il classico circuito dell’indignazione generale ha portato all’intervento addirittura dell’ONU e di Amnesty International (che casualmente tace solo sui diritti umani violati al suo interno), «ancora una volta prima che un unico corpo verificato fosse riesumato». Perfino la Cina si sentì in dovere di intervenire, nonostante sia uno dei Paesi con il più alto tasso di violazione dei diritti umani, chiedendo al Canada di fare luce sui fatti.
Le bandiere abbassate a mezz’asta, sproloqui sul “genocidio culturale” e accuse di “genocidio fisico”. Diverse chiese in tutto il Canada, la maggior parte delle quali cattoliche e alcune molto antiche, sono state rase al suolo dalle fiamme, appiccate da anticlericali indignati. Il tutto, riferisce il Prof. Rouillard, basandosi «solo su anomalie del suolo che potrebbero essere facilmente causate da movimenti delle radici degli alberi», come d’altra parte ha confermato l’antropologo Scott Hamilton.
The Spectator ha scritto, che «sulla base di una teoria, i media e il governo hanno scelto di scatenare un’ondata di violenza, sentimento anticattolico e vergogna nazionale. 65 chiese sono state vandalizzate, bruciate o profanate e molti hanno applaudito apertamente parlando di atti di protesta giustificata: “Bruciatele tutte!”. Mentre i politici si sono scrollati di dosso la violenza anticristiana definendola “comprensibile”».
Lo storico dell’Università di Montreal ha concluso sconsolato: «È difficile credere che una ricerca preliminare di una presunta fossa comune in un frutteto di mele su un terreno vicino alla scuola residenziale di Kamloops possa aver portato a una tale spirale di affermazioni avallate dal governo canadese e ripetute dai mass media in tutto il mondo. Dà un’impressione terribile e semplicistica di questioni complesse nella storia canadese».
Le esumazioni non sono ancora iniziate e forse mai inizieranno ed ovviamente, ha osservato il Prof. Rouillard, «non sono stati trovati resti. Le storie e le emozioni immaginarie hanno prevalso sulla ricerca della verità. Sulla strada della riconciliazione, il modo migliore non è cercare e dire tutta la verità piuttosto che creare deliberatamente miti sensazionali?».
Foto di copertina: Un memoriale improvvisato alla Kamloops Indian Residential School nel 2021 (Getty).