All’alba del Giorno della Memoria, la Digos a casa di un giornalista con la voglia di capire e di raccontare la verità. Il tentativo di intimidazione da regime

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Chi fa il giornalista e non ama a raccontare la verità è come un medico a chi non interessa la salute delle persone. Contrariamente a quanto fanno quasi tutti i giornalisti sia televisivi che non, Cesare Sacchetti [*] – blogger, titolare di un seguitissimo canale su Telegram con oltre 45.000 followers [@cesaresacchetti] – è ancora uno fra i pochissimi veri giornalisti rimasti in un Paese, che ormai è allo sbando politico.

La sua abilità di comunicazione, libera di fronte ad un regime dittatoriale in assoluto dissenso con il volere democratico del popolo italiano, vessato da un #brancodibalordi in un circo equestre, che non sa più fare altro se non attaccare ulteriormente chi vuole restare libera, e chi cerca e comunica la verità. I loro giorni sono contati e loro lo sanno, come si può capire dal loro modo di fare; come lo sapeva la manovalanza del regime nell’Unione Sovietica verso la metà degli anni settanta (significativo che l’attuale presidente della Russia è un ex-ufficiale della KGB, che l’aveva capito e si era preparato per tempo). Si auspica che la legge internazionale li persegua, come già si vede da azioni legali depositate, per rendere giustizia dopo questi due anni di abusi e sofferenze inutili solo per rispondere a pochi individui designati da psicopatici.

«Non è normale che la polizia entri in un’abitazione privata per delle ipotesi di reato inesistenti, così come so che quando si arriva a queste pressioni nei confronti di giornalisti, allora devono essersi necessariamente toccati gli interessi delle sfere più alte del potere» (Cesare Sacchetti).

L’attenzione degli sgherri della Lamorgese indica che il regime si sta avviando ancora di più verso il basso, dopo l’adozione e l’estensione dell’infame Green Pass, la vessazione dei cittadini, la compravendita dei giornali e delle televisioni, le collusioni con Big Pharma, ecc. Però – presentando la faccenda grottesca e inquietante della Polizia di Stato, la Digos, che ha bussato alla porta di un giornalista dissidente il 27 gennaio 2022, all’alba del Giorno della Memoria, in Italia, non nella URSS – ricordiamo la massima di Abraham Lincoln: «Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre» (Discorso a Clinton, 1858).

Anche se nei giorni passati abbiamo dovuto dedicare tempo ad altro, non possiamo mancare di ritornare sulla notizia di questa assurda azione dai contorni kafkiani, eseguita dalla Polizia di Stato nei confronti di un giornalista. Particolarmente allucinante la motivazione del magistrato che ha firmato il decreto per l’irruzione all’alba e la perquisizione, secondo le tradizioni delle polizie politiche di infausta memoria. Iniziamo con il messaggio di Sacchetti che sarebbe all’origine del blitz poliziesco, inammissibile in quello che una volta era un Paese libero. Poi, proseguiamo con la serie di messaggi che il giornalista ha dedicato al caso e il racconto che ha pubblicato sul suo blog La Cruna dell’Ago (Un piccolo spazio di libera informazione contro la censura dei media di regime).

Siamo d’accordo con l’amico e collega Marco Tosatti, che ieri, 29 gennaio 2022 ha scritto sul suo blog Stilum Curiae, che «più che di una Giornata della Memoria abbiamo bisogno di una Giornata della Vergogna»: «Ancora una volta pensiamo sia giusto e opportuno, a futura memoria, fissare immagini e parole [Postscriptum] di quello che è uno straordinario periodo di odio e di persecuzione messe in atto – senza nessuna ragione di carattere scientifico o sanitario – nei confronti di milioni di persone, ree solamente di non volersi sottoporre a una sperimentazione inutile e pericolosa. Una persecuzione aizzata dalle massime “autorità” morali e istituzionali, e supportata dalle menzogne, probabilmente interessate, di politici e delle gerarchie mediche. Qualcosa che non avrebbe potuto avvenire senza l’entusiastica complicità dei giornali; mossi da interessi finanziari (i contributi ai giornali “buoni” sono più che raddoppiati) dall’agenda degli editori, e dal servilismo sciocco o interessato dei giornalisti, proni a dar voce alla propaganda. Ancora oggi su quello che era un grande quotidiano c’è chi scrive: “Sono i ricoveri dei no vax a mandare in tilt i Pronto Soccorso”. A due giorni dalla Giornata della Memoria, di Una Memoria. E dal primo febbraio milioni di persone saranno passibili di multa per non farsi inoculare un siero, sicuramente inutile perché il tipo di nemico per cui è stato creato, con scarso successo, non esiste più, e che non serve a bloccare eventuali contagi e infezioni. Più che di una Giornata della Memoria abbiamo bisogno di una Giornata della Vergogna, adesso, a cui Chiesa, Politici, Medici e Informazione dovrebbe presentarsi con cenere sul capo e vestiti di sacco».

24 gennaio 2022 ore 12.55
Le voci che danno le condizioni di salute di Draghi in netto aggravamento sembrano confermate. Fonti vicine agli ambienti istituzionali riferiscono che la patologia di Draghi è piuttosto seria. Qualsiasi sarà quindi l’esito della partita del Quirinale, il liquidatore del Britannia sembra comunque intenzionato a lasciare palazzo Chigi sia per il suo stato di salute precario sia per evitare di finire nel tritacarne del disfacimento politico e sociale provocato dal suo regime. Le sue ultime dichiarazioni in merito ad una ipotesi di rendere il certificato razziale vaccinale permanente sono quasi certamente un bluff nel tentativo ancora una volta reiterato di spingere le persone a inocularsi. Nei palazzi del potere tutti sembrano perfettamente consapevoli che l’operazione terroristica del coronavirus è ormai ai titoli di coda. Garavaglia, Sileri e tutti gli altri uomini del regime hanno già iniziato a parlare di ritorno alla normalità. Tutti sanno che Draghi lascerà a loro la patata bollente dello tsunami economico in arrivo.

27 gennaio 2022 ore 12.00
Carissimi, purtroppo stamattina non ho avuto un piacevole risveglio. Mi sono svegliato con gli uomini della Digos che sono venuti ad eseguire un decreto di sequestro del mio cellulare. La mia “colpa” è stata quella di aver fatto il mio lavoro di giornalista libero e indipendente e di aver riportato ciò che fonti qualificate mi hanno detto in merito alle condizioni di salute di Mario Draghi. I magistrati che hanno avviato questo procedimento mi contestano una “prevedibile istigazione ad una reazione nel contesto eversivo antigovernativo NO VAX” per via della pubblicazione di “notizie false”. Sarebbe interessante sapere che razza di reato è quello che presume una immaginaria reazione nel contesto eversivo antigovernativo NO VAX, e soprattutto sarebbe altrettanto interessante sapere perché quello che ho scritto sarebbe falso visto che il diretto interessato non ha detto nemmeno una parola al riguardo. Fino a prova contraria, avere delle opinioni e riportare delle notizie che in nessun modo contengono un incitamento alla violenza, è consentito in uno stato di diritto. Mi rendo conto però che non siamo in uno stato di diritto, ma in un regime. Scriverò un articolo dettagliato in merito a questa vicenda e lo pubblicherò nel mio blog e nel mio canale Telegram. Vi chiedo di avere pazienza perché non ho la disponibilità del mio telefono cellulare e per un po’ usero il computer. Quello che vi chiedo di fare è di non lasciarvi andare in nessun modo allo sconforto. Queste intimidazioni finiranno molto presto. La giustizia sarà ristabilita. Se questo regime pensa di intimidirmi e intimidirci così, si sbaglia di grosso. La nostra determinazione e resistenza potrà soltanto crescere e diventare ancora più forte.

27 gennaio 2022 ore 16.48
Vi aggiorno il prima possibile con un articolo più esaustivo sulla vicenda di stamane. Intanto alcuni legali mi hanno fatto sapere che sarebbero stati violati i miei diritti di difesa e che tutta la procedura è alquanto anomala, se non chiaramente intimidatoria. Vi faccio notare anche la tempistica al riguardo. Non appena ho iniziato a smascherare le psy-op della falsa controinformazione, caso Biscardi e fantomatica terza guerra mondiale, gli attacchi contro di me, già in corso da tempo, sono incrementati esponenzialmente. Questo canale è nel mirino perché non è controllato dal potere come purtroppo moltissimi altri canali qui su Telegram che purtroppo per il 90% sono ormai disinformazione controllata dal sistema. Quello accaduto stamane è la mossa della disperazione di un regime che oggi ha commesso il suo errore più grande.

28 gennaio 2022 ore 09.55
Carissimi, eccomi di nuovo qui. In questo articolo approfondisco meglio la vicenda che mi ha visto involontario protagonista del sequestro del mio cellulare e della visita della DIGOS all’alba. Sotto certi aspetti mi sono sentito un po’ come il protagonista del romanzo di Kafka, Josef K., che si ritrova nelle maglie della giustizia senza nemmeno sapere perché. Quando poi ho letto le motivazioni di questa “azione” ho compreso che aver riferito ciò che fonti piuttosto informate riportavano sullo stato di salute di Draghi deve aver disturbato, e non poco, gli interessi dei piani superiori. Quella che si chiama informazione libera oggi purtroppo è divenuta estremamente scomoda a questo sistema politico ormai sempre più incancrenito. Chi ha messo in moto questo meccanismo però ha commesso un errore madornale perché adesso quanto ho scritto su Draghi riceverà ancora più attenzione. Per ciò che mi riguarda continuerò a fare il mio lavoro. Finché ci saranno lettori come voi a seguirlo e sostenerlo l’informazione libera. La chiave di questa storia quindi siete voi, nemmeno io. Se vogliamo l’informazione libera e lo stato di diritto dobbiamo difenderlo e lottare per essi tutti i giorni. Se vediamo intimidazioni o abusi dobbiamo denunciarli. Se continuiamo a restare uniti tutto ciò che ci è stato portato via, tornerà ad esistere molto presto.

Il sequestro del cellulare e la visita della DIGOS all’alba: i colpi di coda di un sistema all’ultimo stadio
di Cesare Sacchetti
La Cruna dell’Ago, 28 gennaio 2022


Il protagonista del romanzo “Il processo” di Frank Kafka, Josef K., si è svegliato un giorno per ritrovarsi accusato di un crimine del quale lui stesso non sarà mai informato durante il corso del dibattimento.

Josef K. quindi non può difendersi dalla macchina processuale che lo ha messo sul banco degli imputati perché non sa nemmeno la ragione per la quale quella macchina si è messa in moto.

Quello che mi è successo nella mattinata di ieri può dirsi sotto certi aspetti persino più paradossale di quanto accaduto a Josef K.

Prima delle sette del mattino, alle 6:40 per la precisione, gli uomini della DIGOS si presentano con un decreto di perquisizione del mio appartamento per acquisire in realtà ciò che interessava particolarmente agli agenti, ovvero il mio telefono cellulare.

A quell’ora, immagino come molti altri lettori, dormivo un sonno profondo e quindi ritrovarsi buttato giù dal letto per vedersi davanti questo decreto è un risveglio traumatico.

Gli agenti chiedono di vedere i miei documenti, controllano la vettura che utilizzo generalmente per gli spostamenti e poi alla fine acquisiscono il mio computer e il mio telefono cellulare.

Cerco di raccogliere le idee e capire che cosa mi si contesta, e questo è quello che leggo nelle motivazioni che hanno portato al sequestro dei miei strumenti informatici, che sono anche gli strumenti attraverso i quali svolgo la mia attività di giornalista.

Leggo nell’intestazione del decreto che mi vengono contestate le violazioni dei reati 290 e 656 del codice penale.

Prendo allora il codice penale e scopro che l’articolo 290 riguarda il vilipendio della Corte Costituzionale, della Repubblica, del Governo ma in nessuno dei miei articoli, tantomeno in quello contestato, mi sono espresso in maniera ingiuriose nei confronti di queste cariche, se non nei limiti del mio legittimo diritto di critica, che mi rendo conto che di questi tempi non è poi  più tanto legittimo.

L’altro articolo che mi viene contestato, il 656, è quello invece relativo alla “pubblicazione di notizie, false, esagerate o tendenziose” che possono costituire un turbamento dell’ordine pubblico.

Per scoprire quali sarebbero queste notizie false o tendenziose dobbiamo leggere il capoverso seguente del decreto di perquisizione.

Se qualcuno di voi dovesse trasecolare per quello che sto per scrivere voglio rassicurarvi fin da subito che non si tratta di un errore. Lo hanno proprio scritto.

Queste le motivazioni addotte.
“perché, sul canale Telegram avente vanity name “Cesare Sacchetti” divulgava un messaggio riportante notizie false notizie in merito a presunte precarie condizioni di salute dell’attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi, con conseguente prevedibile istigazione ad una reazione nel contesto eversivo antigovernativo “NO VAX”.

La prima cosa da notare è che siamo di fronte ad una ipotesi di reato inesistente, ovvero quella che descrive un “contesto eversivo antigovernativo NO VAX”.

No vax non vuol dire assolutamente nulla. È una espressione priva di senso inventata dalla carta stampata per bollare delle persone che non di rado non sono nemmeno contro i vaccini in linea di principio, ma si limitano semplicemente ad esprimere delle lecite perplessità e forti denunce sulla opportunità di distribuire dei sieri sperimentali e di condizionare la vita sociale alla loro ricezione.

Nella cosiddetta Repubblica costituzionale questa contestazione non dovrebbe nemmeno esistere perché siamo nel seminato della libertà di opinione e di pensiero ma questa è una delle numerose ipocrisie dei sistemi democratici che promettono libertà di espressione per poi revocarla quando questa minacci gli interessi di chi sta dietro le quinte dei palazzi del potere.

L’altra cosa da far notare è che il fatto che io abbia ricevuto da fonti molto qualificate e informate la notizia che Mario Draghi avrebbe una patologia e si starebbe curando non è fino a prova contraria falso, e il fatto che questo possa turbare l’ordine pubblico è una ipotesi del tutto assurda.

Soprattutto poi sarebbe interessare sapere dove sarebbe il nesso tra la pubblicazione dello stato di salute di Draghi e l’istigazione di un immaginario contesto eversivo NO VAX?

In chi modo il primo porterebbe ad una alimentazione del secondo?

Questo è comunque l’articolo “incriminato” che ho pubblicato su Telegram lo scorso 24 gennaio e, come si può vedere, non contiene nessun “vilipendio” contro Draghi come mi viene contestato nel decreto emesso dalla procura di Roma.

Da quando infatti riportare notizie sullo stato di salute di una carica pubblica costituirebbe in qualche modo una violazione dell’ordine pubblico?

Sono pieni gli stessi media cosiddetti “mainstream” a riportare notizie sulla salute di Capi di Stato o pontefici come successo lo scorso anno nel 2021 quando alcuni organi di informazione riportavano che lo stato di salute di Bergoglio non era affatto dei migliori, e nessuno all’epoca gridò ad un allarme per un presunto turbamento dell’ordine pubblico.

Fare il giornalista significa riportare delle informazioni che vengono da fonti che si ritengono affidabili e tra queste informazioni ci sono certamente le condizioni di salute di chi ricopre una carica pubblica, dal momento che per questi personaggi non vige la privacy come per qualsiasi altro privato cittadino.

Al tempo stesso è diritto dei cittadini sapere se chi ricopre delle cariche pubbliche ha eventuali problemi di salute perché questi potrebbero pregiudicare lo svolgimento di quegli incarichi così delicati e importanti per gli interessi di una nazione e della sua collettività.

Un’altra cosa che mi ha colpito è la “tempestività” di questa perquisizione che secondo quello che mi riferiscono diversi legali è del tutto immotivata specialmente per delle ipotesi di reato del tutto infondate.

Gli agenti della Digos alla fine mi chiedono di venire con loro negli uffici della polizia postale. Quando arriviamo sul posto mi restituiscono il computer e le schede sim presenti nel mio telefono.

Nelle circostanze che hanno dato vita a questi surreali fatti devo dire al tempo stesso che gli agenti sono stati tutto sommato corretti e cortesi.

Ciò che si sono limitati a fare è fotografare il post del mio canale Telegram per accertarsi che io sia la persona che l’abbia pubblicato.

L’articolo porta la data dello scorso 24 gennaio e io ho subito il sequestro del mio cellulare solamente tre giorni dopo.

Generalmente la macchina della magistratura è molto più lenta e macchinosa per mettere in moto un procedimento simile, ma in questo caso ho constatato che c’era una particolare fretta di avviare delle procedure che in circostanze ordinarie richiederebbero tempi molto più lunghi.

Quello che mi chiedo è questo. Qualcuno aveva premura di farmi arrivare un messaggio? Qualcuno ha voluto farmi sapere che ho parlato di ciò che non dovevo parlare e che ho toccato un nervo scoperto?

In questi giorni è lo stesso Draghi che sta trattando per la sua ascesa al Quirinale e non sono io a dirlo, ma persino i media in mano a quei poteri finanziari che hanno srotolato il tappeto rosso al suo governo.

A giudicare dai risultati questa trattativa sembra avviata al fallimento perché i partiti non ne vogliono proprio sapere di trasferirlo su al Colle.

Draghi fa comodo a palazzo Chigi per tutta una serie di ragioni che abbiamo già spiegato in precedenti contributi, ma soprattutto la ragione principale è che la classe politica vuole lasciare immutato lo status quo e cercare di tirare a campare ancora un po’ nella speranza di rinviare l’appuntamento del suo sempre più vicino naufragio.

La fine dell’operazione terroristica del coronavirus avrà le conseguenze di uno tsunami e si porterà via con sé con ogni probabilità ciò che resta di un sistema politico completamente incancrenito, e allo sbando più completo.

La voce nei palazzi del potere è ormai una sola: si salvi chi può. Queste sono le ragioni per le quali i partiti vogliono che Draghi resti lì, ma Draghi non sembra intenzionato a restare in ogni caso, e sono sempre i suoi “portavoce” a riferirlo sugli schermi nazionali.

A questo punto torno al quesito che proponevo poco fa. A chi o cosa ha disturbato il mio articolo? Quale negoziazione in corso potrebbe essere stata compromessa in seguito alla sua pubblicazione?

Altre fonti altrettanto ben informate avevano riferito che l’uomo del Britannia vorrebbe cercare riparo a Bruxelles tra i palazzi delle istituzioni comunitarie qualora le porte del Quirinale dovessero restare chiuse per lui.

Non so se ciò che ho scritto possa aver irritato determinati poteri che stanno trattando eventuali buonuscite e vie di fuga. Non ho ancora risposte definitive, ma se dovessi trovarle le condividerò volentieri come ho fatto in precedenza.

So però che non è normale che la polizia entri in un’abitazione privata per delle ipotesi di reato inesistenti, così come so che quando si arriva a queste pressioni nei confronti di giornalisti, allora devono essersi necessariamente toccati gli interessi delle sfere più alte del potere.

So anche al tempo stesso che chiunque abbia messo in moto questo meccanismo ha commesso un errore madornale perché questa storia non farà altro che aumentare l’attenzione su ciò che ho scritto.

Nel frattempo, continuerò a fare il mio lavoro finché mi sarà consentito farlo. Finché ci saranno lettori che leggono i miei articoli e sostengono la mia informazione libera e indipendente, questo spazio resterà aperto.

C’è comunque una consapevolezza in me che è sempre più profonda e che è corroborata dai fatti che stiamo vedendo.

Un sistema che dà vita ad un’azione del genere è un sistema che è ormai all’angolo. È una bestia ferita che si dimena e che tenta di dare gli ultimi morsi prima della sua definitiva dipartita.

Il tempo e la storia sono dalla parte di chi si è schierato per la libertà e contro questo piano per ridurre in polvere il Paese così tanto odiato dalla massoneria, ovvero l’Italia.

Non saranno pressioni di questo tipo a fermare la macchina della storia.

30 gennaio 2022 ore 13.53

Carissimi, intanto volevo ringraziarvi per la solidarietà che mi avete espresso e per il sostegno manifestato nella vicenda che mi ha visto involontario protagonista. Approfitto anche per ringraziare tra gli altri anche gli stimati colleghi Marco Tosatti e Aldo Maria Valli per aver denunciato un atto di grave intimidazione contro il giornalismo libero. Non posso però fare a meno di notare un fatto e non è una polemica gratuita. L’osservazione che sto per fare serve a far comprendere chi combatte contro il regime e chi no. Quando presumibilmente morì Domenico Biscardi praticamente il 90% dei vari canali Telegram e molti falsi oppositori si prodigavano per rendere omaggio ad un truffatore che stava screditando la vera ricerca scientifica sul grafene nei sieri sperimentali. Quando poi ho portato le prove inconfutabili che Biscardi era un impostore e che i suoi scopi erano ben lontani dal servire la nostra causa, quegli stessi disinformatori del regime che sono stati clamorosamente smascherati hanno continuato a negare l’evidenza e a insultarmi. Questi stessi disinformatori che hanno spese parole di elogi per un impostore non hanno invece detto nemmeno mezza parola per l’abuso subito da un giornalista che non ha avuto altra colpa che quella di fare una informazione non gradita ai poteri forti. Il 90% dei canali Telegram della falsa contro informazione è rimasto in silenzio di fronte a tutto questo. Questi fatti dovrebbero essere più che sufficienti per comprendere chi manovra questi disinformatori. Sono gli stessi che da mesi seminano paura e terrorismo per conto dei loro referenti che non sanno più come fare per arrestare il declino di questo regime. Potete giungere benissimo alle vostre conclusioni da soli per comprendere come ormai i media di regime e la falsa controinformazione siano due facce della stessa medaglia.

[*] Mi chiamo Cesare Sacchetti e sono un giornalista. Sono nato a Roma nel 1983 e mi sono laureato in Studi Europei all’Università “La Sapienza” di Roma. Attualmente mi occupo di ricerche sul modello dello Stato imprenditore, sul ruolo dell’Iri nella costruzione del modello costituzionale dell’economia mista e del contrasto tra il modello economico dei Trattati europei e il modello economico presente in Costituzione. Sono autore del saggio Storia e protagonisti del vincolo esterno presente nel libro Oltre l’euro di Paolo Becchi e Alessandro Bianchi (Arianna Editrice 2015). In passato ho scritto per L’Antidiplomatico, Il Fatto Quotidiano e Libero Quotidiano. Ho deciso di creare il sito La Cruna dell’Ago per costruire un piccolo spazio per pubblicare notizie e opinioni censurate dall’inquisizione del politicamente corretto e dalla propaganda mainstream, la prima responsabile delle vere “fake news” già ai tempi della guerra in Iraq. Quelli che una volta consideravamo diritti acquisiti e intoccabili oggi non lo sono più. La libertà di stampa e di opinione sono in grave pericolo e nel giro di pochi anni sarà sempre più arduo condividere notizie e fatti che i media ortodossi considerano scomodi ai poteri forti. La conferma di questo viene dal fatto che chiunque osi deviare dalla linea mediatica dominante a favore dell’ideologia globalista e immigrazionista, viene automaticamente identificato come espressione della propaganda del Cremlino, e pertanto non più degno di avere una opinione che non sia l’unica accettata dal regime attuale. Per me il giornalismo significa rispettare i lettori e mettergli davanti le notizie e i fatti che loro hanno diritto a conoscere. Un Ministero della Verità che decida cosa è giusto o sbagliato per i lettori è qualcosa che può esistere solo in un regime totalitario. Questo blog non vuole essere questo, ma uno spazio dove i lettori sono liberi di farsi la propria opinione senza che qualcuno decida al posto loro.

Cesare Sacchetti

* * *

Postscriptum
27 gennaio 2022
GIORNATA della MEMORIA
Per non dimenticare


“Campi di sterminio per chi non si vaccina” (Giuseppe Gigantino, cardiologo)
“Mi divertirei a vederli morire come mosche” (Andrea Scanzi, giornalista)
“Se fosse per me costruirei anche due camere a gas” (Marianna Rubino, medico)
“I cani possono sempre entrare. Solo voi, come è giusto, resterete fuori” (Sebastiano Messina, giornalista)
“Vagoni separati per non vaccinati” (Mauro Felicori, Assessore alla cultura e paesaggio della Regione Emilia Romagna)
“Escludiamo chi non si vaccina dalla vita civile” (Stefano Feltri, giornalista)
“I no vax fuori dai luoghi pubblici” (Eugenio Giani, Governatore della Regione Toscana)
“Potrebbe essere utile che quelli che scelgono di non vaccinarsi andassero in giro con un cartello al collo” (Angelo Giovannini, Sindaco di Bomporto)
“Stiamo aspettando che i no vax si estinguano da soli” (Paolo Guzzanti, giornalista)
“Verranno messi agli arresti domiciliari, chiusi in casa come dei sorci” (Roberto Burioni, virologo)
“Non chiamateli no vax, chiamateli col loro nome: delinquenti” (Alessia Morani, Deputato)
“Vorrei un virus che ti mangia gli organi in dieci minuti riducendoti a una poltiglia verdastra che sta in un bicchiere per vedere quanti inflessibili no-vax restano al mondo” (Selvaggia Lucarelli, giornalista)
“I rider devono sputare nel loro cibo” (David Parenzo, giornalista)
“I loro inviti a non vaccinarsi sono inviti a morire” (Mario Draghi, Presidente del Consiglio dei Ministri)
“Gli metterò le sonde necessarie nei soliti posti, lo farò con un pizzico di piacere in più” (Cesare Manzini, infermiere)
“Gli bucherò una decina di volte la solita vena facendo finta di non prenderla” (Francesca Bertellotti, infermiera)
“Provo un pesante odio verso i no vax” (J-Ax, cantante)
“Se riempiranno le terapie intensive mi impegnerò per staccare la spina” (Carlotta Saporetti, infermiera)
“Non siete vaccinati? Toglietevi dal ca**o!” (Stefano Bonaccini, Governatore della Regione Emilia Romagna)
“Un giorno faremo una pulizia etnica dei non vaccinati, come il governo ruandese ha sterminato i tutsi” (Alfredo Faieta, giornalista)
“Il Green Pass ha l’obiettivo di schiacciare gli opportunisti ai minimi livelli” (Renato Brunetta, politico, economista e accademico, Ministro per la pubblica amministrazione nel governo Draghi)
“È giusto lasciarli morire per strada” (Umberto Tognolli, medico)
“Prego Dio affinché i non vaccinati si infettino tra loro e muoiano velocemente” (Giovanni Spano, Vicesindaco di Villacidro)
“Bisogna essere duri e discriminare chi non si vaccina, in ospedale, a scuola, nei posti di lavoro” (Filippo Maioli, medico)
“Serve Bava Beccaris, vanno sfamati col piombo” (Giuliano Cazzola, giornalista)
“Mandategli i Carabinieri a casa” (Luca Telese, giornalista)
“Gli renderemo la vita difficile, sono pericolosi” (Piepaolo Sileri, politico, chirurgo e accademico. Sottosegretario di Stato al Ministero della salute nel governo Draghi)
“È possibile porre a loro carico una parte delle spese mediche, perché colpevoli di non essersi vaccinati” (Sabino Cassese, costituzionalista)
“Non sarà bello augurare la morte, ma qualcuno sentirà la mancanza dei novax?” (Laura Cesaretti, giornalista)
“Se arrivi in ospedale positivo, il Covid ti sembrerà una spa rispetto a quello che ti farò io” (Vania Zavater, infermiera)
“I novax sono i nostri talebani” (Giovanni Toti, Governatore della Regione Liguria)
“Sono dei criminali, vanno perseguitati come si fa con i mafiosi” (Matteo Bassetti, infettivologo)

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