‘A Festa ‘e Sant’Antuono con le Battuglie di Pastellessa a Macerata Campania
Fino ad oggi non sapevo cosa fosse il Blue Monday, finché non ho visto il post della Cappella di San Gennaro (riportato di seguito [1]), che ho trovato condiviso dall’amico Attilio Giordano sulla pagina Facebook del Real Circolo Francesco II di Borbone Sezione San Michele Arcangelo Ottajano [QUI]. Questo ci ricorda la cosa non paragonabile in importanza con il giorno della malinconia, che è soltanto un’idea di marketing che ha poco di scientifico, ma ormai è diventato un appuntamento quasi tradizionale, leggo sui social.
Libera nos a malo.
La musica di Sant’Antuono contro il diavolo.
“E arrivarrà ‘nu juórno
ca tùtto turna cómme stévemo ‘na vòta
o fòrze ancora mèglio”.
Quindi, questo lunedì 17 gennaio 2022 sarebbe il cosiddetto “giorno più triste dell’anno” (dove blue sta per triste, malinconico, depressivo). Comunque, non me ne ero accorto, impegnato con cose familiari per ninete triste e una riflessione sull’importanza di Cristo in Dostoevskij [QUI].
Mi compiace festeggiare con gioia oggi Sant’Antonio Abate, anche perché risiedo a Macerata Campania, dove viene particolarmente onorato. Purtroppo, con la pandemia sono interrotte le storiche sfilate delle “Battuglie di Pastellessa” con i “Carri di Sant’Antuono”, sui cui trovarono alloggio i cosiddetti “Bottari”, i quali riproponevano l’antica sonorità maceratese [QUI] dall’omonimo nome la “Pastellessa”. ‘A Past’e’llessa è la pasta con le castagne lesse che viene preparata in questa occasione. Su questi antichi tradizioni ho pubblicato più volto sul mio diario Facebook in passato [2].
Macerata Campania è un piccolo comune della Provincia di Caserta, nella bassa valle del Volturno, a sud di quest’ultimo e a nord dei Regi Lagni, nella vasta pianura campana, chiusa a nord est dalla catena dei Monti Tifatini, nei pressi del Lagno Gorgone, del Lagno Vecchio e del Lagno di Sant’Andrea. Comprende le frazioni di Caturano e Casalba. Confina con Casagiove, Casapulla, Curti, Marcianise, Portico di Caserta, Recale e Santa Maria Capua Vetere. La sua storia è legata, per le origini, con quella della antica Capua, corrispondente all’attuale Santa Maria Capua Vetere, essendo stato casale di quest’ultima per lunghissimi secoli, fino allo anno 841 d.C., l’anno dell’invasione dei Saraceni, che distrussero Capua antica. Di qui la storia di una popolazione che fu dominata da longobardi, normanni, svevi, angioini e aragonesi.
[1] «Lunedì 17 Gennaio non è solo #bluemonday, ma è anche il giorno dedicato a Sant’Antonio Abate.
Il busto reliquiario custodito nella Real Cappella del Tesoro di San Gennaro è in argento fuso, lastra d’argento sbalzata e cesellata, bronzo dorato.
È particolare il bastone su cui si appoggia Sant’Antonio con il manico a forma di T. Questo caratteristico formato ricorda una stampella, tradizionale emblema del monaco medievale il cui dovere era di aiutare gli zoppi e gli infermi. In assenza del bastone sulla tonaca può essere presente la lettera τ, che richiama la croce egizia, antico simbolo di immortalità poi adottato come emblema dai cristiani alessandrini. Secondo un’altra interpretazione la lettera τ alluderebbe alla parola θαύμα, che in greco antico significa “prodigio”» (Cappella di San Gennaro, 17 gennaio 2021).
Tau (Τ; τ) è la diciannovesima lettera dell’alfabeto greco. Per i cristiani la lettera greca tau richiama la croce di Cristo. La croce romana da esecuzione, infatti, come attestano le descrizioni nell’antichità della croce da esecuzione e quelle dei loro contemporanei pagani (e malgrado taluni moderni non cristiani sostengano altrimenti), ricorda quella della lettera tau. I cristiani, inoltre, vedono nel passo del profeta Ezechiele 9,3-4 una allusione della maniera in cui il Messia doveva subire la morte: «La gloria del Dio di Israele, dal cherubino sul quale si posava si alzò verso la soglia del tempio e chiamò l’uomo vestito di lino che aveva al fianco la borsa da scriba. Il Signore gli disse: “Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono”».
La croce a tau venne adottata come simbolo dai frati ospitalieri di Sant’Antonio Eremita, un ordine fondato nel 1095 a Saint’Antoine di Vienne in Francia e dedicato alla cura dei lebbrosi e altri malati. Nel secolo successivo per impulso di San Francesco di Assisi fu adottato dai francescani. Di solito i membri dell’Ordine francescano secolare indossano una τ di legno in una stringa con tre nodi: la Regola dell’Ordine Francescano Secolare dice che il segno distintivo dell’appartenenza è il tau o altro simbolo francescano.
[2] Alcuni post dal mio diario Facebook sulla festa più importante e amata dai maceratesi, in onore di Sant’Antuono
– La storia di Macerata Campania – 9 dicembre 2018
– Associazione Sant’Antuono & le Battuglie di Pastellessa. Edizione 2020 della Festa di Sant’Antonio Abate a Macerata Campania – 28 dicembre 2019
– Festa di Sant’Antuono 2019 a Macerata Campania – 10 gennaio 2019
– Le tradizioni di Macerata Campania, un documentario di Luigi Ferraiuolo – 10 gennaio 2019
– La preparazione questo pomeriggio – dietro casa mia – del Carro di Sant’Antuono N. 13. Suoni antichi delle Battuglie di Pastelessa, per la Festa di Sant’Antuono 2019 a Macerata Campania – 12 gennaio 2019
– ‘A Festa ‘e Sant’Antuono con le Battuglie di Pastellessa a Macerata Campania – 14 gennaio 2019
– I suoni del mio paese di adozione… “E arrivarrà ‘nu juórno ca tùtto turna cómme stévemo ‘na vòta o fòrze ancora mèglio”. Bravissimi! – 10 maggio 2020