I programmi di Aurelio Porfiri su «Ritorno a Itaca» dell’11, 12 e 14 novembre 2021

Condividi su...

Di seguito anticipiamo i prossimi programmi di «Ritorno a Itaca» curati dal Maestro Aurelio Porfiri [*], previsti per giovedì (in italiano), venerdì (in inglese) e domenica (in italiano), con le presentazioni, preceduti dai relativi volantini.

I programmi vengono trasmessi in live streaming su numerosi canali, tra cui il canale YouTube RITORNO A ITACA [QUI], sull’account Twitter [QUI] e sulla Facebook fanpage [QUI] di Aurelio Porfiri.

The programs are being live streamed on numerous social media channels, including the YouTube channel RITORNO A ITACA [QUI] and on Aurelio Porfiri’s Twitter account [QUI] and Facebook fanpage [QUI].

Musica e liturgia. L e ragiono di una crisi
Giovedì 11 novembre 2021, ore 18.00


Spesso si ripete che musica e liturgia attraversano una profonda crisi. L’evidenza ci suggerisce che tutto questo risponde ad una profonda verità. Quali sono le ragioni di questa crisi?

Ne parlano giovedì 11 novembre 2021 alle ore 18.00 con il musicista ed autore (tra altro, di “Un canto nuovo. La musica sacra nel sesto capitolo di Sacrosanctum Cancilium”, Chorabooks 2021) Aurelio Porfiri, il monaco benedettino Bernard Sawicki, il musicologo Guido Milanese e l’autrice Eleonora Casulli.

«Periodicamente si fanno commemorazioni su commemorazioni di discorsi, documenti, eventi. La Chiesa, naturalmente, non sfugge a tutto questo. Uno dei documenti più commemorati è la Costituzione Conciliare sulla liturgia Sacrosanctum Concilium. Ma di cosa facciamo memoria? Cosa abbiamo ritenuto, per usare il linguaggio paolino nella prima lettera ai Corinzi, quando sono state richiamate alla nostra memoria le vie che la Chiesa (attraverso i padri conciliari) ci ha indicato in Cristo? Cosa abbiamo perduto?
Naturalmente, terrò in primo piano la mia personale prospettiva, che è quella del musicista di chiesa, ma anche mi sfuggiranno alcune considerazioni sul panorama liturgico generale; considerazioni modeste e fatte con spirito di modestia, senza pretendere di dire cose fondamentali, ma esposte solo con il desiderio di “solleticare” lo spirito critico dei molti amanti della liturgia che con attenzione seguono quello che scrivo. Infatti qui vorrei focalizzarmi proprio sul capitolo VI della SC, commentando i passaggi che si riferiscono alla musica sacra. Ma questi passaggi non possono comprendersi senza avere sullo sfondo l’intero documento conciliare.
Al paragrafo 10 della SC viene detto: “Nondimeno la liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia. Il lavoro apostolico, infatti, è ordinato a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla mensa del Signore”. Culmine e fonte e quindi indispensabile fare senso suo modo in cui il documento ci parla.
Documento spesso usato per portare avanti visioni unilaterali e personali. Mi è sembrato, per esempio, molto singolare che da parte di alcuni ci sia una difesa strenua di alcuni paragrafi della SC ma non delle istanze e dello spirito traboccanti dall’intera costituzione conciliare. L’ermeneutica portata avanti da Benedetto XVI e dagli studi di Mons. Agostino Marchetto è quella della continuità. I documenti del Vaticano II vanno letti in continuità con il magistero precedente e non come rottura con la storia e con la Tradizione della Chiesa, “Tradere” non tradire» (Aurelio Porfiri).

Coetus Internationalis Patrum. The other side of Vatican II
Friday 12 November 2021, 4 pm (Rome time)


The Coetus Internationalis Patrum (International Group of Fathers) was the most important and influential interest group of the “conservative/traditionalist” minority at the Second Vatican Council. There were very relevant protagonists of this study group, as Cardinal Giuseppe Siri, Archbishop Marcel Lefebvre, Archbishop Antônio de Castro Mayer and behind the scenes Brazilian Catholic thinker Plinio Côrrea de Oliveira. What we have to think today about it?

With host, musician and author Mº Aurelio Porfiri will debate about this topic on Friday 12 November 2021 at 4pm (Rome time) Bishop Athanasius Schneider, Theologian Robert Fastiggi, Chief editor of “Inside the Vatican” Robert Moynihan, and scholars, members of “Tradition, Family, Property” association, José Antonio Ureta and Julio Loredo.

Ad astra. Europa tradita. Aurelio Porfiri incontra Adriano Segatori
Domenica 14 novembre 2021, ore 18.00


Si parla tanto di Europa e su quello che significa farne parte. Ma siamo sicuri di aver capito tutte le implicazioni? Aurelio Porfiri ne parla domenica 14 novembre 2021 alle ore 18.00 con Adriano Segatori, autore di “L’Europa tradita e l’agonia di una civiltà”, Edizioni Admaiora 2020.

Adriano Segatori è Dottore di ricerca in Filosofia delle Scienze Sociali e Comunicazione Simbolica presso l’Università dell’Insubria (Varese), Professore a contratto di Psichiatria presso l’Università “Niccolò Cusano” – Telematica Roma, Cultore della materia in Filosofia della politica presso l’Università degli Studi di Trieste – corso di Laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche dell’Università di Gorizia, Membro della Sezione Scientifica “Psicologia Giuridica e Psichiatria Forense” dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi, Consulente e perito per la Psichiatria presso il Tribunale di Gorizia, giornalista.

«È un saggio da leggere tutto d’un fiato “L’Europa tradita e l’agonia di una civiltà”. Una disamina appassionata e appassionante, lucida e illuminante, elaborata da Adriano Segatori nelle vesti di psichiatra della crisi che sta attraversando il continente europeo, nelle sue molteplici e interconnesse sfaccettature. Politica, economia, cultura, religione: i “paradigmi della deriva” riportati in superficie, la verità nuda e cruda esposta dall’autore sia come un atto di accusa verso coloro che del tradimento si stanno macchiando, che come un atto di amore verso una civiltà e una realtà storica fatta di grandi popoli, di uomini e donne, di giovani per i quali sono stati delineati scenari futuri dai contorni a dir poco inquietanti e ogni giorno più vicini. I traditori dell’Europa, i perpetratori della sua terribile agonia prendono le mosse dall’Illuminismo e si collocano oggi a sinistra. Marxismo, terzomondismo, immigrazionismo: Adriano Segatori identifica i virus ideologici alla base della malattia che si è impossessata di menti e cuori, società e mass media, governi e istituzioni, scatenando “l’onda distruttrice” che con inarrestabile violenza sta travolgendo identità, tradizioni, valori, in Italia e nel resto d’Europa e dell’Occidente. Quel che resta è il vuoto del multiculturalismo, “la trappola multiculturale” divenuta imperativo categorico specie per le cosiddette élite, poste alla guida di una macchina da guerra che si avvale di partiti politici e militanti, Organizzazioni Non Governative e studentesche, giornali, televisioni e di tutti gli ingranaggi funzionali al conseguimento dell’obiettivo. È stato facile promuovere il multiculturalismo camuffandolo come fosse sinonimo di molteplicità di culture. Dietro di esso, in realtà, si nasconde un grande inganno, volto a far sì che gli europei, animati da quel “sentimento di colpa” diagnosticato da Adriano Segatori come il sintomo principale della loro malattia, arretrassero spontaneamente i propri spazi, anche territoriali, per accogliere e integrare tutto ciò che è altro da sé, spingendosi fino all’auto annullamento, alla “sottomissione”. Ma se è vero, e lo è, che la natura aborre il vuoto, dal caos generato dal crollo delle strutture della ci- viltà europea è pronta ad emergere una nuova forte identità, che non intende coesistere in maniera pacifica in un quadro multiculturale: il fondamentalismo islamista, incarnato dai Fratelli Musulmani. I Fratelli Musulmani operano da decenni all’interno delle società occidentali al fine di assumerne gradualmente il controllo. Il progetto di conquista, la formulazione scritta delle ambizioni della Fratellanza in Occidente, risale al 1982, ma è nella natura e nella dottrina dell’Islam politico ricercare il predominio. Le sventurate Primavere Arabe sono state il frutto di un lungo e paziente lavoro di penetrazione nei gangli vitali dei paesi di Medio Oriente e Nord Africa, avviato fin dal 1928, anno di fondazione dei Fratelli Musulmani, e portato avanti nel corso dei decenni parallelamente all’attuazione dell’agenda islamista in territorio europeo. Il mondo arabo ha reagito con determinazione al progetto di conquista dei Fratelli Musulmani, affrontando a viso aperto anche gli stati canaglia che ne sono oggi gli sponsor principali: il Qatar degli emiri Al Thani e la Turchia di Erdogan. Dall’Europa, invece, neppure un sussulto. Decenni di moniti, denunce, attività d’informazione e impegno sul campo, non sono bastati a spingere le classi dirigenti a introdurre i provvedimenti necessari a stroncare la graduale avanzata dell’Islam politico. Neppure davanti all’evidenza dei finanziamenti ultra-milionari del Qatar a moschee, associazioni, imam e militanti dei Fratelli Musulmani, su cui gettano luce senza tema di smentita numerosi libri inchiesta e documentari, i governi sono passati all’azione. Nella penetrazione del tessuto sociale, culturale, politico e istituzionale dei paesi europei, il torpore e l’illusione che accompagna- no il multiculturalismo, ha reso gli esponenti dell’autoproclamatosi campo progressista i migliori alleati dei Fratelli Musulmani. Emblematico è il caso dell’Italia, dove le forze di sinistra operano, incon- sapevolmente o meno, come cavallo di Troia del proselitismo della Fratellanza: dalla promozione di ambigui personaggi di matrice islamista, alla legittimazione di organizzazioni riconducibili ai Fratelli Musulmani come interlocutori privilegiati delle istituzioni, al punto da affidargli paradossalmente il compito di provvedere alla deradicalizzazione nelle carceri. Laddove, invece, la consapevolezza dell’inganno del multiculturalismo era presente, è mancato il coraggio di prendere l’iniziativa per adottare adeguate misure di contrasto nei confronti del fondamentalismo dei Fratelli Musulmani, anticamera del terrorismo jihadista dell’ISIS e di Al Qaeda.
Il coraggio, invece, è una virtù di cui Adriano Segatori dispone in abbondanza. Lo dimostra questo saggio, in cui sfida a viso aperto le narrative e le manipolazioni del regime del cosiddetto politicamente corretto, imposto per impedire a coloro che nella “trappola multiculturale” non sono caduti, o che ne sono fuoriusciti, di scuotere con la forza e l’autorevolezza delle argomentazioni le classi dirigenti e l’opinione pubblica, perché il malato – l’Europa – può ancora essere salvato. O meglio, come prospetta Adriano Segatori, riconquistato dagli stessi popoli europei, per rifondare il continente sulla base del- la sua stessa civiltà, faro e punto d’arrivo per i popoli di tutto il mondo, che non è ancora irrimediabilmente perduta» (Souad Sbai, saggista e politica originaria del Marocco, cittadina italiana dal 1981, da luglio 2021 Responsabile del Dipartimento integrazione e rapporti con le comunità straniere presenti in Italia della Lega).

[*] Aurelio Porfiri è compositore, direttore di coro, organista, formatore, autore ed editore.
Fellow del Trinity College di Londra in composizione musicale. Già Organista Sostituto nella Basilica di San Pietro, oltre a molte chiese notevoli a Roma. Ha insegnato e diretto musica sacra a Macao e Shanghai in Cina. Riconosciuto da The Cambridge Companion to Choral Music come uno dei tre compositori religiosi italiani del XX e XXI secolo “la cui musica corale mostra chiaramente l’influenza delle tradizioni nazionali”.
Ha pubblicato oltre 30 libri e 600 articoli, registrato oltre 10 CD e ha oltre 100 composizioni musicali stampate da editori in Cina, Francia, Germania, Italia e USA. Ha ricoperto il ruolo di direttore artistico e membro di giuria per concorsi corali in Cina, Italia, Thailandia e USA. Ha diretto cori in Italia e in Cina (a Macao e a Shanghai).
Fondatore e Direttore artistico di Choralife (editore di spartiti e CD) e di Chorabooks (editore di libri ed ebook). Creatore e Capo redattore di Altare Dei, rivista dedicata alla Liturgia, alla Musica Sacra e alla Cultura Cattolica.
Prosegue le sue ricerche nella composizione musicale, soprattutto nel mondo delle scale modali e nella tradizione romana della musica sacra, di cui è erede e seguace.
Blog in italiano.
Sito ufficiale.
Youtube RITORNO A ITACA
Account Twitter
Facebook fanpage

151.11.48.50