La scelta della Verità, vera Carità senza inganno, vero Amore senza menzogna
Al tema della Verità, che combatte contro la menzogna totalitaria e della Vita, che è una questione di Scelte, abbiamo dedicato molta e costante attenzione. Non solo in questa rubrica Blog dell’Editore [In equilibrio sopra la follia – Numero Zero. La vita è sempre una questione di scelte, di coraggio, di fede, di paura, di verità – 15 dicembre 2020], ma già dal tempo dell’adolescenza, ogni giorno che il Signore ci concede, di poter aprire gli occhi per vedere, guardare e osservare; di poter aprire la mente per scegliere la strada della nostra Missione su questa terra; di poter aprire il cuore per essere amati e per amare. Perché alla sera della vita saremo giudicati solo sul vero Amore senza menzogna, accolto e donato, nella vera Carità senza inganno.
Iniziamo questa XXXII Domenica del Tempo Ordinario con la condivisione di un brevissimo ma illuminante testo, che in poche righe riassume il tutto, postato ieri dallo storico Massimo Viglione sul profilo Telegram della Confederazione dei Triarii [*], seguito dal commento dell’amico e collega Aldo Maria Valli sul suo blog Duc in altum. Ci ritroviamo in toto in queste righe, che sono poche, ma non di poco.
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«Io ormai valuto le persone solo in base alla loro capacità di capire quanto ci sta accadendo e di intuire le altre persone e la loro reale posizione.
Quando vedo chi non capisce, mi allontano. Quando vedo chi non intuisce, mi ritiro.
Siamo in guerra, nella più infernale guerra mai concepita nella storia. La guerra della menzogna totalitaria.
In tale contesto, la vera prima carità risiede nella scelta della Verità. E dei veritieri, che sono i prescelti.
Crollano amori, amicizie, intese, maestri del passato. Nascono nuovi elitari e fraterni legami alla luce della Verità.
La vera carità, senza inganno.
Il vero amore, senza menzogna.
Nulla sarà mai più come prima…
Sono mutati per sempre gli stessi criteri di scelta. Tanto degli uomini che delle donne. (MV)».
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«Trovo che queste parole di Massimo Viglione siano molto calzanti, adatte a illustrare la situazione attuale. Si avverte in esse un fondo di amarezza, è naturale, ma il Signore non manda mai una prova solo per il gusto di rattristarci o avvilirci. Se ci mette alla prova è per la nostra crescita interiore. È per la salvezza della nostra anima.
Da quando siamo alle prese con la pseudo-pandemia, tutto è cambiato e nulla sarà più come prima, ma non a causa del virus o del vaccino o del green pass. Questi sono gli effetti. Il vero cambiamento sta nel fatto che siamo chiamati a schierarci: per la Verità o per la menzogna.
È vero, è proprio come in guerra, e forse molti di noi – noi cresciuti con l’idea che la guerra ci fosse del tutto estranea – mai avrebbero immaginato di dover sperimentare una simile situazione. E invece eccoci qui. E sottoscrivo quanto dice Massimo Viglione: prima, grande carità è la scelta della Verità. E aggiungo che anche la più alta forma di misericordia, al punto in cui siamo, è smascherare la menzogna. Tutto ciò, ovviamente, se abbiamo una visione soprannaturale della nostra esistenza. Se invece riduciamo la realtà al qui e ora, alla sola carne, alla sola fisiologia, siamo già esposti al condizionamento della menzogna. Che si manifesta principalmente proprio nel tentativo di ridurci alla sola dimensione materiale, impedendoci di alzare lo sguardo verso l’assoluto.
Crollano amori e amicizie, scrive Viglione, e lo sperimentiamo ogni giorno, con profonda mestizia. Ma Gesù ci aveva avvertito: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera”.
La separazione è umanamente dolorosa, ma può essere liberante. Cadono le maschere, si dissolvono le schermature che ci impedivano di vedere. Tutto, in un certo senso, è più chiaro.
Certo, i figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce. Ma i figli della luce badano al bene dell’anima e non temono di essere accusati, ingiuriati, irrisi.
Caro Massimo, cari amici, teniamoci per mano nella preghiera. Non praevalebunt. A.M.V.».
«Giunga fino a te la mia preghiera,
tendi l’orecchio alla mia supplica, Signore»
(Sal 87,3).
[*] I Triarii formavano la terza ed ultima linea della fanteria dell’esercito della Roma repubblicana. Erano i veterani che formavano l’ultima linea di battaglia nelle legioni manipolari, dietro la seconda linea dei principes.
«I Triarii erano quei reparti dell’esercito romano pronti a intervenire nel momento terribile di una battaglia al fine del rovesciamento delle sorti negative. In tal senso, si può considerare Triario chiunque, avendo compreso l’immensa crisi che stiamo vivendo in ogni istituzione e a ogni livello, si voglia impegnare per salvare quanto ancora di buono rimane e restaurare l’ordine sovvertito. La nostra Confederazione vuole essere uno strumento operativo in tal senso.
Ma siamo pochi…
Se non fossimo pochi, il mondo andrebbe bene… Ma questa non può essere ragione di scoraggiamento o vile fuga dalle proprie responsabilità. Chi ha avuto la grazia di capire, deve agire. Secondo le proprie possibilità, seguendo chi già da molto tempo agisce con buon senno e costanza (e anche con onore, direi, per tornare a usare un concetto troppo dimenticato, oggi) e soprattutto chi dimostra di aver compreso a fondo gli eventi attuali e le loro cause passate. Solo costoro, infatti, possono guidare gli altri, in questa immensa tempesta collettiva, nel servizio al Vero, al Giusto, al Buono, al Bello. E alla Tradizione religiose, civile e culturale degli Italiani.
Nessuno che oggi comprenda quanto avviene può tirarsi indietro, ne risponderebbe, in caso contrario, a Colui che può sovvertire l’intero corso della storia in ogni istante e che solo chiede la nostra piccola – inutile, certo, ma per Lui ineliminabile – partecipazione, proprio come la Grazia richiede la natura.
Ogni grande evento e cambiamento della storia, nel bene come nel male, è stato procurato da élites intelligenti, lucide e coraggiose. Questo vale sempre, ancora oggi, anzi oggi più che mai, visto che viviamo, con ogni evidenza, alla vigilia di un crollo generale come mai si è visto nella storia.
Accettare supinamente, oggi, la devastazione della Chiesa, la distruzione della famiglia naturale e della morale pubblica, la perversione dell’infanzia, l’invasione dell’Italia con la sostituzione etnica degli italiani, la schiavitù monetaria e usuraia imposta dalle finanza internazionale, senza reagire, trovando scuse dietro concetti come “moderazione” e “tolleranza” et similia, vuol dire divenire complici di tale devastazione e sovversione dell’intera società umana, dell’Italia e anzitutto della Chiesa stessa.
Le forze della dissoluzione, come prima arma di distruzione, proprio il nostro disinteresse e le nostre divisioni interne. La Confederazione dei Triarii vuole anzitutto essere un tentativo di superare tali endemiche debolezze» (Massimo Viglione).