Brigata Zan scatenata. Gli anti-odio con la bava dell’odio alla bocca mettono alla gogna chi non vuole il bavaglio

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Uno spettacolo stupefacente, per cui chi lotta, a suo dire, contro il diritto all’odio lo secerne quasi fosse miele, con certezza di plauso mainstream, da attico a attico. I giallorossi coprono di insulti chi si è opposto a Disegno di legge Zan. «Impostori professionisti, vili, miserabili, ignobili, vigliacchi, incivili, orribili, retrogradi e vomitevoli»: così politici e giornalisti progressisti hanno definito i senatori che hanno fermato il provvedimento in Aula. E il rispetto del Parlamento?

Se la votazione al Senato di mercoledì fosse servita a far entrare in vigore un Ddl simmetrico a quello Zan, e non semplicemente a bocciarlo, un sacco di gente finirebbe in galera. Se cioè fosse passata una norma-specchio dove si punissero i reati d’odio e la discriminazione razziale contro chi difende i diritti della famiglia, ci sarebbe molto lavoro per i tribunali. Meglio di no, non va bene lo Stato etico, qualunque etica proclami come assoluta.

Resta questo spettacolo indecente. Cos’è infatti se non semina di rancore ed eccitazione alla guerra civile per ora mentale e verbale questa cascata irrefrenabile di insulti, senza contraddittorio, tirata addosso a chi in Parlamento ha bloccato una legge che giudicava tragica per gli italiani?

Finché il clima agonistico era ancora acceso (la politica è lotta, guerra talvolta, dunque anche tattica, con l’uso di meccanismi regolamentari dei quali sono stati maestri i radicali) si sperava che questa tracimazione di ira funesta fosse un moto istintivo e scusabilissimo. L’animo umano, a prescindere dalla sua visione del mondo e dalle appartenenze spirituali, è fatto così. Non siamo rettili, abbiamo tutti il sangue caldo. Ovvio e persino bello che il centrodestra festeggi per aver battuto il centrosinistra in una questione dove ci sono di mezzo idee cardine sull’essenza della società e dei suoi modelli, con l’avvento di una legge dove si obbligano scuole e comunità a propagandare l’ideale di una sessualità liquida, quale valore fondativo della vita comune.

È stato meno bello, d’accordo, ma altrettanto naturale che l’entusiasmo si sia fatto beffardo. È stata una reazione del tipo pan-per-focaccia allo scherno e al rifiuto sprezzante di dialogo sulla proposta del centrodestra e di Italia Viva di approvare tutti insieme uno Zan emendato dal suo guscio ideologico, mantenendone le misure e le punizioni esemplari contro le discriminazioni e le aggressioni transomofobiche, ancorché già sanzionate dalle leggi vigenti.

Da Pd, M5S e Leu era plausibile l’atteggiamento uguale e contrario. Il viceversa fa parte della vita. Accidenti un po’ di decoro, almeno una briciola di ipocrisia almeno verso sera, dopo essere usciti dagli spogliatoi. Niente da fare. È stato gettato di tutto in testa agli anti-Zan.

Nessuno ha riproposto le ragioni per cui quel Ddl andava approvato così com’era. Non è stato risparmiato nulla alla fantasia dell’odio. Mattia Feltri nel suo “Buongiorno” ha elencato le definizioni distillate con cura sulla faccia degli avversari del Ddl Zan da parlamentari, giornalisti e intellettualità varia: “Vigliacchi, miserabili, incivili, ignobili, orribili, retrogradi e vomitevoli”. Ha dimenticato solo il ricatto televisivo delle lacrime, in posa da vittime dell’ideale calpestato dai barbari.

Il 28 ottobre si è ripetuto, sin dal primo mattino, lo show dello scotennamento. Uno spettacolo stupefacente, per cui chi lotta, a suo dire, contro il diritto all’odio lo secerne quasi fosse miele, con certezza di plauso mainstream, da attico a attico. Un esempio, anzi tre.

Le prime pagine di tre quotidiani del 28 ottobre 2021, tutte dedicate al voto in Senato sul Ddl Zan. Mercoledì il provvedimento è stato affossato con 154 sì, 131 no e 2 astenuti.

1. Il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, sentenzia: “Salvini e Meloni, come spesso capita, sono due impostori professionisti nella disciplina della finta difesa della libertà”. Poi finisce per dar ragione ai timori dei reprobi, quando fa sua la tesi del “senatore” (sic, in realtà è deputato) Zan secondo cui la legge bocciata aveva lo scopo di “instillare nelle persone un atteggiamento di prudenza”. Instillalo a ‘soreta, direi a Cerasa, a Zan e a chi pretende di inocularci un vaccino obbligatorio per legge, preparato dal big pharma ideologico Lgbtq+.

2. Giuseppe Provenzano, vice di Letta, nel Pd, già noto per voler estromettere dall’“arco democratico e repubblicano” Giorgia Meloni. Insiste sul concetto e lo peggiora, accomunando nell’espulsione dal consesso civile Berlusconi. Dice: “Forza Italia è sempre più subalterna una destra estrema che c’è in tutta Europa, che si nasconde dietro valori come la famiglia, ma che vuole colpire l’uguaglianza delle persone e la loro dignità… dovrebbero vergognarsi”. Colpire la dignità delle persone? Ma come ti permetti? Non è una polemica politica questa, ma uno sbudellamento delle anime altrui da parte dei guardiani del bene.

3. Il titolo a tutta prima pagina della Stampa: “Il Parlamento dei diritti negati”. Uno slogan tremendo, elaborato a freddo, il tono è quello dell’oggettività più pura, mentre con la forza del serpente a sonagli si morde sul collo la buona fede di chiunque non sposi le tesi del gruppo Gedi. Ehi, caro Massimo Giannini, un po’ di rispetto per chi la pensa diversamente e vota in segreto secondo coscienza, no? O gli avversari dello Zan, come le donne secondo Aristotele, non ce l’hanno? Voi di certo ce l’avete, ma forse è cattiva.

Questo articolo è stato pubblicato ieri, 29 ottobre 2021 su Libero Quotidiano.

Postilla

«Io ‘sto DDL Zan proprio non lo capisco: c’è discriminazione sociale verso chi ha orientamento omosessuale? Per caso non possono lavorare? È interdetto l’esercizio di funzioni pubbliche? Non possono essere preti o cardinali? Non possono essere dirigenti, politici, calciatori, cantanti, attori, magistrati, medici, professori…??? Ci sono cartelli che vietano loro di andare al cinema, a teatro, in palestra, piscina, chiesa, ristorante, lavoro…??? È vietato loro di camminare in pubblico per mano o esprimere liberamente le proprie opinioni? NO! E allora di cosa stiamo parlando? Cecchi Paone si sente discriminato perché non è passato il disegno di legge… Per cosa? Ormai chi è omosessuale, minoranza rispetto alla norma etero, si arroga più diritti di chi non condivide le stesse scelte. Ci mancava che passasse il reato di opinione!!! E che l’istruzione dei bambini fosse volta a radicare l’idea che omosessuale e bisessuale è meglio che etero, e che indipendentemente da cosa sei, puoi sempre “sentirti” il contrario… Nell’antica Grecia era normale, ma chi ci andava di mezzo erano proprio bambini indifesi… Ci sono ben altri diritti lesi e non normati!» (Francesco de Zen).

Foto di copertina: la gogna, uno strumento di punizione corporale costituito da un palo di legno e da un telaio fissato su una piattaforma rialzata di diversi metri da terra. La testa e le mani dell’autore del reato sono state infilate nei fori del telaio (così come i piedi) in modo da essere tenuto saldamente ed esposto di fronte ad esso. In una forma più complicata dello strumento, il telaio consisteva in un cerchio di ferro perforato che poteva fissare la testa e le mani di più persone contemporaneamente, ma, nella forma comune, era in grado di trattenere solo una persona.

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