Ddl Zan mazziato? Libiamo ne’ lieti calici, prosit, cin cin

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Bloccato ieri l’iter parlamentare del Ddl Zan. Una decisione non scontata che ridà coraggio ai tanti che fronteggiano con coraggio (a scuola e nella Chiesa ad esempio) la sovversione antropologica. Dopo l’articolo di ieri [Il liberticida Ddl Zan bocciato in Senato. Vittoria delle Famiglie italiane, che respingono l’assalto arcobaleno Lgbtqi+ nelle scuole] ci ritorniamo con alcune considerazioni in merito. Brindisi, Malpezzi. Maiorino, Concita De Gregorio, Pro Vita & Famiglia Onlus, Congregazione per la Dottrina della Fede…

«Il cosiddetto Ddl Zan va in archivio. E non è un bel giorno per la società italiana». Ma, sbotterà più d’uno, che cosa scrivete? «Non è un bel giorno»? No… rassicuriamo: abbiamo semplicemente riprodotto l’incipit dell’editoriale avveniristico (ça va sans dire “dialogante”) di stamattina. C’è naturalmente secondo noi un “non” di troppo. Perché per noi è un bel giornoanzi fantasticoFesteggiamo in pompa magna e ci uniamo di cuore e di ragione all’esultanza sfrenata registrata nell’Aula del Senato, com’è normale succeda quando Davide abbatte il Golia politicamente e culturalmente totalitario.

A noi non interessano i motivi per cui una maggioranza di senatori (sicuramente più ampia del previsto) ha pigiato sul tasto giusto, approvando le proposte di Lega e Fratelli d’Italia di bloccare l’esame degli articoli del Ddl Zan: importa che 154 senatori l’abbiano fatto, costringendo alla ritirata invereconda anche la gioiosa macchina da guerra di una sinistra che ha voluto schiantarsi sullo scoglio arcobaleno. Perciò libiamo ne’ lieti caliciprosit, cin cin per l’affossamento de facto per questa legislatura (avviata ormai alla conclusione) del Ddl Zan, il cui esame potrà essere ripreso solo tra sei mesi in sede commissionale e ripartendo ab ovo.

Ieri mattina davanti a Palazzo Madama l’affossamento non era dato per scontato… si faceva la conta… e questa fedelissima non è ancora in aula e quest’altro piddino potrebbe approvare… questione, si pensava di pochi voti di differenza… e si prefiguravano scenari alternativi con la prosecuzione dell’esame del Ddl… e si calcolava il tempo per illustrare ognuno dei mille emendamenti … in ogni caso sarebbe andata avanti ancora per mesi…

Ma tutto questo bailamme di previsioni è stato spazzato via all’ora di pranzo dal vento gagliardo del voto in Aula: 154 sì al blocco del Ddl Zan, 131 no, 2 astenuti. Ora quello che si offre sul ring del centro-sinistra è un vero spettacolo: volano stracci, mazze da baseball, botte da orbi… e poi che delizia constatare i lamenti delle prefiche turiferarie del Media unico… sono tramortite, depresse, fanno le vittime, strillano che l’Italia è maglia nera in Europa… a tale proposito chissà se le von der Leyen e i Sassoli si metteranno in gramaglie, lacrimatoio alla mano. E poi… i cattofluidi si sentono rintronati come se fossero stati centrati da un gancio micidiale…riavutisi a stento, balbettano di dialogo… migliorare il Ddl, ammorbidirlo, togliere qualcosa… insomma i soliti che vorrebbero spalmare vaselina dappertutto…

Dal dibattito in Aula

Del dibattito in Aula ci piace evidenziare qualche passo (disperatamente) strappalacrime degli ultimi interventi, prima del voto finale, di Simona Malpezzi (Capogruppo Pd) e Alessandra Maiorino (Vicepresidente vicario del gruppo M5S).

Simona Malpezzi: «Chiaramente ciascuno è libero di votare come vuole, ma mi chiedo cosa racconterete ai vostri figli quando gli direte che avete votato contro una legge che andava a tutelare le persone che sono oggetto di crimini d’odio. Cosa direte a loro? Il mondo fortunatamente non si ferma dentro quest’Aula. C’è un Paese fuori, ci sono i nostri figli, che sono mille volte più avanti di noi. Per i nostri figli questa legge è addirittura vecchia; loro sono oltre e guardano alla politica sperando che la politica dia dei segnali».

Alessandra Maiorino: «Signor Presidente, un giorno i nostri figli, i nostri nipoti o forse i nostri pronipoti, sfogliando gli annali delle sedute di questo Senato e giungendo alla discussione odierna, rimarranno sbigottiti. (…) I vostri figli e le vostre figlie, un giorno, vi si rivolteranno contro: perché voi non li avete capiti, perché loro sono molto più avanti di voi».

Lacrime “progressiste”, cin cin.

Concita De Gregorio: un nome, una garanzia che i radicalchic non muoiono mai

Non possiamo poi non segnalare l’incipit del commento apparso stamattina sul prodotto cartaceo e online maestro nel linciaggio mediatico (altrimenti conosciuto come Repubblica) firmato dalla nota Concita De Gregorio (vedi anche QUI).

Scrive la pianista mancata, in riferimento ai senatori che hanno bloccato il Ddl Zan, certo incantata dalle melodie vittimistiche intonate in Aula dalle citate Malpezzi e Maiorino: «Si vede che non hanno figli né nipoti adolescenti, i senatori che applaudono come se fossero in tribuna vip alla partita. Si vede che non camminano per strada, non escono la sera, non hanno YouTube, non vedono video musicali, nemmeno una volta un X Factor per sbaglio, niente»Ma com’è perspicace la Concita… Lei sì che capisce il mondo sprofondata nei soffici divani del suo comodo osservatorio «di una sinistra elitaria e radical chic che vuole sempre dare lezioni» (copyright Nicola Zingaretti)!

L’affossamento del Ddl ridà coraggio ai tanti che contrastano quotidianamente l’imposizione del pensiero unico in materia antropologica. È possibile ancora bloccare i tentativi in tal senso

Il blocco del Ddl Zan – un disegno di legge, come abbiamo scritto tante volte, liberticida, antropologicamente sovversivo, socialmente devastante – ha un’altra conseguenza immediata: ridà coraggio a chi nel contesto italiano lotta quotidianamente e spesso eroicamente (ad esempio nella scuola, ma anche nella Chiesa) per far fronte all’assalto della nota lobby che vuole imporre nella società il pensiero unico in materia di nuovi diritti.

È psicologicamente un sostegno fondamentale: il voto del Senato di ieri dimostra che, pur tra tante difficoltà, è ancora possibile bloccare l’indubbia avanzata dei “nuovi diritti” (leggi: il trionfo dell’individualismo più sfrenato). È possibile… è possibile!

È chiaro altresì che bisogna restare sulle barricate: il voto del Senato è stato un fatto di grande importanza, ma è “solo” una battaglia vinta. Se ne annunciano altre di peso rilevante ad esempio sul fine vita e sulla droga; e nel contempo la nota lobby arcobaleno non rinuncerà certo a utilizzare ogni strumento possibile (compresi quelli giudiziari) per far avanzare comunque la sua causa.

Un grande grazie ai tanti senatori del centro-destra e a quelli (in numero minore, ma decisivi) del centro-sinistra che hanno contribuito con il loro voto a una scelta importante di civiltà. Un grande grazie a tutti coloro che nel Paese hanno lavorato con passione, senza risparmio di energie, con intelligenza e razionalità perché ciò avvenisseIn particolare alla associazioni del Family Day e a Pro Vita & Famiglia Onlus.

Un riconoscimento prezioso per Pro Vita & Famiglia dalla Congregazione per la Dottrina della Fede

L’associazione di Toni Brandi e Jacopo Coghe, tanto attiva quanto continuamente vilipesa dai turiferari del pensiero unico, ha per l’occasione incassato un riconoscimento importante (di cui anche i cattofluidi dovrebbero per una volta prendere atto): una lettera del primo ottobre della Congregazione della Dottrina per la fede. Firmata dal sottosegretario Don Matteo Visioli, essa dà riscontro di una lettera di Toni Brandi (inviata il 10 luglio scorso a nome di Pro Vita & Famiglia), in cui si evidenziavano i temi antropologici d’attualità nel dibattito italiano. Nella risposta il Sottosegretario (ma è impensabile che i contenuti non siano stati approvati dai superiori) rileva inizialmente: «In primo luogo, vorrei ringraziarLa per il lavoro ed il contributo che Pro Vita & Famiglia Onlus svolge in favore ed a difesa della vita, dal concepimento al suo termine naturale, e a vantaggio di una vera cultura della famiglia»  (NdR: “una vera cultura della famiglia”… interessante quel “vera”… ce n’è anche una che forse non è vera… quale? Di chi?  Magari in ambito ecclesiale?).

Più oltre, riferendosi alla domanda sul Ddl Zan, Don Visioli scrive: «Ella potrà rinvenire una risposta nel Magistero ecclesiale al riguardo. Ad es. nell’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia di papa Francesco, al n.56, vi è una chiara riprovazione dell’ideologia del gender, sulla quale il Santo Padre è ritornato in numerosi altri interventi (…)».

Così concludendo: «Infine, circa le altre due domande relative al comportamento dei fedeli e dei politici cattolici davanti a progetti di legge simili a quello da Lei citato, oltre alla “Nota dottrinale di questa Congregazione circa alcune questioni riguardanti l’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica”, sarà senz’altro istruttivo riprendere quanto riassunto nei numeri 73 e 74 della Lettera Enciclica “Evangelium vitae” di San Giovanni Paolo II».

Cari cattofluidi, ce n’è abbastanza per andare per un mese il pranzo di traverso. Vi basterà una dose giornaliera di Maalox per attenuare il mal di pancia? Ne dubitiamo fortemente… in ogni caso, in farmacia di Maalox ne troverete a gogò!

Questo articolo è stato pubblicato dall’autore oggi sul suo blog Rossoporpora.org.

Postscriptum

«E gli idranti?» (Marco Tosatti @MarcoTosatti – Twitter, 29 ottobre 2021). E qui neanche manganellate?

«Vorrei ricordare ai modaioli difensori della legge Zan in lutto che gli omosessuali sono PERSONE. Per-so-ne. Vanno considerati come PERSONE e non come gay. E le leggi che puniscono maltrattamenti, violenza privata e altri delitti, poste a tutela delle PERSONE, esistono già» (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter, 29 ottobre 2021).

«E meno male che i no green pass erano quelli che incitavano all’odio. Direi che basta leggere un po’ di messaggi di chi voleva l’approvazione del Ddl Zan per capire che in realtà i no pass erano delle educande» (Claudio Borghi A. @borghi_claudio – Twitter, 29 ottobre 2021).

«Io non ho partecipato al voto. D’altronde, non mi hanno ascoltato quando dicevo che il testo era nato vecchio, che andava modificato. Non hanno ascoltato l’unico gay dichiarato del Senato. Non hanno ascoltato nemmeno Letta quando auspicava la condivisione. L’ho detto e ridetto che Zan non è Mosè e quel testo non è quello del dio dei gay. Questo modo di procedere, anche da parte del Pd, senza ascoltare, senza accettare un contributo, è stato omofobo». Adesso il Senatore Cerno del PD va accusato di omofobia?
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