L’Angelus. Il ricordo di papa Luciani a trent’anni dalla morte e l’annuncio della visita a Pompei

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Un impareggiabile catechista, capace di farsi amare dalla gente e di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani. È il profilo di papa Giovanni Paolo I tratteggiato da Benedetto XVI, a 30 anni esatti dalla morte. All’Angelus domenicale, il pontefice ricorda soprattutto l’umiltà di papa Luciani, che ”può essere considerata il suo testamento spirituale”. ”Grazie proprio a questa sua virtù, – dice – bastarono 33 giorni perché entrasse nel cuore della gente”.

Una semplicità che veicolava un ”insegnamento solido e ricco”, unito ad ”una memoria eccezionale” e a ”una vasta cultura”. Seguono i ricordi delle poche udienze generali del pontefice: “Dobbiamo sentirci piccoli davanti a Dio, disse. E aggiunse: “Non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato” (ivi, p. 49)”. “Queste parole – spiega Benedetto XVI – mostrano tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani”.

Al termine, il papa ha ringraziato la comunità di Castel Gandolfo, alla vigilia del suo rientro in Vaticano. Nelle sue parole, il saluto alle autorità civili e religiose e la gratitudine a Dio per l’estate appena trascorsa. “Ringrazio il Signore – ha detto – per tutti i doni che mi ha concesso in questo tempo. Penso in particolare alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney, al periodo di riposo trascorso a Bressanone, alla visita in Sardegna e al viaggio apostolico a Parigi e Lourdes; e penso alla possibilità di soggiornare in questa casa, dove posso meglio riposare e lavorare nei mesi più caldi”.

L’Angelus si è concluso con l’annuncio del pellegrinaggio mariano a Pompei, il 19 ottobre, e i saluti, compreso quello ai fedeli polacchi che oggi festeggiano la beatificazione di padre Michał Sopoćko, confessore e guida spirituale di santa Faustina Kowalska. “Questo Servo di Dio – dice il papa – si fece conoscere come zelante sacerdote, educatore e propagatore del culto della Divina Misericordia. (…) Per questa beatificazione si rallegra, nella casa del Padre, il mio amato Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II. È stato lui ad affidare il mondo alla Divina Misericordia e per questo ripeto a tutti il suo augurio: “Dio ricco di misericordia vi benedica!”.

Il testo integrale

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