La tenerezza della Comunione con le mani giunte – Parte Prima: “Com’era, come sta diventando e la Comunione Spirituale”

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Prenderò in prestito l’incipit con cui il dottor Angelicus, San Tommaso D’Aquino, iniziava le Sue lezioni: “Questa è una mela. Chi non è d’accordo può andare via” per dire che alla fine ce l’hanno fatta! Sì! Ci hanno cacciato dalle chiese! Ci fu un tempo in cui lo Stato, la Chiesa e gli abitanti della Nazione sembravano costituire un’unica Famiglia. Era il tempo in cui qualsiasi problema capitasse, si sapeva di potersi vantaggiosamente recare in un luogo intimo ed anche fisico, in cui andare a riversare i propri affanni. Dove?

Come dove? Lì, davanti al Tabernacolo! Sempre posto in bella vista al centro dell’Altare Maggiore (“Non separate il tabernacolo dall’altare” ebbe a dire Papa Pio XII), con tanto di fiammella laterale attiva ad indicare la Presenza Viva, Attenta, Generosa e Amorosa del nostro Redentore, in attesa di noi.

Non era difficile, allora, intravedere in talare (quell’abito che come il suono delle campane ricorda al mondo che non crede, che non spera e che non ama, che: Dio esiste!), sacerdoti inginocchiati in preghiera, rosario in mano, interrompere volentieri il santo dialogo, per disporsi su richiesta, ad eseguire quelle corpose e limpide confessioni, che colpivano chiaramente e duramente il peccato, mentre il peccatore veniva preso a cuore, seguito, accompagnato e indirizzato sulla via sicura della salvezza.

Com’era bello sapere di avere una guida competente nella sfera spirituale e un esempio a cui fare riferimento nel momento del bisogno! Veniva facile obbedire a quei pastori, anche quando essi ci ordinavano atteggiamenti e stili di vita, contrari ai viziati usi e costumi che in confessione avevamo manifestato, accusandoci.

E, la domenica, la celebrazione della Santa Messa in cui il sacerdote spezzava la Parola di Dio e il Suo Corpo, per nutrirci di ciò che non transita giacché eterno, eseguita con tale regolarità e devozione da sentirsi diventare, al parteciparvi, stabili come sulla roccia, anche rientrando a casa.

Rivolto ad oriente, spalle al popolo, il Ministro del Sole si immolava sul Calvario, Ipse Christus, come canale di Grazia del Sacrificio Perpetuo a beneficio proprio, del mondo intero e trapassato, a cui ci faceva partecipi comunicandoci, in ginocchio e sulla lingua, il Santissimo Sacramento, dopo averci nutrito di corpose e cristocentriche omelie, piene d’amore e di dettagli teologici e pratici sulla Persona e Divinità di Gesù Cristo. Il catechismo, e non la politica, la faceva da padrone.

In quelle occasioni alle donne era permesso anche di versare senza imbarazzo qualche lacrima, dato che l’uso diffuso è consueto del velo muliebre, segno di sottomissione allo Spirito Santo, si faceva difensore e custode di quelle lacrime che, lateralmente, come barriera ad indiscrezioni altrui, segretava. Tutto era così intimo, delicato, riservato, profumato di incenso e di sacro e così è ancora oggi nelle Messe vetus ordo, che si avviano ad abolire! Ma non ci riusciranno mai e in futuro ne vedremo le ragioni.

Nelle Messe novus ordo, invece, alla sopravvivenza delle quali la gerarchia ecclesiastica tiene molto, accade di tutto: accade tutto tranne quello che ha a che fare con la Volontà Dio.

È diventato impossibile ormai riconoscersi in questa chiesa moderna che sembra una navicella alla deriva, guidata più da Caronti che da Santi! Piuttosto è evidente che questa chiesa non è vera, non è utile e che è dannosa, quando non traumatizzante, per la fede. Dispiace evidentemente a Cielo e Terra la rarefazione delle presenze, quasi desertificazione delle chiese.

Ma come si poteva soprassedere alla violenza esercitata sullo spirito (“Quando avrete modernizzato la Chiesa, chi era dentro uscirà e chi era fuori non entrerà”, affermò Papa Pio X), che condisce senza tregua le moderne Celebrazioni Eucaristiche dove, contro ogni diritto di Dio e della Sua creatura, i più dei consacrati impongono pratiche sanitarie al posto delle pie, come conditio sine qua non per la partecipazione al sacro rito?

E l’abominevole pratica della Comunione sulle mani? Sì: impongono la comunione sulle mani, quindi obbligano il fedele ad oltraggiare Cristo Stesso e ad infrangere il 1° Comandamento. (Eppure l’Aquinate disse che solo le cose consacrate possono toccare l’ostia e che le cose consacrate sono: il calice, il corporale e le mani del sacerdote).

Non solo. Vietano di inginocchiarsi in chiesa: in certi casi con tanto di cartello esplicativo, appeso sui portoni, o ben visibile alle pareti, recante la dicitura: “VIETATO INGINOCCHIARSI”. Alcune volte, nei casi di resistenza o recidiva, i guardiani del “sars bau-bau”, allo scopo di risultare più persuasivi agli occhi dei detrattori psico-pandemici, cercano ausilio nella minaccia di appellarsi alla forza pubblica. In certe chiese il problema viene risolto alla radice, attraverso l’eliminazione dei banchi, a loro volta sostituiti con sedie, sistemate a quella “perfetta distanza di sicurezza” che sappiamo.

Ma chi sono veramente questi ecclesiastici che stabiliscono ed impongono che in chiesa si faccia ciò che non si deve fare, che non si è mai fatto e che è contrario alla Volontà di Dio, degli Angeli, di Maria SS e di tutti i Santi?

Chi sono veramente costoro? Non hanno sentito essi la vocazione? E da chi è stata giudicata valida? Non hanno frequentato i seminari? Chi li ha istruiti? Su quali testi si sono preparati? Non sono stati consacrati?  E allora come è possibile che questo clero del III millennio non sappia: che la chiesa è l’ospedale dell’anima; che il Direttore Sanitario è Gesù Cristo; che deve essere in unione col Suo Vicario; che esiste un Catechismo; che la confessione è la condizione assoluta per lo stato minimo di dignità; che in chiesa si sta in ginocchio, come Maria sotto la Croce; e che la Comunione va data sulla lingua, fatto salvo l’indulto nei casi eccezionali come stabilito?

Come sia possibile non lo sappiamo, ma sappiamo che non prenderemo ordini incondizionatamente, da questo clero ambiguo, in certi casi palesemente prostituito.

Ma i sacerdoti rimasti fedeli al Maestro e alla Missione ci sono? Certo, che ci sono! Come potrebbe Gesù l’Altissimo, l’Onnipotente, Re della Carità, Freccero d’Amore, sempre intento nel Tabernacolo a costruire dardi, mancare il bersaglio dei cuori dei Suoi Ministri che diffonderanno il Suo Verbo e consacreranno il Suo Corpo e il Suo Sangue Preziosissimo fino alla fine dei tempi come da Lui stabilito con il concorso e l’approvazione del Padre e dello Spirito Santo? (e anche se c’è qualche autorevole incompetente in materia che sostiene che le Persone della SS Trinità sono in lite tra loro, sappiate che è falso come il cinghiale bianco!).

Certo che ci sono, ma sono così in contraddizione con la moda dei tempi che sono malvisti: alcuni addirittura scomunicati come eretici!

Ma che valore possono avere queste scomuniche? Sarebbe come se Schettino, comandante della nave tristemente nota per essersi schiantata sugli scogli, bocciasse Amerigo Vespucci all’esame di nautica. (mi scuso, se viene da ridere!).

Ai sacerdoti che Gesù vede già nella Gloria, Egli si manifesta all’improvviso, come un ladro di notte, per recuperarli, ristabilire in loro l’ordine della Fede, della Speranza e della Carità, e liberarli dalla dittatura della menzogna, che li vorrebbe, quali primizie, prede e vittime.

Avete saputo, ad esempio, come si è comportato Gesù col don colombiano di Bogotà, del quartiere di Claret? Ve lo racconto: è accaduto, intorno alla metà del febbraio appena trascorso, che il 33enne padre Fredy Leonardo Herrera Fuentes, durante la celebrazione della Santa Messa, un attimo prima di iniziare l’omelia, ebbe all’improvviso la visione di Gesù calpestato dai fedeli che prendono la comunione in piedi e sulle mani, provando sul suo corpo il dolore dello schiacciamento e nel cuore quello dell’offesa da piegarsi in due di fronte all’ambone, singhiozzante e in lacrime. Risollevatosi a fatica, mentre la platea versava in un silenzio interrogativo assordante, sempre singhiozzando, dal microfono proclamò: “Da oggi in poi in questa chiesa la Comunione verrà distribuita solo sulla lingua e in nessun altro modo. Perché Dio è vivo nell’ostia”. Vedete su YouTube quello splendido miracolo di consapevolezza divina e folgorazione [QUI].

Sono interventi del Salvatore, lanciati in quelle occasioni in cui non si abbia tempo di fare calcoli. Egli confida evidentemente nel fatto che un numero sempre più ampio di anime sappia che la Comunione sulle mani non corrisponde alla Sua Volontà, anche se la permette. Ma chi Lo ama non può non sapere che: un conto è ciò che Dio permette. Un conto è la Sua Volontà.

Ci sono anime, tra voi che leggete, che intendano quanto deve soffrire Gesù di vedersi oltraggiato nell’abominio della Comunione in mano, se cadono inevitabilmente frammenti di particole, regolarmente calpestati dai fedeli in coda, da portarli da sotto le scarpe chissà dove? Si sappia che su questo barbaro costume Gesù confidò alla mistica tedesca Justine Klotz le seguenti parole di minaccia: “Se non interromperete questo abominio, permetterò che la terra non produca mai più alcun frutto”. Mentre, tra le parole dei santi, colpiscono su tutte quelle di Madre Teresa di Calcutta: “Fra i tanti mali presenti nel mondo, nessuno mi rende tanto triste, come vedere la Comunione afferrata con le mani”.

Oh, anime che avete saputo: astenetevi dal toccare l’Ostia Santa con le vostre mani! Preferite la Comunione Spirituale, che salvò la fede dei nipponici, quando in Giappone vennero vietate le Messe per due o tre secoli e che spesso nei monasteri i frati recitano ogni quarto d’ora. È in uso la seguente:

COMUNIONE SPIRITUALE

“Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.

Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’ anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.

Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che mi abbia mai a separarmi da te.

Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in sconto dei miei peccati, in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa. Credo in Te, spero in Te, Ti amo. Così sia”.

Proseguiremo l’argomento, a Dio piacendo, in un futuro prossimo, con un paio di altri interventi di approfondimento sull’Eucarestia. Intanto tenete a mente, fratelli che qui siete, che su questo tema si gioca la salvezza dell’anima propria e che la salvezza dell’anima è indipendente dalle mode!

A presto!

Cordialmente in Gesù e Maria

Veronica Cireneo

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