Prostituzione, una mostra dei missionari del Pime

Condividi su...

Sono migliaia le ragazze nigeriane sulle strade d’Italia. Le chiamano prostitute, ma sarebbe meglio dire prostituite: costrette a vendere il proprio corpo per pagare un debito assurdo, per salvare se stesse e le proprie famiglie. Sono vittime di un traffico vergognoso che dalla Nigeria all’Italia si snoda lungo le rotte di una delle peggiori schiavitù contemporanee.

Quello della tratta di ragazze nigeriane per lo sfruttamento sessuale è diventato, dagli anni ‘80 in poi, un business da miliardi di dollari, fatto sulla pelle di ragazze giovanissime, cresciute in un contesto di miseria e degrado e desiderose di una vita migliore. Vengono ingannate da promesse fittizie, dal miraggio di un altrove fatto di benessere e felicità: finiscono col ritrovarsi su una strada, costrette a sopportare i peggiori abusi, in una situazione di vulnerabilità e povertà ancora peggiore di quella da cui provengono, sradicate in un Paese straniero, spesso clandestine, senza identità né dignità.

Oggi, una mostra fotografica – con le immagini della reporter Silvia Morara e i testi della giornalista di Mondo e Missione Anna Pozzi – racconta le loro storie. Una mostra nata dal progetto della Fesmi (Federazione stampa missionaria italiana), volto a scandagliare a fondo il fenomeno in tutti i suoi aspetti – sociali, culturali, economici… – non solo per denunciare questa vergognosa schiavitù, ma anche per sostenere concretamente le esperienze positive di sensibilizzazione, prevenzione e recupero di queste giovani donne, sia in Italia che in Nigeria. Esperienze raccontate da Morara e Pozzi, che hanno compiuto un viaggio nei luoghi da cui queste ragazze provengono – Lagos e soprattutto Benin City, nell’Edo State, la capitale nigeriana di questo orribile traffico -, ma anche sulle strade italiane e nelle comunità di accoglienza, dove queste ragazze provano a ricostruirsi una vita.

La mostra – disponibile al Centro Pime di Milano e corredata dal catalogo edito dalla Emi – testimonia anche l’iniziativa promossa dall’Ufficio “Tratta donne e minori” dell’Unione delle superiore maggiori d’Italia (Usmi), guidato da suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, impegnata dal 1993 nella lotta contro la tratta di esseri umani, che all’inaugurazione della mostra ha affermato: “Multare e arrestare le prostitute è ingiusto: significa criminalizzare non i colpevoli, ma le vittime. Perché nessuna donna si prostituisce per scelta, sono tutte schiave. Togliendo le ragazze dalla strada e costringendole in appartamento facciamo un favore ai loro sfruttatori, dato che le associazioni di carità che si occupano del recupero delle prostitute non sapranno più dove trovarle”.

Free Webcam Girls
151.11.48.50