Ascoltando la voce intima sullo scopo e il significato della propria vita

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«Ex umbris et imaginibus in veritatem – Dall’ombra e dai simboli alla verità» (San John Henry Newman).

Sto pensando, questo sabato mattina, a questi amici che mi scrivono, che scelgono di tacere, di cercare la pace dentro di sé, di provare ad ascoltare quella voce sommessa e silente, che ci collega allo scopo e al significato della nostra vita. Ma, nei tempi che corrono, trovare il tempo per il silenzio interiore è un dono raro. Siamo provocati da una battaglia del tutto nuova e inaspettata, anche se si tratta dell’antica battaglia iniziato poco dopo la Creazione: la battaglia tra la Verità e la menzogna, tra il Bene e il male.

La rubrica Blog dell’Editore – che dal 20 novembre 2019 curo su Korazym.org [Capitolo contro il far da balabiòtt] – è il mio modo personale di cercare di fare la mia parte in questa battaglia, cresciuta in intensità durante la pandemia. E lo cerco di fare senza omologazioni e pensando con la propria testa.

Intanto, auguro a tutti voi di vivere una buona estate, dedicando del tempo con voi stessi, con le vostre famiglie. Sto provando di fare esattamente questo, anche se non esclusivamente in estate…

Quindi, la sospensione del Blog dell’Editore – che interrompe soltanto sporadicamente per delle questioni che ritengo impellenti e rimanendo presente su Facebook, guidato dal “caso” (che non esiste) – non è un abbandono, ma dettata da una necessità per poter recuperare le forze, in previsione di riprendere le attività in settembre. Riprenderò a scrivere qui, per cercare di portare riflessione e comprensione nelle notizie che continueranno a chiedere attenzione, sulla via della metacognizione.

Ho la mia missione

«Dio mi ha creato per rendergli un servizio definitivo. Egli mi ha affidato un lavoro che non ha affidato ad un altro. Ho la mia missione. Forse non lo saprò mai in questa vita, ma mi sarà chiaro nella prossima. Sono un anello di una catena, un legame di collegamento tra le persone. Egli non mi ha creato per nulla. Farò il bene; farò la Sua opera. Sarò un angelo della pace, un predicatore della verità al mio posto, ma non lo farò se non osserverò i suoi comandamenti. Pertanto, mi fiderò di Lui, in qualunque situazione io sia, non potrò mai essere gettato via. Se sono nella malattia, la mia malattia può servirLo, nella perplessità, la mia perplessità può servirlo. Se sono nel dolore, il mio dolore può servirlo.  Non fa nulla invano. Egli sa cosa fa. Può portare via i miei amici. Può gettarmi tra gli estranei. Può farmi sentire desolato, far affondare il mio spirito, nascondermi il mio futuro. Eppure, Egli sa cosa fa» (San John Henry Newman).

Il mio sì

«Io sono creato per fare e per essere qualcuno per cui nessun altro è creato. Io occupo un posto mio nei consigli di Dio, nel mondo di Dio: un posto da nessun altro occupato. Poco importa che io sia ricco, povero disprezzato o stimato dagli uomini: Dio mi conosce e mi chiama per nome. Egli mi ha affidato un lavoro che non ha affidato a nessun altro. Io ho la mia missione. In qualche modo sono necessario ai suoi intenti tanto necessario al posto mio quanto un arcangelo al suo. Egli non ha creato me inutilmente. Io farò del bene, farò il suo lavoro. Sarò un angelo di pace un predicatore della verità nel posto che egli mi ha assegnato anche senza che io lo sappia, purché io segua i suoi comandamenti e lo serva nella mia vocazione» (San John Henry Newman).

“Ringrazia Dio in anticipo”
(Beato Francesco Solano Casey, OFM Cap)

Ringraziare il Signore prima che qualcosa succeda è un atto di fede straordinaria. Esprimere riconoscenza in anticipo è la via di tutti i Maestri. Non aspettare che qualcosa accada per poi ringraziare. Ringrazia il Signore prima che accada. La gratitudine anticipata è la più potente forza creativa.

Rendimi obbediente

Rendimi, Signore mio Dio,
obbediente senza ripugnanza,
povero senza rammarico, casto senza presunzione,
paziente senza mormorazione, umile senza finzione,
giocondo senza dissipazione, austero senza tristezza,
prudente senza fastidio, pronto senza vanità,
timoroso senza sfiducia, veritiero senza doppiezza,
benefico senza arroganza,
così che io senza superbia corregga i miei fratelli
e senza simulazione li edifichi con la parola e con l’esempio.
Donami, o Signore, un cuore vigile
che nessun pensiero facile allontani da te,
un cuore nobile che nessun attaccamento ambiguo degradi,
un cuore retto che nessuna intenzione equivoca possa sviare,
un cuore fermo che resista ad ogni avversità,
un cuore libero che nessuna violenza possa soggiogare.
Concedimi, Signore mio Dio,
un’intelligenza che ti conosca,
una volontà che ti cerchi,
una sapienza che ti trovi,
una vita che ti piaccia,
una perseveranza che ti attenda con fiducia,
una fiducia che, alla fine, ti possegga (San Tommaso d’Aquino).

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