«Molte persone esistono, ma non hanno mai veramente vissuto». Mio amico Johan la sua esistenza l’ha vissuta. Arrivato al termine, come una bellissima farfalla uscita dal bozzolo, è tornato a casa da Dio

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“Anche se alla fine perdiamo
tutto ciò che possediamo,
ciò che conta davvero
non è mai perso”
(Elisabeth Kübler-Ross).

Ho appreso con ritardo il decesso del mio amico Johan Verplancke (Loppem, 29 september 1944 – Mortsel, 2 juli 2021). La cerimonia di addio di Johan si è svolta in intimità, ieri 12 luglio 2021 alle ore 10.30 a Mortsel (Belgio).

Johan è stato mio collega al Servizio Internazionale di Informazione di Kerk in Nood-Oostpriesterhulp (Aiuto alla Chiesa che Soffre-ACS) in Tongerlo (Belgio), di cui sono stato il Direttore a Tongerlo e a Königstein im Taunus (Germania), dal 1973 al 1984. Con lui e alcuni altri amici giovani ho fondato nel 1973 Alternatief, rivista bimestrale fiamminga per giovani intellettuali, che trattava principalmente argomenti sociali e politici, dal 1973 al 1978. “La pubblicazione ha subito un grosso handicap: la pubblicazione era troppo in anticipo sui tempi. E questa è una delle posizioni più ingrate da prendere. Chi è troppo in anticipo sui tempi, è sempre accusato di essere superato dai suoi tempi” (Paul Belien, terzo caporedattore di Alternatief).

Johan era un amico leale, uomo vero, umile, generoso e di una fede profonda, un fidato consigliere e un grande organizzatore. Uomo di poche parole, ma quelle che contano e rimangono. Gli anni che ho vissuto con lui e sua famiglia sono stati indimenticabili e le scelte fatte allora determinanti per il resto della mia vita, professionale e personale.

«Anche se alla fine perdiamo tutto ciò che possediamo, ciò che conta davvero non è mai perso.
Molti di noi si svegliano al mattino e si dirigono verso la doccia, dove laviamo via lo sporco di ieri, mentre le emozioni di ieri restano semplicemente lì.
Abbiamo tutti un Gandhi e un Hitler in noi. Lo dico simbolicamente. Gandhi rappresenta il meglio, il misericordioso in noi, e Hitler il peggio, il negativo e il piccolo. Le nostre lezioni di vita si concentrano sul lavorare su questa piccola cosa, liberarsi del negativo e trovare il meglio in noi stessi e negli altri. Le lezioni sono le tempeste della vita che ci rendono ciò che siamo. Siamo qui per guarire gli altri e noi stessi. E non si tratta di guarire in senso fisico, ma di qualcosa di molto più profondo: guarire il nostro spirito, la nostra anima. Quando parliamo di lezioni che apprendiamo, intendiamo le questioni incompiute che chiariamo. Le questioni incompiute non riguardano la morte, ma la vita, con questioni così importanti come: “Sì, ho fatto una bella vita, ma ho mai avuto il tempo di vivere davvero?”. Molte persone esistono, ma non hanno mai veramente vissuto. E cercano di non affrontare i problemi irrisolti con un’enorme quantità di energie sprecate» (Elisabeth Kübler-Ross, Lezioni di vita).

«Quando abbiamo compiuto tutto il lavoro per il quale siamo stati inviati sulla terra, possiamo mettere da parte i nostri corpi, che imprigionano le nostre anime come un bozzolo racchiude la farfalla successiva. E quando arriverà il momento potremo lasciarlo andare e saremo liberi dal dolore, liberi dalla paura e dalle preoccupazioni – liberi come una bellissima farfalla, e torneremo a casa da Dio…
La vita è come andare a scuola. Riceverai molte lezioni. Più impari, più difficili diventano le lezioni.
Se non ci fosse odio, sapremmo che l’amore è l’obiettivo più alto?
Come fanno le oche a sapere quando volare verso il sole? Chi dirà loro che stagione è? Come facciamo noi umani a sapere quando è il momento di andare avanti? Come facciamo a sapere quando andare? Come per gli uccelli migratori, c’è una voce dentro di noi, se la ascoltiamo, che ci dice altrettanto chiaramente quando dobbiamo andare verso l’ignoto.
La vita finisce quando hai imparato tutto quello che devi imparare» (Elisabeth Kübler-Ross, Il cerchio della vita).

Queste due citazioni di Elisabeth Kübler-Ross, che ho tradotto in italiano dal neerlandese, sono un omaggio a Johan. Esprimono come lui ha vissuto la sua esistenza su questa terra. Buona continuazione Johan. Ci rivedremo.

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