In sostegno della legge di protezione dei bambini ungheresi. Orbán: “L’educazione nelle scuole non deve essere in contrasto con la volontà dei genitori”

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In Ungheria recentemente è stato compiuto un passo importante per proteggere i bambini dalla distruzione della loro innocenza e dall’essere sessualizzati dalla pornografia nei mass media, dall’ideologia gender e dalla propaganda LGBTQI+ nelle scuole (ideologia e propaganda che verranno rese obbligatoria nelle scuole in Italia, se sciaguratamente il Ddl Zan dovesse essere approvato dal Senato). Ora l’Ungeria è attaccato dai media liberal di sinistra e dagli attivisti LGBTQI+ radicali nei governi e nella società laicista.

Con la consueta disinformazione sull’Ungheria, i leader dell’Unione europea, dal Presidente francese Emmanuel Macron al Primo ministro lussemburghese Xavier Bettel Bettel, fino al Presidente del Parlamento europeo David Sassoli e il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel, hanno promesso battaglia (e questo non sarebbe ingerenza negli affari di uno Stato sovrano?) contro la recente legge approvata dal Parlamento ungherese, che, tra le altre cose, mette al bando per i minori film, libri o prodotti tv con contenuti LGTBQI+.

Il Primo ministro ungherese, Viktor Orbán ha difeso la nuova legge, osservando che sotto il Comunismo in Ungheria l’omosessualità era punita per legge e “io sono un combattente per la libertà, ho difeso i diritti degli omosessuali“, ha dichiarato. Le leggi approvate dal Parlamento ungherese “non riguardano l’omosessualità”, ha sottolineato, bensì “la difesa dei diritti dei bambini e dei genitori”. “È sempre meglio prima leggere e poi parlare – ha poi aggiunto –. Le leggi riguardano il modo in cui i genitori vogliono educare i figli”. La legge “non è nell’agenda” del Consiglio europeo, ma “sono a disposizione di chiunque” voglia chiarimenti. In ogni caso, precisa, “la legge è fatta e funziona”.

Dopo la lettera di 16 Paesi europei, firmata anche dal Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, Mario Draghi, nella quale si rivendica il sostegno alla diversità e l’uguaglianza LGBTQI+, i capi di Stato e di governo hanno preso posizione anche singolarmente prima del vertice europeo. Durissimo l’intervento del Primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, secondo cui, con questa legge, “l’Ungheria non ha posto nell’Ue”. Il primo a farsi notare in questa gara dell’intolleranza, è stato il Primo ministro irlandese, Micheal Martin: “Riteniamo che la decisione dell’Ungheria violi i diritti fondamentali della Ue”. Netto anche il Presidente francese, Emmanuel Macron, che ha ribadito, anche lui sulla scia della correttezza politica unidirezionale: “I nostri valori dell’Ue si fondano sul rispetto della dignità di ciascuno. Perciò lotta contro le discriminazioni e nessuna debolezza a questo riguardo perché mettono in pericolo lo stato di diritto“. Ha poi preannunciato: “Avremo una discussione tra Stati membri, sarà franca e ferma. E mi aspetto che le istituzioni Ue, a nome di tutti e dei nostri principi, mettano in atto le procedure previste”. Il Cancelliere tedesco, Angela Merkel: “Norma sbagliata”. Poi, il Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen ha definito la nuova legge ungherese “una vergogna”, a cui Budapest ha risposto: “Le sue parole lo sono”. Il Primo ministro lussemburghese, Xavier Bettel, promotore dell’iniziativa che ha coinvolto i 16 Paesi Ue: “Dirò a Orban che le proposte che ha fatto e le leggi che fa votare sono inaccettabili. L’Europa è un progetto di pace, di tolleranza e di diritti, è triste doverlo ricordare”.

LifeSiteNews.com ha lanciato una petizione [QUI], che esprime accordo e rispetto per la volontà della nazione sovrana dell’Ungheria, attraverso il proprio Parlamento sovrano, di proteggere i propri figli dall’assalto dell’indottrinamento LGBTQI+, dalla propaganda dell’ideologia di genere e dalla pornografia. E di proteggerli dalle ingerenze esterne.

Il Ddl, approvato la scorsa settimana dal Parlamento dell’Ungheria, proibisce specificamente di mostrare materiale pornografico o contenuti che ritraggono l’omosessualità o il transgenderismo ai minori di 18 anni. Altre misure includono un registro degli autori di reati sessuali, regolamenti sull’educazione sessuale e politiche più severe contro la pornografia infantile. Questa politica merita di essere accolta come una misura proattiva contro la macchina della propaganda liberale e LGBTQI+ che sta invadendo costantemente i confini dell’Ungheria e che minaccia di abbattere del tutto la civiltà cristiana.

Quindi, fatecelo capire: se la Santa Sede fa delle osservazioni (legittime, in forza di un Concordato e la sua revisione, firmati con lo Stato italiano) su un Ddl in esame nel Senato italiano, questo significa “ingerenza”, ma non lo è quando i leader europei attaccano un Ddl approvato dal Parlamento ungherese? Quindi, al contrario di quanto Fico e compagni di merenda dicono del Parlamento italiano, quello ungherese non è da considerare “sovrano”? Il principio dei due pesi e delle due misure imposto dal politicamente corretto unidirezionale regna sovrano senza pudore e vergogna. E questo è sotto gli occhi di tutto.

“Non mi sembra – osserva Marcello Neri su Settimana News di oggi, 25 giugno 2021 – che ci siano state ondate di sdegno quando il presidente del consiglio Draghi ha mosso ben più che una critica nei confronti di Erdogan; né tanto meno, proprio ieri, quando si è fatto portavoce del severo monito dell’Unione Europea in merito alla legge ungherese sull’omosessualità. Come giustamente ricordava, l’Ungheria ha firmato documenti fondamentali dell’Unione di cui fa parte – di qui la base per una critica alla legge del governo Orban a livello di relazioni multilaterali. La disparità di trattamento sembra lasciar trasparire un duplice assioma: uno stato, tranne quello della Città del Vaticano, può criticare un altro stato; la critica è legittima quando rappresenta le nostre idee, altrimenti diventa ingerenza. Questo il rischio che si corre quando si abbandona il piano normativo degli accordi (bi- o multi-laterali che siano) che impegnano i partner firmatari”.

Giulio Meotti ha correttamente osservato che, “se diamo di matto su un piccolo paese ricchissimo di storia e di pochi milioni di abitanti è perché non tolleriamo che qualcuno ci ricordi che c’era anche un’altra strada. Abbiamo la vocazione alla terra bruciata. Non tolleriamo più dissenso culturale”. Intanto, “Orbán è il mascalzone ideale. Legittimo criticarlo, l’Ungheria non è l’Olanda. Ma dire che criminalizza l’omosessualità è da propagandisti in malafede. E la Finlandia che processa chi sostiene la visione cristiana del matrimonio? Io voglio buttare fuori dalla UE Belgio e Olanda che hanno leggi per l’eutanasia dei neonati. Poi la Danimarca, che persegue una societá ‘Down Free’. O questo è progresso e inserito nei trattati europei?”.

Il Primo ministro ungherese Viktor Orbán con il Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Viktor Orbán, il Primo ministro ungherese, ha così commentato la nuova legge ungherese: “L’attuale campagna di sinistra contro l’Ungheria è un’ulteriore prova che oggi la sinistra è nemica della libertà, perché invece della libertà di parola, vogliono la correttezza politica come definito da loro, e l’egemonia di opinione invece di un pluralismo di idee. La nuova legge ungherese non è in conflitto con nessun alto ideale o legge europea. La nuova legge ungherese afferma semplicemente e chiaramente che solo i genitori possono decidere sull’educazione sessuale dei loro figli. L’educazione nelle scuole non deve essere in contrasto con la volontà dei genitori; deve al massimo essere integrativa, la sua forma e il suo contenuto devono essere chiaramente definiti e deve essere subordinata al consenso dei genitori”.

Scott Schittl e l’intero Team di LifeSitePetitions, un progetto di LifeSiteNews.com, chiede di firmare e condividere questa petizione urgente che sostiene il governo dell’Ungheria nell’approvazione di questa misura proattiva di protezione dei bambini, che vieta la propaganda LGBTQI e la pornografia per i minori di 18 anni. Per firmare questa petizione che sostiene gli sforzi dell’Ungheria per proteggere i suoi bambini dall’assalto dell’indottrinamento LGBTQI+, dalla propaganda di genere e dalla pornografia, clicca QUI.

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