Non perdete la speranza: messaggio del Papa per l’ostensione della Sindone in tv
‘Non perdete mai la speranza’ è il messaggio che papa Francesco manderà ai fedeli piemontesi e a tutti quelli che in mondovisione assisteranno all’ostensione televisiva della Sindone, sabato 30 marzo dalle ore 17 alle ore 18.45 su RaiUno, nella trasmissione ‘A Sua immagine’, durante la liturgia presieduta dal Custode pontificio mons. Cesare Nosiglia per una proposta di preghiera e riflessione per il Sabato Santo, nell’Anno della Fede. L’iniziativa dell’Arcivescovo di Torino, in accordo con la Santa Sede, si propone come una tappa importante nel cammino di ‘nuova evangelizzazione’ voluto da Giovanni Paolo II e proseguito da Benedetto XVI anche attraverso l’indizione dell’Anno della Fede. L’evento richiama alla mente il suo ‘illustre predecente’, ovvero l’ostensione del 1973 trasmessa in diretta dal Palazzo Reale. La trasmissione si presenta molto più tecnologica, grazie anche ad una applicazione per Ipad realizzata da Hal9000 su autorizzazione della Commissione diocesana. Sarà possibile ‘consultare’ l’immagine del Telo sindonico dalla tavoletta Apple grazie alla particolare tecnologia elaborata da Hal9000, che negli anni passati ha già realizzato un’immagine della Sindone composta di oltre 1500 fotogrammi ‘riuniti’ da un algoritmo. L’applicazione è disponibile in due versioni: una a pagamento e una ‘free’, per dare al maggior numero possibile di persone la possibilità di accedere.
Durante l’ostensione, il Sacro Telo non abbandonerà mai il lettino su cui è steso, ma verrà soltanto tolto dalla teca e sollevato per renderlo meglio visibile. La Sindone resterà quindi nella tradizionale Cappella trasformata in una sorta di grande teca dove saranno garantiti tutti i parametri ottimali necessari alla sua conservazione. Il programma di Rai Uno dura un’ora e mezza, suddiviso in tre parti. La prima parte ha il suo culmine in un minuto di silenzio assoluto di adorazione di fronte al telo sindonico. Nella seconda si alternano letture di brani delle Sacre Scritture e brevi intermezzi strumentali. La terza parte è dedicata alla processione davanti al sacro lino delle persone scelte a rappresentare ogni categoria della comunità cristiana.
Per l’occasione l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha inviato un messaggio ai cittadini del territorio diocesano per questo straordinario evento mondiale: “La Sindone ci richiama come è ovvio la passione, morte e sepoltura del Signore e quindi al Venerdì Santo, giorno in cui la Chiesa ricorda e celebra la passione di Cristo. Il Sabato Santo è giorno di silenzio orante e di meditazione sulla morte del Signore, ma è anche giorno di gioiosa attesa della luce della risurrezione che esploderà nella grande celebrazione della Veglia pasquale. Ebbene, di questo duplice mistero la Sindone è testimone: essa ci riporta al buio del sepolcro ma apre anche la via per accogliere la luce che da esso scaturirà nell’evento della risurrezione. La Sindone non è segno di sconfitta ma di vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio e la violenza, della speranza sulla disperazione. Questa è la grandezza del Telo.
Quel volto dell’Uomo dei dolori che è poi il volto di ogni uomo sulla terra e le sue sofferenze, la sua morte, ci parlano di amore e di dono, di grazia e di perdono. Tutto nella Sindone parla di dolore e ad un tempo di speranza. Chi sa contemplarla con fede riceve forza e vigore per vincere ogni male e difficoltà: quel sangue che si vede ancora così chiaramente presente sul Telo è portatore non di morte ma di vita perché è attraverso quel sangue del Cristo Signore che tutti riceviamo vita su vita piena e definitiva. Il silenzio che avvolge il Sabato Santo è dunque lo stesso silenzio in cui si trova la Sindone, ma è un silenzio di attesa gioiosa e lieta che parla di futuro e non di passato, un futuro di amore e di vittoria per ognuno di noi e fonte di una letizia dunque indicibile e gloriosa. Bisogna sentire la voce della Sindone, bisogna ascoltare il suo silenzio parlante, bisogna riempire il cuore di una fede che possa trasformare la contemplazione della Sindone in canto di letizia e di alleluia pasquale”.
Secondo mons. Nosiglia la Sindone è un segno di stimolo alla Chiesa per impostare la vita sulla fede in Cristo e volgere lo sguardo a chi è in difficoltà: “dalle famiglie che hanno perso il lavoro o la casa, ai disoccupati o ai tanti giovani privi di lavoro, alle famiglie che hanno perso la casa e a tante che sono in crisi morale e spirituale; ai giovani confusi da messaggi accattivanti di evasione e disimpegno e bisognosi invece di avere una luce chiara che li guidi sulla via del futuro fatto non di sogni e promesse vane ma da progetti di responsabilità assunti in prima persona e insieme sia per quanto attiene la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata o al matrimonio, sia per un orientamento serio e motivato sugli studi in vista di una futura professione, sia sul piano del volontariato educativo e sociale. Insomma, la Sindone non deve essere un Telo chiuso che ogni tanto si svela, ma una presenza costante di riferimento per tutta la nostra Chiesa e società che ci richiama a ricuperare il senso di una città solidale dove si superano steccati e barriere di ogni genere e si ricercano cammini di cittadinanza ricchi di fraternità, di mutua accoglienza e di aiuto sia materiale che morale e spirituale”.