Papa Francesco incontra le Sorelle Povere di Santa Chiara di Paganica (L’Aquila)

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Il Santo Padre Francesco questa mattina ha ricevuto in udienza nella Biblioteca privata del Palazzo Apostolico in Vaticano le Monache Clarisse del Monastero Santa Chiara di Paganica e le ha consegnato il discorso che aveva preparato per la circostanza, di cui riportiamo di seguito il testo.
Paganica è una frazione de L’Aquila, situata a 669 metri sul livello del mare, ai piedi del Gran Sasso d’Italia, a circa 7 chilometri ad est dal centro storico, lungo la strada statale 17 bis che da Bazzano sale a Campo Imperatore passando per Tempèra, Camarda, Assergi e Fonte Cerreto, con una popolazione di circa 5 000 abitanti, risultando la frazione più grande della città, nonché di rilevante importanza economica. Il 6 aprile 2009 il centro è stato colpito da un disastroso terremoto che ha causato danni pesantissimi all’abitato, con conseguente evacuazione quasi totale. Nel 2011 sono iniziati i lavori di restauro, che hanno recuperato parte del patrimonio storico, e l’affluenza della popolazione.

Le suore clarisse di Paganica conducono una vita contemplativa di preghiera e di lavoro, immerse nella natura e nel silenzio, in una rigida clausura che si anima attraverso il contatto con il mondo esterno soprattutto in un modo: le intenzioni di preghiera. Le Sorelle Povere di Santa Chiara di Paganica “aprono” virtualmente le porte del loro monastero di clausura a chi volesse condividere con loro l’incontro con Dio. Si possono inoltrare via email delle richieste di preghiere per un proprio caro, un amico, un conoscente [QUI].

Dopo il terremoto, il 28 aprile 2009 Papa Benedetto XVI ha voluto incontrare e salutare le Sorelle Povere di Paganica nella caserma della Finanza a L’Aquila, ma lontano da flash, telecamere e giornalisti. Nel terremoto, il 6 aprile erano rimaste orfane. A morire sotto le macerie era stata la Madre Abbadessa Maria Gemma Antonucci, nata a Crecchio (Chieti), aveva 61 anni.

Poi, poco prima di Natale le Sorelle Povere di Santa Chiara sono tornate a Paganica dal Monastero di Pollenza (Macerata), dove avevano trovato ospitalità. Grazie alla solidarietà e alle loro poche risorse erano riuscite a realizzare una bella struttura in legno e una chiesa. Tornare a Paganica è stata una scelta precisa. Lo dovevano a Madre Maria Gemma. Le suore di clausura, il 20 giugno 2010 tornate nel monastero “provvisorio”, erano quasi tutte giovani, ragazze dai 20 ai 30 anni che hanno scelto di vivere per Dio nel silenzio e nella preghiera secondo lo spirito di Santa Chiara e San Francesco. Poi, il 9 marzo 2019 è stato inaugurato il monastero restaurato a 10 anni dal sisma.

Oggi le “figlie” di Maria Gemma ricordano la loro Madre come «una vera donna di Fede, impregnata dell’Amore di Dio». Nel marzo del 2009 stava ricamando una casula per una sorella che si stava preparando per la Professione Solenne dei voti religiosi. Diceva: «Questo è l’ultimo lavoro che faccio per voi, è il mio testamento» (sulla casula c’era l’immagine di un tau, simbolo francescano). Alle “sue” sorelle parlava spesso dell’eternità e della vita beata in Dio e un giorno, come ricordano oggi suor Rosa Maria e Suor Ilaria, disse: «Sento che sto per lasciarvi, ma non vi preoccupate, io vi guarderò dal cielo, vigilerò su di voi». Suor Ilaria, con gli occhi che si fanno lucidi dice: «Siamo certe che quella notte lei ha pregato per noi e ha chiesto a Dio: prendi me e lascia le altre».

Quei venti secondi sono stampati per sempre nei loro ricordi. In un attimo il monastero è crollato, scosso con enorme violenza. Oltre all’Abbadessa altre 4 suore erano rimaste sotto le macerie. La prima a uscire, dopo quasi un’ora, fu Suor Ilaria e, una a una, tutte le altre, molte gravemente ferite, salvate dal coraggio dei vicini. Il primo rifugio, nelle ore successive, fu la casa paterna di Suor Ilaria a Vigliano di Scoppito. Il 7 aprile erano già a Pollenza. Fino al Venerdì Santo, quando si svolsero i funerali di Stato, le suore più giovani sono tornate all’Aquila tutti i giorni. L’Abbadessa fu tumulata prima nel cimitero dell’Aquila e qualche mese dopo portata nel cimitero di Paganica.

L’ora Solare (TV2000), 20 marzo 2019. Il ritorno delle clarisse al Monastero. Il monastero Santa Chiara di Paganica, nei pressi de L’Aquila, riaperto pochi giorni fa, a dieci anni dal sisma del 6 aprile 2009 che ha distrutto la città. Lì le sorelle clarisse continuano a seguire la regola di santa Chiara. Madre Gemma Antonucci, l’abbadessa, è morta sotto le macerie; due suore sono rimaste ferite gravemente ma le altre ne sono uscite miracolosamente illese.

Fu proprio l’Abbadessa Maria Gemma che aveva deciso di spostare nel luglio del 1997 la sede dal Monastero della Beata Antonia, dal centro urbano in via Sassa della Città de L’Aquila a Paganica, in via San Bartolomeo 6, un posto più verde e silenzioso, più consono alla loro vita integralmente contemplativa. Nel “nuovo” monastero avevano portato anche il corpo della Beata Antonia, la loro prima Abbadessa.

La presenza delle clarisse a L’Aquila affonda le sue radici fin dal 1447, data in cui la Beata Antonia da Firenze e San Giovanni da Capestrano fondarono il Monastero dell’Eucarestia, chiamato successivamente di Santa Chiara povera. Il desiderio di questi due grandi santi fu quello di riportare le regole di San Francesco e Santa Chiara al loro primitivo splendore. Il Monastero, animato dalla Beata Antonia, splendette di santità nel rigore di una povertà vissuta fino in fondo con gioiosa letizia per amore di Cristo povero.

Numerose donne, vissute in totale fedeltà a Cristo hanno popolato il Monastero fino ad arrivare ai nostri giorni. Desiderando vivere in continua fedeltà al carisma ricevuto da Chiara e Francesco d’Assisi, rispondendo al desiderio che Dio ha messo nel loro cuore, hanno scelto di vivere la loro vita in totale adesione al Vangelo. Chiamate a rivivere il mistero di Gesù Cristo, rivolto costantemente al Padre in preghiera sul monte e che per noi si è fatto povero, casto e obbediente, hanno abbracciato:
– l’Altissima povertà in cui sperimentano l’abbandono nelle mani del Padre delle misericordie che si fa Provvidenza, riconoscendo con gratitudine che tutto è dono suo e facendo di Cristo l’unica ricchezza;
– l’obbedienza che ricerca la volontà di Dio sopra ogni cosa;
– la castità riconoscendo in Cristo l’unico vero amore;
– il ritiro contemplativo della clausura testimoniando al mondo la priorità della ricerca di Dio e dell’incontro con Lui.
Facendosi canali di Grazia per la Chiesa, la loro preghiera quotidiana vuole essere intercessione per ogni uomo, loro fratello. Come radici dell’albero attingono dalla terra la linfa per dare il nutrimento a tutta la pianta, così la loro vita nascosta in Dio, attingendo da Lui per mezzo della preghiera, permette a ogni creatura, ogni vocazione, di ricevere da Dio luce, forza, pace e ogni bene.

È proprio la preghiera che ritma la giornata delle Sorelle Povere di Santa Chiara, vissuta tra il coro, la fraternità e il lavoro. Vivono di Provvidenza, e del lavoro nell’orto e delle loro mani realizzando piccoli “gioielli” fatti a mano, dalle icone scritte con la tecnica russa e con la stampa che vengono usate anche come bomboniere per gli sposi, al ricamo.

SALUTO DEL SANTO PADRE FRANCESCO ALLE MONACHE CLARISSE DEL MONASTERO SANTA CHIARA DI PAGANICA (L’AQUILA)
Palazzo apostolico in Vaticano – Lunedì, 26 aprile 2021


Care sorelle,
sono lieto di accogliervi e vi saluto di cuore tutte e ciascuna. Vi ringrazio per il sostegno che mi date con la preghiera, e in particolare per il dono del cero pasquale per la Cappella di Casa Santa Marta, da voi decorato. Attraverso questo simbolo di Cristo luce del mondo, voi siete presenti spiritualmente alle celebrazioni che si svolgono in quella Cappella.
La vostra comunità di Paganica, frazione de L’Aquila, ha sperimentato la tragedia del terremoto del 2009, nella quale è andato distrutto il vostro Monastero, è morta sotto le macerie l’Abbadessa Madre Gemma Antonucci e altre sorelle sono rimaste ferite. Tuttavia, da quel dramma Dio vi ha fatto uscire fortificate e, come il chicco di grano che deve morire per portare frutto, così è stato anche per la vostra comunità monastica. Avete sperimentato il dolore grande, ma anche la cura amorevole del Padre celeste e la solidarietà di tante persone.
In quella notte avete perso tutto, tranne Dio e la fraternità. Da questi due punti saldi siete ripartite con coraggio. Dapprima vi siete stabilite in una struttura provvisoria e, a dieci anni dal terremoto, siete rientrate nel monastero ricostruito e restaurato. Ora la vostra comunità è fiorente, composta da dodici monache tutte giovani. Questo è il messaggio che avete dato alla gente: di fronte alle tragedie occorre ripartire da Dio e dalla solidarietà fraterna. Vi ringrazio tanto di questo!
Care sorelle, non stancatevi di essere presenza orante e consolante per sostenere la popolazione, duramente provata dalla terribile esperienza e ancora bisognosa di conforto e di incoraggiamento. L’esempio della Beata Antonia vi aiuti ad essere sempre donne povere e gioiose per amore di Cristo povero. Fedeli al carisma ricevuto da Santa Chiara e San Francesco, rispondete con generosità al desiderio che Dio ha messo nel vostro cuore, vivendo la vostra vita di consacrate in totale adesione al Vangelo.
Vi ringrazio di questa visita! Invoco sul vostro cammino la luce e la forza dello Spirito Santo e vi accompagno con la Benedizione Apostolica, che di cuore vi imparto. E, per favore, continuate a pregare per me e per tutta la Chiesa. Grazie!

Madre Abbadessa Maria Gemma Antonucci [Crecchio (Chieti), 16 settembre 1947 – Paganica (L’Aquila), 6 aprile 2009].

Lettera dalle Sorelle Clarisse di Paganica

Carissimi fratelli e sorelle,
il Signore vi dia pace!
Ormai sapete delle conseguenze disastrose del terribile terremoto del 6 aprile per Paganica, L’Aquila e numerosi territori dell’Abruzzo. Il nostro Monastero ha subito il crollo del tetto e di altre parti, compresa la Chiesa, rendendo il tutto completamente inagibile. In un istante siamo state spogliate di tutto, ma il dolore più grande è la perdita della nostra amata Madre Maria Gemma Antonucci, nostra colonna e sostegno.
Siamo vive per miracolo, salvate dalla carità e dal coraggio dei soccorritori che ci hanno estratte dalle macerie. Diverse di noi sono ferite e abbiamo la certezza che la Madre, come il buon pastore, ha dato la sua vita perché le sue pecore fossero salve.
Madre Gemma era una donna profondamente innamorata di Dio e vera Sorella Povera di S. Chiara. Negli ultimi tempi ci parlava spesso dell’eternità e della vita beata in Lui. Il Signore l’ha preparata a questo abbraccio definitivo.
Nata a Crecchio (CH) il 16 settembre 1947 da Iolanda e Guerino, ultima figlia dopo Renato e Camillo. Desiderava appartenere a Dio solo e nonostante l’opposizione netta della famiglia, entrò dalle Clarisse di Pollenza (MC) il 28 ottobre 1968 ed è stata Maestra delle novizie.
Donna laboriosa ed umile, dal sorriso schietto e caldo, amante della preghiera, aveva dentro di sé un forte spirito missionario che la spingeva ad andare incontro a chiunque ne avesse bisogno.
La raggiunge un’ulteriore chiamata di Dio quando accoglie l’appello di aiuto delle clarisse dell’Aquila ormai ridotte a sei sorelle e tutte molto anziane. È il 1994, anno centenario della nascita di S. Chiara.
Una nuova chiamata di Dio viene accolta quando in questa povertà, il nostro cappellano dell’epoca P. Gabriele Marini o.f.m., durante una Celebrazione Eucaristica, pensa alla possibilità che le sorelle possano lasciare il centro storico per trasferirsi a Paganica (frazione dell’Aquila) nel Convento dei frati, ormai chiuso, immerso nel verde e nel silenzio.
Fin dal 1447 la Beata Antonia, fondatrice del Monastero insieme a San Giovanni da Capestrano, aveva abbracciato la Prima regola di Santa Chiara, e nel corso dei secoli le sorelle ne hanno custodito il corpo incorrotto. Per tutto questo viene detto un sì fiducioso e sofferto dalle sorelle anziane.
Nel pieno abbandono nelle mani del Padre e in obbedienza alla Sua Parola che ci chiedeva un nuovo esodo facciamo il nostro ingresso a Paganica il 16 luglio 1997. In questo passaggio entra la prima giovane sr. Rosa Maria Chiara Tufaro, ora vicaria, e poi negli anni successivi, sr. Chiara Antonella, sr. Maria Giuseppina, sr. Chiara Ilaria, che si prepara alla Professione Solenne il 2 agosto, sr. Maria Laura, Professa Temporanea, sr. Chiara Francesca, novizia di primo anno, e Sandra, postulante. Anna si preparava ad entrare in Monastero il 3 maggio e desidera con forza abbracciare la povertà con noi. Infine gli altri due pilastri della fraternità sono sr. Maria Geltrude di 92 anni e sr. Maria Paola di 99 anni.
Ogni giorno di questi anni a Paganica abbiamo sperimentato i segni dell’Amore di Dio. La struttura era vecchia e aveva bisogno di grossi interventi di restauro. Non siamo riuscite ad avere finanziamenti e abbiamo fatto quanto era possibile lavorando con le nostre mani (facevamo le icone scritte e con le stampe) e sperimentando nel quotidiano la Provvidenza che mai ci abbandona, come ci diceva sempre Madre Gemma.
Donna di comunione e di relazione, pur essendo giovani ci ha rese responsabili e, larga di vedute, sapeva cogliere sempre il nuovo come lo Spirito suggeriva alla nostra fraternità, per essere segno e testimonianza in terra d’Abruzzo, favorendo incontri e veglie di preghiera.
Il terremoto, in un istante, ha spazzato via ogni cosa: gli affetti, la casa, la Chiesa, i progetti immediati per il futuro, ma non ci ha strappato la speranza e quella stessa fiducia in Dio Padre, del quale ci sentiamo figlie amate. Desideriamo ritornare a Paganica e di lì ripartire per essere una piccola luce che illumina la notte e un seme di speranza; ricostruire proprio quel luogo per il quale la Madre ha dato la sua vita fino in fondo affinché il chicco di frumento, caduto in terra, porti molto frutto e il “vaso di alabastro spezzato” continui a spargere il suo profumo.
Grazie a Madre Gemma, grazie a tutti coloro che si prodigano nello stringersi intorno a noi con la preghiera, l’affetto e la carità!
Preghiamo affinché questa Pasqua, vissuta nella carne insieme con Cristo crocifisso, porti quella vita più forte di ogni morte e che la gente dell’Abruzzo possa risorgere con Cristo dalle macerie.
Le vostre sorelle povere di Paganica
Per chi volesse contribuire alla ricostruzione del Monastero inviamo i numeri di riferimento:
Codice IBAN: IT67J0604003616000000061551
BANCA CARISPAQ filiale di PAGANICA (AQ)
Intestato al Monastero S. Chiara
Via S. Bartolomeo, 6
67016 Paganica
Conto Corrente Postale: 17740671
Pollenza, 09 aprile 2009

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