Musei Vaticani terza chiusura in un anno. Scontro tra la gestione amministrativa e la “Class Action” dei lavoratori umiliati. In alcuni casi accumulate contro volontà 400 “ore negative”
I Musei Vaticani sono chiusi – per la terza volta in un anno – da ieri 15 marzo fino al 6 aprile 2021 [QUI], ovvero, per tutta la durata delle misure disposte con il Decreto legge del Governo italiano in vigore. E i lavoratori vengono nuovamente posti a riposo forzato, incrementando il loro debito di “monte ore negative” verso l’amministrazione, mentre la Direzione – gestita dal Vicedirettore gestionale-amministrativo Mons. Paolo Nicolini [QUI] – non sembra intenzionato a farà sconti a nessuno.
Con i Musei Vaticani nuovamente chiusi e con il riposo superiormente imposto di conseguenza, motivato da insindacabili esigenze di servizio, anche contro la volontà degli stessi dipendenti. È in crescita costante il “monte ore negative” accumulate (400 ore in alcuni casi). Considerata la prolungata chiusura dei Musei Vaticani il “monte ore negative” è destinato – inevitabilmente – ad aumentare.
Al momento ancora non si vede la – cosiddetta – luce in fondo al tunnel. La soluzione al problema è lontana dall’essere trovata (e concordata). Il responsabile gestionale-amministrativo dei Musei Vaticani e della parte museale delle Ville Pontificie di Castelganolfo, Mons. Paolo Nicolini, appare poco propenso al dialogo con i dipendenti, che hanno avviato una “class action”, al fine di contrastare gli (illegittimi) prelievi forzosi dal Trattamento Fine Rapporto (TFR) per mano del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. I lavoratori si sono sentiti isolati, non considerati e non tutelati, nonché umiliati, dalla Direzione dei Musei Vaticani, per la quale hanno prestato la propria opera per svariati decenni di onorato servizio.
Sono stati prelevati – in alcuni casi – 5mila, 7mila, 10 mila euro direttamente dal TFR dei dipendenti che sono andati in pensione, con la motivazione che tale somma è il saldo del credito del “monte ore negative” accumulato verso l’amministrazione. Accumulate dai dipendenti durante la chiusura dei Musei Vaticani per l’emergenza sanitaria. I lavoratori si sono visti – arbitrariamente, in modo forzoso – prelevare tali somme senza che tale iniziativa fosse stata preventivamente considerata [QUI].
“Non sappia la tua sinistra quel che fa la destra” (Cfr. Mt 6,3)
Nel pieno spirito del Vangelo secondo Matteo Papa Francesco predica la tutela dei lavoratori, ma dall’altra parte – Mons. Paolo Nicolini appare in difficoltà a riuscire ad attuare la volontà del Papa nei confronti dei propri dipendenti, che per anni hanno fatto girare a regime la machina da soldi dello Stato della Città del Vaticano [QUI].
Sono rimasti accesi – e rimarranno sempre accesi – i riflettori- sul “Don Mangiafoco” (il Vicedirettore gestionale-amministrativo dei Musei Vaticani e della parte museale delle Ville Pontificie di Castelgandolfo, Mons. Paolo Nicolini). Lui è il deus ex machina del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e Papa Francesco stesso dice di lui: qualsiasi cosa tocca diventa denaro… Lui ha creato la sua squadra in Governatorato SCV (Se Cristo Vedesse). Lui sempre e sistematicamente bypassa (o bypassava) la Segreteria Generale. Lui ottiene (o otteneva) tutto ciò che vuole. Però, su di lui l’ultima parola non è stata detta [QUI].