Il Vescovo di Ventimiglia-San Remo e il Presidente di Azione Cristiana Evangelica protestano contro il Festival di Sanremo blasfemo, osceno, volgare e insulso

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Guardo quasi mai la televisione e quindi ancora meno il Festival di Sanremo, di cui mi sono arrivati echi attraverso notizie e foto sui media e sui social, da cui ho avuto l’impressione che si tratta dell’icona del declino culturale e umano di una parte della società italiana. Concordo con l’amico e collega Marco Tosatti che su Stilum Curiae scrive che l’impressione che ne ha tratto è “che si trattasse di un Gay Pride televisivo, in sostituzione di quelli che il Covid forse ha impedito (ma vediamo, non si sa mai…). Insomma, trasgressioni cheap, e la solita blasfemia rifugio dei guitti sfigati per attirare l’attenzione. Attendo sempre con emozione che gli stessi traggano spunto per irrisioni e blasfemie dalla vita del Profeta, per esempio, e dal suo matrimonio con una bambina. Pronto a emozionarmi e scuotere la testa in segno di disapprovazione di fronte alle probabili conseguenze (vedi Charlie Hebdo). Ma è gente troppo furba e vigliacca, non c’è pericolo”.

Nota del Presidente di Azione Cristiana Evangelica

In una nota, Adriano Crepaldi, Presidente di Azione Cristiana Evangelica – associazione radicata in tutte le 20 regioni italiane, 35 province, in contatto con 6.007 chiese evangeliche e che collabora con il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia – ha dichiarato: “Condanniamo con fermezza gli atti di blasfemia, verso i simboli della fede cristiana, realizzati durante il Festival di Sanremo. Ci chiediamo che cosa sarebbe successo se tutto ciò fosse accaduto nei confronti dell’Islam o di altri Credo. Domandiamo alla Rai di scusarsi per aver urtato la sensibilità di milioni di telespettatori e di sanzionare coloro che hanno compiuto tali oscenità. Auspichiamo la convocazione di una riunione urgente della Commissione di Vigilanza, dei servizi radiotelevisivi, affinché prenda provvedimenti immediati”.

Comunicato del Vescovo di Ventimiglia-San Remo

A seguito di tante segnalazioni di giusto sdegno e di proteste riguardo alle ricorrenti occasioni di mancanza di rispetto, di derisione e di manifestazioni blasfeme nei confronti della fede cristiana, della Chiesa cattolica e dei credenti, esibite in forme volgari e offensive nel corso della 71 edizione del Festival della Canzone Italiana a Sanremo, sento il dovere di condividere pubblicamente una parola di riprovazione e di dispiacere per quanto accaduto.

Il mio intervento, a questo punto doveroso, è per confortare la fede “dei piccoli”, per dare voce a tutte le persone credenti e non credenti offese da simili insulsaggini e volgarità, per sostenere il coraggio di chi con dignità non si accoda alla deriva dilagante, per esortare al dovere di giusta riparazione per le offese rivolte a Nostro Signore, alla Beata Vergine Maria e ai santi, ripetutamente perpetrate mediante un servizio pubblico e nel sacro tempo di Quaresima.

Un motto originariamente pagano, poi recepito nella tradizione cristiana, ricorda opportunamente che “quos Deus perdere vult, dementat prius”.
Quanto al premio “Città di Sanremo”, attribuito ad un personaggio, che porta nel nome un duplice prezioso riferimento alla devozione mariana della sua terra d’origine, trovo che non rappresenti gran parte di cittadinanza legata alla fede e dico semplicemente “non in mio nome”.

Sanremo, 7 marzo 2021.
+Antonio Suetta
Vescovo di Ventimiglia-San Remo

Comunicato dell’Associazione Internazionale Esorcisti (AIE)

“Mentre l’umanità sta attraversando un periodo caratterizzato dal dolore e dalla sofferenza a causa della pandemia, sul palco dell’Ariston si è raggiunto un livello di dissacrazione, di blasfemia e di vilipendio della fede cattolica davvero inaccettabile. Esibizioni che hanno leso la sensibilità e il credo di milioni di italiani e dei fedeli di tutto il mondo”. Lo scrive in un Comunicato l’Associazione Internazionale Esorcisti (AIE) su alcune esibizioni al Festival della Canzone Italiana di San Remo 2021 [QUI].
Si è trattato di “una vera e propria escalation, dalla trasgressione estrema all’estremismo del ‘godimento’, il tutto veicolato da immagini, simboli e testi dove al sacro, e addirittura ad un ‘finto sentimento religioso’, si mischia il demoniaco”. “Il tutto con travestimenti dissacranti, scimmiottando contenuti, tra i più sacri della fede Cattolica; dalla corona di spine di Cristo, al suo Sacro Cuore, alla stessa Vergine Maria, poi diffuse e pubblicate sulle copertine delle più svariate riviste divulgative di mezzo mondo”, proseguono gli esorcisti: “Una modalità che non fa mistero del suo obbiettivo di offendere, ferire e oltraggiare volutamente il sentimento religioso di chi vive la sua fede senza ricorrere a strategie di odio e di offesa nel difenderla”. Per l’AIE, è “una modalità meschina, cinica, e crudele di strumentalizzare la fede cristiana con i suoi contenuti universali per fare spettacolo, ottenere successo, e sbancare in denaro. Il tutto su un palcoscenico nazional popolare, attraverso un canale televisivo pubblico, mantenuto con le tasse dei cittadini e tra questi non pochi credenti. Non è libertà di opinione, quella che ferisce la coscienza altrui, fatta con meditata consapevolezza ed efferata determinazione” (Fonte SIR).

«Una volta si diceva “scherza coi fanti, ma lascia stare i santi“, altri tempi forse, quando il senso comune era intriso anche di religiosità e il proverbio serviva da monito, ma anche da linea guida di laicità, quasi che fosse la prosecuzione del verso evangelico: “Date a Dio quel che è di Dio, e a Cesare quel che è di Cesare“. Cesare è il potere per il potere, è lo Stato, è il sovrano, fate voi. In ogni caso Cesare è il potere degli uomini, a volte anche degli uomini di Chiesa, ma invece i santi che hanno scelto di essere per gli uomini e dunque di Dio, andrebbero lasciati in pace. La laicità sarebbe anche questa: se volete schernire qualcuno, schernite i potenti, non i santi che si fanno umili e piccoli per il bene di tutti. A maggior ragione lasciamo stare Gesù. Questa regola aurea, di buon senso, che non impedisce di canzonare pontefici e cardinali, ma pone un limite, anche di buon gusto, che non è mero conformismo, ma rispetto. Il conformismo ormai – contrario dell’arte – è quello di irridere tutto e tutti, anche gli affetti, anche le cose che superano la nostra comprensione. Deve essere successo questo su Rai Uno nelle serate di Sanremo 2021 che hanno visto il poliedrico Achille Lauro e l’istrionico Fiorello esagerare» (Don Marcello Stanzione – Aleteia.org).

Postilla

A seguito di diversi comunicati che si sono susseguiti, aspettiamo, con fiducia, ricevere il comunicato da parte della CEI. Oltre ad occuparsi delle varie disposizioni legate alla pandemia, si occupi di prendere posizione nei confronti di migliaia di persone indignate affinché ciò non abbia ad avvenire mai più.
Valentina Villano

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