Un Disegno di legge sulla maternità del governo del Regno Unito cerca di negare la realtà del sesso
Escludere la parola “donna” in relazione alla gravidanza fa parte di un più ampio attacco ai diritti delle donne da parte degli attivisti transgender. Come la Baronessa Sheila Noakes ha ricordato a tutti i parlamentari: “Non c’è niente di sbagliato o illegale nell’uso della parola ‘donna’ in relazione alla gravidanza”. A volte mi chiedo quali convinzioni saremo costretto a riconsiderare in futuro.
Nel corso del dibattito sul Ministerial and other Maternity Allowances Bill 2019-2021 – Government Bill, il Disegno di legge sugli assegni ministeriali e di altra natura del Governo, alla Camera dei Lord del Regno Unito della Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord il 22 febbraio 2021, una maggioranze di pallidi uomini si sono alzati e hanno parlato con forza in difesa dei diritti delle donne.
Il Disegno di legge stesso è di portata ristretta, atteso da tempo e sottovalutato. Fatta passare in fretta come legislazione di emergenza, è stata messa all’ordine del giorno per garantire che il procuratore generale Suella Braverman sia in grado di prendere il congedo di maternità. È sbalorditivo che nel 2021 la possibilità che una donna in una posizione così alta potesse rimanere incinta non fosse stata presa in considerazione o pianificata. Si potrebbe considerarlo una prova di sessismo, ma ovviamente la nozione stessa di “sesso” è ora considerata offensiva per coloro che preferiscono identificarsi come “generi al di fuori del binario”.
Nel corso del dibattito sul Disegno di legge sulla maternità alla Camera dei Comuni, la parola “donna” è stata usata circa trecento volte, eppure non compare nemmeno una volta nel testo del Progetto di legge, che invece si riferisce alle “persone in gravidanza”.
È stata Sheila Valerie Noakes, Baroness Noakes (Conservative Party) alla Camera dei Lord a raccogliere la sfida, presentando una “mozione di rimpianto” [*], mentre dichiarava il suo sostegno agli obiettivi del Disegno di legge, ha ricordato al Governo che sono solo le donne a rimanere incinte. La Baronessa Noakes ha spiegato che evitare la parola “donna” fa parte di un più ampio attacco ai diritti delle donne da parte di attiviste transgender, che cercano di negare la realtà del sesso. Philip Alexander Hunt, Baron Hunt of Kings Heath (Labour Party) è andato oltre, sostenendo con forza che a livello locale le persone hanno “paura di parlare” per timore di essere etichettate come transfobiche e che “il Governo stesso è rimasto in silenzio… perché il Governo ha incorporato molta di questa filosofia nell’ambito del proprio sistema consultorio”.
L’uso del linguaggio cosiddetto “gender neutral” risale a circa quattordici anni fa. Era la Giornata internazionale della donna nel 2007 quando l’allora leader della Camera dei Comuni, Jack Straw annunciò che sarebbe stata redatta una legislazione per “assumere una forma che raggiunga una formulazione neutrale rispetto al genere, per quanto possibile”. Lungi dal negare la realtà femminile della maternità, il suo obiettivo era lodevole, ritenendo che la pratica di riferirsi al maschio come predefinito nella legislazione rafforzasse gli “stereotipi di genere storici” e rendesse le donne invisibili.
Le femministe hanno a lungo sostenuto che il linguaggio è politico e che può avere un ruolo non solo nel riflettere, ma anche nel reificare le norme patriarcali. Naturalmente, ci sono sempre coloro che si dilettano a sottolineare che diverse centinaia di anni fa la parola “uomo” significava semplicemente “essere umano”, spesso lo stesso gruppo a cui viene il fiatone sulla “correttezza politica impazzita”. Ma c’è una logica innegabile nel riferirsi a “fire fighters” e non “firemen”, a “police officers” e non “policemen” and “astronauts” e non “spacemen”. Questi aggiustamenti linguistici non oscurano la realtà (e non cadono nel ridicolo come “amen e awomen” in occasione dell’inaugurazione di Biden a Capitol Hill), descrivono più accuratamente un mondo in cui le donne possono unirsi alla polizia, ai vigili del fuoco o persino andare nello spazio. È importante sottolineare che inviano un messaggio culturale che è possibile svolgere tali ruoli mentre si è in possesso di una vulva e dei seni. Sotto questo aspetto il linguaggio neutro rispetto al sesso rappresenta un’espansione delle possibilità pur essendo più accurato dei termini tradizionali.
L’ideologia transgender si è messa sulle spalle del lavoro del femminismo, ma piuttosto che comunicare una realtà condivisa, ciò che viene richiesto è che il linguaggio sia uno strumento per convalidare le identità soggettive. Mentre molte donne che si identificano come uomini (transmen) affermano di essere offese dalla parola “donna”, sembra che non siano apparentemente turbate dal processo del partorire. Un esempio calzante è il giornalista del Guardian e attivista transgender Freddy McConnell. Freddy ha partorito dopo essersi sottoposto a procedure mediche per sembrare stereotipicamente “maschio” e poi ha perso una causa presso l’Alta Corte per essere riconosciuto come “padre”. Nella bocca degli attivisti transgender esistono parole come “madre”, “padre”, “femmina” e “maschio” come segni di fede; mostrando che si crede che gli uomini abbiano bambini e le donne abbiano il pene. Questa assurdità estremista ora rischia di essere scritta nella legislazione, perché i rappresentanti eletti sono apparentemente troppo stupidi o spaventati per presentare una sfida.
È una testimonianza sbalorditiva del potere degli estremisti transgender, che decenni di lavoro per ridurre la vergogna intorno al corpo delle donne rischiano di essere annullati, “donna” stessa ora è una parola scortese. Le donne sono sempre più chiamate “mestruatrici”, “possessori di cervice” e “persone incinte” da organismi ufficiali, inclusi alcuni unità organizzativa all’interno del Servizio Sanitario Nazionale e fornitori di servizi per lo stesso sesso. Significativamente sono sempre le donne a essere ridotte a descrizioni biologici; si può immaginare la reazione se fosse stato introdotto un Disegno di legge che si riferisce agli uomini come “eiaculatori” o “possessori di scroto”. A differenza degli uomini, culturalmente ci si aspetta che le donne rinunciano alla loro zona di comfort e ai loro diritti a favore dell'”essere gentili”. Se fosse accettabile dirlo, questo potrebbe essere descritto come “sessismo”.
Il 22 febbraio nella Camera dei Lord, una serie di uomini e donne coraggiosi ha detto no alle richieste degli estremisti transgender. Lo hanno fatto perché possono; perché non devono accontentare un elettorato volubile. Ad oggi, i pochi membri della Camera dei Comuni, che si sono pronunciati su questo tema, come David Davies e Rosie Duffield, hanno subito continue molestie da parte del pubblico, oltre all’ostilità all’interno dei propri partiti. Ma come la Baronessa Noakes ha ricordato a tutti i parlamentari: “Non c’è niente di sbagliato o illegale nell’uso della parola ‘donna’ in relazione alla gravidanza”.
Fonte: Josephine Bartosch – The Critc, 23 febbraio 2021.
[*] Quando la Camera dei Lord considera un atto statutario, qualsiasi membro può presentare una “mozione di rimpianto”. La mozione di solito fornisce ragioni specifiche per il rimpianto. Anche se approvata, la mozione non può interrompere o modificare l’atto statutario, ma offre ai membri l’opportunità di mettere a verbale il proprio dissenso.