14 cose che cattolici – fratelli tutti, sia clerici sia laici, sia nell’ovile sia in uscita – dovrebbero sapere sulla Kamala Harris “in bianco”

Condividi su...

Si parla tanto dell’autoproclamato eletto alla Presidenza degli Stati Uniti d’America Joe Biden, della sua personale interpretazione dell’essere cattolico (promotore dell’aborto senza restrizioni e del “matrimonio” omosessuale, tra altro, in violazione dei dettami del Catechismo della Chiesa Cattolica, che ogni cattolico è tenuto a seguire e rispettare, anche i politici che si dicono “cattolici”) e delle sue “preferenze” particolari. Del secondo personaggio del ticket presidenziale democratico, invece, si è parlato poco dopo l’iniziale interesse e per di più in modo superficiale (prima donna e prima asioamericana nella storia da ricoprire la carica di candidata alla Vicepresidenza degli USA, senza scovare oltre), evitando di far capire chi è Kamala Harris veramente.

Quindi, l’articolo a firma del blogger Alyssa Murphy, apparso qualche tempo fa sul National Catholic Register del Gruppo EWTN (da non confondere con il National Catholic Reporter…), in cui veniva spiegato chi fosse realmente la candidata alla Vicepresidenza degli Stati Uniti d’America Kamala Harris e perché i cattolici avrebbero dovuto evitare di votarla, è di particolare interesse. Condividiamo la traduzione italiana dall’inglese a cura di Vincenzo Fedele, che l’amico e collega Marco Tosatti ha proposto questa mattina sul suo blog Stilum Curiae (con delle note del traduttore, a cui abbiamo aggiunto i link che erano presenti nell’originale inglese): “Questo articolo era stato pubblicato dal National Catholic Register il 19 agosto 2020, mentre la convention dei democratici era in pieno svolgimento e veniva ufficializzata la scelta di Kamala Harris come Vicepresidente del candidato Presidente Joe Biden. Si reputava, giustamente, importante far sapere chi fosse quella bella e compita signora che adesso, nella curiosa posizione di autoproclamata eletta alla Vicepresidenza degli USA si è presentata in angelico completo bianco [*] a parlare di unità, pace e fratellanza”.

14 cose che i cattolici dovrebbero sapere su Kamala Harris

(Articolo di Alyssa Murphy, National Catholic Register del 19 agosto 2020 – Traduzione a cura di Vincenzo Fedele)

Mentre la candidata alla vicepresidenza Kamala Harris sale sul palco stasera alla Convention Nazionale Democratica, diamo uno sguardo ad alcune delle questioni che ha sostenuto durante la sua carriera.

Con la Convenzione Nazionale Democratica in pieno svolgimento e la scelta di Joe Biden per vicepresidente, la senatrice Kamala Harris, (Distretto della California), sale sul palco stasera insieme all’ex Segretario di Stato Hillary Clinton e alla Presidente della Camera Nancy Pelosi; ecco 14 fatti sulla carriera della Harris, compreso il suo servizio come procuratore generale della California, su questioni che incidono sulla vita, la famiglia e la libertà religiosa – questioni di cui ogni cattolico dovrebbe preoccuparsi e per cui pregare mentre ci avviciniamo alle elezioni del 2020.

1. Mentre prestava servizio al Senato, la Harris ha mantenuto una valutazione del 100% dal gruppo National Association for the Repeal of Abortion Laws (NARAL), una associazione pro-aborto, (cioè una piena e inappuntabile condotta a favore dell’aborto sotto tutti gli aspetti e continuativa nel tempo – N.d.T.).

2. Harris ha sostenuto l’espansione dei “diritti riproduttivi” delle donne e sostiene anche l‘uccisione della vita nel grembo materno per l’intero periodo della gravidanza, incluso il momento della nascita.

3. Harris ha proposto che gli Stati con una storia di limitazioni dei diritti all’aborto dovrebbero ottenere l’approvazione federale prima che nuove leggi sull’aborto possano essere messe in atto. Ha anche affermato che se queste salvaguardie non verranno messe in atto, “le donne moriranno”, portando il Washington Post a darle quattro “Pinocchi” per questa falsa affermazione. Durante un dibattito primario a Westerville, Ohio, (il sesto per le presidenziali – N.d.T.), la Harris ha spiegato:
“Ci sono Stati che hanno approvato leggi che impediranno virtualmente alle donne di avere accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva. E non è un’esagerazione dire che le donne moriranno. Povere donne, donne di colore moriranno perché queste assemblee legislative repubblicane in questi vari Stati che sono fuori sintonia con l’America stanno dicendo alle donne cosa fare con i loro corpi”.

4. In qualità di procuratore generale della California, Kamala Harris ha intentato una causa giudiziaria contro i giornalisti pro-vita del Center for Medical Progress che hanno indagato su Planned Parenthood e sulla sua vendita di parti di organi e tessuti di bambini abortiti, portando a un’indagine e un’udienza della House.

5. La Harris ha anche usato il suo potere di procuratore generale per fare irruzione con perquisizione nella casa di uno dei più importanti giornalisti investigativi del caso Planned Parenthood, David Daleiden.

6. Come senatrice, Harris ha sostenuto un disegno di legge che abrogherebbe l’emendamento Hyde, una misura che blocca i finanziamenti federali per l’aborto e che storicamente ha sempre ricevuto il sostegno bipartisan. La Harris ha sfidato Biden in un dibattito delle primarie presidenziali democratiche del 2019 per il suo precedente sostegno di lunga data all’emendamento Hyde. Cedendo a queste pressioni, Biden ha ribaltato la sua posizione pochi giorni dopo.

7. In Senato, la Harris ha votato due volte contro il Born-Alive Abortion Survivors Protection Act, un disegno di legge che richiede ai medici di fornire la stessa assistenza ai bambini che sopravvivono ad aborti falliti come farebbero con qualsiasi altro neonato.

8. Nel 2018, durante l’udienza al Senato per la nomina di Brian Buescher a servire come giudice distrettuale nel Nebraska, Harris ha attaccato Buescher, insinuando che il suo coinvolgimento nei Knights of Columbus (Cavalieri di Colombo), un’organizzazione caritatevole di fraternità cattolica, lo squalificasse dal servizio come magistrato. L’incidente ha condotto l’intero Senato ad approvare una legislazione che condannava qualsiasi tipo di test religioso per i candidati alla magistratura.

9. Abbondano i rapporti sul ruolo della Harris nel modo in cui veniva gestita la crisi degli abusi sessuali del clero all’interno della Chiesa cattolica quando lei era procuratore distrettuale di San Francisco. I fascicoli del personale ottenuti dai pubblici ministeri dell’Arcidiocesi di San Francisco sulla crisi degli abusi sessuali risalenti a decenni fa mostrano che il suo ufficio non ha perseguito alcun sacerdote. Da allora ha sostenuto che quei documenti non erano soggetti alle leggi sui registri pubblici.

10. Proprio mentre la “Proposition 8” stava passando nel 2008 in California, una misura di voto che proibiva il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso nello stato, la Harris ha annunciato la sua campagna per diventare procuratore generale della California. Pur servendo lo stato come procuratore generale per sei anni, e nonostante il successo del provvedimento, la Harris non ha mai difeso questo divieto in tribunale. Nel 2013, una sentenza in un caso separato (Hollingsworth contro Perry) ha sostenuto che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato una decisione del tribunale federale del 2010 che invalidava la “Proposition 8”, consentendo la ripresa delle unioni dello stesso sesso nel Golden State.

11. Anche se recenti sondaggi del pubblico americano mostrano che la maggioranza degli americani concorda con diverse restrizioni all’aborto, la Harris insiste che non dovrebbe essercene nessuna, assumendo la guida del movimento contro il divieto di aborto a 20 settimane.

12. Nel 2015, nella sua qualità di procuratore generale della California, la Harris ha contribuito a definire la legislazione nota come “Reproductive Facts Act” che costringerebbe i centri pro-life e di aiuto alla gravidanza a pubblicizzare le cliniche abortiste e spiegare che lo stato della California fornisce aborti gratuiti o a basso costo. È stata citata in giudizio e ha perso in Corte Suprema tre anni dopo.

13. Harris ha co-sponsorizzato la legge denominata “The Equality Act” nel 2018, mettendo a repentaglio la libertà di parola e i diritti di protezione della coscienza. (La legge costringerebbe, inoltre, gli ospedali cattolici a praticare interventi per il cambio di sesso, ad aprire agli uomini i bagni riservati alle donne e a obbligare le ragazze e le donne a competere nelle gare di atletica con ragazzi e uomini ed altro – N.d.T.). Vorrebbe anche mutilare la Legge sul ripristino della libertà religiosa del 1993, un duro colpo per la protezione della libertà religiosa.

14. Harris ha partecipato a redigere una proposta di legge nel 2019 chiamata Do No Harm Act, che indebolirebbe le ragionevoli protezioni del Religious Freedom Restoration Act – protezioni che richiedono, per qualsiasi restrizione governativa dell’espressione religiosa, di dimostrare la necessarietà della restrizione e di utilizzare i mezzi meno restrittivi. Cambiare questo modello renderebbe più difficile per molte istituzioni mantenere la propria identità religiosa.

[*] Quando si parla di “bianco angelico”… di una che non viene presentato neanche come il Vicepresidente eletto USA, ma direttamente da “Vicepresidente USA”, alla faccia delle regole costituzionali statunitensi (la Harris può autoproclamarsi come vuole ma ricordiamo che c’è ancora strada da percorrere primi di esserlo, eventualmente e dipende tutto dalla sorte di Biden: 14 dicembre: elezione dal collegio elettorare dei 538 Grandi Elettori e proclamazione del nuovo Presidente; 3 gennaio: al via il nuovo Congresso; dicembre/gennaio: la transizione; 20 gennaio: il giuramento del nuovo Presidente).

Quello che si apre ora, in America, è un vero e proprio “Election gate”. Che tutto finisca in mano alla Corte Suprema, ormai è certezza – 10 novembre 2020

Il look con tailleur bianco di Kamala Harris è un omaggio alle suffragette
Per il suo primo discorso ufficiale, la vicepresidente USA ha scelto un colore simbolo di una lotta per le donne
di Emanuela Griglié
Harper’s Bazaar (dal 1867 il femminile che ispira, informa e delizia. Il sogno oltre alla moda), 8 novembre 2020

Splendente in un tailleur bianco candido. Così è apparsa Kamala Harris, cinquantasei anni, per il suo primo discorso da vicepresidente eletta degli Stati Uniti, prima donna e prima asioamericana nella storia a ricoprire questo ruolo. Un colore, il bianco, che non è una scelta casuale, ma sempre più uno statement per le donne che fanno politica: un aperto omaggio alle suffragette e alla loro battaglia per il diritto al voto delle donne. Solitamente vestita in blu o nero, e con le sue amatissime Converse All Star ai piedi, Harris aveva scelto un abito bianco anche lo scorso gennaio, quando aveva prestato giuramento nel processo di impeachment del presidente Donald Trump. E lo ha fatto anche stavolta, per dividere con il neo-presidente Joe Biden il palco del Chase Center di Wilmington, dove è stata accolta prima con un’ovazione e poi da un tifo da stadio fra clacson impazziti e bandiere americane. Nel suo discorso, Harris ha fatto riferimento a “tutte le donne che hanno lavorato per garantire e proteggere il diritto di voto per oltre un secolo: cent’anni fa con il 19esimo emendamento, cinquantacinque anni fa con il Rights Act e ora, nel 2020, con una nuova generazione di donne nel nostro Paese che hanno votato e continuato la lotta per il loro diritto fondamentale di votare e di essere ascoltate. Stasera, rifletto sulla loro lotta, la loro determinazione e la forza della loro visione. Anche se sono la prima donna a ricoprire questo incarico, non sarò l’ultima”, ha concluso accendendo ancora di più l’entusiasmo generale: “Qualunque bambina ci sta guardando stasera vede che questo è il Paese delle possibilità. Sognate con ambizione”.
Il bianco è stato usato spesso in altre occasioni e sempre simbolicamente delle politiche americane di area democratica. Anche Hillary Clinton era vestita di bianco per la nomina a presidente degli Stati Uniti alla Convention democratica del 2016, sempre in onore del movimento per il suffragio femminile. E Geraldine Ferraro era vestita di bianco quando accettò di diventare la prima candidata donna alla vice presidenza alla convention democratica del 1984. A febbraio le deputate democratiche alla Camera si erano vestite di bianco per celebrare il centesimo anniversario del voto delle donne durante il discorso sullo stato dell’Unione. Anche la travolgente deputata Alexandria Ocasio-Cortez tempo fa aveva spiegato la sua divisa fashion come un omaggio alla lotta di emancipazione femminile: tailleur bianco d’ordinanza “in onore delle suffragette”, rossetto rosso acceso e cerchi d’oro alle orecchie. “Il rossetto per Sonia Sotomayor (prima donna di origine ispanica eletta giudice della Corte Suprema, ndr)”, ha scritto su Twitter, “a cui fu consigliato di presentarsi in aula con uno smalto neutro. Lei scelse il rosso. Mentre la prossima volta che qualcuno dirà alle ragazze del Bronx di togliersi gli orecchini a cerchi, loro potranno rispondere che si stanno vestendo come una donna del Congresso”.

Le foto: Wilmington (Delaware), 7 novembre 2020 Kamala Harris tiene suo discorso al Chase Center prima del “Indirizzo alla nazione” di Joe Biden (Foto di Drew Angerer e Tasos Katopodis/Getty Images).

151.11.48.50