Presidenziali Usa, il cattolico Biden divide i vescovi sull’aborto: c’è chi prega per riconferma Trump
Non sono giorni facili per il clero statunitense, che a ridosso delle presidenziali autunnali, deve fare i conti con i pareri discordanti al suo interno, circa la possibile presidenza di Joe Biden, il candidato democratico, che a novembre potrebbe diventare il secondo Presidente cattolico degli USA, dopo John F. Kennedy.
Il suo identikit svela che tutte le domeniche Biden partecipa alla messa; che porta un rosario in tasca ma, in materia di diritto sull’aborto, è diametralmente opposto alla visione ecclesiale. Le sue posizioni sono in antitesi con l’ala ultraconservatrice della Chiesa.
Prelati come il cardinale Raymond Burke e il vescovo di Providence, Thomas Tobin hanno dichiarato che la difesa di Biden non è il linea con il Magistero della Chiesa, e che la sentenza della Corte Suprema sull’interruzione di gravidanza fa si che i “veri cattolici” non possano votare per lui.
Per Tobin tutto ciò è “triste”, mentre per Burke “nessun cattolico devoto, nessun praticante può mai votare per un politico pro aborto”. Si ricorda che il card. Burke, già arcivescovo di St. Louis e adesso a Roma, è tra i più accesi dissidenti del pontificato di Papa Francesco, giudicato troppo orientato su temi quali: le diseguaglianze economiche, il cambiamento climatico, il razzismo e le politiche in favore dei migranti.
Anche l’arcivescovo di New York, Card.Timothy Dolan, ha annunciato che il 24 agosto pregherà per l’apertura della Convention repubblicana, nel giorno in cui Donald Trump e il suo vice Mike Pence accetteranno la nomination.
A pregare per Biden e per Kamala Harris a fianco di un rabbino e di un imam, c’è invece padre James Martin, il sacerdote gesuita che difende l’inclusione dei fedeli gay nella Chiesa.
Come trattato dal nostro giornale in questi giorni, Biden non è il solo candidato cattolico della storia delle presidenziale ad avere attirato a se le critiche di chi professa la sua stessa religione. Anche nel 2004, il democratico John Kerry che correva contro George W. Bush, fu criticato dal mondo cattolico e minacciato di scomunica.
Di certo, aldilà del parallelismo, a distanza di 16 anni sono cambiati gli interlocutori. Biden gode di un clima più “politically correct” e soprattutto di un Papa alla guida della Chiesa romana che ha cambiato l’approccio della Santa Sede alle vicende politiche e sociali.
Il tema dell’aborto d’altronde, così come negli Usa infiamma le cronache italiane. L’organo di stampa del Vaticano, l’Osservatore Romano – al contrario dei silenzi di Papa Francesco – assume una chiara posizione di critica nei confronti del recente provvedimento introdotto dal Governo Conte sulla pillola abortiva Ru-486.
Dalle pagine del Blog dell’Editore, abbiamo affrontato anche questo aspetto, puntualizzando come la testata vaticana parli di “cultura dello scarto” e di drammi psicologici per le donne che decidono di abortire. Il dibattito è apertissimo, e così come negli Stati Uniti, anche nel Vecchio Continente non sarà sterile di polemiche per una decisione almeno controversa.
(foto: Cnn)