Papa Pio XII: la famiglia di Nazareth è stata rifugiata
Al termine dell’Angelus di domenica scorsa papa Francesco ha ricordato la giornata del rifugiato: “Ieri le Nazioni Unite hanno celebrato la Giornata Mondiale del Rifugiato. La crisi provocata dal coronavirus ha messo in luce l’esigenza di assicurare la necessaria protezione anche alle persone rifugiate, per garantire la loro dignità e sicurezza. Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per un rinnovato ed efficace impegno di tutti a favore della effettiva protezione di ogni essere umano, in particolare di quanti sono stati costretti a fuggire per situazioni di grave pericolo per loro o per le loro famiglie”.
Secondo i dati ‘Global Trends’ dell’UNHCR sono 79.500.000 i rifugiati e i richiedenti asilo nel mondo, 9.000.000 in più rispetto all’anno precedente; tra loro circa 30.000.000/34.000.000 sono i minori i fuga, decine di migliaia dei quali non accompagnati. Numeri in crescita di un esodo forzato che riguarda l’1% della popolazione mondiale (1 persona su 97).
Diminuisce invece inesorabilmente il numero di coloro che riescono a fare ritorno a casa: se negli anni ‘90, circa 1.500.000 di rifugiati riusciva a tornare nel loro paese e nelle loro abitazioni ogni anno, nel corso degli ultimi 10 anni la media è crollata a circa 385.000.
Le cause sono da ricercare nel moltiplicarsi dei conflitti: a preoccupare in particolare le nuove crisi che interessano la Repubblica Democratica del Congo, la regione del Sahel, lo Yemen e la Siria dove la guerra perdura ormai da 10 anni e ha causato l’esodo di 13,2 milioni di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni, più di un sesto del totale mondiale.
L’80% delle persone in fuga nel mondo è ospitato in Paesi o territori afflitti da insicurezza alimentare e malnutrizione grave, molti dei quali soggetti al rischio di cambiamenti climatici e catastrofi naturali. Oltre i tre quarti dei rifugiati di tutto il mondo (77%) provengono da scenari di crisi a lungo termine, per esempio quella in Afghanistan, ormai entrata nel quinto decennio.
Oltre 8 rifugiati su 10 (85%) vivono in Paesi in via di sviluppo, generalmente in un Paese confinante con quello da cui sono fuggiti. Due terzi delle persone in fuga all’estero provengono da cinque Paesi: Siria, Venezuela, Afghanistan, Sud Sudan e Myanmar.
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha dichiarato che occorre avere un atteggiamento diverso nei confronti dei rifugiati: “Siamo testimoni di una realtà nuova che ci dimostra come gli esodi forzati, oggi, non soltanto siano largamente più diffusi, ma, inoltre, non costituiscano più un fenomeno temporaneo e a breve termine.
Non ci si può aspettare che le persone vivano per anni e anni una condizione precaria, senza avere né la possibilità di tornare a casa né la speranza di poter cominciare una nuova vita nel luogo in cui si trovano. È necessario adottare sia un atteggiamento profondamente nuovo e aperto nei confronti di tutti coloro che fuggono, sia un impulso molto più determinato volto a risolvere conflitti che proseguono per anni e che sono alla radice di immense sofferenze”.
Mentre il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha sottolineato che l’azione di soccorso non può affievolirsi: “La nostra azione di protezione e assistenza non può deflettere o indebolirsi ma deve, anzi, rafforzarsi, con l’elaborazione di un nuovo corso dell’Unione Europea in materia di migrazioni e asilo, nel segno di un più incisivo e condiviso impegno comune”.
In questa difesa del rifugiato la Chiesa ha fatto sempre sentire la sua voce, tantoché papa Pio XII nel 1952 promulgò la Costituzione apostolica ‘Exsul Familia’ di Pio XII, proponendo la Santa Famiglia di Nazareth come modello, costante cura della Chiesa per i migranti e i rifugiati di ogni epoca ed accennando anche all’esperienza della Seconda Guerra Mondiale, con particolare riferimento all’asilo concesso dal Vaticano agli ebrei e agli altri perseguitati durante l’occupazione tedesca:
“La Famiglia di Nazareth in esilio, Gesù, Maria e Giuseppe emigranti in Egitto e qui rifugiati per sottrarsi alle ire di un empio re, sono il modello, l’esempio e il sostegno di tutti gli emigranti e pellegrini di ogni età e di ogni paese, di tutti i profughi di qualsiasi condizione che, incalzati dalla persecuzione o dal bisogno, si vedono costretti ad abbandonare la patria, i cari parenti, i vicini, i dolci amici, e a recarsi in terra straniera”.
Richiamando sant’Agostino papa Pio XII ha spiegato il motivo dell’assistenza ai rifugiati: “La Santa Madre Chiesa, dunque, spinta dal suo immenso amore per le anime e impaziente di adempiere agli impegni dell’universale salvifico mandato affidatole da Cristo, non ha tardato a prendersi la cura, specialmente spirituale, anche dei pellegrini, dei forestieri, degli esuli, di tutti gli emigranti, senza risparmio di forze e valendosi principalmente di sacerdoti, i quali, mediante l’amministrazione dei carismi della grazia e la predicazione della Parola Divina, hanno lavorato con ogni sollecitudine a confermare quei cristiani nella fede e a stringerne i vincoli di carità”.
(Foto: Vatican Media)