Mentana, in prima linea nella lotta contro le fake news, con il post sulla “cattolicissima Polonia” ha fatto una bruttissima figura

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La frase di Enrico Mentana “Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia” dimostra che anche quelli che tuonano contro gli haters e la rete cattiva e le cialtronerie via Facebook, narrano elementi di autobiografia. Affibbiare Auschwitz ai cattolici polacchi è un’orrenda infamia” (Mario Adinolfi).

La frase “Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia”, con cui Enrico Mentana accosta i cattolici polacchi ai crimini commessi ad Auschwitz, effettivamente è un’orrenda infamia. Per poi aggiungere che “Hitler era cattolico battezzato e cresimato”… inqualificabile. “La cattolicissima Polonia” era occupata dai nazisti e Hitler rifiutò il cristianesimo dopo i sacramenti dell’adolescenza e costruì il nazionalsocialismo in dichiarata opposizione alla religione.

Ecco il post di Enrico Mentana sul suo profilo Facebook: «A tutti quelli che in queste ore fanno orrendi e insensati paragoni con chi tornò da Auschwitz (come quel consigliere regionale leghista che ha scritto “avete sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?”) voglio solo sommessamente ricordare che il campo di Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia, e che lo stesso Hitler era cattolico battezzato e cresimato. Provate a riformulare il paragone ora…».

L’Ambasciata della Repubblica di Polonia a Roma ha risposto ad Enrico Mentana con il seguente post sul proprio profilo Facebook: «A seguito delle parole del direttore Enrico Mentana riteniamo doveroso sottolineare che affrontando temi così complessi bisogna stare estremamente prudenti, evitare generalizzazioni ingiustificate e penalizzanti che sono sempre pericolose e impediscono un dibattito onesto.
È vero che la Polonia ai tempi della Seconda guerra mondiale era molto cattolica.
È necessario però, sempre e soprattutto, sottolineare che durante quel conflitto globale la Polonia ERA OCCUPATA DAI NAZISTI, quindi ogni affermazione che può suggerire o far presupporre che Auschwitz era stato costruito in Polonia, perché essa era cattolicissima, mettendo quindi in relazioni questi due elementi, è PROFONDAMENTE SBAGLIATO, INGIUSTO e INGIUSTIFICATO.
Il più grande campo di concentramento è stato localizzato in Polonia, ma certo non per questa ragione, ma piuttosto è in Polonia che viveva il maggior numero di ebrei in Europa e che la posizione era facilmente raggiungibile da trasporti da tutti i territori occupati dai nazisti».

Caro Mentana, «Hitler cattolico» è una castroneria
di Giuliano Guzzo
Giulianoguzzo.com, 11 maggio 2020

Capisco l’emotività, capisco la foga, capisco la rabbia. Capisco tutto. Capisco perfino l’ignoranza. Quel che però non accetto è l’ignoranza ex cathedra. Per questo sono sobbalzato nel leggere un’uscita di Enrico Mentana per esporre la quale, però, occorre una premessa. Il popolare giornalista è rimasto irritato dal commento di Simone Angelosante, sindaco di Ovindoli e consigliere regionale della Lega, il quale ha paragonato la conversione all’Islam di Silvia Romano a quella di un ebreo che, internato in un lager, si fosse convertito al nazismo, tornando a casa con la divisa della Germania hitleriana.
Non intendo soffermarmi su tale accostamento. Il punto è che, dei tanti modi per replicare a Angelosante, Mentana non ha trovato di meglio «che ricordare che il campo di Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia, e che lo stesso Hitler era cattolico battezzato e cresimato». Ora, che uno del livello di Mentana accosti l’Olocausto al cattolicesimo lascia di sale. Solo fermandoci alla Polonia possiamo difatti ricordare come di preti cattolici i nazisti ne sterminarono circa 3.000. Esemplare, per stare ad Auschwitz (idea degli occupanti nazisti), fu il sacrificio di san Massimiliano Kolbe, figura forse non nota negli studi di La7 ma di statura morale immensa.
Non meno grave è l’allusione mentaniana all’«Hitler cattolico». Non lo sa, il noto giornalista, che il futuro Führer già nel suo Mein Kampf definiva il Cristianesimo «primo terrore spirituale»? Ignora, l’editore di Open, che il dittatore nelle Conversazioni a tavola affermava che «il colpo più duro che l’umanità abbia ricevuto è l’avvento del cristianesimo»? In più, è accertato che Hitler – così cattolico da pensare che «o si è cristiani o si è tedeschi» – meditasse di rapire il Papa, come prova l’archivio della gendarmeria pontificia contenente un piano segreto per difendere la Santa Sede e nascondere Eugenio Pacelli.
A chi non fosse ancora convinto dell’anticristianesimo hitleriano, possiamo far rispondere da uno dei suoi più stretti collaboratori, Joseph Goebbels, il quale nei suoi diari appuntava come il Führer fosse – testualmente – «un avversario feroce» della Chiesa di Roma e del cristianesimo in generale, nemici che il dittatore non prendeva apertamente di mira solo per «ragioni tattiche»; e potremmo continuare a lungo con riscontri circa il fatto che il nazionalsocialismo tutto fu fuorché cattolico, tanto che ebbe in uomini di Chiesa instancabili nemici.
Basti pensare a Clemens August von Galen, vescovo che non un bollettino parrocchiale ma il New York Times definì «l’oppositore più ostinato del programma nazionalsocialista». Tutto ciò per dire che, se l’intervento di Mentana era finalizzato a difendere Silvia Romano, il solo scopo che ha in realtà ottenuto è stato offendere non tanto e non solo i cattolici – categoria abitualmente azzannata dai media -, ma la verità storica. Per un professionista dell’informazione in prima linea nella lotta contro le cosiddette bufale, è davvero una magrissima figura.

Postilla

“Vorrei ricordare che circa duemilacinquecento sacerdoti trovarono la morte nei campi di sterminio nazisti. Ma il punto è diverso, Mentana. Se paghiamo il riscatto agli Al Shabaab, perché non dovremmo pagare il pizzo a mafia o camorra? Un ricatto criminale è un ricatto ovunque” (Marco Tosatti).

Per il “ritorno” di Silvia Romano, niente “distanziamento sociale”… e tant’altro – 11 maggio 2020

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