Paolo Gabriele, prossimi sviluppi. Il briefing di padre Lombardi

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Paolo Gabriele resterà in custodia cautelare un’altra decina di giorni. Il tempo per il giudice istruttore di terminare la raccolta delle testimonianze, e fare un interrogatorio finale al primo assistente di camera del Papa. Terminati i primi cinquanta giorni di custodia cautelare, secondo l’ordinamento vaticano ci può essere infatti una proroga fino ad ulteriori cinquanta giorni. Non ne serviranno così tanti. Dopo, si deciderà se prosciogliere o rinviare a giudizio Paolo Gabriele. E, in caso di rinvio a giudizio, c’è la possibilità che Paolo Gabriele aspetti il processo agli arresti domiciliari.

 

È padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, a dare le novità della vicenda di Paolo Gabriele in uno degli ormai consueti briefing con i giornalisti, briefing inaugurati proprio con la vicenda Vati-leaks. In generale, padre Lombardi si dedica anche a smentire le inesattezze divulgate dai media. È anche vero che da quando Greg Burke ha preso servizio come advisor della comunicazione della Segreteria di Stato, qualcosa è sensibilmente cambiato nelle comunicazione di padre Lombardi, che ci tiene a sottolineare sempre la provenienza della sue informazioni. Così, sottolinea che è stato il giudice istruttore Bonnet a riferirgli dell’istruttoria su Paolo Gabriele. Mentre, per quanto riguarda i lavori della commissione cardinalizia, il suo riferimento è stato il cardinale Julian Herranz, il presidente della commissione (gli altri due componenti sono i cardinali Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi).

Herranz ha riferito che in questa settimana la commissione prevede di concludere il suo lavoro di audizioni. Fino alla scorsa settimana, le persone ascoltate dalla commissione erano 28, e presumibilmente il numero è aumentato. È anche probabile che già la prossima settimana i tre cardinali saranno ricevuti da Benedetto XVI a Castel Gandolfo, al quale riferiranno delle conclusioni delle loro audizioni. È un Papa presente, che vuole essere informato di ogni passaggio. E che, come di consueto, è attento ad ogni dettaglio. “Dopo l’incontro con i cinque cardinali calendarizzato e annunciato – dice padre Lombardi – non ci sono stati altri incontri calendarizzati con cardinali o prelati. Ma questo non significa che il Papa non veda  nessuno e non si confronti con nessuno. Io sono rimasto molto colpito che il 29 giugno, alla celebrazione in cui il Papa imponeva il pallio ai nuovi vescovi metropoliti, tutti i vescovi mi hanno riferito del fatto che il Papa faceva loro domande precisissime sul contesto in cui si trovavano, era informato”. È un Papa che intanto ha ripreso a scrivere il suo ultimo volume del Gesù di Nazaret, e che comincia anche a preparare i discorsi del viaggio in Libano a settembre e le riflessioni per l’Anno della Fede e l’anniversario del Concilio.

Tornando a Vatileaks, Paolo Gabriele resta l’unico indagato. “Ci sono state – dice padre Lombardi – altre persone che sono state interrogate per approfondire la situazione, ma nessuna è nella posizione di Paolo Gabriele”. Il quale – sottolinea il direttore della Sala Stampa – “non è nella situazione di prostrazione psicologica raccontata da alcuni organi di stampa. Ne ho avuto conferma personalmente dall’avvocato di Gabriele, Carlo Fusco, che mi ha autorizzato a fare il suo nome e a riferirvi che è sereno, trova conforto nella preghiera ed ha condizioni confortanti per quanto riguarda la salute e lo stato psicologico”.

Probabilmente, al termine della fase istruttoria, l’avvocato di Paolo Gabriele farà una dichiarazione ufficiale – non si sa se in forma scritta o attraverso un incontro con i giornalsiti. Per sapere se Paolo Gabriele sarà prosciolto o meno, si dovrà attendere presumibilmente agosto. E, in caso di processo, saranno resi noti – riferisce padre Lombardi – solo nel corso del dibattimento le parti dell’istruttoria. Alcuni organi di stampa hanno parlato di tre complici di Paolo Gabriele, due laici e un giornalista. Ma padre Lombardi afferma di non aver “notizia su situazioni di particolare complicità”.

Altri temi: “dispiace” alla Santa Sede la situazione del vescovo ausiliare di Shanghai Taddeo Ma Daqin, trattenuto “in modo anomalo” dopo essere stato ordinato sabato scorso con l’approvazione di governo cinese e vaticano (Ma Daqin ha rifiutato la benedizione di un vescovo illegittimamente ordinato, presente alla celebrazione). ‘”Proprio dopo un’ordinazione episcopale che per noi e’ stata fonte di gioia –  e di soddisfazione – afferma padre Lombardi –  si è creata ‘una situazione anomala. Non abbiamo una comunicazione diretta con lui e non abbiamo informazioni specifiche”.

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