Report: imbarazzante monumento alla disinformazione. Modo in cui “giornalisti” – absit injuria verbo – fanno propaganda

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Ho ricevuto tra ieri e oggi molti messaggi – di protesta o con domande di vederci chiaro – in riferimento al programma Dio, Patria e Famigia S.p.a. di Report, andato in onda ieri sera, 20 aprile 2020 su RAI Tre. Visto che non disposto a perdere tempo con la spazzatura, lascio parlare “Monsignor ICS” dal blog Stilum Curiae dell’amico Marco Tosatti di ieri (ante) e Cesare Baronio dal suo blog Opportune Importune di oggi (post), che è molto chiaro e oltre trattare della programma, spiega benissimo anche quale è la “posta in gioco”. La trasmissione di ieri è solo una delle tante vicende dello scontro in corso.

Per evitare ogni equivoco, prima di essere accusato di essere un “nemico del Papa”, vorrei ricordare un’affermazione del Cardinale Müller in una bella ed importante intervista che ha rilasciato al Corriere della Sera, il 26 novembre 2017. Il Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede rifiuta di leggere ciò che avviene nella Chiesa in termini di “amici” contro “nemici” del Papa. E denuncia il “cerchio magico” che influenza le scelte del Papa con delazioni e spiate. Disse: “Come diceva il teologo del Cinquecento, Melchior Cano, i veri amici non sono coloro che adulano il Papa ma quelli che lo aiutano con la verità e la competenza teologica ed umana”.

Inoltre, faccio seguire un post spazzatura da un profilo Facebook di un attivista M5S (e alcuni tweet), a dimostrazione del livello a cui sono saliti la cazzimma, il bigottismo ideologico e l’analfabetismo funzionale, l’ignoranza, la cialtroneria, la sciatteria, la malafede, il barrare e le danze mentali dei balabiòtt. Intellettualmente disgustosamente insopportabile. “La massa ha scarsissima capacità di giudizio e assai poca memoria” (Arthur Schopenhauer).

Report – Lunedì 20 aprile – RaiPlay.

L’annuncio: “Nella prossima puntata Report racconterà chi sono i nemici di Bergoglio e svelerà con documenti inediti e intercettazioni, quali sono i collegamenti, innanzitutto finanziari, tra la destra religiosa americana e i sovranisti italiani”.
Dopo la trasmissione: “Con l’esplosione della pandemia il fronte sovranista che si professa ultracattolico è tornato all’attacco di Papa Francesco. Sui siti della destra religiosa americana non hanno dubbi: il coronavirus è la punizione divina per il tradimento di Bergoglio. Report racconta chi sono i nemici di Bergoglio e svela con documenti inediti e intercettazioni, quali sono i collegamenti, innanzitutto finanziari, tra la destra religiosa americana e i sovranisti italiani. Torniamo all’Abbazia di Trisulti: c’è ancora Benjamin Harnwell, il custode che per conto dell’ex capo stratega di Trump, Steve Bannon, l’ha presa in gestione per trasformarla in una scuola politica di sovranismo”.

Report (Telekabul) svela i kattivoni anti-papa semibuono
di Marco Tosatti
Stilum Curiae, 20 aprile 2020

Cambiano le stagioni, cambiamo noi, l’acqua del fiume non è mai la stessa e l’impermanenza (secondo il buddismo zen) è la regola unica della vita, ma una sicurezza ce l’abbiamo: TeleKabul, la mitica TeleKabul finanziata con i soldi del nostro canone per fare propaganda alla sinistra, di qualunque genre essa sia, persino quella pretesa, non cambia mai, ed è lì, stabile come roccia a spargere le sue semi-verità. Se ne è accorto anche mons. ICS, che ci parla di un programma previsto per questa sera, in cui si parla dei Kattivoni (soprattutto Americani, chi ne dubitava?) a cui non piace papa Bergoglio. E naturalmente, se no che gusto c’è? è un network potente, finanziato chissà da quali magnati, e a tessere la tela chi c’é? Ma mons. Viganò, naturalmente, che nei fumetti religiosi di Telekabul fa un po’ la parte di Macchianera in Topolino…Posto che ci sentiamo a buon diritto membri di questi misteriosi network, chiediamo a TeleKabul di indicarci, con nome cognome e indirizzo i misteriosi finanziatori. Possibile che solo a noi, poveri scemi, non sia arrivato un centesimo di tutti quei dollari? Buona lettura.

Caro Tosatti, stasera su RaiTre viene annunciato (ecco il link) che nella trasmissione Report si parlerà dell’attacco a papa Francesco da parte dei “vermi tradizionalisti” pagati dagli americani naturalmente.
Io credo che si tratti di una operazione mirante a delegittimare Mons. Carlo Maria Viganò. Ma non solo. Essendo una trasmissione in prima serata, il sospetto che ci siano interessi ben precisi è forte.
Chissà se faranno intervenire, a supporto di Bergoglio il solito rag. Bianchi di Bose o Riccardi di Sant’Egidio. In tal caso si potrà capire meglio quali sono questi interessi.

E per riuscirci tireranno fuori John Henry Westen, direttore di LifeSiteNews, che nel video sembra esser molto “agitato”. Io non so se Report ha montato quel servizio ad arte (non sarebbe la prima volta), ma quelle affermazioni espresse in quel modo e con quel clamore servono per dipingere John Henry Westen come un bigotto veterotestamentario. Poi ancora: Benjamin Harnwell. Il “custode” di Trisulti messo lì da Bannon, che non mi pare abbia molta credibilità e dall’intervista non fa grande figura.
Infine si occuperanno del card. Burke e magari del prof De Mattei. Ma l’obiettivo è mons. Viganò.
Quello che ogni spettatore si dovrebbe chiedere è chi ha interesse e perché a finanziare questa trasmissione.
Ecco cosa si trova scritto nel palinsesto di Rai Tre:
“Ancora un lunedì sera in compagnia delle inchieste di Report, in onda il 20 aprile alle 21.20 con una nuova puntata ricca di reportage. Si parte con “Dio Patria Famiglia Spa” di Giorgio Mottola, con la collaborazione di Norma Ferrara e Simona Peluso. Con l’esplosione della pandemia il fronte sovranista che si professa ultracattolico è tornato all’attacco di Papa Francesco. Sui siti della destra religiosa americana non hanno dubbi: il coronavirus è la punizione divina per il tradimento di Bergoglio. È solo l’ultima delle accuse mosse al Pontefice, e arriva dopo i violenti attacchi lanciati contro le posizioni assunte su migranti, divorziati, difesa dell’ambiente e omosessuali. Quello degli anti-bergogliani è un network potente che comprende giornali, siti, associazioni, fondazioni e un fiume di soldi che dagli Stati Uniti negli ultimi anni è approdato in Europa e in Italia. Report svelerà in esclusiva quali sono i gruppi politici italiani sostenuti da Oltreoceano e chi sono i cosiddetti dissidenti da Bergoglio all’interno delle gerarchie vaticane e i leader politici che stanno offrendo sponda”.

Che vogliamo dire di più? Nulla. Ma ci limitiamo a riportare un commento apparso questa mattina su Stilum Curiae, in cui il servizio di TeleKabul-Report veniva analizzato così:
Le solite scemenze. Salvini non è affatto a capo del comitato scientifico della Fondazione Sciacca. Burke se n’è andato dal Dignitatis Humanae Institute per non prestarsi a speculazioni politiche. E soprattutto: non è Burke che ce l’ha con papa Francesco, è papa Francesco che ha trattato a pesci in faccia Burke. Più in generale, il trucco consiste nel presentare con tono scandaloso notizie più o meno artefatte ma normali. Chissà perché nessuno ha mai fatto servizi televisivi per denunciare, per esempio, le cricche anti Benedetto XVI, coi loro papaveri e le loro manovre internazionali nell’ombra.
Già, chissà perché? Bella domanda…

Dio, Patria e Famigia S.p.a.
di Cesare Baronio
Opportune importune, 21 aprile 2020

“La Révolution, comme Saturne, dévore ses propres enfants” (Pierre Victurnien Vergniaud).

La Rivoluzione, come Saturno, divora i propri figli. Non fa eccezione la rivoluzione modernista che si consuma in seno alla Chiesa; e se da un lato la battaglia si fa sempre più violenta contro i difensori dell’Ancien Régime, dall’altro i giacobini non esitano a sacrificare senza scrupoli i girondini della prim’ora.
In queste settimane assistiamo ad un’operazione di aperta ostilità nei confronti della compagine tradizionale della Chiesa, condotta da parte della fazione ultraprogressista; la quale ricorre all’alleanza con media apertamente anticattolici per cercar maldestramente di screditare l’avversario, non potendolo attaccare sul piano dottrinale. Questo grottesco tentativo incontrerà forse il consenso di chi, comunque, è già schierato ideologicamente e acriticamente dalla parte della modernità e del progresso; ma non riuscirà a scalfire minimamente coloro che vanno ogni giorno di più persuadendosi della lotta in corso tra i settari della neochiesa e quanti vogliono rimanere fedeli a Cristo.
Questa inimicizia biblica tra la stirpe del Serpente e quella della Donna (Gen 3, 15) riemerge in questi giorni con il servizio di Report trasmesso ieri, 20 Aprile, su Rai3 (qui): Dio Patria Famiglia Spa.
Nel programma di Report l’insinuazione capziosa e la denigrazione dell’avversario screditano la serietà della presunta inchiesta e permettono di considerarla solo per quello che è: percolato della più abbietta disonestà ideologica. Basterebbe d’altronde dare un’occhiata allae inchieste di Giorgio Mottola (qui) per comprendere il chiodo fisso che lo ossessiona: antisalvinismo e pseudocomplottismo d’accatto.
Ma se il contenuto è inattendibile e basato su mere supposizioni abilmente camuffate da scoop, ciò che ha mosso la redazione di Report a confezionare il servizio sui “nemici di Papa Francesco” rivela da un lato la percezione della precarietà dell’idolo di Santa Marta, dall’altra il terrore che il disastro da lui perpetrato possa spingere anche i più moderati ad un ritorno alla Tradizione se non completo, almeno parziale. Quindi, avanti con la celebrazione delle magnifiche sorti e conciliari, con l’esaltazione del coraggio di Bergoglio nel farsi promotore di una fantomatica riforma della Curia Romana che tutti hanno sentito nominare ma che nessuno ha mai visto nemmeno iniziare. Si sa invece con quanta determinazione Francesco abbia difeso a spada tratta il suo intrinseco Maradiaga e i di lui valets de chambre, per i quali ha inventato nuovi incarichi in Curia. E si sa anche con quale ipocrita compiacimento sia riuscito a rimuovere il Cardinale Pell, col pretesto di un provvidenziale processo durato sei anni e che, dopo l’assoluzione, ha trovato ben scarso entusiasmo per la ritrovata libertà del Presule nei delusi confratelli.
Eppure, nel panegirico televisivo di Rai3, nel tributo d’incenso dell’emittente più progressista della televisione nazionale al Romano Pontefice si percepisce quella sensazione di corsa ai ripari, quella scomposta smania celebrativa che prelude alla precipitosa fuga del tiranno dal palazzo al sopraggiungere dell’esercito liberatore. Per quanto impegno si dispieghi nel rappresentare in chiave negativa il Cardinal Burke e tutte le organizzazioni laicali cattoliche europee ed americane, il telespettatore che ascolta le imputazioni non le trova per nulla scandalose, sentendosi invece confermato nelle proprie gravissime riserve sulla rivoluzione bergogliana.
Il tribunale del popolo – frettolosamente allestito per gli “odiatori di Papa Francesco” con l’accusa nientemeno che di considerare la Comunione ai concubinari divorziati sacrilega e la pestilenza un flagello divino per i peccati della Gerarchia e delle Nazioni – si rivela quindi una grottesca farsa, in cui il popolo istintivamente prende le parti delle vittime della gogna mediatica e si conferma nel suo pessimo giudizio per gli inquisitori di Rai3. E a poco valgono le insinuazioni sulla presunta raccomandazione in favore del tal politico forse colluso con il parente di un imputato per reati tutti da dimostrare: la presunzione di colpevolezza è talmente inconsistente e faziosa da ripugnare anche al più prevenuto anticlericale.
Quali sarebbero dunque le terribili accuse? Duplici: di ambito politico e di ambito dottrinale. L’astuzia, tipica dei mistificatori, consiste nello screditare in modo generico l’avversario, insinuando abilmente dubbi, presunte collusioni, colloqui privati che – per chi conosce le dinamiche della politica e della cosa pubblica – non sono né strane né appannaggio esclusivo degli orridi complottisti di destra. Il tutto condito con riprese sapientemente confezionate del Cardinale che celebra la Messa tridentina, del professore aristocratico in giacca di tweed nel suo salotto, del sacerdote che declina una villana telefonata. E la colonna sonora, al limite del ridicolo: marcette fasciste quando si parla dell’estrema destra ultraconservatrice che osa nientemeno che chieder di andare a Messa per Pasqua, la musichetta di Benny Hill mentre si inquadra l’americano amico di Steve Bannon che esce dall’Abbazia, e viceversa il Miserere di Allegri per le immagini di Bergoglio che, con la ieraticità che lo contraddistingue, arranca da solo in San Pietro sotto la pioggia. Nemmeno Leni Riefenstahl sarebbe riuscita a confezionare un video più ideologicamente connotato.
Dai Sindaci e Governatori con i Vescovi, ai Parlamentari con i Prelati della Conferenza Episcopale, ad ogni elezione è tutto uno scambiarsi di favori, raccomandazioni e inviti che nulla hanno di intrinsecamente riprovevole, se non implicano qualcosa di illegale. Vogliamo credere che l’amicizia di Giuseppi col Cardinale Pietro Parolin sia stata ininfluente per la sua designazione a Primo Ministro, e che lo sia ancor oggi per la sua stessa permanenza a Palazzo Chigi? O che prima di lui Prodi si sia affermato politicamente senza l’aiuto dei cattolici adulti e dell’associazionismo cattolico di sinistra? O che la Fondazione Lercaro o Sant’Egidio – per citarne solo due nella galassia del progressismo cattocomunista – non esercitino alcuna influenza a livello politico, né da questo siano generosamente sovvenzionati? C’è qualcuno che pensa davvero che Sua Eminenza Burke abbia più potere di Zuppi o di Bassetti? Suvvia.
Solo una persona in malafede può mostrare stupore per i legami tra politica e Gerarchia; ma se questo tocca qualcuno vicino a Salvini, coloro che rivendicano con orgoglio aborto, eutanasia e matrimoni gay si scoprono più morigerati del Papa e pretendono una coerenza granitica che in altri casi deridono: il divorziato Salvini, che appoggia la Fondazione Sciacca, è messo alla berlina e additato come vitandus. Da lì a Roberto Fiore il salto è breve, e poi il balzo alla Meloni quasi obbligato: nel calderone presunti fascisti, sovranisti, xenofobi e lefebvriani si trovano insieme al Cardinal Burke, a Steve Bannon e a Donald Trump in un colossale complotto contro la democrazia, l’accoglienza degli immigrati e – ça va sans dire – Bergoglio.
Poverino, Bergoglio: la lacrimuccia sgorga spontanea sul ciglio: «Mammina! perché quel brutto signore vuole fare del male al Papa?» E il genitore 1, amorevole: «Perché è un fascioleghista preconciliare, stellina. Adesso però non piangere, che ti faccio leggere una favoletta con Cenerentolo che sposa il Principe azzuro».
Se Report si scandalizza dell’appoggio di Trump ai Cattolici, non fa una piega all’endorsement di papa Francesco – in piena campagna elettorale – alla Clinton, né dell’Obolo di San Pietro usato per finanziare la sua campagna elettorale; se si scandalizza per la presenza di un esponente della Lega ad un convegno di Cattolici tradizionalisti, tace omertosamente l’appoggio di decine e decine di Vescovi e migliaia di parroci alla sinistra DS, senza dimenticare gli interventi del Papa contro il sovranismo: chissà di chi parlava…
La partigianeria di Dio Patria Famiglia Spa sconfina nel dolo quando menziona presunti finanziamenti di miliardi (sic!) di dollari alle organizzazioni fasciotradizionaliste da parte di magnati texani, e guarda caso dimentica il lucroso business dell’accoglienza, grazie al quale associazioni progressiste della sinistra laica e cattolica percepiscono – loro sì – una montagna di soldi dallo Stato e da organizzazioni mondialiste legate a figuri come Soros.
I redattori di Report fingono di non vedere – come avrebbero dovuto fare per esser obiettivi – che le presunte trame oscure della Reazione antibergogliana appaiono ben poca cosa, se confrontate con l’intervento di Hillary Clinton e John Podesta per spingere alle dimissioni di Benedetto XVI e provocare una primavera della Chiesa che portasse al soglio un Papa favorevole al mondialismo e all’ideologia globalista. E ai reazionari si potranno rimproverare flash mob per cantare il Credo e recitare il Rosario, mentre ai progressisti nessuno contesta i loro successi, la vittoria – pur momentanea, lo sappiamo – di aver deposto un Papa scomodo sostituendolo trionfalmente con uno dei loro.
Ma come scrivevo all’inizio, stiano ben attenti i fautori di questa alleanza trono-altare in versione rivoluzionaria: chi oggi serve a consolidare la tirannide del politically correct potrebbe domani caderne vittima. Perché oggi la guerra è contro il tradizionalismo, ma il cuore da colpire è l’idea stessa di civiltà plasmata da secoli di Cattolicesimo romano. I giacobini di oggi possono domani far la fine dei girondini.
«Papa Francesco viene identificato come leader mondiale della sinistra», dice il conduttore con compunzione, riportando l’accusa dei brutti e cattivi sovranisti ultraconservatori. Eccola, la colpa dei nemici dell’umanità e della chiesa progressista: esser contro Bergoglio in quanto esponente e leader della sinistra.
Ma qual è lo scoop, poi? Che la Chiesa sia infeudata da una setta di eretici immorali alleata con l’élite globalista? Ma questa è una non-notizia, perché l’ammettono gli stessi zelantissimi organizzatori del documentario, confermando la propria faziosità. Che nella Chiesa c’è chi si sente tradito da un Papa che agisce in modo diametralmente opposto a quello che sarebbe legittimo per dei Cattolici attendersi dal Vicario di Cristo?
Ebbene sì: ci sono due schieramenti. C’è la Città di Dio e la città di Satana; ci sono i Cattolici che amano la loro Patria da un lato e i seguaci della green heresy che anelano al governo mondiale dall’altro. C’è una destra e una sinistra. Luce e tenebra. Dio e Satana. E con fierezza non esito a schierarmi: sono un Cattolico, sono di destra, sono sovranista, amo Dio, la Patria e la Famiglia. E confermo: considero Bergoglio la peggior sciagura che sia mai capitata nella Storia dell’umanità.
Chi crede di rappresentare gli avversari in modo grottesco e calunnioso dimostra solo di non aver argomenti se non la criminalizzazione del nemico, secondo il noto procédé di sinistra. E a questa prova di faziosità aggiunge anche la prona, acritica sudditanza alla dittatura dell’ideologia mainstream e al suo riconosciuto e turificato leader. Complimenti.
Diciamola tutta: questo imbarazzante monumento alla disinformazione eretto da Rai3 nel servizio di Report meriterebbe di essere mostrato agli studenti di giornalismo come esempio di come non si deve fare un documentario, specialmente se si usa la televisione di Stato per offendere migliaia di persone perbene che – almeno per ora – hanno il diritto di esprimere la propria Fede e le proprie idee.
Ma mentre è evidente che la redazione di Report si è dovuta impegnare parecchio per screditare goffamente i Cattolici tradizionalisti, penso che per mostrare il vero volto del progressismo globalista sia sufficiente guardare il modo in cui questi «giornalisti» – absit injuria verbo – hanno preparato il documentario. Dà un’immagine che si commenta da sé.

Dal profilo Facebook di Nuccio Annino

In merito alla puntata del 20 aprile 2020 andata in onda su Rai Report
FONDAZIONE SCIACCA: LA ONLUS “CATTO-SOVRANISTA” IN CUI SI INCONTRANO SALVINI, MONARCHICI, ULTRADESTRA E NEMICI DEL PAPA
Dal 5 luglio 2018 il leader del Carroccio è il “presidente del Comitato scientifico” della fondazione e Giancarlo Giorgetti è il suo vice.
Al vertice c’è lui: “Sua Eminenza Reverendissima il Signor Cardinale Raymond Leo Burke”, capo riconosciuto delle legioni di nemici che Francesco. Tra i due – Salvini e Burke – c’è un punto di contatto che allarga la prospettiva al di là dell’Atlantico: Steve Bannon. E poi, a scorrere i nomi, si trova tra i soci onorari dell’associazione gemella il nome di Augusto Sinagra, tessera 2234 della P2, storico avvocato di Licio Gelli
“Aula Magna Benedetto XVI”. La scritta campeggia dorata sul legno che riveste l’ambiente, austero e solenne. Una presenza remota, ma che aleggia incombente sulla scena che si svolge subito sotto. È il 27 ottobre, Matteo Salvini parla alla Pontificia Università Urbaniana: “Stamattina ho avuto la conferma che sulla carta di identità elettronica torneranno le due paroline che a qualcuno non piacciono, ovvero mamma e papà al posto di Genitore 1 e genitore 2?, annuncia trionfante. Balsamo per le orecchie dell’uditorio, che lascia partire uno scroscio di applausi. Gioca in casa, Salvini: si celebra il Premio Giuseppe Sciacca, organizzato ogni anno dall’omonima fondazione in onore di “tante giovani eccellenze provenienti da tutto il mondo”. Dietro alle spalle del vicepremier, dal tavolo dei relatori spunta uno zucchetto rosso: è quello di Raymond Leo Burke, cardinale statunitense che presiede la onlus. Nel cui organigramma i vertici della Lega si mescolano a militari, monarchici ed estrema destra. Tutti insieme in una fondazione che gravita nell’universo dell’ultra-conservatorismo anti-Bergoglio incarnato dal rosario tenuto tra le mani dal segretario leghista domenica in piazza Duomo ed è guidata da un uomo che ha un solo obiettivo: costringere alle dimissioni Papa Francesco e ipotecarne la successione con un candidato gradito all’ultradestra cattolica americana.
Da via Urbano VIII piazza San Pietro è a un tiro di schioppo: il Palazzo Apostolico dal quale Francesco si affaccia la domenica è ben visibile dalla terrazza dell’università che da alcuni anni ospita il premio. Il papa argentino era il convitato di pietra domenica a Milano: era il destinatario della selva di fischi levatasi dalla piazza sovranista quando Salvini lo ha nominato rispondendo ai suoi rilievi sulla politica leghista in tema di migranti. Dal 5 luglio 2018 il leader del Carroccio è il “presidente del Comitato scientifico” della fondazione e Giancarlo Giorgetti è il suo vice. Sotto lo “scudo sannitico” con la croce bianca simbolo dell’istituzione prestano la loro opera illustri esponenti della nobiltà che fu. C’è Sua eccellenza Principe Don Flavio Borghese, presenza fissa al premio. Il 7 novembre 2015, il fotografo lo immortalava mentre consegnava il Premio Cultura a George Pell, cardinale ex Prefetto della Segreteria per l’Economia, presidente d’Onore della Fondazione nel 2016, condannato in Australia per pedofilia. Classe 1971, già Head of Finance & Markets del Monte dei Paschi di Siena dove ha lavorato per oltre 7 anni, Borghese è Head of Portfolio Management della Cassa Depositi e Prestiti, è il delegato per Roma e la Città del Vaticano dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio ma è anche il pronipote di Junio Valerio, organizzatore dell’omonimo golpe e fondatore del Fronte Nazionale e già comandante della X Mas, il cui vessillo campeggia tra le foto postate dal giovane Flavio su Facebook.
Quell’anno a premiare Pell c’era anche un altro membro dell’Ordine Costantiniano, il Principe Don Sforza Ruspoli. Classe 1927, simbolo di quell’italica monarchia che non accenna a piegarsi all’estinzione nonostante l’avvento della Repubblica e il passare dei decenni, “Lillio” è “Agricoltore, Ambasciatore, Banchiere” e figura “tra i fondatori della Destra italiana”, recita la biografia sul suo sito – dove compare in foto con una carrellata di personaggi che va da Joseph Ratzinger a Karol Wojtyla, dal presidente brasiliano Lula al fu governatore di ultradestra della Carinzia Jorge Haider all’ex leader del Front National Jean Marie Le Pen – e nel 1989 era stato eletto in Consiglio Comunale a Roma con il Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale.
Un humus politico e culturale che lega la onlus all’Associazione Internazionale di Cultura e Volontariato “Uomo e Società”, che ha con la prima un rapporto osmotico e condivide molti dirigenti tra cui il presidente Don Bruno Lima. Nella gallery sul sito spiccano l’intitolazione di una strada di Viterbo ai martiri delle foibe e tra i soci onorari spicca il nome di Augusto Sinagra, tessera 2234 della P2, storico avvocato di Licio Gelli e dei colonnelli vicini al dittatore argentino Jorge Rafael Videla, nonché autore di un volume sul “Venerabile” per Altaforte, la società editrice che ha pubblicato il libro-intervista di Salvini, e candidato con Casapound alle politiche del 2018. E poi ancora, anche qui monarchici, ex missini (Biagio Tempesta, ex sindaco dell’Aquila cresciuto nel Movimento Sociale di cui è stato dirigente anche Mauro Febbo, assessore regionale in Abruzzo alle Attività produttive), ex esponenti del Fronte universitario d’azione nazionale (Nicola Cristaldi, ex presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana) e neo-salviniani (Luigi Di Luzio, consigliere della Lega all’Aquila).
Nobili, ma anche militari sotto le insegne della fondazione. Ci sono Gennaro Vecchione, direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza; Vittorio Rizzi, vice capo della Polizia e direttore della Criminalpol; il generale Gioacchino Angeloni, comandante regionale della Guardia di finanza della Sardegna; il generale di brigata dei Carabinieri Mario Giambrone, vicedirettore della Scuola di Perfezionamento delle Forze Polizia; e il comandante del raggruppamento autonomo del ministero della Difesa, maggior generale Gerardo Restaino. Ma anche Giancarlo Anselmino, direttore generale dell’Agenzia industrie difesa, e Ettore Gotti Tedeschi, banchiere legatissimo a Benedetto XVI che lo aveva chiamato alla guida dello Ior, la Banca vaticana.

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