Il Cardinal Vicario Angelo De Donatis positivo al Sars-CoV-2

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Oggi, lunedì 30 marzo 2020, il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario Generale della Diocesi di Roma, dopo la manifestazione di alcuni sintomi, è stato sottoposto al tampone per il Sars-Cov-2 ed è risultato positivo. È stato ricoverato al Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma. Ha la febbre, ma le sue condizioni generali sono buone, ed ha iniziato una terapia antivirale per il Covid-2. I suoi più stretti collaboratori sono in auto-isolamento in via preventiva.

«Sto vivendo anche io questa prova, sono sereno e fiducioso – ha dichiarato il Cardinale De Donatis -! Mi affido al Signore e al sostegno della preghiera di tutti voi, carissimi fedeli della Chiesa di Roma! Vivo questo momento come un’occasione che la Provvidenza mi dona per condividere le sofferenze di tanti fratelli e sorelle. Offro la mia preghiera per loro, per tutta la comunità diocesana e per gli abitanti della città di Roma!”.

Temo che il Vicariato stia tentando di chiudere la stalla coi buoi scappati

Dopo la diffusione del Comunicato del Vicariato, annunciando la positività del Cardinal Vicario e suo ricovero al Gemelli, leggendo Salvatore Cernuzio su Vatican Insider si apprendono delle informazioni a dir poco sconcertanti (e se non erano forniti da questa testata di La Stampa avrei creduto ad una fake news), comunque fondamentali per capire la mentalità poco lungimirante che vige alla Santa Sede.

Infatti, “negli ultimi tre giorni – scrive Cernuzio – il porporato pugliese ha presentato tosse e febbre, tra i principali sintomi del Covid-19, ma sembra che già da qualche settimana dicesse di avere un po’ di mal di gola. Dal momento che la temperatura non tendeva a scendere, su suggerimento di alcuni collaboratori si è recato al Policlinico Agostino Gemelli per sottoporsi in via precauzionale al tampone «senza nessun particolare allarme». Oggi, 30 marzo, ha ricevuto l’esito dell’esame che ha confermato la positività al virus”.

Complimenti per la tempestività alla Diocesi di Roma (enche se sarebbe stato lungimirante per davvero se il suo Vicario Generale si fosse fermato prima), che “ha presto diffuso un breve comunicato per annunciare la notizia, spiegando anche che attualmente De Donatis è ricoverato allo stesso Gemelli. Ha ancora la febbre, ma le sue condizioni generali sono buone e adesso ha iniziato una terapia antivirale”.

“In questo momento risulta difficile capire -aggiunge Cernuzio – dove il cardinale possa essersi contagiato”.“Nelle scorse settimane, tuttavia – prosegue Cernuzio, il cardinale, non presentando particolari sintomi, ha mantenuto gli impegni in agenda tra cui un consiglio episcopale”.

E qui esce fuori una contraddizione non di poco conto nella narrazione di Vatican Insider: prime scrive che il Cardinale De Donatis “ha presentato tosse e febbre, tra i principali sintomi del Covid-19″ e dopo che non presentava “particolari sintomi”.

“In via preventiva i più stretti collaboratori del cardinale sono in autoisolamento – continua Cernuzio -. A parte loro sembra che (…) abbia avuto pochissimi incontri negli ultimi giorni con il personale del Palazzo Lateranense. Anche perché, in concomitanza con le misure governative di prevenzione del contagio da Covid-19, molti dipendenti degli uffici erano stati messi in smart working, mentre altri continuavano a restare regolarmente aperti e i dipendenti svolgevano per intero la giornata lavorativa. Si parla di una dozzina di persone, tra direttori, capi ufficio e collaboratori, su un organico di 170 unità. (…) Fuori dal Palazzo Lateranense, De Donatis non ha partecipato ad eventi pubblici, eccetto la messa celebrata al Santuario del Divino Amore”.

Non solo sarà difficile (se non del tutto impossibile) capire dove il Cardinale De Donatis è stato contagiato, ma soprattutto non si potrà sapere quante persone ha contagiato lui, continuando ad andare in giro, fare riunioni (tra cui un consiglio pastorale), celebrare una Messa al Divin Amore e incontrare delle persone per “qualche settimana” (per quanti giorni?), “senza nessun particolare allarme” e nonostante di essersi sottoposto al tampone a causo di sintomi riconducibile al Covid-19, ha proseguito con la sua agenda, invece di mettersi subito in autoisolamento. Tutte queste persone hanno a loro volto contagiate altre persone.

E meno male che “il cardinale vicario non si è recato neppure in Vaticano e con il Papa ha avuto colloqui solo telefonici, in occasione dei due decreti sulla chiusura delle chiese e degli edifici di culto della Capitale”.

Leggendo la frase, citata da una circolare interna del Vicariato, che dice che “si procederà, nel frattempo e con massima cura, ad una radicale sanificazione degli ambienti e degli arredi del Vicariato”, tempo che troppo tardi. Sì, temo che il Vicariato stia tentando di chiudere la stalla coi buoi scappati.

Aldilà di tutto questo, ed è notizia (da verificare), Vatican Insider nel citare ancora la circolare interna del Vicariato aggiunge che “per sicurezza i vertici del Palazzo Lateranense hanno preso misure drastiche, ovvero la chiusura totale del Vicariato da domani 31 marzo fino al 15 aprile. «Una stretta ulteriore, meditata e necessaria»”.

Questo non è soltanto notizia, ma è notizia di rilievo, perché fino ad oggi nella Città del Vaticano e nel Vicariato della Diocesi di Roma, come in Italia, gli uffici restavano chiuso fino al 3 aprile. Quindi, la data del 15 aprile detta per la prima volta è un precedente importante, che la Santa Sede non può non valutare e su cui dovrà esprimersi.

Il Papa stavolta non può far tornare sui suoi passi il Cardinale De Donatis, come l’ha fatto fare per la chiusura/apertura delle chiese di Roma. Ora al Vicariato chiudono tutto fino a metà aprile e la Santa Sede deve solo prendere atto.

E mentre il Vicario Generale del Vescovo di Roma si ferma ed è stato portato – finalmente – in isolamento e in cura al Gemelli, vedremo se finalmente si fermerà pure il Sovrano dello Stato della Città del Vaticano e se andrà al sicuro in isolamento al Palazzo Apostolico in Vaticano o meglio ancora nella Residenza Pontificia di Castel Gandolfo. Come sto scrivendo dal 7 marzo.

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