Reati informatici in aumento per effetto Sars-CoV-2. Come difendersi

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Sul web circolano diverse notizie non vere su farmaci, terapie e molti argomenti correlati al nuovo coronavirus Sars-CoV-19 e la malattia che provoca Covid_19. Ne ho parlato ieri: Fact checking Coronavirus contro bufale, falsità e fake news. Molte bufale, allarmismi, fake news, disinformazione e falsità vengono diffusi sul Sars-CoV-2 e la malattia che provoca, il Covid-19. Viaggiano attraverso diversi canali, media e social, condivisi senza alcuna verifica da parte degli utenti. Venduto in internet un farmaco antiretrovirale spacciandolo per la cura contro il coronavirus a 640 euro Informativi sempre su canali ufficiali, Proteggetevi dalle notizie false. Oggi aggiungo un altro link, dove trovare le risposte alle “bufale” più diffuse: QUI.

Ma c’è anche di più, ricordiamocelo sempre, nessun flagello viene da solo o in coppie, sempre in grappoli. In questi giorni, in cui milioni di italiani sono in casa, i reati “tradizionali” sono crollati e sono invece aumentati quelli informatici. Non siamo attaccati soltanto dal nuovo coronavirus, che danneggia in modo molto grave la salute dei cittadini e anche quella pubblica. Approfittando dell’emergenza, ci sono i criminali, chi stanno provando di infettare anche i nostri computer per il proprio tornaconto.
Mi è stato segnalato che in questi giorni viene diffuso anche un pericoloso nuovo virus informatico, non meno pericoloso del Sars-CoV-2, veicolato come al solito a mezzo e-mail.

Se ricevete una mail con o senza allegato che contiene un link o un oggetto con la descrizione “Corona Virus Safety Measures” – di solito è un allegato in Pdf ma a volte è presentato come un link nel corpo della mail – eliminatela immediatamente. Non aprite l’allegato e non cliccate sul link.
Se ricevete una mail con o senza allegato e questa contiene il nome linkabile della “Dott.ssa Penelope Marchetti” e sembra essere spedita dall’OMS, eliminatela immediatamente. Questa mail potrebbe avere anche un allegato in Word: non apritelo.
Se ricevete altre mail riguardanti il “Coronavirus (Covid-19)”: non cliccate su nessun link e non aprite allegati.

Il “Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche” della Polizia postale (Cnaipic) sta lavorando senza sosta per arginare le nuove truffe online, fakenews e hacker in azione che, approfittando della vulnerabilità emotiva della persone, tentano di “infettare” i dispositivi con i malware o mettono in Rete notizie non vere (fake news, falsità, bufale, di cui ho parlato ieri, vedi link sopra).

“Abbiamo un incremento di criminalità informatica in questa situazione in cui siamo tutti a casa e sempre connessi, in uno stato di fragilità psicologica” lo afferma Nunzia Ciardi, direttore del Servizio polizia postale, spiegando come in questi giorni sia aumenta la criminalità informatica. L’invito dei nostri esperti è quello di fare attenzione, soprattutto alle mail ben fatte che offrono servizi connessi all’emergenza Covid-19 o che segnalano importanti prescrizioni mediche dell’Oms. Possono essere il mezzo mediante cui gli spietati hacker riescono a scaricare allegati malevoli in grado di raccogliere informazioni sull’incauto mittente.
“Se vediamo arrivare una mail da un medico o una comunicazione urgente relativa allo stato di allerta del Coronavirus, è facile essere tratti in inganno anche se non si è degli sprovveduti, basta un attimo di distrazione” aggiunge Nunzia Ciardi.

Tra gli esempi più ingegnosi da segnalare, la finta mappa della diffusione del Coronavirus nel mondo che nasconde un insidioso malware; e poi ancora, mail provenienti da presunti centri medici che, con il pretesto di fornire aggiornamenti sulla diffusione del coronavirus, invitano ad aprire un allegato contenente un virus informatico di tipo RAT: un malware che consente all’hacker di assumere il totale controllo del dispositivo trasformandolo in uno “zombie” e usandolo da remoto per compiere altri attacchi informatici.

Attenzione anche alle mail che arrivano dalle banche o istituti di credito.
Si stanno infatti moltiplicando i reati legati a homebanking, carte e e-commerce. Verificate sempre l’attendibilità della fonte e accertatevi che le richieste di dati personali siano reali, anche contattando direttamente il vostro istituto di credito.

I casi sospetti possono essere segnalati sul portale della Polizia postale (vedi link sopra).

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