Tutti a scuola!

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Tra il 5 e il 20 settembre i circa 9.000.000 di scolari italiani, dalla materna alle superiori, iniziano il loro anno di attività e riprendere il ritmo mattutino è abbastanza difficile. Dopo le vacanze estive per molti bambini e ragazzi (e per le loro famiglie) il trillo della sveglia e la ripresa dei soliti ritmi potrebbe essere un po’ faticoso.

E dalle diocesi i vescovi hanno rivolto un saluto agli studenti, affinché possano crescere in ‘umanità e cultura’, come ha scritto l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, affidando loro la parabola di Gesù tratta dal vangelo di Luca: “Per affrontare, dunque, qualsiasi impresa (e la vita lo è certamente per ciascuno di voi), occorre imparare a riflettere bene sul da farsi e soprattutto procurarsi i mezzi necessari.

Vedo in questo invito di Gesù il compito proprio della scuola. Essa vi aiuta a penetrare con pazienza e profondità nel segreto della realtà che vi circonda e del vostro spirito, per nutrire l’intelligenza e il cuore di quei valori umani, spirituali e culturali, che vi permetteranno di affrontare senza timori la più stupenda avventura che vi aspetta: saper vivere con libertà e responsabilità verso se stessi e verso gli altri”.

Ha chiesto di prendere in riferimento gli atleti: “Anch’essi, per raggiungere risultati apprezzabili nelle varie discipline sportive, devono sottoporsi a sacrifici spesso duri, come sono gli allenamenti, e ad una vita sana e sobria; ma alla fine quale gioia esplode dalla vittoria che segna il loro trionfo!

Nessun risultato importante si ottiene senza impegnarsi a fondo e tutto può essere possibile per chi crede fermamente in se stesso e valorizza a pieno le doti che Dio gli ha dato. La scuola è una vera palestra di vita e va affrontata con questo spirito di conquista incessante verso traguardi che via via possono diventare sempre più belli ed affascinanti”.

Infine ha sottolineato che la scuola è una ricchezza che non va dispersa: “Infine, voglio dirvi che a scuola si può sperimentare la vera gioia del cuore, perché la gioia nasce dal dono di sé agli altri. I compagni di classe, infatti, sono una ricchezza grande per ciascuno di voi. Insieme potete crescere non solo in amicizia, ma anche in una reciproca solidarietà, ricca dei valori di cui ciascuno è portatore. Si tratta di risorse umane, ma anche spirituali e religiose, che vanno ugualmente rispettate ed accolte con attenzione, senza preclusioni o discriminazioni”.

Dalla diocesi di Nocera Inferiore, mons. Giuseppe Giudice ha invitato gli studenti ad imparare la vita: “La scuola, se è vera e seria, ci fa entrare in un discepolato, che è la prima condizione per imparare. Bisogna entrare nella scuola dell’obbedienza, da ob-audire, ascoltare da un altro e per farlo è richiesta la virtù dell’umiltà. Suona di nuovo la campanella, per un nuovo anno scolastico, e una folla enorme di alunni, docenti, famiglie, personale della scuola a quel suono comincia o riprende l’avventura. Com’è bella la scuola!”

Anche dal vescovo della diocesi di Andria-Canosa-Minervino mons. Luigi Mansi, è stato lanciato un messaggio di auguri alla comunità scolastica: “Le nostre tre città hanno attraversato e stanno attraversando in questi ultimi mesi momenti davvero complessi per alcuni episodi di violenza ed anche per una crescita preoccupante nella diffusione del mercato di sostanze stupefacenti.

Tutto questo ha diffuso in tanti di noi scoraggiamento e paura, ci chiediamo preoccupati: verso quale futuro stiamo andando? Voi, che siete giovani, non vi fate impressionare da questo clima ma, nonostante tutto, guardate alla vita con fiducia e speranza e mettete in azione, invece, le vostre migliori energie di intelligenza e di cuore.

Sì, ricordatevi che per la vostra età siete chiamati, nei tempi che viviamo, a compiere scelte di vita serie e coraggiose, dove gli obiettivi più belli per il futuro vostro e delle persone a voi care si raggiungono non con la menzogna, la falsità o peggio, l’asprezza nei rapporti.

Questi ambiziosi traguardi si raggiungono con l’impegno a crescere come persone autentiche, che costruiscono se stessi come donne e uomini veri e forti, attraverso il compimento puntuale e serio del proprio dovere. Siate perciò persone che ripudiano ogni forma di violenza e di prevaricazione, ma credono nella bellezza di una vita sociale dove ognuno è messo in condizione di realizzare se stesso al meglio che può ed è rispettato e amato per quello che è”.

Ed ha concluso incoraggiando gli studenti “a credere nella forza generativa del bene, dell’impegno e della solidarietà. Voi siete le città del futuro e, ricordatelo, siete chiamati a costruirle e a renderle belle, infinitamente più belle di quello che vi stiamo lasciando noi adulti. Per questo preparatevi al domani con uno studio serio e impegnato. Ricordatelo sempre, gli ignoranti non costruiranno mai un mondo migliore”.

Dalla diocesi di Imola il nuovo vescovo, mons. Giovanni Mosciatti, ha scritto proprio agli studenti la sua prima lettera: “Dalla mia prima elementare fino a pochi giorni fa ho sempre vissuto a scuola, sia come studente che come insegnante. Ed il mese di settembre, per chi vive nella scuola, rappresenta sempre un nuovo ‘inizio’ dopo la pausa dell’estate. E per tutti in questo inizio c’è sempre nascosta nel cuore un’attesa, un desiderio, una speranza: che accada qualcosa che porti con sé una novità bella, significativa, gioiosa per la vita”.

Anche per il vescovo settembre si apre con un nuovo inizio: “Anche per me questo settembre rappresenta, per così dire, un nuovo inizio, perché solo due mesi fa papa Francesco mi ha nominato vescovo della nostra Chiesa, cioè colui che è chiamato a testimoniare come la fede cristiana è legata ad un altro ‘inizio’, quello dell’amicizia di Gesù con gli apostoli: il vescovo, infatti, in ogni Chiesa è il successore dei primi apostoli.

Ed anch’io, come voi, sono pieno di attesa e speranza che questo nuovo compito possa recarmi la novità di una consapevolezza più profonda, crescendo nell’amicizia con Gesù vissuta all’interno della sua famiglia che è la Chiesa”.

Raccontando le testimonianze dei ragazzi raccolte durante i ‘campi estivi’ il vescovo si rivolge agli insegnanti: “Che attesa grande nei nostri ragazzi! Carissimi insegnanti, nel dialogo di questa estate, sono stato provocato anche da domande veramente interessanti che i ragazzi mi hanno rivolto.

Desidero condividerle con voi perché la comune responsabilità educativa ci aiuti a crescere nella nostra umanità e nel compito così grande che abbiamo. Sarebbe interessante poterci ritrovare a dialogare su questi temi: l’interesse per lo studio è lo specchio di un interesse per la realtà. La scuola tanto temuta per le sue regole sembra però offrire un riparo al vuoto e alla noia di tante giornate delle vacanze”.

Dalla diocesi di Ascoli Piceno mons. Giovanni D’Ercole invita studenti, insegnanti e genitori a vivere la scuola come comunità: “L’apertura delle scuole è un evento che coinvolge famiglie e ragazzi, che scandisce i ritmi di vita. Tornare tra i banchi di scuola significa rimettere in circolo amicizie e frequentazioni, stringere legami sociali.

In una qualche misura significa riappropriarsi del senso più profondo dell’essere comunità. Ed è proprio su questo che vorrei invitarvi ad impegnarvi. Non rifugiatevi nel privato, ma riappropriatevi, già nelle aule scolastiche, del ‘noi’ della comunità, sporcandovi le mani a favore del bene comune…

Ricordate, cari studenti, che la relazione con l’altro si gioca attraverso lo sguardo, porta aperta o chiusa per coloro che incontriamo. E’ grande la differenza tra uno sguardo frettoloso e sbrigativo, spesso formale e infastidito, e uno intenso, attento, appassionato e accogliente”.

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