Al meeting di Rimini il racconto del duomo di Monreale

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Come è tradizione al Meeting per l’amicizia tra i popoli, in svolgimento alla Fiera di Rimini dal 18 al 24 agosto, grande spazio sarà dato alle esposizioni; tra queste sarà allestita la mostra ‘Si aprì una porta nel cielo. La Cattedrale di Monreale’, a cura del prof. Mirko Vagnoni, università di Friburgo, con il coordinamento generale di don Nicola Gaglio, parroco e presidente della Fabbriceria del Duomo di Monreale, e di Sandro Chierici dello Studio Ultreya Milano.

Per approfondire questa mostra, promossa da Regione Sicilia, Soprintendenza BB.CC.AA. Palermo, Fabbriceria Duomo Monreale, Istituto d’arte per il mosaico Monreale, Museo Diocesano Monreale, Biblioteca del comune di Monreale, abbiamo chiesto a Sandro Chierici di spiegarci il significato della mostra sulla cattedrale di Monreale: “L’attenzione alla bellezza è uno dei fili conduttori di tutte le edizioni del Meeting, dal 1980 a oggi; questa mostra si inserisce in un percorso che ha una lunga storia.

Il Duomo di Monreale è una delle testimonianze artistiche più belle del nostro paese, vanta il ciclo musivo più grande d’Europa e uno dei chiostri romanici più ampi e articolati dal punto di vista iconografico. In particolare, questa mostra trova nel titolo di questa edizione del Meeting, ‘Nacque il tuo volto da ciò che fissavi’, un riferimento assoluto nel volto del Pantocratore che domina l’abside e accoglie i fedeli con il suo abbraccio”.

‘Si aprì una porta nel cielo’: cosa potranno ammirare i visitatori?
“Non abbiamo voluto cedere alla tentazione di documentare l’intera Cattedrale. Il nostro desiderio è di ‘aprire una porta’, e di offrire ai visitatori un assaggio –in realtà consistente, visto che il numero degli elementi esposti è di oltre 90– di ciò che li aspetta andando di persona a visitare la Cattedrale.

I visitatori troveranno fra gli oggetti la Madre di Dio Odigitria, l’icona venerata in Cattedrale, che esce per la prima volta dalla Sicilia per una mostra, oltre a frammenti della decorazione pavimentale e preziosi codici, calici e altri arredi liturgici. Fra le immagini, una selezione dei mosaici della chiesa e dei capitelli del chiostro, oltre a un nutrito corredo di immagini di confronto che collocano il complesso della Cattedrale di Monreale nel contesto storico artistico del Mediterraneo e dell’Europa del XII secolo.

L’elemento più spettacolare della mostra è dato dai due pannelli che aprono e chiudono il percorso, dedicati alla porta di Bonanno Pisano e al Pantocratore dell’abside. Entrambe le immagini sono state realizzate con foto ad altissima definizione in scala 1:1, ottenendo un effetto davvero straordinario”.

Come sarà strutturata la mostra?
“La mostra si articola su cinque sezioni. La prima ricostruisce la storia del complesso monastico, evidenzia i rapporti artistici e culturali con il mondo europeo e mediterraneo e approfondisce l’iconografia regia; poi si passa in un ambiente che ricostruisce in piccolo il chiostro, con un video ad accompagnare le immagini dei capitelli. Da lì si entra nell’ambiente centrale del percorso, dove è esposta la Madre di Dio Odigitria, cuore spirituale dell’esposizione.

Un video più ampio e spettacolare realizzato con un drone introduce poi ai mosaici della Cattedrale, prima di passare all’interno della chiesa vera e propria, ove trovano posto gli altri oggetti esposti, provenienti dal Museo diocesano, dalla Biblioteca Comunale e dalla Biblioteca del Seminario, mentre alle pareti è la riproduzione di alcune scene musive tratte dai cicli dell’Antico e del Nuovo Testamento. A conclusione, la grande immagine del Pantocratore, punto di arrivo del percorso”.

Qual è stato il motivo per cui fu costruita una Cattedrale così bella?
“Non sempre, quando ci troviamo di fronte a un monumento del passato, ci poniamo questa domanda, che invece è fondamentale per non ridurre la percezione del luogo a una sola questione estetica. Questo luogo nasce in primo luogo come testimonianza di fede; non a caso insieme alla costruzione furono chiamati anche coloro che dovevano abitarla e renderla luogo vivo, dove poter vivere un’esperienza di fede.

E questo è anche il taglio che abbiamo voluto dare alla mostra, il cui percorso riprende il tragitto che i monaci facevano quotidianamente dalle celle alla chiesa, passando per il chiostro. Vorremmo far ripercorrere ai visitatori questa esperienza di fede che sta all’origine della costruzione della Cattedrale di Monreale”.

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