Al Meeting di Rimini la Compagnia delle Opere affronta la realtà dell’intelligenza artificiale

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Strumento potente e invasivo, può portare molti benefici ma anche taluni rischi; al Meeting dell’Amicizia tra i popoli, in svolgimento a Rimini dal 18 al 24 agosto si parlerà di intelligenza artificiale con la Compagnia delle Opere, come ha sottolineato il suo presidente, Bernhard Scholz, presentando gli incontri:

“Il titolo del 40^ Meeting c’entra molto con il tema dell’intelligenza artificiale. Chi costruisce gli algoritmi, chi usa gli strumenti digitali, ha un’idea della persona perché si tratta di strumenti assolutamente non neutrali, che quindi incidono in un modo o in un altro nelle nostre vite. Incidono sull’occupazione e nelle modalità con cui ci trattiamo, guardiamo e usiamo i dati personali. Incidono sulla salute…

Parleremo anche della digitalizzazione in modo ampio. Per esempio, nel mondo dell’agroalimentare esistono tanti strumenti con sensori molto specifici per ridurre l’utilizzo dell’acqua o il concime. Parleremo anche di innovazione sociale perché esistono nuovi approcci che riguardano le persone che vivono in un disagio sociale”.

Per comprendere meglio le innovazioni tecnologie al servizio dell’uomo abbiamo chiesto al direttore generale della Compagnia delle Opere, Dionigi Gianola, di raccontarci la presenza della Compagnia delle Opere al Meeting di quest’anno: “La nostra associazione animerà lo spazio Cdo for innovation (Padiglione D3 della Fiera) che quest’anno ci invita a riflettere sul rapporto tra ‘Genio umano e intelligenza artificiale’. Parleremo e sperimenteremo l’innovazione non solo tecnologica, ma in tutti i campi del nostro agire”.

Cosa si scopre vedendo?
“Si scopre che nei nostri spazi, in casa, in città ci sono dei nuovi protagonisti: macchine, robot e altri oggetti elettronici che stanno tutto il giorno ‘con’ noi. Il punto è se si tratta solo di alta tecnologia o se c’è qualcosa in più. Che effetto hanno, infatti, i nuovi strumenti dotati di intelligenza artificiale sul lavoro quotidiano, nella ricerca tecnica e scientifica, a scuola e nelle relazioni tra le persone?

Meglio non pensarci, spegnerli o accendere la nostra curiosità? Noi scommettiamo sulla seconda opzione e, quindi, per affrontare l’argomento, nello spazio Cdo for innovation i visitatori troveranno quattro percorsi, con tanti protagonisti ogni giorno, nuovi volti e storie da incontrare, conoscere e raccontare”.

L’intelligenza artificiale può essere un nuovo modo di vedere la realtà?
“Come qualsiasi strumento, dipende dallo scopo per il quale viene creato e si utilizza. Noi cercheremo, in particolare con due incontri, di porre le domande fondamentali per affrontare un fenomeno molto complesso. Ci chiederemo anzitutto con quale coscienza creiamo i ‘famigerati’ algoritmi (martedì 20 alle ore 17) e, poi, cosa fissiamo quando usiamo apparecchi dotati di algoritmi (mercoledì 21, sempre alle ore 17)”.

Perché è importante addentrarsi in queste questioni?
“Perché le risposte a queste domande riguardano da vicino la vita di tutti i giorni. Per comprenderlo, mostreremo delle esemplificazioni abbastanza sorprendenti. La start-up innovativa ‘Optimist’ mostrerà al pubblico l’intelligenza artificiale in azione. Ha creato appositamente un ‘Chatbot’ che dà informazioni sugli eventi dello spazio ‘Cdo for innovation’, su tutte le mostre del Meeting e sui punti di ristoro in Fiera.

La macchina risponderà correntemente a domande del tipo (ma anche a molte altre): cosa c’è da vedere oggi? Dov’è la mostra Francesco e il sultano? Dove si può mangiare? Non solo, i tecnici mostreranno a chi lo desidera il ‘dietro le quinte’, cioè come la macchina viene addestrata per apprendere e riconoscere il linguaggio naturale.

Questa sarà la base per mostrare dal vivo anche altre applicazioni dell’Intelligenza Artificiale già in atto. Come ‘Dante vs Petrarca’, un progetto ideato da QuestIT che ci sbalordirà mostrando una macchina capace di apprendere, grazie alla tecnica cosiddetta del ‘Deep Learning’, il linguaggio dei due sommi poeti e di comporre dei versi seguendo il loro stile”.

In quale modo l’innovazione può essere sostenibile?
“Quando ha a cuore il bene della persona, in qualsiasi campo. Lo capiamo ancora meglio guardando non solo all’innovazione tecnologica, ma a tutti quei passi in avanti (a quelle innovazioni autentiche) che consentono a ciascuno di noi e a chi ci è prossimo di affrontare i suoi problemi, di crescere, di sentirsi accompagnati nelle situazioni di disagio: lo spazio Cdo ospiterà infatti un’Area aperta, animata dalle opere sociali ed educative.

Tutti i giorni alle ore 15 i ragazzi accolti nelle opere testimonieranno la bellezza incontrata, il bene trovato e offerto a tutto il mondo. Il nome di ogni ragazzo da dove nasce? Come è fiorito? I loro occhi chi, cosa hanno guardato? Il loro sguardo dove si è fissato? Perché il loro cuore ha ricominciato a battere? L’innovazione genera qualcosa di sostenibile. Sono le domande di sempre, eppure restano le più innovative”.

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