Papa Francesco invita i giovani ad Assisi per liberare l’economia

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In sala stampa vaticana è stato presentato l’evento della ‘buona economia’, che si svolgerà dal 26 al 28 marzo 2020 ad Assisi, dove papa Francesco incontrerà imprenditori, ricercatori e dottorandi under 35 per l’evento ‘The Economy of Francesco’ con l’obiettivo di stabilire ‘un patto’ per ‘cambiare il futuro del mondo’.

L’idea dell’incontro, nato da un colloquio con papa Francesco, è stato spiegato dal prof. Luigino Bruni, ordinario di economia politica alla Lumsa e consultore del Dicastero per laici, famiglia e vita: “Volevamo convocare i leader per qualcosa di analogo. Ma il Papa nel corso del dialogo ha più volte ripetuto: ‘I giovani mi angosciano, i giovani mi angosciano’, sbattendo i pugni sul tavolo, ‘bisogna fare qualcosa per loro’. Vogliamo convocare i giovani per un patto, chiamiamo, cioè, chi si sta formando per fare l’economia di domani, loro hanno ancora le possibilità di cambiare il mondo”.

Alla conferenza è intervenuto anche p. Mario Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi: “C’era bisogno di uno scatto ulteriore, di qualcuno, e chi meglio del Papa?, che accendesse una scintilla per coagulare attorno al suo messaggio e a quello di Francesco d’Assisi tutti gli uomini di buona volontà”.

Il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino, ha sottolineato il valore dell’incontro: “E’ significativo che il papa dia tale appuntamento in un luogo altamente simbolico come Assisi, città già scelta da san Giovanni Paolo II come icona di pace per quello che si suol chiamare lo ‘spirito di Assisi’. Il titolo dell’evento, ‘Economy of Francesco’, rinvia innanzitutto al Santo di Assisi, ma allude insieme al magistero economico-sociale di papa Francesco”.

Riferendosi al magistero del papa sull’ ‘economia che uccide’ il vescovo assisate ha sottolineato che esso si richiama al vangelo: “Tanti sono stati scossi da questa denuncia. Una denuncia tutta ispirata al vangelo. I cattolici e tutti gli uomini di buona volontà, se hanno occhi per vedere e un cuore per amare, non possono non rimanere scossi da questa denuncia e coinvolti in un impegno di conversione, personale e sociale.

Purtroppo non mancano coloro che da questa denuncia sono infastiditi e ne divengono critici ingiusti e agguerriti. Il vangelo è stato sempre, e rimane, un ‘segno di contraddizione’… In questo ascolto sincero del magistero papale, tra le tante offerte di collaborazione che immagino gli siano pervenute, due precise istanze gli sono arrivate anche, per vie diverse e alla fine convergenti, dal sottoscritto e dal prof. Luigino Bruni. Nel dialogo di cui egli ci ha onorati, è maturata anche l’odierna iniziativa. Oggi ci ritroviamo a parlarvene dai nostri rispettivi punti di vista, io come vescovo a cui viene affidata la regia dell’evento, e lui che ne assume la direzione scientifica”.

Ed ha spiegato che da anni Assisi ha ‘coltivato’ lo studio per l’economia e l’ecologia: “Da alcuni anni questo Santuario (certamente non da solo, dato che le varie realtà francescane della Città, ma anche altre realtà, come la Pro-civitate christiana, hanno sempre avuto questo interesse, e lo coltivano con alto livello di iniziativa e di passione) sta conducendo una riflessione sulle dimensioni anche economiche della spiritualità della spogliazione.

Lo fa mettendo insieme economia ed ecologia… Per diversi anni mi era stato spontaneo invitarlo a ritornare, soprattutto per settembre, quando al Santuario si svolge una sessione dedicata ai temi della custodia del creato. Ogni volta il Papa mi aveva risposto con una benedizione, comunicandomi di non poter venire. Forse non avevo indovinato la data. O forse non avevo indovinato il taglio specifico, che avesse potuto dare al papa lo stimolo per tornare una quarta volta ad Assisi”.

Poi l’incontro e l’incoraggiamento del papa per un ‘momento formativo’: “Posso testimoniare che, in un incontro che insieme abbiamo avuto col Santo Padre il 25 aprile scorso, l’idea di affrontare le sfide dell’economia facendo leva sui giovani ha trovato nel Santo Padre un’adesione entusiasta. I giovani possono fare la differenza. Sono il futuro in tutti i sensi, anche il futuro dell’economia. Un patto con loro è vincente”.

In precedenza papa Francesco aveva scritto una lettera ai giovani economisti ed imprenditori per presentare l’iniziativa: “Vi scrivo per invitarvi ad un’iniziativa che ho tanto desiderato: un evento che mi permetta di incontrare chi oggi si sta formando e sta iniziando a studiare e praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda. Un evento che ci aiuti a stare insieme e conoscerci, e ci conduca a fare un ‘patto’ per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani”.

Ed anche la scelta di Assisi richiama san Giovanni Paolo II: “Se San Giovanni Paolo II la scelse come icona di una cultura di pace, a me appare anche luogo ispirante di una nuova economia. Qui infatti Francesco si spogliò di ogni mondanità per scegliere Dio come stella polare della sua vita, facendosi povero con i poveri, fratello universale. Dalla sua scelta di povertà scaturì anche una visione dell’economia che resta attualissima. Essa può dare speranza al nostro domani, a vantaggio non solo dei più poveri, ma dell’intera umanità”.

Quindi ha richiamato l’urgenza francescana di ‘riparare la casa’: “Di fronte a questa urgenza, tutti, proprio tutti, siamo chiamati a rivedere i nostri schemi mentali e morali, perché siano più conformi ai comandamenti di Dio e alle esigenze del bene comune. Ma ho pensato di invitare in modo speciale voi giovani perché, con il vostro desiderio di un avvenire bello e gioioso, voi siete già profezia di un’economia attenta alla persona e all’ambiente…

Le vostre università, le vostre imprese, le vostre organizzazioni sono cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere l’economia e il progresso, per combattere la cultura dello scarto, per dare voce a chi non ne ha, per proporre nuovi stili di vita. Finché il nostro sistema economico-sociale produrrà ancora una vittima e ci sarà una sola persona scartata, non ci potrà essere la festa della fraternità universale”.

Ed il desiderio si trasforma in invito: “Per questo desidero incontrarvi ad Assisi: per promuovere insieme, attraverso un ‘patto’ comune, un processo di cambiamento globale che veda in comunione di intenti non solo quanti hanno il dono della fede, ma tutti gli uomini di buona volontà, al di là delle differenze di credo e di nazionalità, uniti da un ideale di fraternità attento soprattutto ai poveri e agli esclusi. Invito ciascuno di voi ad essere protagonista di questo patto, facendosi carico di un impegno individuale e collettivo per coltivare insieme il sogno di un nuovo umanesimo rispondente alle attese dell’uomo e al disegno di Dio”.

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