Appuntamento Greenaccord sul magistero ambientale di Giovanni Paolo II
Wojtyla Papa ecologico. Proseguono gli incontri organizzati da Greenaccord. L’immagine del Pontefice polacco che passa le sue vacanze in montagna, va a sciare e cammina sulle Alpi, si ritira nella natura per riflettere e pregare è una delle più vivide nella mente e nel cuore di tanti fedeli. E all’ambiente e alla sostenibilità ecologica Giovanni Paolo II ha dedicato encicliche sociali, messaggi, discorsi, deliberando anche di nominare San Francesco d’Assisi patrono dei cultori dell’ecologia. Un magistero ‘ambientale’ di parole e gesti concreti con cui ha comunicato la scelta e la predilezione per il creato esaltandone la funzione e indicandolo, all’uomo contemporaneo, come luogo privilegiato per l’incontro con Dio e spazio per ritemprare il corpo e lo spirito.
Per rilanciare questi insegnamenti e ripercorrere lo stretto rapporto che ha legato la vita di Karol Wojtyla e la natura, Greenaccord, l’associazione per la salvaguardia del creato nata all’indomani del Giubileo del 2000 proprio sulla scia dell’intuizione wojtyliana per l’ambiente, organizza mercoledì 1° febbraio a Roma un incontro dal titolo “L’amore per il Creato. A lezione da Wojtyla”. All’appuntamento interverranno, dopo i saluti del presidente di Greenaccord Onlus Alfonso Cauteruccio e dell’assessore al bilancio della Provincia di Roma Antonio Rosati, il professor Andrea Masullo, docente di Sostenibilità all’università di Camerino e presidente del comitato scientifico di Greenaccord; il prefetto Enrico Marinelli, già responsabile della sicurezza del Papa per conto della Polizia di Stato italiana; Monsignor Emery Kabongo, arcivescovo emerito di Luebo e stretto collaboratore di papa Wojtyla.
E Arturo Mari, fotografo del Papa, che proietterà alcuni degli scatti più significativi del rapporto tra il Pontefice e le meraviglie del Creato. “Ho avuto l’onore di seguire spesso il papa durante le sue vacanze” – rivela Mari – “e conservo dentro di me ricordi indimenticabili. Più che vacanze, quelle erano per il Papa un doppio lavoro. In quelle occasioni apriva veramente la sua mente; lì sono nate diverse Encicliche e i messaggi più alti per l’uomo, per la famiglia, per la donna, per i giovani. Questo era il punto sostanziale: non era riposo, ma era il contatto con Dio, a quella altezza, con quell’aria ad ispirarlo. Ma bisogna andare lì in montagna per comprendere meglio queste cose”.