Papa Francesco a Bari: i cristiani siano luce in Medio Oriente

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‘Sia pace in Medio Oriente’: questo tweet di papa Francesco racchiude il significato dell’incontro a Bari di papa Francesco con i leader religiosi cattolici, coopti ed ortodossi per una giornata di preghiera per la pace. Nella liturgia ecumenica tutti i patriarchi hanno elevato a Dio la propria invocazione.

Bartolomeo di Costantinopoli ha pregato: “Signore buono e amico degli uomini, ispira cose buone nei cuori di coloro che vogliono la guerra e pacifica le loro menti tormentate, pacifica anche i nostri cuori, libera noi e tutti gli uomini dai desideri malvagi ed avidi e semina nei nostri e nei loro cuori uno spirito di giustizia, di riconciliazione e di amore verso tutti i nostri fratelli”.

Tawadros II, patriarca di Alessandria dei copti ortodossi, ha invocato Dio nel ricordo dei martiri: “Ricorda, o Signore, tutti i martiri che sono morti per il tuo santo nome. Ti preghiamo affinché doni pace e stabilità a tutte le regioni lacerate dai conflitti”. Altre intenzioni di preghiera sono per i migranti e i rifugiati e per coloro che sono perseguitati a causa delle loro convinzioni.

Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, ha pregato per la pace: “Per il Medio Oriente e per tutti i paesi e le comunità che soffrono a causa di conflitti e di violenza, affinché un nuovo spirito di solidarietà e di riconciliazione sorga in tutti i settori della società e conduca alla pace e all’armonia senza discriminazione e ingiustizia”.

La preghiera è stata scandita da letture bibliche e canti anche in arabo e in assiro eseguiti da solisti e accompagnati da un’orchestra di 20 elementi e un coro di 200 cantori diretti da don Maurizio Lieggi. Il Vangelo delle beatitudini ha suggellato la preghiera, conclusasi con l’abbraccio di pace tra il Papa e i patriarchi, che sono tornati con lo stesso autobus scoperto alla Basilica di San Nicola per il colloquio a porte chiuse.

Nel ringraziamento della presenza dei Patriarchi papa Francesco ha sottolineato che dal Medio Oriente è giunta la buona Notizia: “La buona notizia di Gesù, crocifisso e risorto per amore, giunta dalle terre del Medio Oriente, ha conquistato il cuore dell’uomo lungo i secoli perché legata non ai poteri del mondo, ma alla forza inerme della croce.

Il Vangelo ci impegna a una quotidiana conversione ai piani di Dio, a trovare in Lui solo sicurezza e conforto, ad annunciarlo a tutti e nonostante tutto. La fede dei semplici, tanto radicata in Medio Oriente, è sorgente da cui attingere per abbeverarci e purificarci, come avviene quando torniamo alle origini, andando pellegrini a Gerusalemme, in Terra Santa o nei santuari dell’Egitto, della Giordania, del Libano, della Siria, della Turchia e degli altri luoghi sacri di quelle regioni”.

Poi ha ricordato la sofferenza delle popolazioni a causa della guerra: “La guerra è la piaga che tragicamente assale quest’amata regione. Ne è vittima soprattutto la povera gente. Pensiamo alla martoriata Siria, in particolare alla provincia di Deraa. Lì sono ripresi aspri combattimenti che hanno provocato un ingente numero di sfollati, esposti a sofferenze terribili.

La guerra è figlia del potere e della povertà. Si sconfigge rinunciando alle logiche di supremazia e sradicando la miseria. Tanti conflitti sono stati fomentati anche da forme di fondamentalismo e di fanatismo che, travestite di pretesti religiosi, hanno in realtà bestemmiato il nome di Dio, che è pace, e perseguitato il fratello che da sempre vive accanto. Ma la violenza è sempre alimentata dalle armi. Non si può alzare la voce per parlare di pace mentre di nascosto si perseguono sfrenate corse al riarmo…

Basta contrapposizioni ostinate, basta alla sete di guadagno, che non guarda in faccia a nessuno pur di accaparrare giacimenti di gas e combustibili, senza ritegno per la casa comune e senza scrupoli sul fatto che il mercato dell’energia detti la legge della convivenza tra i popoli!”

Poi ha invocato semi di pace per Gerusalemme, auspicando negoziati per l’esistenza dei due popolo: “Fortemente angosciati, ma mai privi di speranza, volgiamo lo sguardo a Gerusalemme, città per tutti i popoli, città unica e sacra per cristiani, ebrei e musulmani di tutto il mondo, la cui identità e vocazione va preservata al di là delle varie dispute e tensioni, e il cui status quo esige di essere rispettato secondo quanto deliberato dalla Comunità internazionale e ripetutamente chiesto dalle comunità cristiane di Terra Santa. Solo una soluzione negoziata tra Israeliani e Palestinesi, fermamente voluta e favorita dalla Comunità delle nazioni, potrà condurre a una pace stabile e duratura, e garantire la coesistenza di due Stati per due popoli”.

La speranza ha il volto dei bambini, che devono essere ascoltati: “La speranza ha il volto dei bambini. In Medio Oriente, da anni, un numero spaventoso di piccoli piange morti violente in famiglia e vede insidiata la terra natia, spesso con l’unica prospettiva di dover fuggire. Questa è la morte della speranza. Gli occhi di troppi fanciulli hanno passato la maggior parte della vita a vedere macerie anziché scuole, a sentire il boato sordo di bombe anziché il chiasso festoso di giochi. L’umanità ascolti il grido dei bambini, la cui bocca proclama la gloria di Dio. E’ asciugando le loro lacrime che il mondo ritroverà la dignità”.

E nella ammonizione introduttiva il papa aveva ricordato che i cristiani hanno il diritto di vivere nel Medio Oriente: “Questa tradizione è un tesoro da custodire con tutte le nostre forze, perché in Medio Oriente ci sono le radici delle nostre stesse anime.

Ma su questa splendida regione si è addensata, specialmente negli ultimi anni, una fitta coltre di tenebre: guerra, violenza e distruzione, occupazioni e forme di fondamentalismo, migrazioni forzate e abbandono, il tutto nel silenzio di tanti e con la complicità di molti. Il Medio Oriente è divenuto terra di gente che lascia la propria terra. E c’è il rischio che la presenza di nostri fratelli e sorelle nella fede sia cancellata, deturpando il volto stesso della regione, perché un Medio Oriente senza cristiani non sarebbe Medio Oriente”.

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