Manovra economica: le famiglie protestano con giudizio

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Ultimi giorni dell’anno frenetici per il governo Monti, che ha annunciato un nuovo pacchetto complessivo di provvedimenti per lo sviluppo e la crescita dell’Italia, dopo l’approvazione di una ulteriore manovra di oltre 20 miliardi di euro: la quinta in pochi mesi per un importo complessivo di 110 miliardi di euro. Tutti protestano, parlamentari, lavoratori, pensionati; ma chi ne fa certamente le spese è sicuramente la famiglia, con i suoi figli, a cui non è assicurato un decoroso futuro. Però è stato trovato un accordo per un bonus sull’Imu per le famiglie con figli nella manovra del governo. Si tratta di un bonus pari a 200 euro cui si aggiungono 50 euro a figlio fino a un numero di 4 figli.

 

 

Però da gennaio le tariffe di luce e gas potrebbero aumentare, rispettivamente, del 4,8% e del 2,7%, con un maggiore spesa annua di oltre 53 euro, con un aumento di 0,8 centesimi al chilowattora che per una famiglia ‘tipo’ (2.400 chilowattora consumati l’anno e 3 kw di potenza impegnata) si tradurrebbero in un aumento di 21,5 euro su base annua. Per il gas, invece, è atteso un aumento del 2,7%. Vale a dire 2,3 centesimi al metro cubo che per la stessa famiglia ‘tipo’ (1.400 metri cubi di metano consumati in un anno) comporterà un aggravio di quasi 32 euro annui. Infatti, secondo quanto ha affermato  il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, dopo aver stimato, con il suo Ufficio studi, gli effetti economici che la manovra Monti, e quelle d’estate redatte dal governo Berlusconi, la famiglia avrà un aggravio enorme di tassazione:“La manovra ‘salva-Italia’ peserà sulle famiglie italiane con un importo medio pari a 635 euro. Se teniamo conto anche delle manovre estive elaborate dal precedente governo Berlusconi, l’importo complessivo che graverà sulle famiglie italiane, raggiungerà, nel quadriennio 2011-2014, i 6.400 euro. Complessivamente queste tre manovre avranno un effetto complessivo nel quadriennio 2011-2014 pari a 161,1 miliardi di euro. Una vera e propria stangata che, probabilmente, riuscirà a far quadrare i conti ma rischia di mettere in ginocchio l’economia del Paese”.

Comunque il presidente Francesco Belletti ha apprezzato, con riserva, gli ultimi emendamenti in favore della famiglia: “Gli emendamenti presentati dal governo, senza ombra di dubbio, rendono più equa la manovra economica. Apprezziamo il grande sforzo di dialogo mostrato: non eravamo più abituati ad un governo che ‘ascoltava’, e che cambiava davvero le proprie scelte: di questo vogliamo dare atto al presidente del Consiglio e all’intero governo. Un’altra buona notizia è l’attribuzione della delega alle politiche familiari al ministro Riccardi; da tempo chiedevamo un interlocutore stabile, per far ripartire il dialogo (in primis per discutere il Piano nazionale per la famiglia). L’intervento correttivo sull’Imu, che il Forum aveva fortemente richiesto raccogliendo consensi tra le forze politiche, è un segnale concreto di attenzione all’equità familiare che attendevamo da tanti anni: una fiscalità che fa davvero differenza tra chi ha figli a carico e chi non li ha, e così le nuove generazioni non sono più solo ‘a carico dei genitori’, ma anche ‘a carico della collettività’”.

Per quanto riguarda le famiglie numerose il presidente Belletti fa appello ai comuni: “Su questo aspetto chiediamo una responsabilizzazione da parte di tutti i Comuni: in una corretta applicazione del federalismo fiscale. Tutte le amministrazioni comunali che vogliono essere ‘a misura di famiglia’ hanno quindi a disposizione un banco di prova: chiediamo che dal quinto figlio in poi i Comuni aggiungano una ‘ulteriore detrazione’ per figlio che potrebbe partire dai 50 euro (pari a quella nazionale) e modularsi su cifre inferiori secondo le disponibilità di bilancio. Parte cioè oggi una campagna per un’Imu comunale a misura di famiglia, per le famiglie numerose”.

Però al tempo stesso il presidente del Forum delle Famiglie ha chiesto “l’adozione del FattoreFamiglia per dare equità ‘a misura di famiglia’ a tutte le prossime azioni di contrasto della crisi. Con il FattoreFamiglia si potrà evitare che nelle manovre fiscali in fase di programmazione, nella revisione della spesa sociale, nelle nuove tariffe dei servizi locali, le famiglie con carichi familiari siano quelle più penalizzate, come è successo fino ad oggi… Le famiglie sono pronte, ma vogliono essere protagoniste: occorre considerarle coma una risorsa su cui investire e con cui dialogare, non come un soggetto da assistere”. Anche i presidenti dell’Associazione Famiglie Numerose, Mario ed Egle Sberna, si mostrano abbastanza soddisfatti: “Siamo contenti perché siamo stati proprio noi a chiederlo, anche se Monti non ci ha ascoltati del tutto perché la manovra riguarda le famiglie con 4 figli (185 mila solo queste ultime). Quelle con 5 figli in Italia sono meno di 50 mila, poi ci sono quelle con 6 figli (25 mila), quelle con 10 o più figli (600): sono pochissime, certamente, ma proprio per questo non si poteva aiutare anche loro?

Una volta che hanno fatto trenta, si sarebbe potuto fare trentuno, per una questione di giustizia e significato, i figli sono un bene prezioso da tutelare… L’istituto internazionale di studi e ricerca, Sipri, ha dichiarato che tutta la spesa militare dell’Italia nel 2010 è stata di 27 miliardi di euro. Perché non tagliare piuttosto questo fronte? Oltretutto abbiamo in molte città caserme enormi e dismesse: perché non intervenire lì piuttosto? Secondo me è mancato coraggio ed equità. Per andare a prendere i soldi su benzina e sigarette non c’è bisogno di professori… l’Italia è in pieno ‘inverno demografico’ e questa, secondo molti economisti, costituisce la prima causa della situazione economica in cui versa il Paese.

E allora ci tocca ricordare che, mentre la Francia investe il 3,5% del PIL in politiche pro-famiglia, l’Italia è ferma da tempo allo 0.9% del PIL. Le politiche familiari in Francia hanno portato in pochi anni alla media di 2,1 figli per donna, mentre l’Italia è ferma a 1,3 figli per donna. Inutile sottolineare le diverse conseguenze sul sistema di Welfare tra le due nazioni, soprattutto in futuro…”. La misura accolta dal governo Monti era stata avanzata dalle Acli, intervenendo sulla detrazione di 200 euro sulla prima casa prevista dal decreto al comma 10 dell’articolo 13, ed applicando un coefficiente familiare e di reddito.

Le Acli hanno confrontato l’impatto sul campione dell’Ici introdotta dal Governo con la rimodulazione della detrazione per reddito e numero di figli. A parità di gettito complessivo, viene rispettato con maggiore evidenza il principio di equità e progressività. Una famiglia con marito, moglie e due figli a carico, pagherebbe sempre 707,20 euro con l’Ici attuale se avesse 45000, 30000 o 20000 euro di reddito complessivo. Con la rimodulazione l’importo scenderebbe progressivamente a 680 euro, 567 euro, 396 euro.

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